Via Francigena

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La Campania e le aree di Caserta, Benevento, Avellino. La Francigena come motore per lo sviluppo

“La Regione Campania non lascerà fuori le aree interne dal percorso a piedi di 700 chilometri de ‘La Via Francigena nel Sud’ che da Roma porta a Brindisi”.

Lo rende noto l’Assessore regionale all’Artigianato e al Commercio Vittorio Fucci, in seguito all’incontro avuto a Palazzo Santa Lucia a Napoli con Pasquale Sommese, Assessore regionale al Turismo, che sta vagliando il progetto portato avanti dal  Gal (Gruppo di Azione Locale) Titerno.

“Il percorso, che interessa le aree delle province di Caserta, Benevento ed Avellino, – dice Fucci – non subirà variazioni né dirottato altrove favorendo così altre regioni confinanti con la Campania”.  “La giunta regionale – continua Fucci – inserirà il progetto nel suo programma di azioni per garantire che il percorso religioso, che da Roma porta a Brindisi e quindi a Gerusalemme, attraversi la Campania che occupa una posizione nodale e strategica nello sviluppo di questo segmento dell’itinerario. E’ importante sottolineare che l’individuazione e la definizione nei suoi territori dei relativi cammini può essere una valida occasione di messa in evidenza delle eccellenze culturali, ambientali, turistiche, dell’artigianato e del commercio che la caratterizzano”. “Ci sono migliaia di persone – aggiunge l’Assessore regionale – che hanno camminato su Santiago e si stanno riversando sulla Via Francigena e, in particolare, verso Roma e la Puglia. Penso che per la Campania essa rappresenti un’occasione importante per intercettare centinaia di migliaia di turisti che hanno bisogno di servizi dell’accoglienza, della ristorazione, dei prodotti enogastronomici del posto, dei prodotti innovativi come l’applicazione tecnologica al turismo. Questa massa di servizi che i privati possono dare alle persone, come da progetto, forniscono una economia e quindi uno sviluppo e una crescita che le Amministrazioni, a mio parere, possono e devono sostenere dando vita ad un modello nuovo di economia sostenibile. Non si tratta solo di turismo religioso ma di un modello di turismo moderno ‘sostenibile’ e ‘compatibile’”.

“La Via Francigena puo’ rappresentare esattamente questo tipo di turismo che soddisfa una richiesta di storia, di cultura, di Europa e di identità dei nostri territori, oltre a soddisfare a una voglia di crescita economica per i territori, soprattutto delle nostre aree interne”.

Fonte: Ottopagine

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Intervista con Renato Trapé, consigliere delegato alla Cultutra del Comune di Montefiascone e vice presidente AEVF

Oggi parliamo di Francigena con Renato Trapé, consigliere delegato alla cultura per il Comune di Montefiascone e vice presidente AEVF  Montefiascone è una realtà territoriale laziale molto attiva sull’accoglienza, promozione e valorizzazione della Francigena. La Francigena costituisce una risorsa molto importante nella quale l’amministrazione sta investendo.
 
Il comune di Montefiascone da anni sta investendo energie e risorse sulla Francigena. Si tratta di un progetto che ha cambiato l’identità di un territorio e che si è ben radicato nel tessuto culturale locale. 
Quali ulteriori obiettivi si pone Montefiascone attraverso la Francigena e l’accoglienza dei pellegrini?
 
R. Montefiascone è stata una delle prime città ad aderire a quella che in origine era l’Associazione dei Comuni Italiani sulla Via Francigena e che proprio a Montefiascone in una storica assemblea del settembre 2005, si trasformò nella Associazione Europea delle Vie Francigene. In questi dieci anni il passaggio dei pellegrini sempre più numerosi sino all’exploit del 2014 [2000 persone circa], ha cambiato addirittura l’approccio della cittadinanza verso questa strana figura sinora sconosciuta ai più e osservata con diffidenza, se non addirittura con ostilità. La popolazione nella sua maggioranza ha capito che il pellegrino è figura del tutto particolare; cultura medio-alta, amante dell’arte e della natura, rispettoso dell’ambiente; oggi non è infrequente vedere un cittadino qualunque avvicinarsi ad un pellegrino magari un po’ incerto sul percorso per offrire il proprio aiuto, in termini di informazioni o chiarimenti. In città stanno sorgendo attività commerciali e artigianali stimolate anche dal crescente incremento di pellegrini; le strutture di accoglienza sono numerose, religiose e laiche con prezzi che vanno dalla gratuità assoluta a livelli sempre accessibili per strutture di qualità medio-alta. Elemento di straordinaria importanza è la posizione particolarissima di Montefiascone; la città è esattamente a 100 km da Roma e noi intendiamo fare di questo fatto un trattore formidabile per l’affluenza dei pellegrini. Ricordiamo che sul “Camino de Santiago” la città di Sarria posta a 112 km da Santiago è meta annuale di circa 200.000 mila pellegrini, che percorrendo gli ultimi 100 km hanno diritto alla “Compostela”. Vogliamo che Montefiascone divenga sulla Francigena, quello che Sarria è sul Camino. Abbiamo già fatto molto in questo senso, segnalando sia in loco che sulla rete, questa particolarità ed abbiamo dotato tutte le strutture di accoglienza di un particolare timbro che attesta il passaggio del pellegrino al 100 km dalla Tomba di Pietro. 

