Via Francigena

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La Via Francigena in Lombardia: i luoghi da non perdere 

Le tappe della Via Francigena in Lombardia sono sette e si snodano dal comune di Palestro al confine piemontese, toccando le province di Pavia e di Lodi, fino alla tappa che da Orio Litta porta a Piacenza, che segna l’inizio dell’Emilia-Romagna dopo l’attraversamento del fiume Po. 

Si tratta di un percorso di circa 150 km suddiviso in sette tappe che racconta storie di borghi poco conosciuti ma molto affascinanti, disseminati lungo fiumi come il Sesia, il Po e il Ticino, attraverso campagne coltivate e risaie. In vista del Giubileo 2025, la Via Francigena in Lombardia accoglierà numerosi pellegrini: grazie alla collaborazione tra AEVF, Regione Lombardia, province di Pavia e Lodi e il comune di Orio Litta, è nato il progetto La Via Francigena in Lombardia, verso il Giubileo 2025, dedicato alla valorizzazione e al miglioramento del tratto lombardo della Francigena. Le iniziative includono il miglioramento della segnaletica nella provincia di Lodi, in linea con l’Abaco della segnaletica  approvato da AEVF e dalle Regioni coinvolte; una serie di incontri formativi per enti pubblici e privati su promozione, accoglienza, servizi e valorizzazione culturale e la diffusione di materiali informativi dedicati ai pellegrini. Grazie alla preziosa collaborazione di Free Wheels Onlus stato inoltre realizzato il Vademecum dell’accessibilità, con il supporto di esperti e associazioni, per rendere il percorso più inclusivo. 

I luoghi da non perdere in Lombardia 

Lungo la Via Francigena in Lombardia si incontrano molti luoghi di interesse a livello storico, architettonico, religioso e culinario. AEVF ne ha mappati 28: 

La Torre di Palestro – (PV) 

Nell’omonimo paese, in provincia di Pavia, è possibile ammirare questa torre, un tempo parte di un castrum medievale, oggi scomparso a causa delle devastazioni subite tra Seicento e Settecento. La Torre è l’unica superstite del complesso originale, che secondo i documenti storici comprendeva almeno sei torri, la residenza dei feudatari, edifici civili e militari, le prigioni e un luogo di culto. Strategicamente situato vicino al fiume Sesia, lungo la strada tra Vercelli e Novara e sulla Via Francigena, il castrum permetteva un efficace controllo del territorio.  

La Chiesa di San Valeriano – Robbio (PV)

Fondata all’inizio dell’XI secolo dalla famiglia lomellina dei da Besate, faceva parte di un complesso monumentale che includeva un monastero, un battistero e un campanile. Come priorato dipendente dall’Abbazia benedettina di Cluny, nonché per la sua collocazione lungo la Via Francigena, la chiesa svolgeva un ruolo importante e offriva ospitalità ai pellegrini in viaggio verso Roma. 

La Chiesa romanica di San Pietro – Robbio  (PV)

Risalente all’ultimo quarto del XII secolo, L’edificio principale venne realizzato da maestranze lombarde, di particolare rilievo è la facciata con il suo portale in cotto opera dei Maestri Comacini. 

Il museo Macchine per Cucire Vivetta – Robbio (PV)

Questo museo ospita una collezione unica nel suo genere raggruppando oltre 500 macchine per cucire che spaziano dai marchi più celebri, come Singer e Necchi, a quelli meno conosciuti. Giovanni Baldin, fondatore del museo e del progetto, raccoglie queste macchine da 40 anni.  

La Basilica di San Lorenzo – Mortara (PV)

Costruita verso la fine del Trecento da Bartolino da Novara, presenta una facciata in cotto in stile gotico e costudisce al suo interno numerose opere artistiche. Entrando, sulla destra, si trova un affresco del XV secolo raffigurante la Vergine con il Bambino, da sempre oggetto di grande devozione da parte dei mortaresi.  

L’Abbazia di Sant’Albino – Mortara (PV)

Costruita per volere del monaco inglese Alcuino Albino, sorge sul terreno dove, il 12 ottobre 773, i Franchi di Carlo Magno sconfissero i Longobardi di Re Desiderio, provocando molteplici vittime, tra cui due paladini franchi: Amelio d’Alvernia e Amico Beyre. Leggenda narra che Carlo Magno ne ordinò la sepoltura in due chiese limitrofe, tuttavia, il giorno seguente le due spoglie vennero rinvenute nella stessa chiesa. Fu allora che Albino, consigliere di Carlo Magno, propose di fondare presso il sito un monastero.  

