Scavare nelle vicende storiche di Altopascio significa immergersi in un’affascinante ricchezza di informazioni: tradizioni, personaggi, patrimoni e scambi culturali che hanno lasciato tracce profonde dalla fine dell’anno 1000 fino all’era moderna.
Altopascio è oggi un importante comune della Provincia di Lucca, anche se appartiene geograficamente al lembo più estremo della Valdinievole: la caratteristica di centro viario a cavallo di più territori, se lo ha reso famoso soprattutto nel Medioevo, continua ad essere un elemento caratterizzante di Altopascio. Posto infatti fra le province di Lucca, Pistoia, Pisa e Firenze, è centro urbano di grande rilievo: smista il traffico che attraversa un ambito territoriale che va dalla Garfagnana alla Valdelsa, e si distingue per una fiorente attività economica industriale e commerciale, con un settore terziario in grande espansione. Senza contare la produzione di un pane davvero famoso. Il territorio del Comune comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Spianate, Marginone e Badia Pozzeveri, per una popolazione complessiva di oltre diecimila abitanti.
Il nucleo storico di Altopascio, a forma di triangolo irregolare e contenuto da mura di cui restano dei tratti e le tre porte, corrisponde all’ospedale medievale, dando un’idea eloquente delle dimensioni che questo raggiunse. Le tre piazze di varia dimensione che vi si aprono, corrispondono ad altrettanti cortili, attorno ai quali erano distribuite le strutture funzionali, purtroppo in gran parte trasformate quando il complesso finì per diventare una fattoria e un borgo agricolo. Ma alcune architetture sono ancora una chiara testimonianza dell’importanza che ebbe un tempo Altopascio. A partire dalla poderosa torre campanaria romanica, vero e proprio emblema dell’ospedale, scandita da quattro ripiani le cui aperture diventano progressivamente più ampie, costruita per ospitare la campana, detta la “Smarrita”, il cui suono, all’imbrunire, doveva indicare ai viandanti la vicinanza dell’ospizio. Notevole è anche la facciata della cappella, dedicata a San Jacopo, che, nel 1830, divenne il transetto di una più ampia chiesa neoclassica. In essa si distingue la parte superiore per la ricchezza del suo apparato decorativo, costituito da due loggette cieche sovrapposte.
Quella inferiore è costituita da arcatelle bicrome sorrette da colonnette alternativamente bianche e nere, mentre, in quella superiore, più robuste colonne sostengono a mo’ di trabeazione gli spioventi del tetto; nei vani centrali delle loggette si trovano, rispettivamente, una finestrella e un’edicola con un Redentore Benedicente. Se si può collocare nella sfera culturale lombarda il tipo di facciata divisa in due parti, di cui la superiore elaborata, le due loggette di questa denunciano a loro volta influenze diverse. La loggetta ad arcatelle mostra una chiara derivazione dalle chiese pistoiesi, così come, del resto, il portale che richiama certe opere lasciate da Gruamonte a Pistola. La loggetta architravata, invece, si ispira al romanico pisano, forse opera di maestranze formate alla scuola del maestro Guglielmo. Di un certo interesse sono anche i resti del porticato del chiostro duecencesco (ora piazza dei Cavalieri), dove le strutture in cotto presentano una ricca decorazione nelle ghiere degli archi, secondo una tipologia presente in Toscana dalla Lucchesia al Senese.
Storia
La storia di Altopascio e dei frati Ospitalieri del Tau ha conosciuto il massimo splendore proprio nella prima metà del XIII secolo. Ma come e perché divenne così importante, in questa fetta di terra toscana a cavallo tra Lucca, Pisa e Firenze, l”ordine dei Cavalieri del Tau? Ancora non si conosce con esattezza l”anno di fondazione dell”ordine, di certo si può affermare che l”ospedale già esisteva nel 1084, ipotizzandone la nascita tra il 1073 ed il 1081.
L’ordine di Altopascio prese come proprio simbolo il segno del “Tau”. Tale lettera greca evocava, in primo luogo, la caratteristica forma del bardone dei pellegrini, ma, al tempo stesso, si caricava anche di altri contenuti simbolici, quali, ad esempio, il richiamo alla croce. Il 5 aprile 1239 fu concessa ai frati del Tau da papa Gregorio IX la Regola dei frati di S. Giovanni di Gerusalemme, i cosiddetti Gerosolimitani, quasi a suggellare il periodo più florido dell”attività dell”ordine ospitaliero. Questa conferiva ufficialmente alla comunità altopascese lo status di ordine Religioso, e soprattutto ne sanciva l’indipendenza dagli stessi Gerosolimitani e da qualunque altro ordine.Fra la fine del secolo XI e per tutto il successivo, l”ente altopascese beneficiò di numerosissime donazioni, fatte da possidenti ricchi e modesti al fine di guadagnarsi il paradiso.
