Via Francigena

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Toscana ospitale sulla via di EXPO con la Francigena i prodotti del territorio

Pane, pecorino, pancetta ed insaccati ma anche dolci speziati sul sentiero della Via Francigena toscana: sono alcuni dei prodotti che i pellegrini “incontravano” nel lungo viaggio di fede e spiritualità verso Roma.

Un passo dopo l’altro, giorno dopo giorno tra territori affascinanti e poetici, ricoveri rurali e natura, che ha significato per gli antichi camminatori partiti da tutto il Nord Europa, scoprire, conoscere edapprezzare molte delle produzioni agricole ed agroalimentari che rendono il paniere toscano tra i più generosi al mondo con 465 specialità alimentari, un primato assoluto, su 4.671 a livello nazionale.

E’ iniziato sul sentiero della Via Francigena il mito della toscana bella, buona ed ospitale pronta a sfruttare tutte le opportunità dell’Esposizione Universale che porterà negli agriturismi della nostra regione 2,5milioni di turisti.

A confermarlo è Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it e www.facebook.com/ColdirettiToscana) in vista dell’incontro dal titolo “La Via Francigena: un cammino europeo” organizzato dalla Regione Toscana presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles (Rue de Livourne 38) in programma martedì 3 febbraio per illustrare il tratto, finalmente completato, della Francigena che tocca la Toscana: in auto, a piedi, in bicicletta, a cavallo, 380 km in tutta sicurezza, 38 comuni attraversati, più di 1000 strutture ricettive.

La Regione Toscana è la prima regione europea che ha completato il tratto della Francigena, un percorso di pellegrinaggio europeo riconosciuto dal Consiglio d’Europa nel 1994 che dall’Inghilterra arriva in Italia passando da Francia e Svizzera. “la nostra regione – ammette Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – dovrà saper sfruttare ogni singolo giorno, dei 184 giorni, dell’expo.

La Via Francigena sarà sempre più uno degli elementi che caratterizzerà l’offerta turistica internazionale della nostra regione con benefici importanti per l’ospitalità agrituristica e rurale. Sul sentiero, entrando dalla Lunigiana e passando per la Val d’Elsa e le Crete Senesi fino ai confini con il Lazio, si trovano centinaia di aziende agricole, B&B, agriturismi, perfettamente integrate nel progetto della Regione Toscana”.

Viaggio spirituale, ma anche viaggio enogastronomico, a raccontare la “nuova” Via Francigena, a Bruxelles, ci saranno alcuni dei prodotti simbolo del percorso protagonistidella degustazione organizzata da Campagna Amica in collaborazione con Civita e Toscana Promozione. Dalla Provincia di Massa Carrara arriveranno pancetta apuana tesa e arrotolata, mortadella e formaggio caprino delle apuane; dalla Provincia di Lucca il prosciutto bazzone della Garfagnana, dalla Provincia di Siena la salsiccia di cinta senese, ricciarelli e panforte, da Firenze, dal Mugello e dal pratese pecorino toscano Dop, buristo, finocchiona e pane toscano. “L’agricoltura toscana – conclude Marcelli – è pronta per l’Expo. Non vediamo l’ora che inizi”.

I prodotti sono stati forniti dalle aziende di Campagna Amica: Azienda Agricola Luca Tognoli, Via Fosso 4, 54013 Fivizzano (MS); Agriturismo Pane e Olio di Paolo Rossi, Località Il Camino 1, Villa Collemandina (LU; Società Agricola Bacciotti di Sandra e Roberto Mongili, S.S. Via Gabbiano 7, Sant’Agata di Mugello; Consorzio Agrario di Siena/Siena Farmers Cooperative, Via G. Pianigiani 9, 53100, Siena; La Torre Antica Via S. Maria a Chianni 79, 50050 Gambassi Terme (FI) e Azienda Agricola Paolo Colzi, Via Pollative 54, 59100 Prato (PO).

Fonte: Coldiretti Toscana – Go News

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Palazzo Nizza diventa un ostello per i pellegrini lungo la via Francigena

Palazzo Nizza, via ai cantieri per il ripristino e la messa in sicurezza della struttura che diventerà un ostello per i pellegrini della Via Francigena a Massa Carrara.

Continua il sostegno della regione Toscana e degli enti locali per supportare le infrastrutture lungo la Francigena. L’opera, del valore di 700mila euro, è finanziata infatti dalla Regione con 420mila euro.

Fonte: La Nazione

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Riscoperta e rinascita della Francigena, venti anni dopo

Sono trascorsi oltre vent’anni da quel riconoscimento della Francigena (1994) ad Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, così come avvenne per il Cammino di Santiago nel 1987.

Dopo la riscoperta, avvenuta negli anni Settanta e consacratasi a partire dagli anni Ottanta, del cammino verso Compostela, ci si rese conto che anche in Italia esisteva un antica via di pellegrinaggio, la via Francigena. Come era avvenuto per il cammino spagnolo, fino a quel momento anche il percorso della Francigena era riconducibile in parte sotto l’asfalto delle autostrade e delle statali che, nel tempo, avevano ricalcato il tracciato delle strade romane e del Medioevo.

