Via Francigena

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In cammino con..Sara Zanni, storia di una donna e un viaggio a piedi lungo 100 giorni

Il cammino è sempre più rosa. Cresce il numero di donne che decidono di intraprendere un viaggio a piedi. Un pellegrinaggio, quello al femminile, che fa rima con coraggio. Ne parliamo per la nostra rubrica ‘In cammino con..’ Sara Zanni, archeologa milanese, guida ambientale ma soprattutto pellegrina, cofondatrice insieme a Cristina Menghini del sito www.donneincammino.net.

Intervistiamo la nostra protagonista mentre si trova ai piedi del Forte di Bard. L’archeologa ha deciso di trascorrere tre giorni di vacanza in compagnia di alcune amiche all’inizio della Via Francigena, in Valle d’Aosta lungo le tappe da Aosta ad Ivrea.

Il cammino è donna, sono sempre di più le pellegrine che vogliono partire o rifare il viaggio da sole. E una volta tornate consigliano questa esperienza – ci conferma –  Non lo faccio solo io, ma anche altre pellegrine di lungo corso che hanno vissuto questo evento come qualcosa di assolutamente stimolante e costruttivo per loro stesse“.

Sara Zanni è una donna in movimento sia per lavoro che per passione. Attualmente vive lavora a Bordeaux. Nel 2014 è partita da Milano alla volta di Finisterre, da sola. Un’avventura lunga 100 giorni raccontata in un blog (100daysontheway.com). Ma quali sono le criticità per una donna in cammino?

Le donne possono partire da sole – spiega l’intervistata – certo, il mondo non è una paese di fate quindi bisogna essere consapevoli di questo, dei propri mezzi e di quello che può riservarci un ambiente sconosciuto.  Quando sono stata in giro da Milano a Finisterre ho trascorso la metà del viaggio quasi da sola, non ho mai avuto particolari problemi, solo una volta un po’ di paura – sottolinea – ma per il resto penso di aver avuto le stesse difficoltà che avrebbe potuto incontrare un uomo. Io sono di Milano, anche una grande città può metterci davanti a dei problemi che non sempre sappiamo affrontare“.

Nel 2016 sono state oltre 133 mila le pellegrine che hanno ricevuto la Compostela (fonte Oficina del Peregrino ndr) e anche sulla Via Francigena le quote rosa non mancano. Donne coraggiose, fragili, madri, lavoratrici che compiono il primo passo per se stesse e non solo. Cosa significa per una donna mettersi in cammino?

L’anno scorso abbiamo visto il lungo cammino di Grazia Andriola contro la violenza sulle donne – ricorda l’archeologa – Il cammino è un modo bellissimo per riscoprire la forza che noi donne abbiamo, equilibri che dobbiamo fare nostri e costruire. Quando mi chiedono come ho fatto a prendere 100 giorni per andare a Santiago, rispondo che per me è stato un grande auto regalo di compleanno. La cosa più difficile è partire, il primo chilometro e il primo giorno sono sempre quelli peggiori, in cui devi affrontare le paure, i fantasmi. E gli altri che magari dicono “Non ce la farai mai”.

E invece Sara ce l’ha fatta. Dopo aver percorso parte del Cammino Francese nel 2006 in compagnia della madre, l’archeologa è tornata più volte a Santiago. Dal 2010 si occupa del Cammino di Santu Jacu in Sardegna e quest’anno, a settembre, camminerà da Aquileia a Belgrado lungo le antiche strade romane per il ‘RecRoad Project’, un progetto che la vede in prima linea come archeologa e pellegrina.

Silvia Iuliano

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En Chemin avec… Sara Zanni, l’histoire d’une femme et d’un voyage à pied qui a duré 100 jours

Le chemin est de plus en plus rose. Le nombre de femmes qui décide d’entreprendre un voyage à pied est en augmentation. Un pèlerinage, celui au féminin, qui rime avec courage. Nous en parlons dans notre rubrique « En chemin avec… » Sara Zanni, archéologue milanaise, guide environnementale mais surtout pèlerine, cofondatrice, avec Cristina Menghini, du site www.donneincammino.net.