Divennero così di proprietà della Magione del Tau vasti territori sparsi in tutta la zona attraversata dalla Via Francigena, soprattutto nelle Cerbaie, nel territorio urbano e suburbano di Lucca, nella Valdinievole, nel Valdarno, a Pistoia, Prato, Pisa e Volterra, toccando però anche aree al di fuori della Toscana, come a Sarzana, Alessandria, Rieti, nella diocesi di Napoli, di Capua, in Sicilia ed in Sardegna, esattamente nei giudicati di Torres e di Cagliari.
La gloria ed il lustro di Altopascio valicarono però ben presto anche i confini dell”Italia e i frati dell”ordine fondarono così dipendenze anche all”estero, come nel 1180, quando questi si stabilirono a Parigi, su un terreno posto al di fuori delle mura cittadine, dove ora sorge, appunto, la chiesa di Saint Jacques du Haut-Pas, o in Spagna, dove la Magione annoverava dipendenze ad Astorga, Pamplona e Tortosa o, ancora, in Inghilterra e in Germania. Il XIII secolo fu anche il periodo dell”abbellimento e dell”ampliamento delle strutture ospedaliere, basti pensare al campanile, ultimato nel 1280, che dall”alto dei suoi 51 metri costituiva un segno visibile di speranza e conforto per tutti i pellegrini che transitavano nella zona paludosa delle Cerbaie, orientati anche dai rintocchi della “Smarrita”, una campana fatta costruire nel 1325 da Lazzaro Saggina.
Nella chiesa della Magione prestarono la loro opera anche artisti di fama, come scultori della scuola di Guglielmo, che negli stessi anni lavorò a Pisa presso la fabbrica del Duomo. Verso la fine del secolo l”ospedale risultava l”istituzione più ricca di tutta la diocesi, forte di dipendenze e proprietà diffuse. Si annunciava però, tra la fine del ‘300 e l”inizio del ‘400, una nuova fase, dove la concentrazione della ricchezza, e del potere, nelle mani di una nuova aristocrazia mercantile favoriva sempre più il consolidamento delle Signorie, che si stavano evolvendo in istituzioni stabili ed ereditarie, in veri e propri Principati. La grande crisi è palese in Toscana: lo sviluppo delle campagne frena e, parallelamente, si rafforzano invece i centri urbani; anche Altopascio viene coinvolta dal turbine degli eventi: dopo essere stata teatro di scontro nelle guerre regionali tra Firenze, Pisa e Lucca, più volte assediata e conquistata, vide ridurre drasticamente la propria rilevanza strategica. Anche l”istituzione dell”ospedale dei Cavalieri del Tau soffrì, ovviamente; della crisi che investì questa zona della Toscana alla fine del Medioevo. Nel 1459 pertanto l’ordine cavalleresco dei frati Ospitalieri fu soppresso da papa Pio II, mentre l’ospedale continuò a vivere sotto la guida della famiglia fiorentina dei Capponi ed il complesso della Magione si ridusse ad una ricca proprietà fondiaria, ampliata e profondamente ristrutturata.
Nel 1773 il Granduca Pietro Leopoldo I chiuse definitivamente l”ospedale e con esso la sua secolare storia, contrassegnata in tutto il mondo Cristiano dall”ospitalità che aveva offerto: altro non rimase che una grossa fattoria che annoverava quasi 40 poderi caratterizzati da una buona produzione agricola e niente più.Sul finire del `700 però il quadro cambiò: sulla spinta della riforma agraria il Granduca iniziò a vendere la fattoria a privati cittadini, e cominciò lo smembramento; il fatto darà impulso ad un aumento della popolazione che sarà sensibile soprattutto nel secolo successivo, quando Altopascio, nel 1881, divenne comune autonomo (fino ad allora era parte del Comune di Montecarlo).
Come raggiungere il Comune
In treno: stazione della linea FS Viareggio-Firenze
In auto: si accede ad Altopascio oltre che dall’Autostrada Firenze-Mare (uscita Altopascio), da una nutrita rete viaria:
venendo da Lucca dalla via Francesca Romea, da Pisa dalla via Bientinese, da Fucecchio dalla via Romana Est.