L’interesse, dapprima limitato a studiosi e ricercatori, poi estesosi a molte altre persone che, dopo aver percorso il Cammino di Santiago, desideravano arrivare a Roma a piedi e poi a Gerusalemme, ha fatto nascere una fitta rete di appassionati della Francigena. Dove possibile si è cercato di recuperare il tracciato originario, in modo filologico, ma spesso si è scelto di deviare dal percorso storico per sentieri e strade meno trafficate. Constatando il sempre maggiore interesse per il Cammino di Santiago, possiamo affermare che la Francigena è un tesoro dal punto di vista culturale, sociale, turistico che ha portato le amministrazioni pubbliche a prendere coscienza dell’importanza del fenomeno ai fini dello sviluppo territoriale. Importantissimo anche il ruolo della chiesa e delle diocesi per quanto riguarda accoglienza, ospitalità povera e fedeltà alla dimensione spirituale che la via deve continuare a preservare.

Torniamo alla riscoperta della Via Francigena intesa come itinerario culturale, cammino spirituale, percorso fruibile per camminatori e viandanti. Dopo una fase iniziale, si consolida verso la metà degli anni ’80, complice il rilancio in grande stile del cammino spagnolo di Santiago di Compostela. A quasi dieci secoli di distanza dall’ormai celebre diario del vescovo Sigerico, l’antropologo Giovanni Caselli nel 1985 ricostruì nei minimi dettagli l’esatto itinerario, ripercorrendolo mansio dopo mansio da Canterbury a Roma. La completa cartografia dell’itinerario venne eseguita da tecnici dell’Istituto Geografico Militare e venne pubblicata nel 1990 in occasione del 1000esimo anniversario del viaggio di Sigerico.

Nel frattempo iniziarono a moltiplicarsi studi, pubblicazioni, ricerche, progetti culturali sulla Via Francigena a testimonianza del grande fermento che suscitava questo itinerario culturale europeo che verrà poi sostenuto dalle istituzioni negli anni ’90 in vista del grande Giubileo del 2000. Il progetto venne ufficialmente promosso nel 1993 dal Ministero del Turismo in collaborazione con le Regioni italiane Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna (capofila), Liguria, Toscana e Lazio. Esso ricevette l’approvazione dalla Commissione Europea – DG XXII – nell’ambito del Piano di Azione Comunitario per il turismo ed ottenne il riconoscimento di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa” nel 1994. Alla riuscita del progetto contribuirono, oltre alle regioni italiane attraversate dall’itinerario e costituitesi in rete: il Comitato Scientifico appositamente nominato (Proff. Giovanni Cherubini, Lucio Gambi, Giuseppe Sergi, Pierre Toubert), il Comitato d’Onore formato da Consiglio d’Europa, UNESCO, Pontificio Consiglio Pastorale Migranti ed Itineranti, Organizzazione Mondiale del Turismo. I lavori del Comitato Scientifico confluirono poi in un dossier e in un volume divulgativo affidato alla competenza editoriale del Touring Club Italiano ed in un’appropriata cartografia del percorso.

A seguito del riconoscimento, seguirono importanti contributi forniti da seminari internazionali organizzati a Torino da Regione Piemonte sul tema “Le vie del Medioevo – Pellegrini, Mercanti, Monaci e Guerrieri da Canterbury a Gerusalemme” (20-21 ottobre 1994) e a Parma da Regione Emilia-Romagna sul tema “La Francigena: un percorso della storia europea per l’economia turistica del 2000” (20 gennaio 1995). I risultati del progetto diventano oggetto di una mostra fotografico-didattica programmata presso la sede del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo nei mesi di febbraio-marzo 1995, curata dal Centro Regionale per la documentazione dei Beni Culturali e Ambientali dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio.

Il 18 febbraio 1995, esattamente vent’anni fa, a Roma nella Sala della Protomoteca del Campidoglio si svolse l’incontro internazionale “Roma, le grandi vie di pellegrinaggio” a conclusione della fase progettuale e quale inizio di una nuova fase di sviluppo della Francigena di tipo culturale, economico, occupazionale.

La menzione di “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” del 1994 venne poi seguita da quella di “Grande Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” consegnata a Wroclaw, in Polonia, nell’ambito della Conferenza di apertura del cinquantesimo anniversario della Convenzione Culturale Europea.

Già prima del Grande Giubileo, iniziarono a nascere associazioni culturali e di camminatori a sostegno della Francigena: una delle prime è l’Association Internationale Via Francigena, con sede a Martigny in Svizzera, fondata nel 1997.