La provincia di Pavia – Area Lomellina 

Si tratta della prima produttrice di riso in Italia ed Europa, tant’è che la pianura comprendente la Lomellina e la Bassa Pavese viene definita “terra del riso”. Originariamente, però, la zona era paludosa e in parte arida, ed è solo a partire dal Medioevo che la conformazione del terreno cambia arricchendosi di canali e rogge. Oggi, le fertili risaie allagate trasformano il paesaggio in un mare a quadretti, su cui si specchiano le numerose cascine e i castelli del territorio, insieme alla fauna fatta di volatili come aironi, ibis e germani.  

Santuario Madonna della Bozzola – Garlasco (PV)

Venne eretto nel 1465, a seguito dell’apparizione della Madonna a una bambina muta. La Vergine la guarì e le chiese di erigere un Santuario a suo nome per proteggere il territorio. Tornata in paese, la bambina raccontò la vicenda, suscitando stupore tra i presenti che accolsero la richiesta e iniziarono la costruzione del Santuario.  

Parasacco – Zerbolò  (PV)

Sulla sponda destra del fiume Ticino, Parasacco era in origine un paese di natura commerciale. A testimonianza di ciò rimane la Torre che faceva parte dell’antico Castello, una roccaforte innalzata dai pavesi tra il XIV e il XV secolo per contrastare le mire espansionistiche dei milanesi sulla Lomellina 

La Certosa di Pavia – (PV) 

È un complesso monumentale che include la chiesa di Santa Maria delle Grazie, il Palazzo Ducale e due chiostri destinati alla vita monacale. Commissionata nel 1396 da Gian Galeazzo Visconti, essa doveva fungere da Palazzo, chiesa palatina e mausoleo. Oggi la Certosa, oltre a un museo, ospita anche un’erboristeria che vende tisane, miscugli di erbe, amari e digestivi realizzati dai monaci utilizzando le ricette tradizionali e le piante medicinali coltivate nell’orto. 

Il Castello di Pavia – (PV)

Edificato da Galeazzo II Visconti a partire dal 1360, divenne una raffinata residenza di corte più che una fortezza difensiva. A suggerirlo sono le decorazioni, come le eleganti bifore e gli affreschi interni nei quali si riconoscono ancora scene di battaglie, vita di corte e caccia.  

Duomo di Pavia – (PV)

La costruzione del Duomo di Pavia iniziò nel 1488 e si concluse solo negli anni ‘30 del Novecento. Edificato su richiesta della cittadinanza, il Duomo sorge sopra le due chiese romaniche di S. Stefano e S. Maria del Popolo, ai cui Santi è oggi intitolato. Per il progetto della chiesa venne chiamato Donato Bramante, che le conferì la sua pianta a croce greca e l’impostazione ottagonale della cupola. All’interno del Duomo sono conservate spoglie di Santi e Beati, tra cui quelle di San Siro, patrono di Pavia, e le Sante Spine della Corona di Cristo, poste nel catino absidale tra decorazioni barocche. 

La Basilica di San Michele Maggiore – Pavia 

È uno dei massimi esempi di architettura romanica pavese. Costruita su un precedente luogo di culto longobardo, divenne in età carolingia una cappella palatina e poi, a partire dalla fine del IX secolo, la sede prediletta per rituali regi, battesimi e incoronazioni, come quella di Federico Barbarossa tenutasi nel 1155. 

San Pietro in Ciel d’Oro – Pavia 

Sorge su un antico tempio longobardo, probabilmente lo stesso luogo in cui Teodorico, re ostrogoto, fece uccidere e seppellire il filosofo romano Severino Boezio, accusato di tradimento. L’attuale basilica romanica fu costruita tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo e conobbe il suo massimo splendore sotto il re longobardo Liutprando, che trasferì qui le spoglie del vescovo Sant’Agostino.  

Castello di Belgioioso – (PV)

Il Castello fu fondato da Gian Galeazzo II Visconti nel XIV secolo, su un territorio di famiglia dove in seguito sorgerà il paese di Belgioioso. Il termine “gioioso” deriverebbe dal piacere che il Duca provava nel soggiornare in questa terra, mentre “bel” sarebbe stato aggiunto dopo l’abbellimento del castello tramite ornamenti. Oggi il castello ospita numerose rassegne, festival ed eventi che attraggono visitatori da tutta Italia. 

