Una dottoranda di ricerca della Sapienza (dottorato in progettazione e gestione dell’ambiente e del paesaggio) ed un neolaureato in architettura del paesaggio presso lo stesso ateneo stanno camminando lungo l’itinerario ufficiale della Via Francigena, da Roma al Gran san Bernardo, utilizzando l’Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa come osservatorio lineare sul (e nel) paesaggio italiano.
Di tappa in tappa si vanno censendo gli iconemi ovvero le immagini elementari, salienti, denotative e caratteristiche delle varie unità di paesaggio. Le percezioni dei due ricercatori sul paesaggio si uniranno a quelle raccolte intervistando gli altri pellegrini che si incontreranno tappa per tappa. In questa maniera si tenterà di disegnare una mappa cognitiva lineare degli iconemi del paesaggio narrato dalla Francigena ovvero un prototipo di quella carta che, secondo l’antropologo Eugenio Turri manca in Italia ed alla quale tutta la pianificazione paesaggistica dovrebbe adeguarsi.
Per far emergere dai paesaggi attraversati gli iconemi i ricercatori stanno seguendo il suggerimento dello stesso Turri circa il metodo di individuazione degli iconemi: “basta chiedere a 10 persone che hanno fatto lo stesso viaggio quali siano le immagini che più ricordano del Paese attraversato. Otto su dieci indicheranno le stesse cose. Ecco emergere gli iconemi“.
Considerando che sulla Via camminano centinaia di pellegrini, considerando che chi si muove a piedi nel paesaggio è in una condizione favorevole e privilegiata verso la sua osservazione e che la domanda di paesaggio è insieme a quella spirituale, sportiva, naturalistica uno dei principali moventi del pellegrinaggio la Via si configura come un sito ad alta reattività sperimentale per questontipo di indagine.
La Convenzione Europea del paesaggio designa come tale il territorio per come è percepito dalle popolazioni, in riferimento alle popolazioni locali ma Goethe ed il grand tour ci hanno insegnato come siano stati spesso gli occhi dei viaggiatori a farci riscoprire le bellezze del nostro paese. E se tale consapevolezza di valore e’cosa assodata per i monumenti architettonici, artistici per i centri
storici e, solo di recente, per i giardini storici, non lo è ancora per il paesaggio.
In considerazione di ciò e del fatto che insider ed outsider vedono le cose in modo diverso ovvero che, secondo gli antropologi, esistono tanti mondi quanti sono gli occhi che li vedono, si ritiene interessante intervistare circa gli iconemi anche gli abitanti delle sub mansiones che la Via incontra.
In tal modo, dando una voce all’auspicio del Consiglio d’Europa circa l’opportunità di utilizzare gli Itinerari Culturali del Consiglio come luoghi di sperimentazione dei principi della Convenzione Europea, si tenterà di osservare il fenomeno-paesaggio da una prospettiva multifocale che trascenda la percezione delle sole popolazioni locali.
Si tentera’ di capire quanta parte dell’immaginario paesaggistico delle comunità locali sia retaggio della memoria storica e quanta parte, invece, dell’immagine del paesaggio tradizionale sia tutt’ora nitidamente figuarbile anche per chi osserva quel paesaggio per la prima volta. Si tentera’ di mappare il grado entropico del caos semiotico del paesaggio italiano. Si tentera’ di restituire un’immagine percettiva di quello che un tempo fu’ il bel paesaggio elaborata a partire dagli sguardi dei suoi abitanti e dei pellegrini che l’hanno attraversata per buona parte, lentamente, in cammino, impiegando tutti i sensi.
Per quanto riguarda lo stato di avanzamento della ricerca, sono stati intervistati lungo la Via e negli spedali una trentina ventina di pellegrini, molti questionari scaricati da francigenastreetview@wordpress.com sono gia’ pervenuti all’indirizzo mail del blog, si sono presi contatti con quasi tutte le amministrazioni comunali delle soste Laziali della Via (nelle quali la ricerca di dottorato si approfondirà) per aprire delle giornate autunnali di osservatorio sul paesaggio. Sono già stati intervistati venti abitanti di Montefiascone e ci si accinge a fare altrettanto per Bolsena (tappa nella quale attualmente ci si trova).
I risultati della ricerca verranno pubblicati in futuro sul blog, mappe percettive comprese. Alcuni post aggiorneranno circa i risultati parziali. Con frequenza quasi giornaliera il blog riporta i diari di viaggio dei ricercatori e le narrazioni dei paesaggi attraversati, fatte, laddove e’possibile, tramite il racconto degli attori del paesaggio (principalmente i contadini).
A fine del viaggio si caricheranno sulle mappe satellitari di Google tutte le foto scattate ai paesaggi, di modo da ottenere una sorta di Francigena streetview ad integrazione ed ironica contrapposizione del progetto stesso profondamente fondato sull’esperienza percettiva diretta ed immersiva nel paesaggio.
Si prevede di concludere questa preliminare sessione di indagine pellegrinante verso i primi di settembre. L’osservatorio resterà aperto on line e le interviste proseguiranno sino a raggiungere una dimensione del campione teoricamente fondata allo spedale per pellegrini di Roma, città dove i ricercatori risiedono.
Serena Savelli e Lucio Pettine
In attesa di seguire passo dopo passo il loro cammino, del quale vi aggiorneremo, potete visitare il blog di Francigenastreetview oppure Paesaggiocritico.com