Montefiascone, tappa importante sulla Via Francigena. Da qui partono gli ultimi 100 km per arrivare a Roma e sempre in questa località il cammino della Via Germanica di Stade si collega con la Francigena. Uno snodo importante, dunque, da valorizzare sotto ogni punto di vista: culturale, storico, sociale, economico e turistico.

 
R. Montefiascone compare come settimana tappa nel diario di SIGERICO redatto nel suo ritorno da Roma a Canterbury nel 990 d.C..
Attraversata dalla Cassia Romana [II sec. a. C.], di cui rimangono sul territorio imponenti vestigia, essa è stata per secoli una delle più importanti città dello Stato Pontificio; nella sua Rocca hanno sostato e dimorato ben 32 Papi, da Innocenzo III a Martino IV, da Pio II ad Alessandro VI, da Giulio II a Leone X.
Durante la cosiddetta cattività Avignonese, il legato pontificio in Italia risiedeva a Montefiascone, vera capitale del PATRIMONIO DI SAN PIETRO e tappa obbligata per quanti dal NORD si recassero a ROMA, sia dall’Italia centro-settentrinale sia dai paesi d’oltr’alpe.
Questa posizione strategica sulla antica Via Francigena ha reso naturale il coinvolgimento della città e del suo territorio nella promozione degli itinerari romipeti che gli ultimi due decenni hanno visto crescere prepotentemente il pellegrinaggio.
La posizione di Montefiascone sulla Via Francigena, verrà ulteriormente esaltata da un altro elemento di grande importanza: lo sviluppo e la crescita di un altro itinerario romipeto quale la Via Romeo-Germanica o Romeo-Teutonica, che partendo dal baltico convogliava verso Roma i pellegrini della Germania, dei Paesi Baltici ed in genere dei Paesi dell’Europa orientale. Questa Via ebbe nel medioevo a partire dal 1200 importanza eguale se non superiore alla Francigena quale itinerario di pellegrinaggio verso Roma; ebbene questa Via che partiva da Stade, sul Mar Baltico attraversava la Germania, l’Austria, il Veneto, l’Emilia, la Toscana e l’Umbria confluendo nella Via Francigena proprio a Montefiascone. Da qui a Roma l’itinerario era unico per i due cammini; la città quindi era al centro di questa enorme Y, avente come estremità al Nord Canterbury e Stade ed a Sud Roma.
 
Certo c’è ancora molto da fare, ma le prime avanguardie di pellegrini scandinavi e soprattutto tedeschi percorrono le Vie della nostra città provenendo da Orvieto, città d’importanza fondamentale sulla Via Germanica. E’ del tutto evidente come questo fenomeno tra qualche anno assumerà proporzioni imponenti per le quali dobbiamo attrezzarci; lo stiamo già facendo anche mettendo in campo sinergie con altri protagonisti: I Lions, sensibilissimi a queste tematiche, il CAI insostituibile nell’opera di monitoraggio dei percorsi e nel segnalarne le criticità ed inoltre Associazioni private come la Casa editrice Historia attiva da anni nella pubblicazione di materiale promozionale di grande qualità in tema di Francigena. In quest’opera di valorizzazione e promozione degli itinerari pellegrini è fondamentale il supporto della AEVF con la sua intensa e capillare rete di contatti, non solo tra le città o regioni, ma anche e soprattutto tra le nazioni attraversate dalla Francigena. I rappresentanti del Comune di Caterbury o del Vallese ci hanno più volete onorato con la loro presenza
 

Il Lazio è una delle regioni più importanti sulla Francigena, in quanto è a Roma che il cammino finisce (o continua, verso la Puglia).Quali azioni si possono mettere in campo nel Lazio per migliorare la situazione sull’accoglienza, ospitalità, segnaletica ed un migliore coordinamento per la Francigena?

