La Via Francigena è quello che è grazie soprattutto alle associazioni e ai volontari locali che ogni giorno si mettono al servizio dei pellegrini che passano nel loro territorio.
Facciamo due chiacchiere con Lucia Millone, volontaria e ristoratrice nella frazione di Giulianello lungo la Via Francigena nel Sud (Regione Lazio). Lucia opera per conto dell’ASBUC di Giulianello come delegata della tappa Velletri-Cori e insieme al Gruppo dei Dodici coordina e monitora lo stato della tappa stessa, degli eventi in cui viene coinvolta e dei pellegrini che l’attraversano.
Quale significato ha per te la Via Francigena nel Sud, itinerario che dal 2019 è stato certificato anche dal Consiglio d’Europa?
Per anni ho atteso questo momento e finalmente la Via Francigena diviene realtà! Per anni ho guardato il tratto che attraversa il paese dove abito e fantasticavo nel vedere pellegrini andare e venire da Roma e per Roma, su e giù per questa via antica. L’unico cammino che unisce l’Europa attraverso Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia. Ragionavo su quante storie di vita hanno battuto quei sentieri, ripromettendomi continuamente che un giorno avrei percorso anche io quei tratturi. La Road to Rome è stata l’occasione da non perdere, iniziata con la preparazione dello zaino, sapendo che sarebbe stato inseparabile per tutto il cammino, necessario nei momenti più complicati e la prima cosa a mancarmi una volta tornata a casa.
Da quando sei attiva come volontaria sulla Via Francigena?
Accolgo pellegrini sin da quando se ne contavano passare pochissimi durante l’anno, ho sempre donato dei biscotti o una fetta di dolce quando riuscivo a intercettarli in tempo e contentissimi riprendevano il cammino. Oggi incontrarli tutti i giorni è meraviglioso. Ho la possibilità in quei pochi attimi di sapere la nazionalità, da dove sono partiti e dove arriveranno, ma soprattutto cosa li ha spinti a scegliere la Via Francigena nel Sud.
Da due anni circa sono impegnata con l’ente ASBUC nel progetto di miglioramento e valorizzazione del territorio di Giulianello. L’ASBUC è un ente che da più di dieci anni opera nel territorio per l’acquisizione e il riconoscimento dei diritti degli usi civici i quali oggi sono stati reinvestiti per la comunità. Da sempre l’ASBUC ha collaborato con Alberto Alberti e il Gruppo dei Dodici ed insieme hanno tracciato la tappa Velletri-Cori, che per anni è stata una continua mediazione con i proprietari dei terreni. L’ASBUC è anche operativa nella manutenzione e nell’affissione di segnaletica insieme al Gruppo dei Dodici. Insomma La Via Francigena è sempre stata nel cuore dell’ASBUC e nel mio anche, così mi è stata attribuita la delega.
Cosa rappresenta la Via Francigena per l’ASBUC, per questo territorio Giulianello-Cori e per te?
La Via Francigena nel Sud è un sogno perseguito e oggi diventato realtà. Rappresenta un anello fondamentale per l’ASBUC e per il suo progetto di valorizzazione del territorio di Giulianello. Questo cammino sarà una ricchezza non solo economica ma soprattutto (e questo non deve essere mai perso di vista) la vera ricchezza sarà quella culturale. Quando si mette in cammino, il pellegrino porta la vita nel suo zaino ed è pronto e aperto a condividere quel tanto che sembra poco. E’ pronto ad ascoltare le storie che ogni tappa ha da raccontare e ad immergersi nella bellezza dei nostri paesaggi per lasciar andare quello che non gli serve più.
La criticità del ponte crollato si è trasformata in opportunità, permettendomi di entrare in contatto diretto con i pellegrini di tutta Europa e non solo: molti olandesi, danesi, scozzesi, inglesi, tedeschi, molti francesi, buona presenza di americani dagli Stati Uniti e Canada, spagnoli, molti italiani.
Grazie al lavoro dell’ASBUC è stato individuato e creato un tracciato alternativo che consente ai pellegrini che stanno camminando da Velletri a Cori di aggirare in sicurezza il ponte crollato.
Mi ha fatto piacere incontrare molte donne in cammino di qualsiasi età, spesso da sole che con coraggio ed intraprendenza affrontavano sentieri solitari e faticosi. Giulianello è un paese di origini contadine dove le donne hanno tramandato usi e costumi che ancora oggi si rievocano attraverso gli uncinetti a decoro per il paese, attraverso i canti delle donne di Giulianello che ricordano strofe e storie nei campi da lavoro, attraverso la raccolta delle erbe spontanee tipiche e uniche, e quanto ancora… I sentieri oggi attraversati dai pellegrini sono stati per secoli battuti dai contadini e dalle donne che nel secondo dopoguerra partivano con le ceste in testa piene di cicoria per andare a venderla nei paesi vicini. Donne forti e combattenti! La strofa di un canto delle donne di Giulianello cita testuali parole “…noi siamo donne, donne di Giulianello e siamo forti più forti delle colonne…” fa venire i brividi!!