Nell’Anno Santo si contano solo un paio di migliaia di pellegrini in cammino sulla Francigena, mentre sul Cammino di Santiago il fenomeno era ormai esploso e già se ne contavano oltre 100 mila. Il post Giubileo non vide comunque una immediata ripresa del flusso di camminatori verso Roma, in primis per una tiepida progettualità dell’accoglienza, della fruibilità del percorso, delle infrastrutture e per mancanza di interesse da parte dei singoli territori per un progetto del quale allora non si riusciva ad intravedere la potenzialità.

Una serie di fattori ha poi invertito tale tendenza ponendo la Francigena all’attenzione sotto molteplici profili: culturale, spirituale, religioso, turistico, politico. Si è trattato di un’azione bottom up, che ha messo in rete associazioni, istituzioni, istituti di ricerca, diocesi, appassionati, camminatori di diversi territori.

Le istituzioni locali cominciarono a prendere maggiore consapevolezza dell’importanza di far rivivere l’itinerario culturale gettando le basi per il ripristino dell’antico percorso, a cominciare dal tratto italiano dal Passo del Gran San Bernardo a Roma, e renderlo fruibile ai camminatori.

Il 7 aprile 2001 i rappresentanti di 34 Enti locali (30 Comuni e 4 Province) lungo il percorso italiano della Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico firmarono a Fidenza l’atto costitutivo di quella che oggi è Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF)e a cui aderiscono oltre cento enti locali territoriali e Regioni (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Liguria, Lazio, Puglia). AEVF svolge azione di impulso degli interlocutori del progetto di valorizzazione dell’itinerario, raccordando tutti i livelli istituzionali, locale, regionale, nazionale, europeo. Ha consolidato un efficace modello di governance, che è valsa ad essa nel 2007 l’attribuzione (confermata nel marzo 2012) della abilitazione del Consiglio d’Europa a rete portante (réseau porteur) della Via Francigena. Il prestigioso riconoscimento, in collaborazione con l’Istituto l’Europeo degli Itinerari Culturali di Lussemburgo, fa di AEVF il modello di riferimento europeo per sviluppo, tutela, salvaguardia, promozione delle Vie Francigene.

Si tratta di percorrere insieme ancora un lungo cammino che si rivelerà vincente se i territori sapranno (e vorranno!) credere e lavorare insieme a questo progetto europeo di turismo sostenibile e di recupero delle nostre radici. Un dialogo costante che deve riguardare amministrazioni pubbliche e diocesi, associazioni e volontari, categorie economiche e turistiche, operatori culturali.

L’esperienza lungimirante di Regione Toscana ha senza dubbio costituito una svolta per l’itinerario e continua ad essere un modello esemplare, a dimostrazione di come la Via Francigena può generare nuovi flussi turistici e nuove opportunità di sviluppo, per i giovani in particolare. Ma soprattutto essa diventa grande occasione per lavorare in rete e sinergia, a tutti i livelli istituzionali e territoriali, creando le premesse di una “ripartenza” e di una crescita sostenibile dei territori cosiddetti “minori” sui quali, grazie alla Francigena, possono accendersi i riflettori.

Massimo Tedeschi, Presidente AEVF
Luca Bruschi, Project Coordinator AEVF

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Messa in sicurezza e miglioramento del tracciato nella frazione di Galleno

Il Comune di Castelfranco di Sotto ha ottenuto un finanziamento regionale di 25mila euro per un intervento di miglioramento e messa in sicurezza del tracciato della via Francigena nella frazione di Galleno.

Nel territorio comunale di Castelfranco, il tracciato della via Francigena è stato sistemato e messo in sicurezza ad eccezione di un tratto di circa 300 metri in località Galleno lungo la strada provinciale che va dall’antica Colonna Leopoldina in direzione Fucecchio fino all’intervento realizzato ed inaugurato dal presidente della Regione Enrico Rossi nel dicembre 2013. Pertanto grazie al “Piano Operativo della Regione Toscana 2012/2014 della via Francigena” sarà possibile intervenire a breve come da progetto esecutivo predisposto dagli uffici tecnici comunali, che consiste nella prosecuzione del percorso pedonale in adiacenza alla carreggiata stradale che avrà una larghezza minima di un metro e mezzo e prevederà la canalizzazione delle fosse di scolo a cielo aperto con il posizionamento di pozzetti con griglie necessari al deflusso delle acque piovane, la distesa di adeguato materiale sulla superficie del percorso pedonale, il posizionamento di staccionate lungo tutto il percorso, segnali catarifrangenti e adeguata segnaletica.

Fonte: Il Tirreno

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Intervista con Massimo Tedeschi, Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene

Intervista con Massimo Tedeschi, Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, associazione fondata nel “lontano” 2001 a Fidenza. Stato dell’arte, progetti futuri, prospettive e inziative legate alla Via Francigena, se ne parla a 360°.

