Si sta per avvicinare il Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco e nel 2016 prenderà il via l’importante Anno dei Cammini. Due eventi che potranno avere una forte connessione, anche grazie alla rinascita della Via Francigena.
L’attenzione sulle vie storiche, culturali, di pellegrinaggio è un fattore molto importante che sta mettendo in rete Governo, Regioni, Comuni, associazioni, pubblico e privato.
Una svolta importante che è stata recentemente annunciata dal Ministro Dario Franceschini: “in un momento in cui il turismo internazionale è in forte crescita» e le città d’arte sono stremate dai viaggi mordi e fuggi, «il turismo sostenibile non è uno dei settori, ma la vocazione necessaria del sistema paese. Puntare su questo vuol dire valorizzare l’Italia come museo diffuso. L’Anno nazionale dei cammini coinciderà con l’Anno Santo e con una filosofia di un Giubileo povero, di pellegrinaggio.
ATTRAVERSO IL PAESE DA NORD A SUD, PRENDE FORMA UN NUOVO MODO DI VIAGGIARE: SOSTENIBILE, SLOW, AUTENTICO E DI QUALITA’
La Francigena rappresenta oggi uno dei più importanti progetti per lo sviluppo turistico dell’Italia, Paese che negli ultimi anni ha perso molto appeal a livello internazionale. Il trend dei cammini è in grado di generare importanti flussi di viaggiatori e creare una nuova vocazione legata all’accoglienza sui territori. Si tratta di un progetto inclusivo, in grado di promuovere una forma di turismo sostenibile e legato al recupero della memoria, ma anche in grado di favorire lo sviluppo delle aree limitrofe al percorso. La Francigena, inoltre, si può declinare con altre forme complementari di turismo legate alle terme, alla gastronomia e genuinità dei cibi, ai percorsi legati al romanico o abbazie medievali, alla letteratura di viaggio.
Affinché si possa concretizzare l’attesa verso un progetto di questa dimensione, si dovrà seguire il lungimirante esempio portato avanti dalla regione Toscana con un adeguato sviluppo delle infrastrutture al fine di rendere perfettamente fruibile i percorso a piedi, in bicicletta e a cavallo, cosi come dovranno essere messe in sicurezza tutte le tratte, creati nuovi punti tappa, ampliata l’offerta legata all’accoglienza. Questo significa mettere la Via Francigena ed i cammini al centro delle politiche nazionali, regionali e locali per la pianificazione e sviluppo strategico territoriale.
IL PELLEGRINAGGIO COME METAFORA DELLA RISCOPERTA DELLE RADICI EUROPEE
Via Francigena, “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” è la sua definizione che deriva dal riferimento al Programma degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa, lanciato ufficialmente nel 1987 con il Cammino di Santiago de Compostela, due anni prima della caduta del muro di Berlino. Questo primo itinerario culturale europeo mette in evidenza l’importanza del dialogo interculturale e l’incontro delle tre peregrinationes majores cristiane del periodo medievale, e cioè Santiago di Compostela, Roma, Gerusalemme. La “Dichiarazione” approvata nella città spagnola il 23 ottobre 1987 insisteva su questi principi: “il senso dell’umano nella società, le idee di libertà e di giustizia e la fiducia nel progresso, sono i principi che storicamente hanno forgiato le differenti culture che creano l’identità europea. Questa idea culturale è, oggi come ieri, il frutto dell’esistenza di uno spazio europeo carico di memoria collettiva e percorso da cammini che superano le distanze, le frontiere e le incomprensioni”. Ed inoltre: “Il cammino di Santiago, altamente simbolico nel processo di costruzione dell’Europa, servirà di riferimento e di esempio per le azioni future”.
All’interno della “Dichiarazione” è fortemente presente il tema del pellegrinaggio e dei cammini come metafora della riscoperta delle radici europee. Un invito rivolto soprattutto ai giovani affinché, percorrendoli, pensino ad una società “fondata su tolleranza, rispetto degli altri, libertà, solidarietà”. Un significato profondo che oggi, alla luce dei gravi e drammatici fatti di terrorismo internazionale che stiamo vivendo, acquista un valore ancora più prezioso. I cammini non fanno distinzioni ed accolgono chiunque sulla via: cristiani, ebrei, musulmani.
Il Cammino di Santiago è diventato il pioniere del rilancio delle vie di pellegrinaggio: i percorsi verso Roma, come la Francigena; i cammini di Sant’Olav, nel Nord Europa; i pellegrinaggi micaelici, tutti insieme nella famiglia allargata degli itinerari culturali europei.
GLI ITINERARI CULTURALI EUROPEI
I 33 itinerari culturali oggi riconosciuti dal Consiglio d’Europa offrono un viaggio alla scoperta della storia e dell’identità europea, celebrando le tradizioni e i popoli che ci hanno resi ciò che oggi siamo; gli itinerari culturali si snodano seguendo le impronte di commercianti, di artigiani, di ordini religiosi, di musicisti, di inventori, favorendo sviluppo economico e sociale. Dal paesaggio vitivinicolo all’industria e all’artigianato, dalla cultura termale alla rete anseatica di commercio, ai Vichinghi e alla loro storia: essi testimoniano il significato della diversità e di come sia possibile trarre vantaggio dalla promozione di società stabili e prospere.
“Gli attuali 33 itinerari culturali certificati dal Consiglio d’Europa, 19 dei quali passano per l’Italia, sono un volano per l’economia e per il turismo, oltre a rappresentare dei viaggi nel tempo e nello spazio che ci aiutano a ricordare da dove veniamo e chi siamo, e per questo vanno sostenuti nel loro sviluppo” ci ha ricordato il vice segretario generale del Consiglio d’Europa, Gabriella Battaini Dragoni, in occasione del Forum sugli itinerari culturali europei il 29-30 ottobre scorso.
Gli itinerari culturali rappresentano infine un percorso geopolitico che aiuta ad abbattere i muri che separano le culture, favorendo la costruzione di ponti di dialogo, tolleranza, condivisione, cooperazione. Jacques Le Goff, grande storico del Medio Evo e grande appassionato di Via Francigena, la definisce come un “ponte tra Europa anglosassone ed Europa latina”.
Ancora una volta le parole dell’insigne storico francese ci aiutano a comprendere questo progetto culturale europeo: “… l’Europa si costruisce. E’ una grande speranza che si realizzerà soltanto se si terrà conto della storia: un’Europa senza storia sarebbe orfana e miserabile. Perché l’oggi discende dall’ieri, e il domani è il frutto del passato. Un passato che non deve paralizzare il presente ma aiutarlo a essere diverso nella fedeltà, e nuovo nel progresso. Tra l’Atlantico, l’Asia e l’Africa, la nostra Europa esiste infatti da un tempo lunghissimo, disegnata dalla geografia, modellata dalla storia, fin da quando i Greci le hanno dato il suo nome. L’avvenire deve poggiare su queste eredità che fin dall’antichità, e anzi fin dalla preistoria hanno progressivamente arricchito l’Europa, rendendola straordinariamente creativa nella sua unità e nella sua diversità, in un contesto mondiale sempre più ampio”.
Costruire la Via Francigena contribuisce a voler cercare di continuare la costruzione dell’ Europa dei popoli nel rispetto delle diverse culture.
Luca Bruschi