Via Francigena

L’impronta sostenibile della Toscana. Il Forum sulla Via Francigena e cammini

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Redazione AEVF

E’ su questo tema che si è svolta la due giorni di confronto a San Miniato con l’obiettivo di mettere in rete istituzioni, associazioni e operatori privati. L’incontro è stato organizzato da Toscana Promozione, Regione Toscana, Comune di San Miniato, con il patrocinio dell’Associazione Europea delle Vie Francigene e RadioFrancigena media partner.SAN MINIATO – Progettualità in corso e prospettive future. Dal percorso all’accoglienza, dall’UNESCO al patto di collaborazione tra le quattro aggregazioni dei 39 comuni toscani. Una intensa giornata di confronto e lavoro che ha visto numerosi interventi ed una larga partecipazione.

Dopo il saluto dell’amministrazione comunale ospitante, Regione Toscana e Associazione Europea delle Vie Francigene hanno avviato il forum.

L’assessore Stefano Ciuoffo ha aperto gli interventi istituzionali ricordando come la Via Francigena stia diventando un prodotto turistico esperienziale, oggi in fase di grande crescita. “La Toscana sostiene la Via Francigena perché essa rappresenta una fonte complementare ed alternativa al turismo di massa, legato alle città d’arte. E’ la Via Francigena dei piccoli borghi che ci aiuta a scoprire storie ed emergenze straordinarie lungo quasi 400km: è un modo nuovo di raccontare la storia dei nostri territori”.

Enrico Conti, responsabile Turismo dell’IRPET, è intervenuto sull’evoluzione demografica dei 38 comuni “francigeni”, per analizzare l’impatto dell’itinerario in territori che partono da livelli di sviluppo contenuti. “Dal 2007 in avanti le presenze lungo la Via Francigena ed aree limitrofe crescono in modo considerevole grazie al sostanziale aumento di offerta ricettiva e domanda. La Via Francigena sta mostrando una buona capacità di creare lavoro in ambito del settore culture e spettacolo, oltre ristorazione ed ospitalità.

Tra il 2009 ed il 2015 possiamo calcolare circa 35.000 presenze annue, il cui numero è in aumento nell’ultimo triennio. Da segnalare altri numeri: PIL di 21,1 milioni; 8,8 milioni di investimento; 388 unità di lavoro. Oggi occorre ancora costruire il prodotto della Via Francigena, è solo su questo sviluppo che potremo aumentare i flussi turistici legati al cammino.”

Il coordinatore della sessione Francesco Gazzetti, consigliere regionale, ha sottolineato l’importanza di iniziare una nuova fase che deve necessariamente coinvolgere il settore privato, a fianco del pubblico e dell’associazionismo. “Su questo aspetto si sta lavorando anche all’interno della legge regionale dedicata al turismo al fine di avviare anche la riflessione sull’accoglienza a donativo: obiettivo è di arrivare ad una normativa nel settore. La componente dell’associazionismo ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo della Via. Da questa due giorni si vuole lanciare la sfida di un protocollo d’intesa con le associazioni impegnate sul cammino per raggiungere diversi obiettivi: fotografare lo stato dell’arte e le forze a disposizione, mettere in rete le iniziative e valorizzare quanto viene fatto da questo importante settore.”

Il Presidente AEVF Massimo Tedeschi ha ricordato come la Regione Toscana rappresenti un esempio a livello europeo per lo sviluppo della Via Francigena. “Si tratta di una regione che conta quasi 50 milioni di presenze e che ha deciso di investire sull’itinerario per arricchire l’offerta turistica della regione.”

E’ stato evidenziato l’aspetto europeo del cammino come elemento fondamentale: Via Francigena è itinerario culturale del Consiglio d’Europa e ne segue principi e valori: rispetto, democrazia, tolleranza e pace. Proprio il Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa festeggia nel 2017 il trentesimo anniversario e quest’anno, a fine settembre, sarà la città di toscana Lucca ad ospitare il Forum rivolto ai 32 itinerari culturali europei.