1. L’Associazione Europea delle Vie Francigene come soggetto promotore di un progetto un po’ “visionario” è stata fondata 14 anni fa a Fidenza, dove eri Sindaco, insieme a 34 Enti Locali. Nel 2007 l’Associazione è stata abilitata dal Consiglio d’Europa “rete portante” della Francigena, una grande responsabilità, che cresce di giorno in giorno, da portare avanti con molta passione e poche risorse umane e finanziarie (nonostante spesso si legga erroneamente di finanziamenti europei a pioggia). Sei tuttora convinto di aver intrapreso la strada giusta creando questa rete e dedicando tante energie al progetto?

R. Nei 14 anni di vita della Associazione Europea delle Vie Francigene (nata il 7 aprile 2001 a Fidenza esattamente con il nome di “Associazione dei Comuni italiani lungo la Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico”) ci sono stati momenti in cui in effetti mi sono chiesto se ne fosse valsa la pena poiché si trattava di sensibilizzare al tema della Via Francigena persone e istituzioni che non ne avevano mai sentito parlare e che avevano tanti altri problemi più urgenti da risolvere. Il progetto della Via Francigena richiede visione e lungimiranza poiché i risultati non arrivano subito ma solo dopo una accurata semina.

Come amaramente riflette l’Adriano di Marguerite Yourcenar: “Avere ragione troppo presto equivale ad aver torto”. Per fortuna i visionari della Francigena del 2001 sono ancora vivi e vegeti e dunque se inizialmente molti ci davano torto, o quanto meno ci consideravano con diffidenza, oggi, al contrario, tutti ci dànno ragione.

2. Gli attori principali della Associazione sono Enti Locali. Si tratta soprattutto di piccole città o borghi al di fuori dei tradizionali circuiti culturali e turistici che, grazie alla Francigena, acquistano forte visibilità nazionale e internazionale. Tuttavia l’attuale crisi rende difficile ad una amministrazione comunale dedicare giuste risorse ed energie allo sviluppo della Francigena. Le priorità di un sindaco sono altre. Perché vale la pena continuare a credere nella Francigena quindi? La Francigena può realmente creare una economia sostenibile nei territori?

R. Siamo reduci dallo splendido incontro di Monteriggioni “Qui è l’Europa” di sabato 24 gennaio 2015. Accolti dal sindaco Raffaella Senesi, hanno partecipato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, la presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo Silvia Costa, sindaci ed amministratori locali toscani e laziali, rappresentanti di associazioni e di operatori economici, singoli cittadini. Di quanto si è detto nell’incontro cito solamente un dato: lo scorso anno (2014) sono stati 150 mila i pernottamenti in Toscana di pellegrini, camminatori, turisti della Francigena con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente (2013). Abbiamo quindi un trend di crescita che surclassa persino quello del PIL cinese. Questo significa che la Francigena è in pieno boom, sta creando opportunità di lavoro nei territori ed emerge quale esempio di modello di turismo sostenibile e modello di crescita dei territori cosiddetti “minori” d’Italia e d’Europa.

3. Senza dimenticare associazioni e camminatori, anima vera e propria dell’itinerario. Non sono mancati, in passato, momenti di difficoltà fra rappresentanti istituzionali e associazioni; per quale motivo? Oggi si percepisce maggiore collaborazione e volontà di cooperare per un unico obiettivo.

R. Fasi di tipo integralistico sono state vissute sia dai rappresentanti di associazioni che di istituzioni. Ed invece la Via Francigena va avanti solo quando c’è cooperazione stretta di quattro componenti: pubbliche istituzioni (comuni, province, regioni, ministeri, parlamento e commissione europei, consiglio d’europa); associazioni; università, centri di ricerca e di formazione; privati fornitori di servizi ai pellegrini. Non c’è nessuno più bravo dell’altro; ciascuno fa il proprio pezzo in spirito di accoglienza, pellegrino appunto, nei confronti degli altri interlocutori. E d’altra parte noi dobbiamo convincere i nostri sindaci ed i nostri amministratori, assillati ogni giorno da ogni genere di richiesta, che i soldi spesi per la Francigena sono spesi bene poichè si tratta di investimenti che producono frutto, anche in termini occupazionali.

4. La vera svolta per il rilancio della Francigena arriva con lo sviluppo e la creazione del “Master Plan della regione Toscana”, un modello a livello internazionale. Quale ruolo hanno le Regioni per lo sviluppo della Francigena e quali sono gli obiettivi del Comitato Interregionale europeo coordinato da AEVF?

R. Delle 18 Regioni francigene europee (Kent; Nord-Pas-de-Calais; Picardie; Champagne-Ardenne; Franche-Comté; Vaud; Vallese; Valle d’Aosta; Piemonte; Lombardia; Emilia; Liguria; Toscana; Lazio e, nel sud Italia, Campania, Basilicata, Molise, Puglia) la Regione Toscana è quella che ha portato avanti il progetto in modo più completo e strutturato e che vi ha investito di più. Ed è quella che, infatti, sta ottenendo i migliori risultati. Ma la Via Francigena darà risultati ancora migliori quando l’intero sentiero da Canterbury a Roma e poi da Roma a Brindisi e a Santa Maria di Leuca sarà stato strutturato. Lo scorso 12 dicembre si è svolto a Reims la riunione di coordinamento interregionale che ha fissato precisi obiettivi riguardo la segnaletica comune, il comune sistema informativo, l’accoglienza, la manutenzione e la sicurezza del percorso.

