Via Francigena

AEVF piange la scomparsa dell’illustre medievalista Jacques Le Goff, grande sostenitore della Via Francigena ed itinerari culturali europei

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Redazione AEVF

“Io penso che la Via Francigena possa essere considerata essenzialmente come una via delle culture, impegnarsi per la Via Francigena significa impegnarsi per la realizzazione dell’Europa delle culture…”  Jacques Le Goff

L’Associazione Europea delle Vie Francigene piange la scomparsa di Jacques Le Goff, uno dei più illustri medievisti e grande appassionato dell’itinerario europeo della Via Francigena, della sua storia e della sua dimensione interculturale.

In questi anni è stata molto fitta la corrispondenza tra il professor Le Goff e l’AEVF in virtù del grande legame che univa lo storico francese alla città di Fidenza (il 21 ottobre 2000 allo studioso era è stata conferita la cittadinanza onoraria*), al progetto culturale europeo della Via Francigena ed all’amicizia personale con il Presidente AEVF Massimo Tedeschi, il quale proprio nel 2000, nelle vesti di Sindaco di Fidenza, conferì a Le Goff la cittadinanza onoraria.

Come ha sempre sostenuto Le Goff, l’itinerario francigeno attraversa i mille paesi dell’Europa «minore». «Una strada non si accontenta di vivere di passato e nemmeno di presente: in qualche modo lancia un segnale per l’avvenire, a testimonianza della sua importanza. Altri segnali potranno venire dalla Via Francigena, che ha avuto il riconoscimento di Grande Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa. Una strada come questa vive nel tempo, coniuga la lentezza con la lunga durata».

La Via Francigena, sempre parafrasando Le Goff, è essenzialmente una «via di culture» e di dialogo. AEVF è stata onorata di poter contare, fin dalla fondazione nel 2001, sul sostegno dell’illustre medievalista francese: questa Associazione di collettività territoriali e di associazioni di tutta Europa è infatti nata, e continua a farlo tutt’ora, con l’obiettivo di far dialogare le istituzioni, locali regionali nazionali europee fra di loro e le persone con le istituzioni, sotto grande matrice culturale della Via Francigena.

Gli Itinerari Culturali sono «ponti» naturali di solidarietà, di tolleranza, di condivisione di valori umani; «vie di dialogo». Nella contingenza storica odierna sono chiamati ad esserlo anche fra Europa e Paesi mediterranei. Non è un caso che il 15 maggio 2010, a Lucca, venne siglato con spirito lungimirante il «gemellaggio» fra Via Francigena, che collega Nord e Sud d’Europa, e Via di Abramo, itinerario che attraversa e coinvolge Libia, Turchia, Siria. Palestina, Libano ed interessa le tre grandi confessioni, cristiana, ebraica, musulmana. E non è un caso che altri Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa lavorino, non da oggi, con i Paesi del bacino mediterraneo: «Rotta dei Fenici», «Legado Andalus», «Iter vitis», «Itinerario dell’olivo» oltre alla stessa Via Francigena che, attraverso l’Italia del Sud, si proietta verso la Terra Santa.

Oggi l’itinerario della Via Francigena dialoga in modo costante con altri itinerari culturali europei, dalle vie di pellegrinaggio come i Cammini di Santiago e Sant’Olav, ad altri come ad esempio San Martino di Tours e le città termali storiche.

Nel ventesimo anniversario del riconoscimento della Via Francigena come Itinerario culturale europeo, significa riconoscere genialità e lungimiranza del programma degli Itinerari nato nel 1987 a Santiago di Compostela, due anni prima della caduta del muro di Berlino. La riscoperta poi del pellegrinaggio di Sigerico da Canterbury a Roma dell’anno Mille, di un cammino cioè che unisce Nord e Sud Europa, Europa anglosassone ed Europa mediterranea è un’idea di enorme interesse culturale e ricchissima di opportunità per i territori che attraversa. Ricordando ancora Jacques Le Goff: “Se vogliamo costruire l’Europa unita è necessario che, pur mantenendo in vita l’originalità e le diversità, creiamo un’attiva comunicazione fra Europa del Nord ed Europa del Sud: la Via Francigena serve proprio a questo”.

Il Professore nell’autunno 2005 concesse ad AEVF una lunga intervista, oggi più che mai attuale, sulla Via Francigena e sul futuro degli itinerari culturali europeo. Una intervista – Il Medioevo di Jacques Le Goff – che venne integralmente pubblicata sulla rivista “Via Francigena and the Pilgrimage Ways” e che verrà ripresentata in occasione anche del prossimo numero di giugno, tradotto anche in francese, spagnolo ed inglese. Proprio quell’intervista (qui riproposta in pdf), realizzata da Carla Cropera, oggi rappresenta uno dei grandi testamenti spirituali che Le Goff lascia ad AEVF ed alla Via Francigena.

Luca Bruschi

Signor Sindaco, è un grandissimo onore per me poter diventare cittadino onorario di Fidenza. Esprimo la mia più grande gratitudine a tutte le persone che hanno contribuito a prendere questa decisione. Voi sapete che ho una grande ammirazione per la superba cattedrale della vostra città e che è mio impegno collaborare in occasione del Giubileo per la reputazione di Fidenza come città d’arte, città di San Donnino e tappa bella ed importante sulla via Francigena. Ciò che posso vedere nella Fidenza di oggi mi fa pensare che essa ha trovato in voi persone capaci di sostenere e di animare la sua reputazione storica

Jacques Le Goff
Fidenza, 21 ottobre 2001