Nous interviewons notre protagoniste alors qu’elle se trouve au pied du Fort de Bard. L’archéologue a décidé de passer quelques jours de vacances en compagnie de certaines amies au début de la Via Francigena, en Val d’Aoste, le long des étapes entre Aoste et Ivrea.

« Le chemin est femme, elles sont de plus en plus nombreuses, les pèlerines, qui veulent partir ou refaire le voyage seules. Et une fois revenues, elles conseillent cette expérience. Je ne le fais pas seulement moi, d’autres pèlerines de longue date qui ont vécu cet évènement comme quelque chose d’absolument stimulant et constructif pour elles-mêmes ».

Sara Zanni est une femme en mouvement autant pour le travail que par passion. Actuellement, elle vit et travaille à Bordeaux. En 2014, elle est partie de Milan pour aller au Finistère, toute seule. Une aventure de 100 jours racontée dans un blog (100daysontheway.com). Mais quelles sont les difficultés pour une femme en chemin ?

« Les femmes peuvent partir seules – explique Sara – bien sûr, le monde n’est pas le pays des fées, donc il faut être conscient de cela, de ses propres moyens et de ce que peut nous réserver un environnement inconnu. Quand j’étais en voyage de Milan au Finistère, j’ai passé la moitié du voyage presque toute seule, mais je n’ai jamais eu de problèmes particuliers, seulement une fois j’ai eu un peu peur – souligne-t-elle – mais pour le reste, je pense avoir eu les mêmes difficultés qu’aurait pu avoir un homme. Moi, je suis de Milan, une grande ville aussi peut nous mettre face à des problématiques que nous ne savons pas toujours affronter ».

En 2016, plus de 133.000 pèlerines ont reçu la Compostelle (source Oficina del Peregrino, ndlr) et sur la Via Francigena aussi le quota rose ne manque pas. Femmes courageuses, fragiles, mères, travailleuses qui font le premier pas pour elles-mêmes et pas seulement. Que signifie pour une femme se mettre en chemin ?

« L’année dernière, nous avons vu le long chemin de Grazia Andriola contre la violence faite aux femmes. – rappelle l’archéologue – Le chemin est un très beau moyen pour redécouvrir la force que nous, les femmes, nous avons, les équilibres que nous devons nous approprier et construire. Quand on me demande comment j’ai fait pour prendre 100 jours pour aller à Saint Jacques de Compostelle, je réponds que je me suis fait un cadeau d’anniversaire. La chose la plus difficile est de partir, le premier kilomètre et le premier jour sont toujours les pires, où nous devons affronter nos peurs, nos fantômes. Et les autres qui disent peut-être : « elle n’y arrivera jamais » ».

En revanche, Sara y est arrivé. Après avoir parcouru une partie du Chemin Français en 2006 en compagnie de sa mère, l’archéologue est revenue plusieurs fois à Saint Jacques de Compostelle. Depuis 2010, elle s’occupe du Chemin de Santu Jacu en Sardaigne et cette année, en septembre, elle marchera d’Aquileia à Belgrade, le long des antiques routes romaines pour le « RecRoad Project », un projet qui la voit en premier plan comme archéologue et pèlerine.

Silvia Iuliano

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Via Francigena toscana – Dritta al Cuore

Bruxelles e i prodotti toscani della bisaccia

Nell’ambito dell’iniziativa “La Via Francigena: un cammino europeo”, organizzata a Bruxelles dalla Regione Toscana il 3 febbraio 2015 presso l’Istituto Italiano di Cultura, è stata proposta una presentazione promozionale e una degustazione di prodotti tipici toscani aderenti al circuito de “La bisaccia del pellegrino”.

