Via Francigena

Yoga e cammini: viaggi interiori esplorando il mondo

Pratiche spirituali antiche

Yoga e cammini spirituali, come il Camino de Santiago o la Via Francigena, sono due pratiche antichissime che hanno aiutato innumerevoli persone a trovare un significato, risposte alle domande più intime come a quelle più universali, a scoprire se stessi e ritrovare il proprio posto in questo pazzo mondo. Entrambe queste pratiche incoraggiano la riflessione interiore, la gratitudine e la connessione con qualcosa di più grande del proprio singolo io.

Il lavoro per rafforzare e rendere resistente e flessibile il corpo svolto con le posizioni dello yoga, si rispecchia nella mente e nello spirito con il procedere nell’esplorazione di questa splendida filosofia millenaria. Accanto alla disciplina fisica, ci si inoltra nei mondi mentale e spirituale. Oltre all’ovvio risultato del corpo, la meditazione e la concentrazione sono strumenti per raggiungere uno stato di pace interiore e connessione con se stessi e con l’universo. Tra i significati della parola yoga, vi è proprio il concetto di unione, ovvero riunire i tre aspetti dell’esistenza: corpo, spirito, mente.

I Cammini sono percorsi spirituali che portano i pellegrini (coloro che si recano a Santiago di Compostela o Gerusalemme), o i romei (chi si reca verso Roma) a un luogo sacro o a una meta spirituale, appunto per motivi religiosi o spirituali. Questi percorsi richiedono un impegno fisico e mentale, e offrono agli individui l’opportunità di dedicare del tempo a se stessi e alla propria spiritualità. Camminare per lunghe distanze può essere un’esperienza estenuante, ma è di certo anche molto gratificante e illuminante. Si assapora diversamente il tempo, si osserva attentamente il paesaggio, si respira profondamente aria diversa.

👉🏻 Leggi anche “Allenamento per il cammino: consigli e esercizi”

La potenza dello yoga ha origini in India ma è stata poi adottata da popolazioni di tutto il mondo. Allo stesso modo, troviamo lungo i cammini -che siano in Spagna o Italia o altrove- uomini, donne e bambini di ogni provenienza ed estrazione. Ovunque, indipendentemente dalla storia culturale di un Paese e dalle vicende personali, l’uomo ricerca il benessere e la serenità e in molti modi yoga e cammini spirituali sono complementari. Entrambi incoraggiano la riflessione interiore, la gratitudine e la connessione con qualcosa di più grande. Inoltre, entrambi possono essere praticati da soli o in gruppo e possono offrire un’esperienza di comunità e supporto.

L’amore per la ricerca e la pace

Non posso non citare la spinta di amorevolezza e gentilezza che caratterizza lo yoga così come i cammini. Che si stiano eseguendo delle posizioni yoga (chiamate asana in sanscrito) o si stia percorrendo un tratto della Via Francigena, il protagonista dell’azione è permeato da un senso di pace che inonda sia lo spirito sia il contesto. E più si procede nella pratica, maggiore diventa questo senso di calma ed equilibrio.

Tutti siamo, in fondo, alla ricerca di una verità sulla nostra missione in questa vita; alcuni non si pongono la domanda, altri si riempiono il tempo per non pensarci. Quelli come me, continuano la ricerca. Cerchiamo un appoggio, un contatto con la terra che sia forte e centrato ma allo stesso tempo gentile e benevolo. Il ricercatore ha un destino più sofferente, è più sensibile poiché presta più attenzione e si lascia ammaliare dalla consapevolezza. La ricerca spinge a volerci vedere ben chiaro, anche laddove ciò che si vede può non essere piacevole. Ma nella sensibilità cresce anche la calma, se riusciamo a guidare con la mente e il cuore la nostra ricerca. Una coscienza non giudicante, bensì puramente in osservazione, può riuscire a sentire profondamente pur mantenendo uno stato di pace, pura e leggera.

E allora facilmente chi ama i cammini o pratica yoga sarà una persona aperta e curiosa, pronta all’ascolto degli altri e di se stesso. Sono in genere persone pacifiche e gentili, quelle che ci credono davvero. E si sa che diventiamo simili a chi frequentiamo di più, così sarà vero che chi frequenta spesso yogini o camminatori diverrà facilmente un’anima tranquilla e leggera. Poi, com’è ovvio e umano, ci sono anche diverse eccezioni, gli estremi rigidi e ossessionati. Per come la vedo io, per sentire proprie queste pratiche bisogna calarle nella propria realtà e nella propria vita nel rispetto delle altrui visioni ma anche delle proprie esigenze.