Il ruolo attivo delle regioni è fondamentale in quanto è attraverso una convinta politica di sviluppo regionale (grazie all’utilizzo di fondi europei POR-FESR) incentrata sulla valorizzazione degli itinerari che sarà possibile investire risorse sulle infrastrutture e la promozione della Via Francigena. Insieme alle regioni potremo inoltre partecipare ai bandi europei per accedere a importanti risorse finanziarie da destinare alla Francigena.

5. Francigena abbraccia altri itinerari, primo fra tutti quello termale. Il binomio francigena e terme può davvero essere vincente?

R. Sono stato a lungo sindaco di una città francigena, Fidenza, e di una città termale, Salsomaggiore. Posso dire a ragion veduta che l’abbinamento del turismo che nasce dagli itinerari culturali europei con quello della cura e del relax termale è perfetto. Camminare e conoscere la cultura dei luoghi e del patrimonio termale; camminare e immergersi nell’acqua che cura il corpo e lo spirito. Quale maggiore sintonia potrà mai verificarsi? A dicembre abbiamo partecipato al bando europeo COSME insieme alla rete delle città storiche termali per promuovere nuovi prodotti culturali sostenibili legati a questo binomio.

Ritengo che la Francigena possa fungere da incubatore per altri itinerari e cammini, sia in ambito europeo come la Via di San Michel che dalla Normandia scende verso la Puglia e la Via Romea, che da Stade arriva fino a Roma congiungendosi sulla Francigena a Montefiascone, sia in ambito nazionale come la Via di Francesco, la Via degli Abati o il Cammino di San Colombano

Particolarmente significativa l’iniziativa Pilgrims Crossing Borders che vedrà impegnati decine di camminatori che attraverseranno a piedi l’Europa da Trondheim (Norvegia, sede della Via di Sant’Olav) fino a Roma e poi verso Gerusalemme attraverso Via Romea e Francigena.

6. Negli ultimi due anni molto operatori privati hanno iniziato ad investire sulla Francigena, dalla ristorazione all’accoglienza, alla tecnologia, ai servizi per i pellegrini. Il boom della Francigena si percepisce anche da questa dinamica, la quale coinvolge spesso giovani del territorio che lanciano start up.

R. Nella vita della nostra Associazione, come anche del resto nelle nostre vite personali, vi sono momenti di svolta. Una prima la avemmo nel 2010 allorquando riuscimmo a coinvolgere, da un lato, le istituzioni europee attraverso l’allora Vicepresidente della Commissione Europea con delega al Turismo Antonio Tajani e Silvia Costa, membro del Parlamento Europeo, di cui oggi è presidente della Commissione Cultura, e, dall’altro, la Regione Toscana (con gli assessori Bramerini e Cocchi) che apporovò il “Master Plan della Via Francigena” che in 5 anni investì di 16 milioni di euro per i 380 chilometri francigeni nella regione. Una seconda svolta l’abbiamo cominciata a registrare, come dici tu, dal 2013. Sono infatti dell’ordine delle centinaia gli operatori privati che lungo i 2500 chilometri di Francigena, da Canterbury a Roma alla Puglia, hanno creato o stanno creando imprese, in generale di piccole dimensioni, al momento, per fornire tutti i tipi di servizi di cui pellegrini, camminatori, turisti della Francigena hanno bisogno. Faccio un esempio: chi cammina sulla Francigena chiede spesso alloggi spartani ma non mancano coloro che richiedono tipologie di alloggi dotati di servizi aggiuntivi. Penso che dobbiamo dare risposta a tutti. Compito di AEVF, in qualità di reseau porteur della Via Francigena, è di assicurare la fedeltà allo spirito originario dell’Itinerario che è fatto di valori storici e culturali europei.

7. Come vedi il futuro della Francigena nei prossimi anni?

R. Il numero di pernottamenti in Toscana (100 mila nel 2013 e 150 mila nel 2014) traguardato all’intera Francigena europea ci porta ad un dato (20/25 mila camminatori/pellegrini) paragonabile a quello di Santiago di Compostela di 15 anni fa (nel 2014 Santiago ha registrato 230 mila pellegrini). In sostanza oggi registriamo circa il 10% del flusso di Santiago di Compostela con un trend in fortissima ascesa. Condizione necessaria affinchè tale trend si consolidi è che tutte le Regioni europee attraversate emulino la Toscana ed investano di conseguenza. Cito a tal proposito Regione Puglia con cui abbiamo fatto un accordo per lo sviluppo della Via Francigena nel Sud che interessa cinque Regioni.