I prodotti della degustazione, messi a disposizione dalle aziende agricole toscane accreditate alla Fondazione Campagna Amica per confezionare le bisacce del pellegrino di quel territorio, rientrano nella selezione dei primi 58 prodotti tipici di qualità utilizzati per confezionare le bisacce dalla Valle d’Aosta al Lazio, aventi caratteristiche adatte per chi cammina e provenienti dalle aree interessate dalla Via. L’auspico è quello di coinvolgere un numero sempre crescente di produttori e di creare, in tal modo, una vera e propria gamma di produzioni tipiche “francigene”.

All’incontro sono intervenuti i rappresentanti delle Istituzioni europee, della Regione Toscana e del mondo italiano ed europeo della cultura e del settore turistico, che hanno illustrato la Francigena quale esperienza culturale-turistica di dimensione europea e di buona prassi di governo del territorio.

 

La Via Francigena: un cammino europeo
Bruxelles, 3 febbraio 2015, ore 18-20
Rue de Livourne, 38

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Via Francigena toscana – Dritta al Cuore

Bruxelles e i prodotti toscani della bisaccia

Nell’ambito dell’iniziativa “La Via Francigena: un cammino europeo”, organizzata a Bruxelles dalla Regione Toscana il 3 febbraio 2015 presso l’Istituto Italiano di Cultura, è stata proposta una presentazione promozionale e una degustazione di prodotti tipici toscani aderenti al circuito de “La bisaccia del pellegrino”.

I prodotti della degustazione, messi a disposizione dalle aziende agricole toscane accreditate alla Fondazione Campagna Amica per confezionare le bisacce del pellegrino di quel territorio, rientrano nella selezione dei primi 58 prodotti tipici di qualità utilizzati per confezionare le bisacce dalla Valle d’Aosta al Lazio, aventi caratteristiche adatte per chi cammina e provenienti dalle aree interessate dalla Via. L’auspico è quello di coinvolgere un numero sempre crescente di produttori e di creare, in tal modo, una vera e propria gamma di produzioni tipiche “francigene”.

All’incontro sono intervenuti i rappresentanti delle Istituzioni europee, della Regione Toscana e del mondo italiano ed europeo della cultura e del settore turistico, che hanno illustrato la Francigena quale esperienza culturale-turistica di dimensione europea e di buona prassi di governo del territorio.

 

La Via Francigena: un cammino europeo
Bruxelles, 3 febbraio 2015, ore 18-20
Rue de Livourne, 38

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Via Francigena toscana – Dritta al Cuore

Bruxelles e i prodotti toscani della bisaccia

Nell’ambito dell’iniziativa “La Via Francigena: un cammino europeo”, organizzata a Bruxelles dalla Regione Toscana il 3 febbraio 2015 presso l’Istituto Italiano di Cultura, è stata proposta una presentazione promozionale e una degustazione di prodotti tipici toscani aderenti al circuito de “La bisaccia del pellegrino”.

I prodotti della degustazione, messi a disposizione dalle aziende agricole toscane accreditate alla Fondazione Campagna Amica per confezionare le bisacce del pellegrino di quel territorio, rientrano nella selezione dei primi 58 prodotti tipici di qualità utilizzati per confezionare le bisacce dalla Valle d’Aosta al Lazio, aventi caratteristiche adatte per chi cammina e provenienti dalle aree interessate dalla Via. L’auspico è quello di coinvolgere un numero sempre crescente di produttori e di creare, in tal modo, una vera e propria gamma di produzioni tipiche “francigene”.

All’incontro sono intervenuti i rappresentanti delle Istituzioni europee, della Regione Toscana e del mondo italiano ed europeo della cultura e del settore turistico, che hanno illustrato la Francigena quale esperienza culturale-turistica di dimensione europea e di buona prassi di governo del territorio.

 

La Via Francigena: un cammino europeo
Bruxelles, 3 febbraio 2015, ore 18-20
Rue de Livourne, 38

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Alla scoperta della Via Francigena in Svizzera

Così tante perle che tengono insieme questa bellissima collana composta da una densa rete di persone e di paesi. E c’è tanta passione!”. Queste parole espresse da Luca Bruschi, Direttore dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, colgono l’essenza del pellegrinaggio.