 
R. Altrettanto importante è la vicinanza della Regione Lazio sensibile da sempre alle problematiche della Franciegna e che ha messo a disposizione dei vari Comuni somme importanti per la messa in sicurezza dei percorsi. Ad ogni Convegno cui mi capita di partecipare viene segnalata con merito la bravura della Regione Toscana nella messa in sicurezza della Via Francigena. Ogni volta segnalo che anche il Lazio non è lontano dal raggiungimento di questo obiettivo. La presenza di Roma quale ultima tappa costituisce elemento di grande prestigio ma anche di grande criticità; molte risorse infatti sono assorbite non soltanto in questo campo da questa megalopoli con margini residuali per le realtà periferiche, questo a prescindere dalla buona volontà degli amministratori regionali. D’altro canto il fascino della Tomba di Pietro è unico al mondo, ma proprio gli ultimi 10 km costituiscono un problema non ancora del tutto risolto per quanto riguarda la sicurezza del percorso. C’è poi il problema dell’accoglienza del pellegrino in San Pietro. Quando si sono compiuti centinaia o migliaia di km a piedi, ci si attende con ragione, un’accoglienza che sia degno coronamento della fatica fatta; così ancora non è ed occorre una sinergia maggiore tra la città del vaticano e il Comune di Roma. Per concludere: la Via Francigena ha nei confronti del cammino una particolarità che si traduce in un grande vantaggio; lungo tutto il suo itinerario ma specificatamente nel Lazio, ogni 15/20 km il pellegrino trova una cittadina con la sua storia, le sue tradizioni, la sua cultura, la sua enogastronomia, diverse ma sempre affascinati. Questa caratteristica consente di proporre il “prodotto Francigena” con pacchetti che possono andare da una a dodici tappe, cioè da Proceno primo Comune del Lazio sino a Roma meta finale. E’ una strada che abbiamo iniziato a percorrere e che siamo certi possa dare grandi risultati in termini di presenze e soprattutto di ritorni. 
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A Bruxelles presentato il progetto europeo della Francigena

Tutto esaurito all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles dove, ieri pomeriggio, si è svolto l’incontro “La Via Francigena: un cammino europeo”, organizzato dalla Regione Toscana per presentare ad un pubblico qualificato (associazioni culturali, rappresentanti di istituzioni europee e operatori turistici) il percorso toscano della via Francigena: la Toscana è l’unica regione europea ad aver recuperato interamente questo cammino.

Sono stati il presidente Enrico Rossi e l’assessore alla cultura Sara Nocentini a fare gli onori di casa, insieme al direttore dell’Istituto italiano di cultura Paolo Grossi, a Silvia Costa, presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo; Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione europea delle Vie Fracigene; Eleonora Berti, Itinerari culturali del Consilgio d’Europa, Walter Zampieri, capo unità politiche culturali della Commissione europea, al direttore Turismo di Toscana Promozione Alberto Peruzzini. L’incontro è stato animato animato da Luigi Nacci, scrittore e viaggiatore, un vero conoscitore della via Francigenza toscana, a cui ha dedicato il suo ultimo libro “Alzati e cammina: sulla strada della Viandanza” (Ediciclo Editore).

“Dal 2014 – ha detto il presidente Rossi – la Via Francigena si aggiunge alla ampia offerta della Toscana, fatta di arte, storia, paesaggio ed enogastronomia. Si tratta di un nuovo turismo, quello più spirituale, di elevatissima valenza culturale. Un turismo slow, riflessivo, di chi ama il contatto con la natura. Un cammino europeo, che noi vogliamo dedicare a tutti i giovani di questo continente, rendendolo attrattivo ai loro occhi grazie anche ad un accesso alla banda larga su tutto il percorso”.