Desikachar, straordinario maestro yoga dell’epoca moderna, sostiene che sia lo yoga a doversi adeguare al praticante e non viceversa. Molto umilmente, sposo in toto questa filosofia e trovo che calzi a pennello anche con l’atteggiamento che si dovrebbe avere per vivere pienamente l’esperienza di un cammino. Ognuno a suo modo, con rispetto e gentilezza verso il prossimo ma anche -ripetiamolo- verso se stessi, può sperimentare le gioie di queste due pratiche nella versione migliore per ciascuno.

Verso una comune dimensione spirituale

Trovo affascinante osservare i diversi modi in cui yoga e cammini possono essere complementari e aiutare a sviluppare una pratica spirituale più completa.

Da un punto di vista Fisico: lo yoga aiuta a sviluppare la forza, la flessibilità e la consapevolezza del corpo, in modo armonioso e salutare; i cammini possono essere molto faticosi e stancanti, ma di certo restituiscono una piena cognizione del corpo nello spazio e delle nostre facoltà di resistenza e forza. Sono un indubbio esercizio per busto, spalle, gambe, oltre che testa!

Mentale: lo yoga aiuta a ridurre lo stress e la tensione, puntando sulla concentrazione interiore sia nell’esecuzione pratica sia attraverso ad esempio esercizi di pranayama (tecniche di respirazione); i cammini possono alleviare le pressioni mentali spostando la concentrazione sulla fisicità del movimento e l’attenzione sul fuori che si presenta davanti a noi, passo dopo passo. In modi diversi, yoga e cammini aiutano a sviluppare una maggiore consapevolezza e comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda, con leggerezza, un po’ come una sorta di Mindfulness (la pratica di prestare attenzione consapevolmente e con non giudizio ai propri pensieri, emozioni e sensazioni del momento presente).

Spirituale: lo yoga e i cammini hanno una profonda valenza spirituale, lo abbiamo già detto, lo yoga attraverso una meditazione pratica e guidata mentre i cammini rispondono al significato assunto dai luoghi nei secoli, alcuni vi leggono la trama religiosa altri cercano le fila della propria di storia.

Comunità: lo yoga e i cammini possono offrire opportunità di incontrare altre persone che condividono gli stessi interessi spirituali, creando una rete di supporto e ispirazione. Il senso di appartenere a un branco diventa un potente strumento di guarigione, ci si sente meno soli e incompresi. In entrambi però è importante non farsi strumentalizzare dalle mode, non scadere negli obblighi che rispondono a un mercato a volte sterile e superficiale. Una pratica intima e spirituale deve essere guidata dal rispetto e dall’amore, non dall’apparenza, non dall’ego.

I nostri movimenti lasciano tracce

Mentre cammino, ascolto il battito del mio cuore. Attraverso le tecniche di respirazione, posso rallentare il battito del mio cuore.

Lo yoga insegna a focalizzarsi sul qui e ora. Nel cammino, ci si focalizza sui bisogni primari che si presentano momento dopo momento, vivendo solo nel presente.

Con lo yoga, centriamo corpo e mente sulla pratica, sul tappetino che idealmente rappresenta la madre terra. Durante un cammino, ci preoccupiamo di lasciare una traccia benevola lungo il percorso, ogni passo è un contatto con la terra, che sia natura che ci ospita o una strada che ha visto secoli di storia.

Le nostre azioni lasciano tracce. I nostri movimenti durante le pratiche di yoga o un cammino sono guidati dal desiderio di benessere, a volte di conoscenza. La qualità dell’osservazione sotto un nuovo punto di vista ci spinge ad agire con sensibilità – potenzialmente, nella versione migliore di queste due pratiche – in modo da lasciare un segno del nostro passaggio su questa terra armonioso e pacifico.

Numerosi poeti e artisti hanno proferito della necessità di librarsi con leggerezza verso l’alto, di abbandonare i pesi che ci trattengono o che ci pesano sul cuore. Quei pesi fisici come i beni materiali, e quelli immateriali come paure, delusioni, ansie, dolori del passato o aspettative sul futuro. Se pensiamo alla traccia che lasceremo del nostro passaggio su questo mondo con la nostra vita terrena, cosa vogliamo che sia? Un’orma aggressiva o affettuosa? Un segno armonioso o solo di potere?

Sento sulla mia pelle il desiderio di lasciare un’impronta amorevole su questa terra, e Camminare e praticare Yoga mi permettono di avvicinarmi a questo obiettivo, di almeno provarci con forza e gentilezza, con costanza e flessibilità, con ammirazione e accettazione.

Noi, piccoli nel mondo, nel nostro qui ed ora.