Castello Cusani Visconti – Chignolo Po (PV)

Chiamato anche Castello di Chignolo Po, fu edificato nel Duecento su una roccaforte longobarda, di cui resta solo la Torre, costruita da Re Liutprando nel 740 per controllare il Po e la Via Francigena. La rocca viene, infatti, ricordata da Sigerico come la tappa XL del suo viaggio di ritorno. Nel XIII secolo il castello divenne uno dei maggiori feudi lombardi e la sua proprietà passò prima ai Pusterla e poi ai Cusani. 

Castello Cavazzi – Somaglia (LO)

Sorge su un antico castrum risalente all’anno Mille, di cui conserva ancora le fondamenta. L’aspetto attuale deriva da due interventi principali: nel Trecento, Barnabò Visconti costruì la parte in mattoni a vista con merli ghibellini; nel Seicento, invece, i conti e baroni Cavazzi trasformarono la fortezza in dimora nobiliare aggiungendovi la parte intonacata. Durante la Seconda guerra mondiale il complesso divenne dimora per gli sfollati, mentre nel 1980 fu donato al Comune che ad oggi ne ha fatto sede di istituzioni e manifestazioni culturali. 

Palazzo Zanardi Landi – Guardamiglio (LO)

La Torre, o “Torretta”, è ciò che resta della residenza estiva e di campagna commissionata dalla famiglia piacentina Zanardi-Landi nel Cinquecento, la quale governava gran parte del Basso Lodigiano. Ad oggi la struttura ospita eventi, attività culturali e mostre temporanee, ponendosi così come uno dei luoghi cardine della città. 

Chiesa di San Pietro – Mezzana Casati (LO)

Frazione di San Rocco al Porto, fu probabilmente costruita intorno al 1573, la chiesa ha una pianta a croce latina a unica navata, due cappelle poste nei bracci del transetto e un presbiterio rialzato, il tutto coperto da volte a crociera.  

Cascina Aione – Orio Litta (LO)

Cascina Filandone  è stata, fino agli anni ‘70 del Novecento, una fiorente azienda agricola. L’originario appellativo “Filandone” derivava probabilmente dall’attività di bachicoltura praticata da molte famiglie, che per ottenere un’ ulteriore entrata economica vendevano i bozzoli alla vicina filanda di Villa Litta. Solo in anni recenti il suo nome è diventato “Aione”, o “Eròn” in dialetto, a richiamo della grandezza dell’aia adiacente, oggi Piazza Aldo Moro e giardino pubblico.  

Grangia Benedettina – Orio Litta (LO)

La Grangia, termine derivato dal latino e significante “granaio”, era un centro agricolo gestito dai monaci, con funzioni di stoccaggio e di produzione delle risorse necessarie alla vita monastica. Il suo elemento più distintivo è la torre panoramica, che oggi ospita alcune stanze per il pernottamento dei pellegrini in viaggio lungo la Via Francigena, mantenendo viva una delle storiche funzioni della Grangia Benedettina. 

Chiesa di Sant’Andrea – Corte Sant’Andrea (LO)

Sorge nella frazione di Corte Sant’Andrea, nel comune di Senna Lodigiana. Il paese, situato alla confluenza del fiume Lambro con il Po, era anticamente chiamato “Santo Andrea ad Caudam” per la sua configurazione spaziale che creava una lunga striscia di terra simile a una coda (“caudam” in latino).  

Guado di Sigerico – Calendasco (PC) 

Nella frazione del comune di Senna Lodigiana si trova il Transitum Padi, noto anche come Guado di Sigerico, l’antico passaggio sul fiume Po che permette di sbarcare a Soprarivo di Calendasco, prima tappa emiliana della Via Francigena. L’imbarcadero è riconoscibile grazie a una colonnina in mattoni, decorata con bassorilievo in pietra raffigurante il pellegrino simbolo della Via Francigena, posta poco prima dell’approdo.  