La Via Francigena è la storia di una intuizione di successo. Cosa rende un cammino un caso di successo? ha continuato Tedeschi -Quando si crea un’armonia tra istituzioni e associazioni, cioè tra i pellegrini che rappresentano l’anima alla via Francigena e tra le istituzioni, che rappresentano tutta la comunità. Ad esso si deve aggiungere la componente della ricerca scientifica e quella degli operatori privati.

AEVF è oggi al servizio delle istituzioni, associazioni e dei territori attraversati. Nell’ultimo anno sono stati lanciati la guida ufficiale (la prossima settimana anche in inglese), il vademecum del percorso, l’abaco dei cartelli, l’accordo con Trenitalia. La sfida che si apre è quella di rendere questo cammino sempre più internazionale.

Monica Barni, vicepresidente della Regione, è intervenuta sulla candidatura UNESCO della Via Francigena. Un progetto ambizioso che vuole mettere a valore tutto il lavoro fino ad ora è stato svolto, riconoscendo che la Via Francigena rappresenta un fattore di crescita, scambio e confronto fra persone che provengono da Paesi diversi. I valori del Consiglio d’Europa sono un elemento importante intorno ai quali si svilupperà questa candidatura.

Progettazione integrata e partecipata alla quale spesso non siamo abituati. Occorre sviluppare un nuovo sistema di governance che ci invita a riflettere sulla gestione e sostenibilità dei nostri siti in termini di sviluppo sociale, culturale ed economico.

Firmiamo un protocollo d’intesa fra le 7 regioni italiane per promuovere un metodo di analisi e progettazione integrata, in sintonia e coerenza con i principi del Consiglio d’Europa, per la candidatura UNESCO della Via Francigena. Inizia un cammino in stretta collaborazione con l’Associazione Europea delle Vie Francigene per lavorare sulla tratta da candidare, le priorità di intervento, le modalità di dialogo con i territori e di gestione.

A fine sessione l’assessore Ciuoffo ha presentato il progetto che vede la suddivisione del territorio della Via Francigena in Toscana in quattro aree omogenee. Obiettivo è quello di responsabilizzano i comuni sulla progettazione, manutenzione e accoglienza, percorso, ragionando in uno spirito di collaborazione che invita le amministrazioni locali a lavorare con i comuni limitrofi in ottica di sostenibilità. La via Francigena toscana si struttura ancora meglio attraverso un patto di collaborazione tra le quattro aggregazioni dei 39 comuni (i comuni capofila, da sud a nord: Siena, Fucecchio, Lucca, Pontremoli).

Pomeriggio dedicato ai progetti oggi in campo sulla Via Francigena ed i cammini in regione Toscana. Ha coordinato la sessione Alberto Peruzzini di Toscana Promozione.
Dalla “Via Francigena a piedi, in bicicletta, a cavallo” al progetto “Google trekker Francigena Toscana”, presentato da Diego CiulliFrancesca Basanieri (Sindaco Cortona, Responsabile Turismo ANCO Toscana) ha presentato “Wi-fi e accessibilità lungo i cammini” mentre Mons. Andrea Migliavacca è intervenuto nel merito dell’”accoglienza sui cammini”.

Spazio poi alle “realtà economiche intorno al cammino: opportunità del territorio” con gli interventi di Giovanni Morozzo (Slow Travel Fest), Massimo Cimadoro (Ostello Abbadia Isola Monteriggioni), Simona Polli (Cooperativa Sigeric di Villafrancia in Lunigiana) e Luigi Lazzerini (Walden Viaggi).

A fine sessione proiezione in anteprima del Docufilm “La Toscana sulla Francigena: storie, misteri, curiosità di una Via Maggiore”

Il secondo giorno, invece, sessioni di confronto sui cammini: dalle ciclovie all’anno dei Borghi, dalle guide specializzate per raccontare i cammini agli itinerari regionali.
E’ stata infine stipulata l’importante firma del protocollo tra le sette regioni italiane Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Toscana e Lazio per avviare i lavori legati alla candidatura della Via Francigena a patrimonio UNESCO. Una nuova sfida, una nuova occasione di dialogo fra istituzioni, associazioni e territori. 

Luca Bruschi

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