Affiancare yoga e cammini

Pur non amando alzarmi presto, se aprendo gli occhi mi si prospetta una giornata in cammino d’improvviso l’animo e il corpo si riempiono di energia. Amavo usare la giornata intera per fare cose piacevolissime come passeggiare e ascoltare il corpo e incontrare visi sconosciuti e scoprire nuovi paesaggi! E amavo svolgere una pratica leggera di yoga la sera, ala fine di una giornata in cammino, dopo essermi rilassata sotto una bella doccia. Chi non è avvezzo allo yoga, rischia di immaginare solo quelle acrobazie come vertiginose verticali sulle mani o gambe fluttuanti in spaccate surreali, manco gli yogini fossero tutti ballerini. Yoga è molto di più, o molto di meno, molto altro. Anche un piccolo stiracchiamento mattutino può essere yoga, un respiro controllato, una consapevolezza della colonna dorsale, un momento di concentrazione. Anche camminando possiamo praticare yoga, mentre ascoltiamo le spalle che sorreggono i chili dentro lo zaino, mentre allunghiamo lo sguardo per carpire ogni dettaglio di un panorama, quando ci fermiamo per ascoltare il rumore del vento sulla cima di un crinale, quando restiamo in ascolto del respiro dopo una salita.

Fare delle riflessioni, di questo si tratta. In parte dentro di noi, sul rapporto fra noi e il mondo, sull’utile e l’inutile. Cercare un dialogo col corpo. Aspirare al benessere psicofisico. Ridimensionare, rivalutare, riscoprire.

Quando cammino, mi sembra di spostare l’attenzione sull’universo. Quando pratico yoga, provo a spostare l’attenzione dentro di me. E ancora penso alla complementarità che unisce queste due posso dire ormai abitudini, che fan parte del mio vivere.

Gli effetti positivi che entrambe queste pratiche possono avere sulla salute fisica, mentale e spirituale sono innumerevoli, porle una accanto all’altra accende la magia!

Si dice che chiunque respiri possa praticare yoga. Dunque, questo assioma sottolinea come sia fondamentale il respiro e anche come nessuno sia troppo rigido o anziano o inesperto per praticare yoga. Fra le diverse declinazioni, Hatha, Vinyasa, Kundalini, Bikram, Iyengar, Ashtanga… è importante scegliere quella più adeguata al proprio stile di vita, ai propri gusti e alle proprie caratteristiche.

Stesso dicasi dei cammini, chiunque può affrontarne uno. Ho visto pellegrini con la bombola d’ossigeno o in carrozzina. Quale scegliere, poi, dipende dalle tue esigenze personali e dalle tue preferenze.

Quando si sceglie una forma di yoga o un cammino spirituale, è importante considerare alcuni elementi per vivere appieno dell’esperienza.

Scendendo nel pratico, possiamo farci guidare da:

  • Qual è il tuo obiettivo principale, che sia la riduzione dello stress, la crescita spirituale o lo sviluppo fisico;
  • Quale stile di pratica preferisci, come lo yoga più lento e meditativo o invece uno più dinamico e fisico – un cammino più naturalistico introspettivo o più battuto e in compagnia;
  • Quali sono i tuoi valori e le tue convinzioni spirituali – opta per uno stile di yoga o un cammino spirituale che si allinei a questi;
  • Quale forma di pratica è più accessibile e affronteresti con più costanza – quale cammino puoi raggiungere e quanti giorni hai a disposizione.

Sperimentare diverse forme di yoga e cammini spirituali può aiutarti a determinare quale sia più adatto alle tue esigenze. L’importante è trovare una pratica che ti faccia sentire a tuo agio e, possibilmente, che sia sostenibile a lungo termine.

Che tempo ben speso praticare yoga e percorrere un cammino! Anche separatamente, figuriamoci unendo queste due meravigliose esperienze: l’uso combinato di yoga e cammini spirituali può aiutare a sviluppare un profondo equilibrio tra corpo, mente e spirito, e a rafforzare oltre al fisco anche la propria pratica spirituale. Trovo che potrebbero essere due attività splendide da affiancare, coi giusti tempi e le giuste modalità, un bel cammino associato a dei momenti guidati di yoga. Parliamone 😉 Entrambi possono essere un’esperienza trasformante che incoraggia la riflessione interiore, la gratitudine e la connessione con qualcosa di più grande di noi stessi. Provare per credere!

👉🏻 Segui Rossana Valsecchi anche su Instagram!

Picture of Rossana Valsecchi
Rossana Valsecchi
Rossana ha una ventennale esperienza in comunicazione e gestione di eventi internazionali, una laurea in scienze geografiche, parla tre lingue, organizza matrimoni, celebra cerimonie, insegna yoga, scrive, canta, adora la musica e la fotografia. Come un’amante in trepida attesa, Rossana ha sempre in mente il viaggio. Ne ha fatto una ragione di vita, gestendo progetti sparsi ovunque fra Europa e Americhe, e ha vissuto in Michigan e Spagna. Come un buon pellegrino, ha sempre lo zaino pronto per il prossimo cammino. Come una bimba curiosa, è attratta dal nuovo, dalla storia, dalle meraviglie della natura. E come una nomade, è sempre alla ricerca del suo posto.