“Ed è anche da sottolineare il dato economico della Via Francigena – ha aggiunto Rossi – che nel 2014 ha contribuito al Pil toscano per 24 milioni: all’incirca come la metà del fatturato dell’aeroporto di Firenze. Noi vogliamo che diventi una nuova infrastruttura del turismo regionale, in grado di creare 500 posti di lavoro in un anno”. Il percorso ufficiale da Canterbury a Roma è lungo 2mila km, articolato in 79 tappe attraverso 4 Paesi (Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia). Quello italiano attraversa 7 regioni e 140 Comuni con 44 tappe. Il tratto toscano è di 370 km e attraversa 38 Comuni. Percorrendo 25 km al giorno servono due settimane per compiere l’intero percorso, interamente messo in sicurezza e ben segnalato. La Toscana ha recuperato il tracciato grazie ad un investimento di 16 milioni ( 8 mil per la messa in sicurezza, 2 mil per la segnaletica e 6 mil per le strutture ricettive: oltre 1200 lungo l’intero percorso nel raggio di un km dal sentiero). “Una vera e propria infrastruttura che nel 2014 è stata frequentata da oltre 150mila viandanti, con un incremento sul 2013 del 20%. Numeri che ci dicono che abbiamo fatto la cosa giusta. Siamo soddisfatti. Ringrazio il presidente Prodi che all’inizio della legislatura mi incoraggiò ad intraprendere questa iniziativa. Visti i risultati devo dire che aveva ragione”.

Fonte: Regione Toscana

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l’Institut Culturel Italien de Bruxelles s’est déroulé dans l’après-midi du 3.2.15, la rencontre « La Via Francigena : un itinéraire européen », organisé par la région Toscane.

Tous sont épuisés à l’Institut Culturel Italien de Bruxelles, où s’est déroulé dans l’après-midi du 3.2.15, la rencontre « La Via Francigena : un itinéraire européen ». L’événement a été organisé par la région Toscane pour présenter devant un public qualifié (des associations culturelles, des représentants d’institutions européennes et des voyagistes), la parcours de la Via Francigena, car la Toscane est la seule région à avoir récupéré entièrement cet itinéraire.

C’étaient le président Enrico Rossi et la conseillère de la culture Sara Nocentini qui ont fait les honneurs de la maison, en collaboration avec le directeur de l’Institut Culturel Italien Paolo Grossi, la présidente de la Commission de la culture du Parlement Européen Silvia Costa, le président de « l’Associazione europea delle Vie Fracigene » Massimo Tedeschi, Eleonora Berti des Itinéraires Culturels du Conseil de l’Europe, le chef des unités politiques-culturelles du Parlement Européen Walter Zampieri et le directeur du tourisme de la Toscane Alberto Peruzzini. La rencontre était animée de Luigi Nacci, écrivain et voyageur. Il connaît très bien la route de la Via Francigena en Toscane, à laquelle il a dédié son dernier livre « Alzati e cammina: sulla strada della Viandanza ».

Lors de la rencontre, le Président Rossi a dit que la Via Francigena s’ajoutait depuis 2014 à l’offre large de la Toscane, qui se composait de l’art, de l’histoire, du paysage et de la gastronomie. « Il s’agit d’un nouveau tourisme, soit un tourisme plus spirituel et avec une grande valeur culturelle. Un tourisme « slow », réfléchi, pour ceux qui aiment le contacte avec la nature. Un itinéraire européen que nous voulons dédier à tous les jeunes de ce continent en le rendant attractif grâce à l’accès à large bande sur tout le parcours», a dit Enrico Rossi. Puis il a ajouté : « Il faut souligner la donnée économique de la Via Fracigena : La Via Francigena a contribué avec 24 million d’euros au PIB toscane en 2014, c’est environ la moitié du chiffre d’affaires. Nous voulons qu’il devienne une nouvelle infrastructure du tourisme régional qui est en mesure de créer 500 postes de travail au cours d’une année ».

Le parcours officiel de Canterbury à Rome a une longueur de 2000 kilomètres qui se divise en 79 étapes à travers quatre pays (Angleterre, France, Suisse, Italie). La partie italienne traverse sept régions et 140 Communes avec 44 étapes, celle toscane 38 communes (370 km). En parcourant 25 kilomètre par jour, les pèlerins mettent deux semaines pour accomplir l’entier parcours, qui est très bien signalé et sécurisé. La Toscane a récupéré le parcours grâce à un investissement de 16 million d’Euros (8 mil. pour la mise en sécurité, 2 mil. pour la signalisation et 6 mil. pour les structures réceptives : plus de 12000 le long du parcours entier dans un rayon d’un kilomètre d’itinéraire). « Une vraie infrastructure qui était parcourue de plus de 150 000 personnes en 2014. C’est une augmentation de 20% en comparaison avec l’année 2013. Ce sont des chiffres qui nous disent que nous avons fait la bonne chose. Nous sommes satisfaits. Je remercie le Président Prodi qui m’avait encouragé au début de la législature d’entreprendre cette initiative. Face aux résultats, je dois dire qu’il avait raison. 

