L’Autismo: una testimonianza per la valorizzazione del patrimonio italiano.
È di questi giorni la notizia che 7 regioni italiane firmeranno un protocollo d’intesa perché la Via Francigena venga riconosciuta come Patrimonio dell’Unesco con la seguente motivazione: “vederne riconosciuta l’eccezionale particolarità ed importanza, sia sotto il profilo culturale che naturale”. Forse tutti non sanno cosa sia la Via Francigena e cosa abbia rappresentato nella storia. La via Francigena è un cammino lungo un itinerario medievale calpestato, nei secoli, da milioni di pellegrini. Collega Canterbury (Inghilterra) con Roma, passando anche per Francia e Svizzera. Lunga 1.800 chilometri (di cui oltre 1000 in Italia) e divisa in circa settanta tappe, la Francigena nel 990 d. C. venne attraversata dall’arvicescovo di Canterbury, Sigerico. L’abate annotò ogni avvenimento su di un taccuino e tornò a casa con un ricco diario di viaggio che conteneva notizie dettagliate non solo sull’intero percorso fino a Roma, ma anche sulle stazioni dove i pellegrini potevano pernottare. Molti percorrevano questo lungo cammino per espiare le proprie colpe, per chiedere una grazia o sperare in un miracolo, altri nel desiderio di veder modificato il corso di un destino avverso.
Ma quale significato assume per le famiglie di ragazzi con Autismo camminare sulla Francigena?
Noi percorreremo i sentieri della Via Francigena con una nuova consapevolezza dettata sì dalla fede, ma intesa come una rinnovata fiducia sia nelle potenzialità dei nostri figli, sia nel miglioramento della loro condizione di vita futura. Come gli antichi pellegrini, offriremo i nostri sacrifici perché i nostri figli possano vedere soddisfatti i propri bisogni e rispettati i propri diritti.
Non siamo nuovi ad esperienze di questo tipo. Nei due anni appena trascorsi (settembre 2015 e Luglio 2016), abbiamo percorso due diverse tratte del Cammino di Santiago: 864 km del Cammino Francese da Saint Jean Pierre du Port a Santiago il primo anno, e circa 270 del Cammino Portoghese da Porto a Santiago nel 2016. Ancor prima ci siamo cimentati sulla Via dei Monti Liguri: due settimane lungo i sentieri della Liguria che ci hanno regalato momenti unici ed educativi in uno scenario incantevole con ampi terrazzi a tratti affacciati sul mare. Esperienze come quelle del Cammino, ci hanno fatto comprendere come sia importante e sotto certi aspetti anche terapeutico, portare i nostri ragazzi ad affrontare nuove esperienze, lontano da casa a contatto con luoghi, spazi, abitudini anche molto diversi da quelli incontrati nella quotidianità.
Reagire agli stimoli, affrontare nuove problematiche, essere sottoposti a periodi di stress fisico e psicologico, li aiuterà a crescere, ad essere il più possibile autonomi, e determinati, ma anche pazienti, disponibili e meno inclini alle stereotipie e ai comportamenti problema.
Quindi forti delle precedenti esperienze, vorremmo anche noi portare la nostra testimonianza e partecipare attivamente a favore di questa meritoria proposta atta a valorizzare il nostro patrimonio ambientale, storico e culturale e che potrebbe donare la giusta visibilità all’autismo raccontato attraverso le imprese dei nostri ragazzi.
Lungo il cammino molte occasioni di tranquillità, ma anche momenti in cui è necessario concentrarsi, reagire, attenersi alle regole, adattarsi e contenere le ansie ed impulsi negativi.
Circondati da un paesaggio naturale che restituisce quiete e tranquillità, i ragazzi si muoveranno lungo un palcoscenico ideale perché si abituino a poco a poco ai cambiamenti e alle mutevoli condizioni climatiche, ambientali e logistiche. Coordinazione, partecipazione, interazione, apprendimento, inclusione, adattabilità, solo alcuni dei benefici che li aiuteranno a migliorare le proprie autonomie in previsione del futuro che li attende. La forza e determinazione che muoveva i nostri antichi popoli, sarà la stessa che muoverà i nostri passi.
Fonte: Aviva Community Fund