L’itinerario della Via Francigena si fonda sul diario di viaggio scritto dall’Arcivescovo Sigerico nel 990 d.C. Quest’uomo percorse la strada da Canterbury a Roma per ricevere il Pallio dal Papa e durante il suo ritorno annota 79 località in cui ha sostato. L’anno scorso ho completato l’intero pellegrinaggio da Canterbury a Roma ed ho ricevuto l’Attestato del Pellegrino. Tuttavia, il mio pellegrinaggio non è stato compiuto al solo fine di ricevere questo prezioso documento. Come Luca ha affermato, la vera gioia è proprio l’essere parte di questa rete di persone e di comunicazione. Per me, è come un nuovo inizio!

Quando sono tornata in Australia dopo il mio pellegrinaggio, la mia passione per la Via Francigena è cresciuta, intensificandosi. Alla fine, mi sono ritrovata di nuovo in Italia ed in Svizzera solo quattro mesi più tardi. Il mio obiettivo fu di dedicare maggior tempo alle 7 tappe svizzere in cui Sigerico si fermò. La mappa dell’itinerario si dispiegava perfettamente e, come perle su un filo, le città ed i villaggi si susseguivano lungo la Via Francigena svizzera.

Orbe

Orbe fu l’ultimo centro abitato svizzero (tappa n. 55) in cui Sigerico soggiornò sulla via del ritorno verso Canterbury. Orbe è un’antica città romana e medievale che ancora possiede mosaici romani, antichi ponti svizzeri ed il mio vino svizzero preferito, il Gamay. Nell’ultima mia visita, ho camminato per diverse ore sul percorso della Via Francigena vicino ad Orbe ed ho apprezzato la solitudine della campagna svizzera. I miei soli compagni erano i verdi e dorati pascoli punteggiati da minuscoli villaggi ed il riflesso violaceo delle distese innevate sulle Alpi del Jura. Ai tempi di Sigerico, le maggiori vie che attraversavano Orbe erano affollate dai viaggiatori e, pochi secoli dopo, dai pellegrini. Ma ora, avevo tutto per me!

Abbazia di Romainmôtier

Infine, sono giunta all’Abbazia di Romainmôtier! La città ha la più antica chiesa romanica in Svizzera, e fu edificata dai monaci cluniacensi nel X secolo. Tuttavia, ci sono prove che la chiesa fu costruita in dieci differenti fasi a partire dal I secolo. Ho davvero apprezzato la vista degli affreschi e delle splendide colonne e dei capitelli romanici. Dopo la mia camminata, sentivo l’incalzante necessità di una tazza di tè. Così, mi sono diretta senza esitazione alla ricerca della Casa del Tè, un tempo abbazia della città. La mia bevanda fu davvero rinfrescante, accompagnata da una grande ciotola di zuppa di verdure locali con pane ed un enorme piatto di formaggio.

Losanna

Lausanne, località in cui alloggiò Sigerico (tappa n. 54), è posizionata sul Lago di Ginevra. Così, decisi di affrontare a piedi i ripidi pendii che si sviluppavano dal Lago di Ginevra alla Cattedrale. Il percorso valse la pena per le vedute della città e le viste che affacciavano sul Lago e sulle Alpi – anche se il risultato fu di procurarsi vesciche ai piedi!

La cattedrale di Notre-Dame di Losanna, costruita nel XII secolo, è popolare oggi, così come per i pellegrini nel Medioevo. Essa possiede così tante affascinanti particolarità. Sono rimasta ammaliata dalle figure policrome nel Portale Dipinto, dal campanile ed dal rosone del XIII secolo. Sono riuscita a localizzare la chiesa di San Francesco ma, sentendomi tremendamente stanca dopo il cammino, non era propensa a recarmici. Ho tentato di fare le foto del labirinto dalla porta, ma continuava a rimanere aperta. Ho concluso che San Francesco mi stava invitando ad entrare per pregare!

