I comuni della Tuscia e la regione Lazio insieme sulla Francigena. Al via il coordinamento, anche in vista del Giubileo 2016. AEVF al tavolo di lavoro.
Un’antichissima strada, utilizzata in passato per far arrivare a Roma pellegrini di tutta Europa, che torna prepotentemente d’attualità e che si propone di diventare, in coincidenza con l’anno santo straordinario proclamato per il 2016 da papa Francesco, veicolo turistico per la Tuscia. La via Francigena, che attraversa longitudinalmente la provincia di Viterbo, è al centro di un progetto che coinvolge 17 comuni (3 della provincia di Roma e i municipi I, XIV e XV della Capitale direttamente interessati dal percorso), il cui protocollo di intesa fu firmato lo scorso 25 marzo a Formello. Ieri, in Sala d’Ercole, il passo successivo con la costituzione del Tavolo di coordinamento, alla presenza di quasi tutte le amministrazioni interessate: Acquapendente, Bolsena, Campagnano di Roma, Capranica, Caprarola, Formello, Mazzano Romano, Montefiascone, Monterosi, Nepi, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Sutri, Vetralla, Viterbo (assenti solo Ronciglione e Grotte di Castro).
Schierata in forze la Regione Lazio che ha coordinato i lavori preparatori, fornendo il necessario supporto tecnico e organizzativo. A far gli onori di casa la vice sindaca Luisa Ciambella, successivamente raggiunta dal primo cittadino Leonardo Michelini. “I cammini – chiarisce subito Gianni Bastianelli, direttore dell’Agenzia regionale del turismo – costituiscono uno dei 5 pilastri sui quali si poggia la politica turistica del Lazio. E dunque la via Francigena è uno dei percorsi che, in coincidenza con l’anno santo, si trasformerà in uno strumento di accoglienza del flusso di pellegrini che sceglierà di arrivare a Roma utilizzando questo antichissimo percorso. Nel Lazio, il progetto di valorizzazione e sviluppo è partito da tempo, ma altra regione confinanti in questo periodo hanno saputo fare di più e meglio. Ora bisogna recuperare il tempo perduto e il Tavolo di coordinamento rappresenta l’occasione giusta. Va chiarito subito che l’ospitalità e l’accoglienza dipendono dai territori e quindi bisogna attrezzarsi per tempo con iniziative concrete per farsi trovare pronti. Alla Regione spetta invece il compito di promuovere e comunicare la bellezza e la qualità dell’offerta. Obiettivi che stiamo già concretizzando per l’Expo di Milano, che per noi deve rappresentare una sorta di allenamento in vista del 2016″.
Tutti d’accordo: l’occasione è propizia e va sfruttata. Con inevitabili differenze. “Ci sono comuni – riconosce il sindaco di Caprarola, Eugenio Stelliferi – che in questi anni hanno saputo molto. Penso a Montefiascone, Acquapendente, Formello e Campagnano. Non altrettanto è stato fatto nel mio territorio. E’ giusto che si tenga conto di questo quando si sceglieranno gli organi rappresentativi del Tavolo”. Andrea Di Sorte, assessore alla cultura a Bolsena, mette subito il dito nella piaga: “Probabilmente rappresento la zona con maggiore densità turistica fra quelle interessate dalla Francigena. Quindi al tema siamo particolarmente interessati. Ma chiarisco che temiamo molto, per esperienze passate, una visione romanocentrica o viterbocentrica della questione. I piccoli comuni vanno tutelati e difesi e in più chiediamo che la politica resti fuori dalla Francigena”. Sergio Celestino, sindaco di Formello, interviene sulla stessa lunghezza d’onda: “Viterbo e Roma rappresentano storicamente l’anello debole della via Francigena, mentre i piccoli comuni come il mio hanno forti aspettative. Il turismo dei pellegrini è povero e interessa pochissimo alla Capitale e probabilmente anche al capoluogo della Tuscia: per noi potrebbe invece essere un punto di svolta”.
Gli interventi si susseguono e puntano ad un coordinamento che riconosce il comune di Viterbo come capofila, affiancato da rappresentanti di amministrazioni più piccole, una per la zona e l’altra per la zona sud. Alla fine si arriva ad una soluzione unanime che non ha bisogno nemmeno di votazione: Viterbo assume la presidenza, Formello e Acquapendente completano l’ufficio di coordinamento (incarico annuale e a rotazione).
Ed ora avanti con i lavori di lavori sulla strada dei pellegrini. A cominciare dalle piccole cose: indicazioni, pulizia, taglio dell’erba e via discorrendo. Iniziando da subito a predisporre punti di accoglienza lungo per il percorso e strutture che possano ospitare questo tipo di turismo povero, ma non per questo meno nobile. Mancano 8 mesi all’apertura dell’anno santo straordinario: meglio mettersi subito all’opera senza perdere altro tempo.
Fonte: Viterbo Post