8. Cosa ci puoi dire sulla Via Francigena nel Sud?

R. Nel corso degli “Stati generali della Via Francigena nel Sud” svoltisi a Bari il 29-30 novembre abbiamo definito una importantissima linea strategica: da Itinerario di Sigerico, da Canterbury a Roma, quale ora siamo e come tale certificati, passiamo ad Itinerario collegante i principali centri di spiritualità euro-mediterranei: Santiago di Compostela, Canterbury, Roma, Istanbul, Gerusalemme.

Per questo siamo impegnati, con l’aiuto di Società Geografica Italiana, nella certificazione presso il Consiglio d’Europa della Via Francigena nel Sud (700 chilometri) ed ecco perché siamo in procinto di sottoscrivere un accordo con l’Associazione Europea della Via Egnazia (AEVE), presieduta da Alexander Meksi, già primo ministro d’Albania, pe riscoprire e valorizzare il tracciato dell’antica strada romana collegante Roma con Costantinopoli (e Gerusalemme) via Brindisi/Durazzo.

Siamo pienamente immersi in una logica di dialogo euro-mediterraneo che, specie in questi tempi, ci sembra, nello stesso tempo, utile ed affascinante.

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Una vacanza di piena cultura lungo la Via Alta

Perché non iniziare subito a programmare le vacanze di questa estate? La Via Alta, oltra a un cammino, può essere spunto per una vacanza stanziale, anche con i bambini. Oltre alle escursioni potete approfittare dell’Abbonamento Musei per abbinare divertimento, relax e cultura!

La carta che ti permette di accedere liberamente e ogni volta che lo desideri in musei, Residenze Reali, castelli, giardini e fortezze, collezioni permanenti e mostre temporanee di Torino e del Piemonte. Inoltre, offre convenzioni di sconto e riduzione su stagioni teatrali e concertistiche, al cinema e presso festival, nell’editoria e su itinerari di visita, e consente di entrare con tariffe agevolate in alcuni dei più importanti musei italiani.

Esso è valido 365 giorni dall’acquisto e il servizio di vendita è attivo tutto l’anno. Ecco dove:

MUSEO DI ARTE SACRA DIOCESI DI SUSA
Via Mazzini, 1 – Susa (To)
lunedì-venerdì: 9-13 e 14-17

UFFICIO DEL TURISMO DI BARDONECCHIA
Piazza de Gasperi, 1 – Bardonecchia (To)
lunedì-domenica: 10.00-13.00 e 15.00-18.00
Punto abilitato solo pagamento con Pagobancomat e Carte di Credito

UFFICIO DEL TURISMO DI SUSA
C.so Inghilterra, 39 – Susa (To)
lunedì-venerdì: 9-12 e 15-18; sabato 9-12 e 15-18.30.
Punto abilitato solo pagamento con Pagobancomat e Carte di Credito

Per saperne di più visita il sito www.abbonamentomusei.it
Fontewww.vallesusa-tesori.it

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Torraccia di Chiusi, un incanto sulla Via Francigena!

Torraccia di Chiusi ha antichissime origini: situata nel cuore di un territorio ricco di testimonianze prima etrusche e poi romane, entra nella storia come torre feudale sulla Via Francigena… Poi diviene nobile residenza fino ad arrivare a essere oggi un agriturismo particolare per coloro che cercano bellezze naturali e pace e in un ambiente di raffinata semplicità!

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La Toscana che cammina

Due pagine dello speciale del Sole 24 Ore viaggi dedicate alle suggestioni del tratto toscano della Via Francigena. La Regione Toscana che cammina, tra passato e presente.

Nel nostro Paese chi si è mosso meglio e prima, valorizzando l’itinerario come potente mezzo di identità e sviluppo territoriale, è la Regione Toscana dove sono nate decine di ostelli, itinerari ed eventi correlati. Il successo della Via Francigena, che entra in Toscana dal Passo della Cisa e prosegue per 400 chilometri fino al Lazio, attraversando borghi medievali e un paesaggio estremamente suggestivo, è testimoniata dalle migliaia di persone che la visitano a piedi, in bicicletta o a cavallo. «La Via Francigena può essere considerata come una delle prime manifestazioni dell’unità culturale dell’Europa. E il tratto che attraversa, in 15 tappe per 380 km, l’intero territorio regionale – ricorda Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana – è un segmento importante dell’itinerario francigeno, su cui negli ultimi anni abbiamo investito 16 milioni di euro per la sua infrastrutturazione».

La via Francigena e con lei gli altri 28 itinerari culturali che collegano l’Europa dalla Svezia a Cipro, ripercorrendo antiche rotte di pellegrini cristiani ed ebraici,o rotte tematiche come quella delle terme, degli ulivi e della ceramica, sono infatti molto di più di un semplice itinerario turistico, sono uno strumento in grado di promuovere la complessità e la varietà dell’offerta turistica in Europa.
Questi itinerari sono al tempo stesso transnazionali e rappresentativi del patrimonio e dei valori culturali europei.
Inoltre sono considerati un modello sostenibile, etico e sociale, perché si fondano su competenze e ricchezze culturali locali e spesso valorizzano destinazioni europee meno note, basti pensare che il 9o per cento dei percorsi si trova in aree rurali.