Più tardi nel pomeriggio, decisi di camminare verso Vevey (tappa n.53). La decisione fu un po’ ambiziosa, date le vesciche ai piedi e dal fatto che la marcia sarebbe durata ben quattro ore. Fortunatamente, avevo con me il quaderno degli schizzi e la matita. Così ho trovato un ottimo posto per sedermi, disegnare le Alpi ed ammirare il tramonto. Vevey riluceva ben visibile in lontananza, così come i vigneti di Lavaux. Infine, quando il giorno andava spegnendosi, mi sono diretta ad assaggiare il vino locale Lavaux e qualche piatto della cucina svizzera-italiana.

Aigle

Oltrepassando il Lago di Ginevra, la Via Francigena prosegue attraverso le Alpi, incanalata nella valle del Rodano. Sigerico alloggiò in un piccolo villaggio nelle vicinanze di Aigle (tappa n. 52). Questo villaggio è affascinante con le sue strade tortuose, il ponte napoleonico ed il castello, ed oltretutto circondato dai vigneti e dalle Alpi svettanti.

L’abbazia di Saint-Maurice

Un altro luogo nella valle del Rodano dove alloggiò Sigerico è l’Abbazia di San Maurizio (tappa n.51). Questa si trova esattamente nel mezzo tra Canterbury e Roma ed è stata un luogo della continua preghiera, “laus perennis”, per oltre 15 secoli. Nel 2015 si è svolta una grande celebrazione per il suo 1500° anniversario. Questo luogo è senza dubbio una “perla” con tantissimi tesori da ammirare! Ho davvero apprezzato visitare la Basilica, il sito archeologico, le catacombe, il tesoro ed il chiostro.

Visitare l’Abbazia mi ha riportato alla mente il compagno di viaggio che ho incontrato l’anno scorso. Durante quella visita, ho chiesto di poter tornare in Francia per vedere i luoghi che non avevo visitato. Tuttavia, il pellegrino mi ha ricordato chiaramente che la Via verso Roma è decisamente meglio. Ho portato con me questo consiglio per tutta la strada verso Roma, e nella mia vita quotidiana, prendendo decisioni che mi portino a guardare avanti, e non indietro. Questo è stato un gran cambiamento per me!

Orsières

La Via Francigena ascende rapidamente le Alpi a Martigny, arrivando ad Orsières (tappa di Sigerico n.50). Ho apprezzato molto le strade antiche, rifocillandomi al Café des Alpes e ammirando la torre campanaria della chiesa di Saint-Nicolas.

Bourg Saint-Pierre

Bourg Saint-Pierre, situato all’altitudine di 1632 m., è la tappa successiva in cui Sigerico sostò (tappa n.49). Nell’810 d.C. il paese aveva un monastero dedicato a San Pietro, protettore dei pellegrini. Il campanile romanico e la locanda dove alloggiò Napoleone sono interessanti da vedere.

A Bourg Saint-Pierre si trova un tunnel che è connesso all’Italia. All’altitudine di 2473 metri, il Passo del Gran San Bernardo è accessibile solo dai due ai quattro mesi all’anno. Perciò in questa zona, i momenti di percorrenza lungo la Via Francigena sono limitati.

Grand Saint-Bernard Pass

Sono stata fortunata a visitare il Passo del Gran San Bernardo diverse volte. L’anno scorso, in ottobre, abbiamo timbrato le nostre Credenziali del Pellegrino all’ostello. Abbiamo ricevuto una reale accoglienza pellegrina, con una bollente scodella di zuppa, ed una visita alla cappella ed al museo.

Fuori dal centro abitato, si trova un’antica strada romana ed un lago che segna il confine italiano e, naturalmente, il San Bernardo si eleva a guardia sul sentiero per Roma e San Pietro!