Traduction: Institut des Itinéraires Culturels du Luxembourg

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La Basilicata e la Francigena, una grande opportunità

La Basilicata è una delle 11 regioni attraversate dalla Francigena ed ha un forte potenziale da esprimere grazie a questo itinerario europeo, anche in collegamento con matera Capitale della Cultura 2019. La Regione ha manifestato l’interesse ad aderire ad AEVF, mentre nei giorni scorsi è stato sottoscritto un accordo fra la stessa AEVF e l’Associazione Reti Vie Francigene della Basilicata.Riflessioni a più voci sul riposizionamento strategico e sullo sviluppo del Vulture-Alto Bradano alla luce del rilancio della Sata, dell’Expo di Milano e delle attività connesse a Matera capitale europea della cultura nel 2019. È quanto avvenuto nei due workshop organizzati dall’incubatore culturale innovativo Identity Formation, in cui si sono confrontati manager, docenti universitari imprenditori e professionisti. Il primo workshop, aperto dal Direttore Generale di Identity Formation, Tonio Bufano, ha avuto come filo conduttore l’ambizioso progetto di sviluppo locale legato alla valorizzazione della Via Francigena (antico itinerario religioso riconosciuto dal Consiglio d’Europa) nei territori della Basilicata. “La Via Francigena – ha detto l’avvocato Bufano – è uno strumento di riposizionamento strategico del Vulture-Alto Bradano dal quale di sicuro può essere generato sviluppo. Il famoso itinerario religioso-turistico che parte dall’Inghilterra offre notevoli opportunità collegate a Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019». Analogo il parere dell’Amministratore unico di Identity Formation, Leonardo Tullio, secondo il quale «è giunto il momento di cogliere le opportunità che si stanno presentando”. “Occorre – ha aggiunto Tullio – fare leva sull’innovazione, che è un processo rivolto alla conoscenza. Con questa consapevolezza la crisi in corso potrebbe essere superata più agevolmente”.

Su Matera sono intervenuti la regista Alessandra Bonavina e Mauro Bitondo. La prima si è soffermata sugli strumenti multimediali come elemento di rilancio del Vulture-Alto Bradano in vista degli importanti appuntamenti del 2019. L’ingegner Bitondo ha invece parlato della sua esperienza in tema di rigenerazione urbana nella Città dei Sassi. Nel secondo workshop la parola è passata agli amministratori locali. Il sindaco di Banzi, Nicola Vertone ed il suo omologo di Forenza, Francesco Mastrandrea (è anche presidente dell’Unione dei Comuni Alto Bradano) hanno evidenziato l’impegno quotidiano alla guida dello loro comunità nell’offrire servizi adeguati ai cittadini, senza tralasciare la cultura come motore per lo sviluppo locale. “A Forenza – ha detto il sindaco Mastrandrea – sono impegnato nel far conoscere a livello nazionale ed internazionale le diverse testimonianze del barocco”.

In Basilicata opera da circa un anno l’Associazione Reti Vie Francigene della Basilicata (ARVFB). Il sodalizio, presieduto da Daniela Venosa, è impegnato nel promuovere l’itinerario di Sigerico in Lucania e ha stretto importanti accordi di collaborazione a livello nazionale, fra questi uno con l’Associazione Europea delle Vie Francigene ed un altro con la Società Geografica Italiana. “La Francigena – ha commentato Venosa – interessa il territorio lucano e sono convinta che potrà fungere da stimolo per lo sviluppo locale”. Di grande interesse l’intervento di Roberto Biscaro, coordinatore generale del Parco Scientifico di Verona. Biscaro ha portato all’attenzione diversi casi di imprese incubate, diventate successivamente realtà imprenditoriali di tutto rispetto con penetrazione nei mercati esteri. “Gli incubatori di imprese – ha rilevato Biscaro – hanno il compito di selezionare buone idee nascenti, potenziali imprenditori e far condividere le buone idee sostenute. Un incubatore degno di questo nome deve consigliare agli imprenditori ad internazionalizzarsi”. 