Le “cultural routes”, e tra queste i due grandi itinerari della Francigenae di Santiago di Compostela, hanno un grande significato metaforico in quanto evocano quei valori che dovrebbero costituire il fondamento dell’unione Europea: il cammino condiviso, il dialogo interculturale e interreligioso, il recupero di una dimensione spirituale, e l’importanza del patrimonio artistico.

«Per la realizzazione del tratto toscano della Francigena, è stata realizzata una innumerevole serie di interventi, in collaborazione con le amministrazioni locali, per garantirne la piena percorribilità, la messa in sicurezza, la segnaletica e per valorizzare le strutture turistiche e le potenzialità imprenditoriali e attrattive dice l’Assessore al Turismo e Cultura della Regione Toscana Sara Nocentini -. Una scelta strategica che ha permesso, il 21
giugno 2014, di inaugurare la completa infrastrutturazione del tratto toscano. E già ora la Via Francigena rappresenta un’occasione concreta di occupazione e nuova imprenditorialità, considerato che il numero di viaggiatori e la domanda di servizi lungo il tracciato sono in continuo aumento, creando le condizioni per lo
sviluppo di attività destinate aiviaggiatori dai pellegrini agli appassionati di turismo attivo o semplicemente agli amanti del paesaggio toscano».

Leggi tutto l’articolo su “Il Sole 24 Ore”, in allegato

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Il Forum di Monteriggioni ed il modello della Francigena in Toscana

Si è concluso con successo di partecipazione il Forum “Qui è l’Europa” organizzato sabato 24 gennaio dal Comune di Monteriggioni, Associazione Toscana Vie Francigene in collaborazione con l’Associazione Europea delle Francigene e la Regione Toscana. Presenti istituzioni, associazioni, camminatori e operatori culturali e turistici.

“Nel 2014 la via Francigena ha contribuito al Pil toscano per 24 milioni: all’incirca come la metà del fatturato dell’aeroporto di Firenze”. Così Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, intervenendo a Monteriggioni al forum dei Comuni toscani attraversati da questa grande e antica arteria di viabilità spirituale.

Rossi ha sottolineato, con orgoglio, come la promessa da lui fatta cinque anni fa di rendere agibile l’intero tratto toscano della Francigena sia stata mantenuta: ciò grazie a un investimento straordinario messo in campo dalla Regione Toscana per un totale di 16 milioni. “Non era facile – ha proseguito Rossi – aggiungere un altro punto attrattivo alla notevole offerta turistica toscana, ma noi in questa legislatura ci siamo riusciti e vogliamo ancora proseguire, aiutati anche dalle politiche più generali per tutelare il territorio e difendere il paesaggio”.

“Stiamo lavorando per trasformare la Francigena in un vero prodotto di turismo culturale, lento e sostenibile”. Così Sara Nocentini, assessore toscana a cultura e turismo, intervenendo poco prima del presidente Rossi a “L’Europa è qui. Francigena tesoro europeo”, il forum che ha riunito – nel complesso monumentale di Abbadia Isola, frazione di Monteriggioni – i rappresentanti dei 38 Comuni toscani attraversati dalla antica via di pellegrinaggio verso Roma oltre che esponenti di altre Regioni italiane e delle associazioni, toscana ed europea, che si occupano della “via”.

“L’offerta turistica legata alla Francigena – prosegue Nocentini – bene si sposa con un’idea nuova di turismo verso la scoperta lenta di territori talvolta periferici ma comunque segnati da valori storici e culturali. Un turismo, dunque, ecosostenibile e culturalmente avanzato, elevato al di sopra di consumismo e massificazione, capace di andare al di là della nicchia dei pellegrini per incontrare fasce di turisti motivati, responsabili, in cerca di esperienze e di contatti con il territorio”.

Rossi ha anche sottolineato l’importanza di investimenti nella manutenzione della Francigena sostenendo l’utilità di un accordo con le amministrazioni comunali interessate e si è detto convinto che nuovi fondi potranno arrivare dai progetti europei, anche per attrarre nuovo lavoro, in particolare giovanile, lungo i luoghi della Francigena. Una iniziativa – ha concluso il presidente – dovremmo anche pensare di realizzarla con il mondo ecclesiale, in considerazione della forte dimensione spirituale implicita nel cammino.

