Lorena Anelli fa parte del team AEVF. Ha percorso le tappe del primo tratto italiano della Via Francigena e ce le racconta con un appassionato diario di viaggio.
“E’ da qualche giorno che sono tornata da un viaggio di perlustrazione tecnica sul percorso, tra raccolta immagini, verifica segnaletica e una buona dose di momenti di relax in Valle d’Aosta.
Un’esperienza con zaino sulle spalle, per la prima tappa fino ad Aosta in bicicletta, per tutta la seconda parte a piedi. Ancora ho lo sguardo e il cuore pieno di immagini meravigliose, paesaggi che tolgono il fiato, non solo per le salite, ma tanto più per la bellezza di questi luoghi e per l’incontro con una popolazione locale accogliente e ben disposta al passaggio di visitatori curiosi. Forse dopo questo particolare momento storico ancora piu entusiasti, perché in qualche modo la vista di questi moderni viandanti simboleggia la ripresa e il ritorno alla “normalità”, alla vita di prima, dopo un momento duro per tutti. Quel che mi hanno fatto notare i proprietari e lavoratori delle strutture turistiche è un incremento notevole di turisti italiani che si sono messi in viaggio sulla Via, a riscoprire la bellezza dietro l’angolo di casa.
Per quanto riguarda il controllo sicurezza del percorso e stato della segnaletica c’è un feedback davvero positivo. Sentieri puliti, curati, segnaletica presente e così ben disposta che quasi non si ha mai bisogno di usare il GPS!
La Valle d’Aosta è la porta d’accesso, tra le Alpi, della Via Francigena nel tratto italiano, punto di unione tra la Svizzera e il Bel paese, posta circa a metà dell’itinerario europeo.
Il tratto percorso si snoda su un centinaio di chilometri, suddivisi in cinque tappe, con importanti dislivelli (1900 in discesa nella prima tappa!) ed alcuni elementi che caratterizzano l’itinerario di Sigerico in maniera costante: il confine svizzero e l’influenza culturale che ne proviene, i due versanti ben distinti delle Alpi occidentali, monti e vette che si ergono su ogni scorcio della vallata, la presenza d’acqua un po’ ovunque… laghi, torrenti, cascate e fontane di acqua fresca e potabile lungo tutto il camino.
Altro elemento che cattura l’attenzione del viaggiatore lento è sicuramente la storia, che trapela e si manifesta tutt’attorno: l‘antica strada delle Gallie, i ponti romani, i borghi, castelli medievali e celebri fortezze, le chiese romaniche, i villaggi di montagna abbandonati, le piazze in stile neoclassico.
Un ultimo importante elemento che ha completamente rapito i miei sensi è stata la vegetazione. La Valle d’Aosta è certamente uno dei punti focali della biodiversità nel territorio italiano: basti ricordare che qui si trova la montagna più alta d’Italia.
La vegetazione valdostana vanta la presenza di circa 2000 specie diverse su un totale di 5600 varietà catalogate per l’intera flora italiana e questo è un dettaglio che gli appassionati, amanti della natura coglieranno a colpo d’occhio. Lungo il percorso francigeno infatti, si può notare il cambiamento della vegetazione a seconda della fascia altitudinale in cui ci si trova, (dai 2473 a 300 m) e pare di ritrovarsi in un percorso botanico ben studiato, che va dai boschi a conifere con dominanza di abete rosso, larice, pino uncinato e ontano verde, nel piano subalpino, passando per boschi di betulle, acero montano e pioppo tremolo, nel tratto che attraversa il piano montano. Scendendo più a valle, tappa dopo tappa, fino al piano collinare, troviamo i boschi di roverella, castagno, piccoli arbusti come il ginepro e una costellazione di fiori che sbocciano ai bordi del sentiero, come per l’esempio l’artemisia (con cui si produce il tipico ginepy) e i fiori di iperico, che decorano di giallo il percorso in questo periodo dell’anno. Infine compaiono le colture che tratteggiano tutta la Regione e accompagnano i pellegrini per il resto del cammino, parliamo di alberi da frutto come melo, noce e vite. Molti vigneti, qui, poggiano elegantemente su antiche strutture a terrazzamento, che si sporgono su pendii ripidissimi.
Si arriva dopo questa sfilata di botanica, borgo dopo borgo, a Pont Saint Martin: ultimo comune della Valle d’Aosta, che si caratterizza per la presenza di importanti memorie romane, come il famoso ponte del I secolo perfettamente conservato e in uso fino al diciannovesimo secolo, oggi “solamente” pedonale.
Da qui quasi si intravede il Piemonte e le successive tappe Francigene, che viene voglia di non fermarsi piu, continuare a percorrere sentieri ed esplorare nuovi itinerari… D’altronde qualcuno lo aveva detto che un viaggio di mille miglia inizia sempre col primo passo! “
Lorena Anelli