Carol Neville

 

Viaggiare sulla Francigena

Per maggiori informazioni sulla Via Francigena, visita il sito web ufficiale

Ci sono ulteriori fotografie e informazioni sul sito web di Carol

 

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The Via Francigena: On the Road with Sigeric in Switzerland

So many pearls that keep together this beautiful necklace made of a dense network of people and villages. And there’s so much passion! And then the communication afterwards!’

These sentiments expressed by Luca Bruschi, Director of the European Association of the Via Francigena, capture the essence of the pilgrimage.

The Via Francigena route is based on a travel diary written in 990 AD by Archbishop Sigeric. He travelled from Canterbury to Rome to receive his Pallium from the Pope and on his return noted 79 places where he rested.

Last year I made the entire pilgrimage from Canterbury to Rome and received the Pilgrim’s Testimonium. But, my pilgrimage was not just about receiving this treasured document. As Luca says the real joy is in being part of the network of people and the communication afterwards. For me, it is like a new beginning!

When I returned to Australia after my pilgrimage my passion for the Via Francigena intensified. So, I ended up back in Italy and Switzerland a mere four months later. My aim was to spend more time in the 7 places where Sigeric rested in Switzerland.

The itinerary map rather beautifully displays, like pearls on a string, the towns and villages that run through the Swiss Via Francigena.

Orbe

Orbe was the last place in Switzerland (LV or 55) where Sigeric rested on his way back to Canterbury. It is an ancient Roman and Medieval town that still has Roman mosaics, ancient Swiss bridges and my favourite Swiss wine, Gamay.

On my recent visit, I walked for several hours along the Via Francigena pathways near Orbe and enjoyed the solitude of the Swiss countryside. My only companions were green and golden pastures dotted with tiny villages and the purple glow of the distant snow clad Jura Alps!

In Sigeric’s day, major crossroads passed through Orbe and would have been packed with travellers, and a few centuries later, with pilgrims. But, I had it all to myself!

Romainmôtier Abbey

Eventually, I ended up at Romainmôtier Abbey! It has the oldest Romanesque church in Switzerland, and was established in the10th century by Cluny monks. But, there is evidence that the church was built in 10 stages going right back to the 1st century. I did enjoy seeing the amazing Romanesque columns, capitals and frescoes!

After my walk I was badly in need of a cup of tea! So, I headed straight for the orange Tea House building – once the Abbey Priory. My pot of tea was truly refreshing, alongside a big bowl of local Swiss vegetable soup with bread and a huge plate of cheese.

I had true insight into how grateful medieval pilgrims must have felt to sit and eat this same fare!

Lausanne

Lausanne, Sigeric’s resting place (LIV or 54), is located on Lac Léman (Lake Geneva). So, I decided to walk up the steep slopes from the Lake to the Cathedral. The walk is well worth it for the vistas of the city and views to the Lake and Alps – but did result in blistered feet!

Lausanne’s 12th Century Gothic Notre Dame Cathedral is as popular today as it was for medieval pilgrims. It has many amazing features. I love the polychrome figures in the Painted Portal, the belfry and 13th century rose windows.

I managed to locate the Church of St Francis and feeling very weary after the walk, I was reluctant to go in. I tried to take a photo of the labyrinth on the door, but it kept opening. I figured St Francis was inviting me in to pray!

Later in the afternoon, I decided to walk to Vevey (Sigeric’s 53rd resting place). This was a little ambitious given the blisters and the fact that it is a four-hour walk. Fortunately, I had my sketchbook and pencils. So, I found a great spot to sit and sketch the Alps and watch the sun set.

Vevey glowed brightly in the distance, as did the vineyards of Lavaux. Then, as the light faded, I headed off to sample the local Lavaux wine and some Swiss-Italian cuisine!

Aigle

Leaving Lac Léman the Via Francigena goes through the Alp encased Rhône valley. Sigeric rested in a small village near Aigle (LII or 52). This village is beautiful with its winding streets, the Napolean Bridge, Castle and surrounding vineyards and towering Alps.