Investimenti – La Regione ha investito 16 milioni, inseriti nel piano operativo 2012-2014 dedicato alla Francigena: con queste risorse è stata resa possibile la fruizione lungo i 380 km del tracciato toscano (8 milioni sono stati indirizzati alla messa in sicurezza, 6 alle strutture ricettive e i restanti 2 a servizi, aree sosta attrezzate, segnaletica, valorizzazione). Oggi l’itinerario escursionistico è completamente in sicurezza e tutto segnalato: individuati anche gli itinerari ciclabile e quello a cavallo mentre sull’intero tracciato è attiva una specifica rete wifi. Tutti i 16 ostelli finanziati inizieranno l’attività entro il 2016.

Presenze – 150 mila in Toscana le presenze, nel 2014, legate alla Francigena: l’anno precedente erano state 100 mila e la crescita annua è costante fino dal 2011. Come provenienza 25 pellegrini su 100 sono stranieri (75 italiani) e il 60% è formato da uomini. il 95% percorrono la via senza il servizio di guide ufficiali, il 64% ha già precedenti esperienze su itinerari di pellegrinaggio. Circa il 30% ha motivazioni religiose. In termini di età anagrafica, la fascia più rappresentata è quella fra i 51 e i 65 anni. Esiste un 19% di pellegrini over 65 anni e esattamente un altro 19% in età compresa fra i 36 e i 50 anni mentre il 26% si posiziona fra i 20 e i 35 anni.

Eventi e strutture – Lungo il percorso toscano, nell’anno appena trascorso sono stati contati almeno 200 eventi di animazione e, per quanto concerne le strutture di ospitalità, se ne contano una quarantina – sul percorso – di stampo ecclesiastico o similare mentre entro un km dal tracciato ce ne sono circa 1.200 di varie tipologie. Per traversare a piedi l’intera Toscana sulla “Francigena” – dal passo della Cisa fino a Radicofani – bastano, in 15 tappe, 15 giorni.

Il Forum di Monteriggioni – Scopo principale del forum, organizzato dal Comune di Monteriggioni (con il sindaco Raffaella Senesi che ha fatto gli onori di casa) a 7 mesi dalla inaugurazione ufficiale della Via Francigena Toscana (Lucca, 21 giugno 2014), è stato favorire il coordinamento tra uffici turistici e ostelli della Francigena toscana ma anche aprire un confronto fra tutte le esperienze europee. 18 le Regioni di 4 Paesi (Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia) attraversati dalla Francigena: Kent, Nord-Pas-De-Calais, Picardie, Champagne-Ardenne, Franche-Comté, Canton Vaud, Canton Vallese, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Molise, Basilicata, Puglia.

Partendo da Monteriggioni, i convegnisti hanno raggiunto a piedi la sede del forum percorrendo, a ritroso, un breve tratto (circa 4 km) all’interno della X tappa toscana: quella che collega San Gimignano a Monteriggioni, una tappa lunga, nel suo complesso, circa 30 km percorribili a piedi in 7 ore e mezzo circa. Ad Abbadia si trova l’abbazia dei Santi Salvatore e Cirino: recentemente ristrutturata con fondi in prevalenza ministeriali mentre la Regione Toscana vi ha cofinanziato (al 60% per 420 mila euro) un ospitale per pellegrini.

Fonte: Il Giunco

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“La Via Francigena: un cammino europeo”

“La Via Francigena: un cammino europeo”. Ne discuteranno il 3 febbraio a Bruxelles i rappresentanti delle Istituzioni europee, della Regione Toscana e del mondo italiano ed europeo della cultura e del settore turistico, che illustreranno la Francigena quale esperienza culturale-turistica di dimensione europea e di buona prassi di governo del territorio.

L’iniziativa è organizzata dalla Regione Toscana con l’Istituto italiano di cultura (Iic) a Bruxelles. La via mise in comunicazione l’area mediterranea con quella del Mar del Nord e divenne ben presto un’arteria transitata da uomini e merci, contribuendo così al rifiorire del grande commercio europeo e al ristabilirsi degli scambi e delle relazioni tra i popoli. Il cammino è oggi un importante itinerario culturale alimentato dall’emozione di calcare tracce lasciate nei secoli, di attraversare paesaggi incontaminati costellati di tesori artistici, di entrare in contatto con le tradizioni dei luoghi. In auto, a piedi, in bicicletta, a cavallo, 380 chilometri in tutta sicurezza, 38 Comuni attraversati, più di mille le strutture ricettive per ogni tasca ed ogni piede. Storia, cultura, architettura immersi in paesaggi che restano nella memoria.

Il programma dell’evento prevede il benvenuto da parte del Direttore dell’Istituto, Paolo Grossi, e poi gli interventi – tra gli altri –di Enrico Rossi, Presidente della regione Toscana; di Silvia Costa, presidente della commissione Istruzione e Cultura del Parlamento europeo; Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF); Eleonora Berti, coordinatrice di Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa; Walter Zampieri della Commissione europea; Giovanni D’Agliano, dirigente della regione Toscana e Alberto Peruzzini, dirigente del settore Turismo Toscana Promozione. Le conclusioni saranno affidate a Sara Nocentini, Assessore alla Cultura della Regione.

Fonte: il Velino