Provincia di Pavia – (piatti tipici) 

La provincia di Pavia è nota per i suoi ottimi vini e la sua ricca tradizione agricolo-culinaria. Prodotto cardine pavese è il riso, la sola provincia di Pavia conta oltre 80.000 ettari di risaie, portandola ad essere il primo produttore di riso in Italia. La carne di maiale è un ingrediente ugualmente importante, con essa viene prodotto il Salame di Varzi, tipico dell’Oltrepò, che utilizza tutte le parti del maiale, anche quelle “nobili”. Ma popolari sono anche i ciccioli, il cotechino e il sanguinaccio. Barbera, Bonarda, Moscato e Pinot sono, invece, solo alcune delle trentasei tipologie di vino prodotte nell’Oltrepò. i fagioli Borlotti, coltivati da secoli nell’area di Gambolò, ma presenti pure a Garlasco e Mortara; la Zucca Bertagnina di Dorno, il Salame d’Oca Ecumenico, prodotto principalmente a Mortara, chiamato così perché consumabile da tutte e tre le religioni monoteiste. 

Provincia di Lodi – (piatti tipici) 

La tradizione gastronomica lodigiana ha tra i suoi prodotti tipici il riso, i salumi e soprattutto i formaggi. Re dei formaggi lodigiani è il Grana, o Granone Lodigiano, da cui viene ricavata la raspadüra, ovvero delle sfoglie sottilissime di formaggio ottenute con uno speciale coltello. Un altro formaggio tipico della zona è il Pannerone, caratterizzato da un retrogusto amaro e da una consistenza morbida. Mentre nel campo dei dolci il protagonista è il mascarpone, preparato con la panna di latte. Piatto unico della tradizione è, invece, la trippa. Altri piatti tipici includono: il risotto (nelle varianti con pomodoro e salamella o con verza e fagioli borlotti), le rane in umido, gli involtini di lonza ripieni di grana e pane grattugiato, e i dolci come la Tortionata e gli amaretti di Sant’Angelo.  

Riserva della Biosfera “Ticino Val Grande Verbano” – Milano, Novara, Pavia, Varese, Verbano-Cussio-Ossola  

si sviluppa lungo il fiume Ticino, tra Piemonte e Lombardia, estendendosi per oltre 332.ooo ettari e comprendendo più di 200 comuni. Costituisce un importante corridoio ecologico all’interno della Pianura Padana, possiede una ricca biodiversità, comprende numerose testimonianze storiche ed è uno dei parchi fluviali più grandi d’EuropaLa Riserva Ticino Val Grande Verbano è stata ufficialmente designata nel 2018, quale ampliamento della Riserva Valle del Ticino, che dal 2002 rientra nel progetto UNESCO “Man and the Biosphere” (MAB). 

Riserva della Biosfera “Po Grande” – Pavia, Lodi, Piacenza, Cremona, Parma, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo  

Nasce il 19 giugno 2019, quando entra a far parte del programma UNESCO “Man and the Biosphere” con l’obbiettivo di promuovere la cooperazione scientifica, la sostenibilità ambientale e l’equilibrio tra attività umana e natura. La Riserva è collocata nel tratto centrale del fiume Po e si estende per 286.600 ettari, attraversa le regioni Lombardia, EmiliaRomagna e Veneto, coinvolgendo 85 comuni situati nelle province di Pavia, Lodi, Piacenza, Cremona, Parma, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo.  

Riserva Naturale Monticchie – Somaglia (LO)

ll paesaggio di Somaglia è stato a lungo caratterizzato da boschi fitti e aree paludose, descritte in alcune pergamene come “Lacus de Barisiis”, poiché vi confluivano i vecchi corsi dei fiumi Lambro, Po e Brembiolo. La Riserva Naturale Monticchie si estende oggi per 250 ettari, di cui 24,5 di bosco igrofilo planiziale e 225,5 di ambiente agricolo ricco di canali e sorgive. Di grande rilievo è la sua fauna, che si distingue per la presenza di un’importante garzata, formata da oltre 600 coppie di aironi nidificanti, tra cui l’ Airone Cenerino. Mentre la buona qualità delle sue acque è testimoniata dalla presenza di una rara specie di rana, la Rana di Lataste, e dalla biscia Natrice dal Collare e dal Tritone Punteggiato. 

Per intraprendere il cammino in questi luoghi suggeriamo di informarsi sui siti web d’interesse rispetto agli orari di apertura e chiusura e alle modalità di prenotazione che possono coinvolgere alcuni di questi siti.  

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