The Abbey of Saint-Maurice

Another place in the Rhône Valley where Sigeric rested is the Abbey of Saint-Maurice (LI or 51). It is mid-way between Canterbury and Rome and has been a place of continual prayer, ‘laus perennis’, for over 15 centuries. In 2015 there were big celebrations for its 1500th anniversary.

This place is definitely a ‘pearl’ with so much to see! I loved visiting the Basilica, the archaeological site, the catacombs, the treasury and the cloisters.

Visiting this Abbey made me think of the fellow pilgrim I met last year. During that visit, I expressed that I was hoping to go back to France to see places I had missed. But, he very sternly reminded me that the way forward to Rome was so much better. I carried this piece of advice all the way to Rome, and into my daily life, making decisions that move me forward, not backwards. This has been a very big change for me!

Orsières

The Via Francigena ascends steeply into the Alps at Martigny, arriving at Orsières (Sigeric’s rest place L or 50). I do enjoy wandering through the ancient streets, eating in the Café des Alpes and admiring the medieval belfry of the Saint-Nicolas’ church.

Bourg Saint-Pierre

Bourg Saint-Pierre, at an altitude of 1632 m is the next place (LIX or 49) where Sigeric rested. In 810 it had a monastery dedicated to Saint Peter catering for pilgrims. The Romanesque belfry and the hotel where Napoleon dined are great to see.

At Bourg Saint-Pierre there is a tunnel through to Italy. At an altitude of 2473 m, Grand St Bernard Pass is only accessible 2 to 4 months of the year. So, walking the Via Francigena is quite limited here.

Grand Saint-Bernard Pass

I have been fortunate to visit Grand Saint-Bernard Pass several times. Last year, in October, we had our Pilgrim Credentials stamped at the Hospice. We received a true pilgrim’s welcome, with a warm bowl of soup, and a visit to the Chapel and Museum.

Outdoors, there is an ancient Roman road and a lake beyond which marks the Italian border and of course, St Bernard standing guard over the path to Rome and St Peter’s!

Carol Neville


 

Travelling the Via Francigena

For more information on the Via Francigena visit the official website https://www.viefrancigene.org/en/.

There are more photographs and information on Carol’s website http://www.carolneville.com.au. Please contact Carol through her website if you wish to join an event in Italy or attend an information evening.

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Da un piccolo borgo della Liguria a Santiago, il Sindaco pellegrino alla scoperta del cammino

Da un piccolo borgo della Liguria a Santiago, il Sindaco pellegrino alla scoperta del cammino. Intraprendere il cammino per scoprire un altro modo di fare turismo. E’ questo uno dei motivi che spinge un Sindaco dell’entroterra ligure a partire alla volta di Santiago. Fulvio Gazzola è il primo cittadino di Dolceacqua, uno borgo medievale tra i più caratteristici della riviera di ponente e della regione. Tra qualche settimana, in compagnia di un amico, partirà da Astorga per percorrere a piedi gli ultimi 280 chilometri del cammino francese.

Un viaggio di formazione a 360 gradi per il sindaco ligure, pronto a vestire i panni da pellegrino. “Ho sempre sentito parlare del Cammino di Santiago – spiega il primo cittadino – un giorno, per caso, ho scoperto che un mio amico di Dolceacqua aveva intenzione di partire e così mi è venuta voglia di accompagnarlo“. Da sempre amante dello sport, il sindaco in queste settimane si è preparato fisicamente e mentalmente a questo viaggio. “Mi sono documentato sul web, attraverso guide e testimonianze. – conferma Gazzola – E’ un’esperienza che faccio per curiosità, per conoscere posti nuovi ma soprattutto per vedere cosa fanno gli altri dal punto di vista turistico”.

L’attenzione del Sindaco sarà infatti concentrata sui piccoli borghi sviluppati economicamente grazie al Cammino. Un viaggio per conoscere un altro modo di fare accoglienza che potrebbe tornare utile in futuro anche nell’ambito locale. La Liguria è infatti terra di passaggio per i pellegrini diretti a Roma e Santiago, lungo la Via della Costa e come regione sta conoscendo un progressivo sviluppo del concetto di turismo lento.