Fonte: adnkronos

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Alla ricerca di un gestore per l’ostello di Castelfiorentino

Dopo tre bandi andati a vuoto, il Comune di Castelfiorentino riprova a rilanciare l’ostello per accogliere i pellegrini. Stavolta viene scelta la strada dell’avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse: chi ha un’idea per rilanciare l’ostello può avanzare la propria candidatura.

La struttura è chiusa ormai da due anni e ogni tentativo di rilancio è fino ad ora fallito. Intanto l’amministrazione comunale inizia a valutare altre strade: di fatto, se anche questo tentativo non darà i frutti sperati, sarà valutata l’ipotesi di un cambio di destinazione. La struttura (fuori dall’Aig, associazione italiana alberghi per la gioventù) che si trova nella zona sportiva è stata inaugurata nel 2000, come opportunità di sosta per i pellegrini che percorrono la Francigena e studenti, sempre più numerosi. Una opporrtunità per la Francigena e per i territorio.

Proprio in queste ore è stato approvato l’avviso di “indagine esplorativa finalizzata all’acquisizione di proposte/soluzioni tecnico gestionali finalizzate al recupero/valorizzazione della struttura di proprietà comunale”. Il documento sarà pubblicato a giorni sul sito del Comune di Castelfiorentino, con tutti i dettagli sulle modalità e i tempi per la presentazione delle proposte.

Fonte: il Tirreno

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Toscana ospitale sulla via di EXPO con la Francigena i prodotti del territorio

Pane, pecorino, pancetta ed insaccati ma anche dolci speziati sul sentiero della Via Francigena toscana: sono alcuni dei prodotti che i pellegrini “incontravano” nel lungo viaggio di fede e spiritualità verso Roma.

Un passo dopo l’altro, giorno dopo giorno tra territori affascinanti e poetici, ricoveri rurali e natura, che ha significato per gli antichi camminatori partiti da tutto il Nord Europa, scoprire, conoscere edapprezzare molte delle produzioni agricole ed agroalimentari che rendono il paniere toscano tra i più generosi al mondo con 465 specialità alimentari, un primato assoluto, su 4.671 a livello nazionale.

E’ iniziato sul sentiero della Via Francigena il mito della toscana bella, buona ed ospitale pronta a sfruttare tutte le opportunità dell’Esposizione Universale che porterà negli agriturismi della nostra regione 2,5milioni di turisti.

A confermarlo è Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it e www.facebook.com/ColdirettiToscana) in vista dell’incontro dal titolo “La Via Francigena: un cammino europeo” organizzato dalla Regione Toscana presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles (Rue de Livourne 38) in programma martedì 3 febbraio per illustrare il tratto, finalmente completato, della Francigena che tocca la Toscana: in auto, a piedi, in bicicletta, a cavallo, 380 km in tutta sicurezza, 38 comuni attraversati, più di 1000 strutture ricettive.

La Regione Toscana è la prima regione europea che ha completato il tratto della Francigena, un percorso di pellegrinaggio europeo riconosciuto dal Consiglio d’Europa nel 1994 che dall’Inghilterra arriva in Italia passando da Francia e Svizzera. “la nostra regione – ammette Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – dovrà saper sfruttare ogni singolo giorno, dei 184 giorni, dell’expo.

La Via Francigena sarà sempre più uno degli elementi che caratterizzerà l’offerta turistica internazionale della nostra regione con benefici importanti per l’ospitalità agrituristica e rurale. Sul sentiero, entrando dalla Lunigiana e passando per la Val d’Elsa e le Crete Senesi fino ai confini con il Lazio, si trovano centinaia di aziende agricole, B&B, agriturismi, perfettamente integrate nel progetto della Regione Toscana”.

Viaggio spirituale, ma anche viaggio enogastronomico, a raccontare la “nuova” Via Francigena, a Bruxelles, ci saranno alcuni dei prodotti simbolo del percorso protagonistidella degustazione organizzata da Campagna Amica in collaborazione con Civita e Toscana Promozione. Dalla Provincia di Massa Carrara arriveranno pancetta apuana tesa e arrotolata, mortadella e formaggio caprino delle apuane; dalla Provincia di Lucca il prosciutto bazzone della Garfagnana, dalla Provincia di Siena la salsiccia di cinta senese, ricciarelli e panforte, da Firenze, dal Mugello e dal pratese pecorino toscano Dop, buristo, finocchiona e pane toscano. “L’agricoltura toscana – conclude Marcelli – è pronta per l’Expo. Non vediamo l’ora che inizi”.

