Sabato 21 luglio presso il Museo dell’Abbazia di Abbadia San Salvatore è stato presentato il facsimile della pergamena 4 maggio 876, la più antica attestazione scritta ad oggi conosciuta della Via Francigena. L’inaugurazione dell’Abbazia Festival ha riacceso l’attenzione su questo documento, conservato nella sua copia originale all’interno dell’Archivio di Stato di Siena e illustrato per l’occasione dal curatore del progetto, il geografo amiatino Leonardo Porcelloni.
“Questa pergamena è stata custodita nel fondo diplomatico amiatino dell’abbazia insieme ad oltre 2500 pergamene. Il documento testimonia il passaggio della Via Francigena nella bassa Toscana, nella valle del Paglia permettendo di salire verso l’abbazia di fondazione longobarda attraverso il percorso già riconosciuto nel 2016 dall’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) come variante” spiega Porcelloni.
Il documento è stato trascritto negli anni Settanta dal professore tedesco Wilhelm Kurze scomparso nel 2002 a cui è dedicata la prima edizione dell’Abbazia Festival. Lo storico medievalista ha lavorato sul fondo del Diplomatico Amiatino di San Salvatore contenente migliaia di pergamene datate tra il 736 al 1198. “Grazie a questo lavoro è stato possibile ricostruire gran parte della storia del territorio e dell’Abbazia – aggiunge il geografo – e Mario Marrocchi, ha ripreso e continuato i suoi studi, come ricercatore presso l’Istituto Storico Germanico di Roma. Specificatamente, per questo progetto sulla pergamena, ha realizzato una nuova trascrizione in latino e tradotto in italiano la pergamena con un approfondimento storico”.
Guarda la videointervista:
Il progetto, sostenuto dall’Associazione Europea delle Vie Francigene, proseguirà attraverso la distribuzione di ulteriori copie fac-similari in altre tappe importanti dell’itinerario europeo: a Fidenza, sede AEVF, Saint Maurice in Svizzera, a Champlitte riferimento per la Francigena in Francia e a Canterbury, km zero dell’itinerario.
“L’importanza della pergamena – conclude Porcelloni – non risiede solo nel valore del documento di quasi 1200 anni ma è anche un’occasione per conferire concretezza e affermare l’identità di una Via europea molto complessa e articolata definita infatti come un fascio di strade. Valorizzando il patrimonio storico culturale, il progetto diventa un’opportunità per promuovere il territorio di questi borghi rurali ricchi di tanti aspetti da scoprire mediante un turismo lento e di qualità”.
© Riproduzione riservata