Oltre all’aspetto più imprenditoriale, il primo cittadino di Dolceacqua si appresta a vivere un’esperienza unica in tutti i sensi, portando con sé un po’ del suo borgo: “Mi sono reso conto che in tanti vorrebbero fare un cammino o l’hanno già fatto. Penso che sarà una sfida con se stessi – aggiunge il primo cittadino – ma sicuramente sarà un viaggio nella cultura, nella storia di un altro paese. Vivremo un’esperienza ricca dal punto di vista umano che ci permetterà di conoscere tante persone”.

Silvia Iuliano

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D’un petit bourg de la Ligurie à Saint Jacques de Compostelle, le maire pèlerin à la découverte du chemin.

D’un petit bourg de la Ligurie à Saint Jacques, le Maire pèlerin à la découverte du chemin. Entreprendre le chemin pour découvrir une autre manière de faire du tourisme. Voilà une des raisons qui pousse un maire de l’arrière-pays ligure à partir pour Saint Jacques de Compostelle : Fulvio Gazzola est le premier citoyen de Dolceacqua, un bourg médiéval parmi les plus caractéristiques de la rivière de ponente et de la région. Dans quelques semaines, en compagnie d’un ami, il partira d’Astorga pour parcourir à pied les derniers 280 km du chemin français.

Un voyage formateur à tous points de vues pour le maire ligure. « J’ai toujours entendu parler du Chemin de Saint Jacques de Compostelle – explique M. le maire – un jour, par hasard, j’ai découvert qu’un ami à moi de Dolceacqua avait l’intention de partir et j’ai alors eu envie de l’accompagner ». Sportif depuis toujours, le maire s’est préparé physiquement et mentalement pour ce voyage durant des semaines. « Je me suis documenté sur le web, avec des guides et des témoignages – confirme M. Gazzola – C’est une expérience que je fais par curiosité, pour connaitre de nouveaux endroits mais surtout pour voir ce que font les autres du point de vue du tourisme ».

L’attention du maire sera en effet concentrée sur les petits bourgs développés économiquement grâce au Chemin. Un voyage pour connaitre une autre façon d’accueillir qui pourrait être utile dans le futur, même dans le cadre local. La Ligurie est en effet une terre de passage pour les pèlerins qui se dirigent vers Rome et Saint Jacques, le long de la Via della Costa, et comme région, elle découvre un développement croissant du concept de tourisme lent.

En plus de l’aspect entrepreneurial, le premier citoyen de Dolceacqua s’apprête à vivre une expérience unique en tous sens, en portant avec soi un peu de son bourg : « Je me suis rendu compte que beaucoup de personnes voudraient faire un Chemin ou l’ont déjà fait. Je pense que c’est un défi avec eux-mêmes – ajoute le premier citoyen – mais sûrement, ce sera un voyage dans la culture, dans l’histoire d’un autre pays. Nous vivrons une expérience riche du point de vue humain qui nous permettra de faire beaucoup de connaissances ».

Silvia Iuliano

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Francigena, i bimbi in cammino

Il 20 e il 21 aprile, 100 alunni delle scuole primarie di Ronchi e del Bagaglione hanno completato il progetto scolastico “Usciamo a fare due passi? La Via Francigena: un cammino, una strada, un territorio

attraverso una caccia al tesoro fotografica organizzata dall’Associazione Francigenando, in collaborazione con le insegnanti, lungo il tratto cittadino della Via Francigena che ha portato i ragazzi a scoprire dettagli sconosciuti di Massa.
Oggi l’Associazione Francigenando insieme all’Associazione “Dal libro alla solidarietà” ha in programma una camminata aperta a tutti sulla Via Francigena lungo la Tappa 25 da Avenza a Massa. Un’iniziativa che propone un suggestivo percorso lungo circa 12 km attraversando le bellissime colline del Candia, tra vigneti, panorami mozzafiato e vie sterrate.

Fonte: Il Tirreno