Fornovo di Taro, importante nodo di comunicazione di origine celtica o ligure, divenne in epoca romana centro mercantile e religioso (Forum Novum).
“… Questo loco è una piccola villa di sei o sette casette poste sopra un piano, il lungo della fiumara. Taro mi pare che si nomi…”.
Così appare Fornovo ad un viaggiatore che attraversa l’Italia verso la fine del XVI secolo. Un paese e il suo fiume che da sempre ha indicato la via più breve per raggiungere, dalla Pianura Padana, i valichi di montagna verso la Lunigiana e la Garfagnana. Forum Novum, alle sue origini, era un centro mercantile fondato dai Romani: il nuovo foro doveva sostituire un centro preesistente, abitato dai Liguri Ilvati, posto dove ora sorge Rubbiano, un avamposto privilegiato nel nuovo assetto di riorganizzazione viaria e territoriale delle nuove terre conquistate. Sorto sull’ultimo promontorio del fiume, prima della Pianura Padana, Fornovo offriva, oltre alle sue difese naturali, un facile guado.
Ancora oggi è possibile osservare i resti del ponte che collegava le due sponde del fiume. Da alcuni accreditato come ponte romano, è forse una costruzione medioevale, collegata alle altre più importanti strutture dello stesso periodo. A fianco dell’attuale ponte stradale è possibile riconoscere i resti di un antico ponte romano, ricostruito dai monaci di Altopascio, che gestivano anche un ospizio, detto di S. Nicolò, con struttura a portici, le cui tracce sono ancora riconoscibili in edifici siti in prossimità del fiume. A valle della Pieve, infatti, nella parte bassa del paese, scorre il fiume Taro, che proprio a Fornovo si congiunge col torrente Ceno, e che spesso fu protagonista di episodi che hanno segnato la storia del paese, come avvenne nel 1294, quando una piena spazzò via il ponte.
All’imbocco dell’antico ponte, presumibilmente dove oggi vi è la piazza del mercato, sorgeva I’Ecclesia pontis de Fornovo, un ospitale con cappella dedicata a S. Nicolò, che accoglieva viandanti e cavalieri, retta, secondo la tradizione, dai monaci Ospedalieri di Altopascio. Da qui si risaliva, come ora, lungo l’antico borgo verso la piazza della chiesa. La pieve, dedicata a S. Maria Assunta, mostra numerosi riadattamenti e ricostruzioni: l’importante facciata, con semplice tetto a capanna, fu in origine ricovero e protezione dei pellegrini. Le preziose sculture di scuola antelamica, quasi sparse a caso in facciata, rappresentano frammenti di strutture che, con il paliotto d’altare, dovevano forse trovarsi all’interno, a decoro di un pulpito o di un ambone.
Vicino al portale una statua acefala porta con sé i segni del pellegrinaggio: le bisacce, il bordone e le chiavi, simbolico accesso alle basiliche di Roma. All’interno è ancora possibile riconoscere la struttura originaria a tre navate, con l’antistante nartece. Raggiungendo Fornovo dal fianco destro della Val Taro, si incontra Villa Carona, costruita nella seconda metà del XVII secolo dai Padri Gesuiti. Questo luogo, dove già nel 1230 esisteva una cappella dedicata a S. Stefano, continua ad accrescere la sua importanza nel corso del Medioevo. Oggi è ancora visibile il palazzo settecentesco che fu sede estiva del Collegio Maria Luigia, con la sua tipica struttura di villa emiliano-lombarda ad U, sobria e funzionale.
Come raggiungere il Comune
Fornovo è facilmente raggiungibile, da Parma (23 km), in direzione di Collecchio, con la SS 62 della Cisa, oppure da Fidenza e la via Emilia, percorrendo la SS 35 (Noceto e Medesano).
Dalla Valle del Ceno, si arriva con la SP 28. La Val Baganza comunica con Fornovo attraverso una bella strada panoramica, la SP 39, che percorre la Val Sporzana oppure con la strada comunale che iniziando a S. Vitale Baganza passa da Neviano de’ Rossi per congiungersi con la SP 39.
L’uscita autostradale di Fornovo sulla A15 Parma-La Spezia comunica con la A1 tramite lo svincolo di Parma Ovest.