Cosa accade quando un gruppo di giovani studenti, guidati da esperti appassionati, si lancia in un viaggio straordinario di oltre mille chilometri attraverso l’Italia? Nasce un’esperienza unica, fuori dagli schemi tradizionali, capace di trasformare profondamente chi la vive. Questo è Strade Maestre, un progetto educativo che celebra il cammino come strumento di crescita e scoperta. Il viaggio diventa un percorso di conoscenza, permettendo ai partecipanti di immergersi nella ricchezza naturale e culturale delle realtà che attraversa.
Abbiamo intervistato Marcello Paolocci, co-fondatore del progetto insieme a Marco Saverio Loperfido, per scoprire di più su questa straordinaria iniziativa.
Come nasce Strade Maestre?
Strade Maestre è il frutto di un sogno condiviso. Io e Marco siamo guide ambientali escursionistiche con una passione profonda per l’educazione e il cammino. Abbiamo immaginato un’esperienza capace di unire il piacere di camminare alla scoperta del territorio, non solo nei suoi aspetti naturali, ma anche in quelli culturali e umani. Grazie alla collaborazione di esperti e sostenitori, questo sogno si è trasformato in realtà.
A chi si rivolge?
Strade Maestre è pensato per giovani degli ultimi tre anni delle scuole superiori che, con il consenso delle famiglie, scelgono di dedicare un anno scolastico a un percorso educativo alternativo. Gli studenti trascorrono circa 240 giorni in cammino, accompagnati da guide-educatori esperti, seguendo un itinerario di oltre 1000 km attraverso la penisola italiana. Il percorso combina giornate di cammino con periodi residenziali, dove comunque si mantiene viva la pratica escursionistica.
Quali sono i suoi obiettivi principali?
Dietro Strade Maestre c’è una rete di guide, insegnanti ed esperti in pedagogia, psicologia e sociologia. Questo approccio multidisciplinare ha come obiettivo garantire un’esperienza formativa completa, dove ogni aspetto del viaggio è curato nei minimi dettagli.
Gli studenti affrontano un viaggio straordinario che culmina poi con una prova di idoneità presso una scuola pubblica statale, combinando apprendimento formale e informale attraverso esperienze uniche e legate al territorio.
Come si è evoluto il progetto in questi primi mesi e quali tappe avete già percorso?
L’avventura è partita con due mesi di cammino attraverso le province di Terni e Viterbo, fino a raggiungere Civitavecchia. Da lì, il gruppo ha attraversato il mare verso la Sicilia, dove ha trascorso un mese esplorando l’isola. Ogni tappa ha portato con sé scoperte e sfide: una delle più significative è stata la difficoltà di reperire acqua potabile in alcune aree dell’entroterra siciliano, un’esperienza che ha insegnato ai ragazzi l’importanza della gestione delle risorse.
Prevedendo alcuni accorgimenti, tuttavia, il progetto garantisce sostenibilità e accessibilità. Gli studenti usano strumenti moderni, come smartphone, GPS e piattaforme digitali, integrandoli con metodi tradizionali come mappe cartacee e bussole. Questo mix favorisce un apprendimento pratico e adattabile, fondamentale per affrontare le sfide del cammino.
Strade Maestre è molto più di un viaggio, è un modo di imparare vivendo. In che modo il cammino e la scoperta stanno arricchendo l’apprendimento degli studenti?
I processi di apprendimento scaturiscono dall’esperienza del viaggio a piedi, dagli incontri con le persone, dalle visite ai tesori naturali e culturali, come città, campagne, siti archeologici, laboratori di artigiani, stabilimenti produttivi, cui fanno da filo conduttore le attività realizzate con gli insegnanti.
Marcello sottolinea come “il percorso scolastico di Strade Maestre è disegnato per essere il piùgeograficamente localizzato. Propone esperienze di insegnamento e apprendimento vive, reali, concrete, unendo la teoria e la pratica, lo studio e il confronto. Parleremo di geologia sui pendii dell’Etna e ai Campi Flegrei. Di chimica e ambiente lungo un sentiero sull’Appennino o in uno stabilimento industriale. Di storia nei posti dove la storia è accaduta. Visiteremo la casa di Dante a Firenze. Varcheremo fisicamente il Rubicone come Cesare o le Alpi come Annibale. Rifletteremo sul cielo stellato, la sera prima di dormire, fuori dalla tenda. Osserveremo le piante per capire come funziona la fotosintesi, lungo il cammino e in laboratorio, con microscopio”.
Facendo riferimento a Robert MacFarlane, scrittore e viaggiatore britannico, il progetto condivide l’idea secondo cui “Un evento privo di sede è inconcepibile, dato che tutto ciò che succede deve succedere da qualche parte, ragion per cui la storia scaturisce dalla geografia come l’acqua sgorga da una fonte: imprevedibilmente ma con caratteristiche luogo-specifiche”.
I protagonisti del progetto, gli studenti, cosa ne pensano di questi primi mesi in cammino?
Gli studenti descrivono l’esperienza come trasformativa: un percorso che non solo arricchisce la mente, ma anche il cuore. Dopo pochi mesi di cammino, infatti, è evidente una crescita significativa nei partecipanti: maggiore capacità di adattamento, spirito di collaborazione e consapevolezza di sé e del gruppo. I ragazzi affrontano le sfide con determinazione e hanno sviluppato una profonda connessione con l’ambiente e con le persone che incontrano lungo la strada.
Quali sono le prospettive future di Strade Maestre?
Il progetto punta a espandersi, includendo nuove regioni e itinerari. Alcuni luoghi visitati quest’anno hanno lasciato un segno così profondo che è già in programma di tornarci. Inoltre, il team sta raccogliendo materiale per perfezionare l’organizzazione delle future edizioni e valutare nuovi format educativi basati su questa esperienza unica.
Mentre i ragazzi di Strade Maestre riprendono il loro straordinario viaggio dopo la pausa natalizia, non possiamo che augurare loro di continuare a camminare con curiosità, entusiasmo e meraviglia.
Buon Cammino!