Camminare per ritrovare me stessa
Quando, più di dieci anni fa, nel periodo di formazione scolastica superiore, ho sentito per la prima volta parlare del Cammino di Santiago, ho capito immediatamente che questa sarebbe stata una cosa che avrei fatto nella mia vita. Ho dovuto aspettare poi per dieci anni finché era giunto il momento giusto. Stavo lavorando in ufficio e pur ritrovandomi in un contesto internazionale, plurilingue e ricco di possibilità per imparare, approfondire e crescere, avevo la sensazione di perdermi. Perdermi dentro lo schermo del computer e la sua luce artificiale, seduta a una scrivania piena di documenti e carte da essere elaborati, dentro le quattro pareti dell’ufficio. Mentre la vita stava succedendo al di fuori della finestra. Chi sono e cosa voglio fare nella mia vita? Mi passava per la testa questa domanda. E in quel momento ho deciso di voler dare una svolta alla mia vita.
Volevo partire e fare un viaggio da sola; fare un Cammino per dedicare del tempo a me stessa. Volevo camminare per ritrovare me stessa. Così, nel 2019, ho fatto il Cammino di Santiago da Pamplona fino a Santiago, e avendomi ripromessa di fare un altro Cammino quando sarà il momento, quest’anno ho percorso la Via Francigena da Siena fino a Roma. Anche se un Cammino come la vita stessa sicuramente non è un viaggio sempre facile e confortevole è proprio mettendosi alla prova e mettendosi in gioco che si inizia a conoscere se stessi e a fidarsi delle proprie capacità. Sono stati i miei Cammini a farmi sentire guidata dalla saggezza del mio corpo, forte e carica di energia, in sintonia e connessione con tutto quello che mi circonda, presente in quello che faccio nel qui e ora, profondamente libera. Libera di camminare, libera di essere.
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Non c’è altra strada se non quella di seguire il mio corpo
Mi sveglio la mattina. Da sola. Senza aver bisogno di una sveglia che mi ricorda di avere da fare qualcosa oggi. Mi sveglio all’alba, con il sorgere del sole, con la prima luce che entra dalla finestra e illumina la stanza. Lentamente dalla mia mente svaniscono i sogni che ho fatto stanotte. Mi sentivo inquiete, stavo rivivendo ed elaborando tutti i momenti vissuti il giorno prima, i paesaggi in cui mi ero immersa, i luoghi che ho visitato, gli scambi di parole con altre persone, i pensieri nuovi ed insoliti che stanno prendendo forma dentro di me. Sento il corpo che è pronto per una nuova giornata di avventura, di scoperte e di sorprese. Una sorta di formicolio passa per tutto il corpo, una specie di agitazione interiore. Voglio alzarmi. Prepararmi. Partire. Anche oggi. Pronta all’inaspettato.
Che strano. Quando sono a casa non sento mai tutta questa energia. Da dove viene? Da dove la tiro fuori? Qual è il programma che ora ho attivato dentro di me per farmi sentire piena di energia? Qual è la fonte alla quale ora mi sono riconnessa? Ho percorso una decina di chilometri il giorno prima e dopo una lunga e faticosa giornata mi sono finalmente addormentata. Come faccio a essere pronta per un’altra giornata intensa dopo una sola notte nella quale mi sembra di aver fatto più un lavoro di elaborazione psico-emozionale che aver riposato? In questo momento mi sto meravigliando di me stessa e di quello che posso fare e raggiungere. È il Cammino che mi fa ricordare e sentire quanta forza e determinazione c’è dentro di me, come una fiamma che non si estingue mai e brucia continuamente.
Mi metto in moto. Zaino in spalla. Bastoni nelle mani. Cammino. Passo dopo passo. Sono le mie gambe a portarmi. È come se il mio corpo stesse seguendo un ritmo interiore che la testa, in questo momento, non riesce a percepire. È come se il mio corpo conoscesse la strada e la meta dove ha intenzione di portarmi. Non ho scelta. Basta che io segua.
Libera di camminare, libera di essere
Le mie gambe si muovono in modo ritmico e costante. Sento lo scricchiolio sotto le mie scarpe. I raggi di sole che mi scaldano il viso e nello stesso momento una lieve brezza che rinfresca la mia pelle. In lontananza il grido di un uccello, seguito dal colpo d’ala con cui si alza per raggiungere il cielo. Il mio sguardo accarezza il paesaggio. Campi di grano che si estendono fino all’orizzonte. Le spighe che si muovono dolcemente con il vento. Un mare verde-giallognolo. Il mio sguardo si perde nell’infinito. Mentre la mia mente vaga. Liberamente. I pensieri creano una specie di danza nella mia testa, si intrecciano, si deformano, si trasformano, per infine rinascere e sboccare come l’acqua di una sorgente.
Mi accorgo che con il pensiero sto andando oltre. Oltre al conosciuto. Penetrando in quello che ancora sembra incognito, però pronto a essere scoperto e rivelato. Esco da tutte le strutture, tutti i ruoli, tutto quello che sembra prestabilito e imposto dalla vita quotidiana per necessità. E mi rendo conto che non sono disconnessa, che non stono distaccata. Come se quelli che mi sembrano essere i confini del mio corpo fisico si stessero dissolvendo per farmi diventare infinita e rendermi tutt’uno con quello che mi circonda. Non ci sono confini. Non ci sono limiti se non quelli creati dall’uomo stesso. Quando cammino mi sento libera. Libera di essere. Libera di essere semplicemente me stessa.
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