Si sono chiusi tre giorni di intenso dibattito, studio e confronto con esperti internazionali sul futuro della “Via Francigena: via per Roma, Santiago, Gerusalemme”. Il convegno è stato organizzato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene, Regione Puglia, Università di Bari.
Le giornate di lavori, hanno approfondito aspetti importanti del cammino. Al centro: l’accoglienza e la meta finale, l’anima e la simbologia del cammino, la dimensione europea della Via Francigena che dal Mare del Nord si collega in modo naturale ai mari della Puglia. E’ stata inoltre evidenziata l’interconnessione con altre vie di pellegrinaggio europeo.
Si sono succeduti 23 interventi di esperti qualificati che hanno affrontato la Via con un approccio di carattere multidisciplinare e in tutte le sue dimensioni, da quelle culturali, storiche e spirituali, a quelle economiche e di sviluppo territoriale.
Sabato 12 ottobre, gli interventi scientifici si sono soffermati sulla dimensione spirituale del cammino con gli interventi di Mons. Paolo Giulietti, vescovo di Lucca e Mons. Maurizio Bravi, delegato del Vaticano all’interno dell’Accordo Parziale Allargato sugli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa, che ha ben inserito la Via Francigena all’interno del programma degli itinerari culturali dove spiccano le antiche vie di pellegrinaggio che “fin dall’età medievale hanno avuto un ruolo importante nel tratteggiare una comune identità europea, come la stessa via Francigena. La loro riscoperta ha portato di nuovo all’attenzione l’intreccio secolare fra fede e cultura”.
Approfondimenti sulle vie di pellegrinaggio sono state portate da Paolo Spolaore (I cammini in Italia di Jean Tournai), Ada Campione (I pellegrinaggi a San Nicola di Bari), Christian Schuele (Francigena tra le Alpi e lo Jura) e Francesco Cerea (La storia del camino de Suizos)
Domenica 13 ottobre, si è svolta la tavola rotonda sulla Via Francigena e l’animazione del cammino. Francisco Singul, della Xunta de Galicia, ha presentato l’esperienza del cammino di Santiago de Compostela e la sua fitta rete di strade che oggi conta 85.000 km in tutto il mondo. Monica D’Atti della Confraternita di San Jacopo de Compostela ha condiviso l’esperienza personale di pellegrina lungo il cammino di Santiago e via Francigena. I valori legati all’autenticità del cammino e alla figura del moderno viandante sono stati delineati nell’intervento di Michele del Giudice, pellegrino che ha alle spalle migliaia di chilometri che lo hanno portato sulle principali vie di pellegrinaggio europeo.
Un’analisi puntuale sull’aspetto della comunicazione e narrazione della Via Francigena è stata fatta da Pierre Frustier, esperto e valutatore del Consiglio d’Europa per gli itinerari culturali mentre il direttore artistico del festival della Via Francigena, Sandro Polci, ha evidenziato la vitalità e animazione culturale della Via Francigena attraverso le attività che si svolgono nei territori durante il festival.
Le riflessioni finali del convegno hanno sottolineato l’importanza di aver messo in dialogo e confronto la parte scientifica, quella istituzionale e quella delle associazioni. Paolo Caucci Von Saucken della Confraternita di San Jacopo de Compostela ha affermato che “una strada come la Via Francigena oggi va compresa e valorizzata nelle sue molteplici valenze, ma una attenzione particolare bisogna riporla nella meta finale, Roma, che ha necessita di riprendere una maggiore identificazione con il cammino. Un obiettivo che dovrà realizzarsi prima del grande Giubileo del 2025”.
E’ emerso come la Via Francigena, partendo dalla sua storia ai nostri giorni, abbia bisogno di ritrovare una sua anima che si differenzia dai tanti cammini trekking, ambientali e culturali che vengono proposti a livello europeo. La duplice anima della via Francigena da una parte conserva la sua autentica valenza di via di pellegrinaggio che si mette in relazione con le mete di Santiago, Roma, Monte Sant’Angelo e Gerusalemme, dall’altra si lega ai valori del Consiglio d’Europa e del programma degli itinerari culturali.
In chiusura, il Presidente AEVF Massimo Tedeschi ha sottolineato che “oggi si denota una lacuna grave sulla mancanza di “mito” intorno all’arrivo a Roma e parte finale del cammino francigeno. E’ necessario un maggiore coinvolgimento delle istituzioni ecclesiastiche e del governo nazionale italiano affinché si possa lavorare insieme su questo aspetto. Il Convegno di Monte Sant’Angelo ha comunque dato un forte impulso a trovare un terreno di dialogo comune fra le istituzioni laiche e religiose per il bene della Via Francigena”
Infine Angelo Fabio Attolico, Regione Puglia, ha presentato lo studio tecnico del nuovo percorso che da Roma si collega ai porti pugliesi per un totale di 900km mettendo in evidenza lo straordinario lavoro fatto, negli ultimi anni, dalle regioni italiane presenti sulla Via Francigene nel sud. Si tratta di un traguardo tecnico che ha un grande valore culturale che potrà costruire un ponte importante tra la Via Francigena del nord ed il tratto meridionale del cammino con il Mediterraneo.
A seguito della tre giorni di Monte Sant’Angelo saranno prodotti gli Atti del Convegno.
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