Via Francigena

La scelta e la preparazione dello zaino

Cosa portare nello zaino? Un problema che affrontiamo ogni volta che prepariamo un’escursione, ma che nel caso di un lungo viaggio a piedi assume un’importanza fondamentale, e può fare la differenza tra una splendida esperienza e un inferno.

Chi affronta per la prima volta un lungo viaggio a piedi tende a caricare un peso eccessivo sulle spalle, senza rendersi conto che uno zaino pesante aumenta notevolmente la fatica, e soprattutto le sollecitazioni sulla schiena, sulle articolazioni e sui piedi. Di solito si rende conto del problema dopo qualche giorno di cammino, a volte quando è troppo tardi per evitare i problemi tipici del peso eccessivo: mal di schiena, infiammazioni alle articolazioni, vesciche ai piedi.
Una scena classica alla quale si assiste nelle prime tappe del Cammino di Santiago è la spedizione a casa degli oggetti inutili, o la donazione ad altri pellegrini che potrebbero averne bisogno. A tale scopo esiste in ogni ostello un apposito spazio in cui i pellegrini affaticati lasciano scarpe, bastoni, maglioni, libri e altri oggetti pesanti.
Bisogna quindi dedicare una cura maniacale al contenimento del peso dello zaino, con l’obiettivo di stare ben sotto i 10 kg. La soluzione ideale prevede che lo zaino non superi il 10% del peso corporeo del pellegrino; sembra incredibile, ma è tecnicamente possibile.

Ridurre il peso al minimo indispensabile
L’obiettivo può essere raggiunto se:

  • si sceglie uno zaino di ottima qualità, leggero, con un volume di 35-45 litri;
  • si evita l’uso del cotone e delle fibre naturali, e si utilizza abbigliamento tecnico sintetico (anche a prezzi contenuti ormai si trovano capi leggerissimi);
  • si sceglie un sacco a pelo leggerissimo e di dimensioni molto compatte;
  • si usa un asciugamano da trekking in microfibra;
  • si porta con se solo lo stretto necessario.

Inoltre bisogna tenere presente che lungo la Via Francigena si incontrano centri abitati in ogni tappa, e quindi è facile fare acquisti durante il viaggio.
Bisogna valutare la soluzione più leggera per ogni singolo oggetto che si vuole portare con se, dallo spazzolino da denti alla guida sul percorso; a tale scopo è bene pesare ogni singolo oggetto con una piccola bilancia digitale da cucina, ad esempio per confrontare due paia di pantaloni e scegliere il più leggero, o due magliette intime, tenendo presente che la somma di piccole differenze farà una grande differenza.
Una grande attenzione va dedicata ad accessori come la macchina fotografica o il telefono cellulare, che richiedono l’uso di caricabatterie. Molti telefoni cellulari consentono di scattare buone fotografie, per cui bisogna valutare l’opportunità di portare con se un solo oggetto multifunzione. Inoltre esistono in commercio dei caricabatterie superleggeri per telefoni cellulari, che possono consentirvi un grande risparmio di peso.
Shampoo, bagnosciuma, detersivi, cosmetici devono essere ridotti al minimo: un piccolo pezzo di sapone di marsiglia può servire per lavare se stessi e i panni, e lo shampoo deve essere travasato in un piccolo contenitore. Quel che avanza verrà utilizzato dai pellegrini che arriveranno dopo di noi.
Tutto ciò può sembrare un sacrificio, ma uno degli aspetti più interessanti del cammino è la consapevolezza di poter vivere e viaggiare con le poche cose che si trasportano sulle spalle. Una sensazione di libertà senza pari nell’epoca del consumismo sfrenato.

Indossare lo zaino
Una volta alleggerito lo zaino, bisogna indossarlo correttamente.
Uno zaino non deve scaricare troppo peso sulle spalle, ma soprattutto sul bacino. Per questo motivo la “cintura” deve essere stretta il più possibile, poco sopra le anche. Gli spallacci devono servire soprattutto per tenere lo zaino attaccato alla schiena ed evitare che si muova: ogni movimento inutile dello zaino consuma energia, e va quindi evitato. A tale scopo è importante collegare i due spallacci con la fettuccia elastica anteriore.
Gli zaini più sofisticati sono provvisti di regolazioni per adattarsi all’altezza della persona, e per avvicinare la parte superiore del sacco alla schiena, entrambe utilissime.
E’ inoltre importante riempire correttamente lo zaino, in modo da abbassare il più possibile il baricentro: gli oggetti più pesanti devono quindi stare più in basso.
Lo zaino deve essere perfettamente simmetrico: gli spallacci devono essere regolati allo stesso modo, e soprattutto bisogna evitare l’errore tipico di caricare una borraccia con l’acqua in una delle tasche laterali. Chi scrive lo ha provato nell’ultimo viaggio verso Santiago, con il risultato di spostare una scapola durante la prima tappa, e soffrire di un forte dolore per il resto del cammino.
La soluzione migliore per l’acqua è l’utilizzo di una sacca con cannuccia da inserire all’interno dello zaino, in un’apposita tasca. La sacca con cannuccia consente di bere con facilità anche mentre si cammina, migliorando l’idratazione e diminuendo i rischi di tendiniti e colpi di calore.
Bisogna evitare di appendere carichi esterni che si muovano, come sacchetti di plastica, borracce ecc., sempre per evitare di dissipare energia inutilmente.

 

Bisogna essere pronti all’eventualità di incontrare il maltempo lungo il percorso, quindi proteggere lo zaino con l’apposita copertura impermeabile e inserire tutto il contenuto in sacchetti di plastica, nell’eventualità in cui le piogge siano intense e continuative.
Oltre all’apertura superiore, è utilissima un’apertura a metà zaino, che consenta la divisione del sacco in due scomparti.

Conclusioni
La scelta dello zaino è importantissima per il successo di un viaggio a piedi. E’ bene quindi dedicarvi tempo e attenzione, e un budget adeguato. Oggi il mercato offre ottime magliette, pantaloni o pile a prezzi eccezionali, mentre un ottimo zaino è in genere piuttosto costoso (in genere attorno ai 100 Euro), ma credetemi: sono soldi spesi bene!

 

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Alberto Conte
Alberto Conte si occupa da più di 20 anni della divulgazione del viaggio lento, a piedi e in bicicletta, collaborando con alcuni tra i principali enti di promozione turistica italiani nella progettazione di itinerari e nella promozione dei territori. È presidente dell’Associazione Movimento Lento, e fondatore e direttore della società ItinerAria.