I prodotti sono stati forniti dalle aziende di Campagna Amica: Azienda Agricola Luca Tognoli, Via Fosso 4, 54013 Fivizzano (MS); Agriturismo Pane e Olio di Paolo Rossi, Località Il Camino 1, Villa Collemandina (LU; Società Agricola Bacciotti di Sandra e Roberto Mongili, S.S. Via Gabbiano 7, Sant’Agata di Mugello; Consorzio Agrario di Siena/Siena Farmers Cooperative, Via G. Pianigiani 9, 53100, Siena; La Torre Antica Via S. Maria a Chianni 79, 50050 Gambassi Terme (FI) e Azienda Agricola Paolo Colzi, Via Pollative 54, 59100 Prato (PO).

Fonte: Coldiretti Toscana – Go News

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Palazzo Nizza diventa un ostello per i pellegrini lungo la via Francigena

Palazzo Nizza, via ai cantieri per il ripristino e la messa in sicurezza della struttura che diventerà un ostello per i pellegrini della Via Francigena a Massa Carrara.

Continua il sostegno della regione Toscana e degli enti locali per supportare le infrastrutture lungo la Francigena. L’opera, del valore di 700mila euro, è finanziata infatti dalla Regione con 420mila euro.

Fonte: La Nazione

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Riscoperta e rinascita della Francigena, venti anni dopo

Sono trascorsi oltre vent’anni da quel riconoscimento della Francigena (1994) ad Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, così come avvenne per il Cammino di Santiago nel 1987.

Dopo la riscoperta, avvenuta negli anni Settanta e consacratasi a partire dagli anni Ottanta, del cammino verso Compostela, ci si rese conto che anche in Italia esisteva un antica via di pellegrinaggio, la via Francigena. Come era avvenuto per il cammino spagnolo, fino a quel momento anche il percorso della Francigena era riconducibile in parte sotto l’asfalto delle autostrade e delle statali che, nel tempo, avevano ricalcato il tracciato delle strade romane e del Medioevo.

L’interesse, dapprima limitato a studiosi e ricercatori, poi estesosi a molte altre persone che, dopo aver percorso il Cammino di Santiago, desideravano arrivare a Roma a piedi e poi a Gerusalemme, ha fatto nascere una fitta rete di appassionati della Francigena. Dove possibile si è cercato di recuperare il tracciato originario, in modo filologico, ma spesso si è scelto di deviare dal percorso storico per sentieri e strade meno trafficate. Constatando il sempre maggiore interesse per il Cammino di Santiago, possiamo affermare che la Francigena è un tesoro dal punto di vista culturale, sociale, turistico che ha portato le amministrazioni pubbliche a prendere coscienza dell’importanza del fenomeno ai fini dello sviluppo territoriale. Importantissimo anche il ruolo della chiesa e delle diocesi per quanto riguarda accoglienza, ospitalità povera e fedeltà alla dimensione spirituale che la via deve continuare a preservare.

Torniamo alla riscoperta della Via Francigena intesa come itinerario culturale, cammino spirituale, percorso fruibile per camminatori e viandanti. Dopo una fase iniziale, si consolida verso la metà degli anni ’80, complice il rilancio in grande stile del cammino spagnolo di Santiago di Compostela. A quasi dieci secoli di distanza dall’ormai celebre diario del vescovo Sigerico, l’antropologo Giovanni Caselli nel 1985 ricostruì nei minimi dettagli l’esatto itinerario, ripercorrendolo mansio dopo mansio da Canterbury a Roma. La completa cartografia dell’itinerario venne eseguita da tecnici dell’Istituto Geografico Militare e venne pubblicata nel 1990 in occasione del 1000esimo anniversario del viaggio di Sigerico.

Nel frattempo iniziarono a moltiplicarsi studi, pubblicazioni, ricerche, progetti culturali sulla Via Francigena a testimonianza del grande fermento che suscitava questo itinerario culturale europeo che verrà poi sostenuto dalle istituzioni negli anni ’90 in vista del grande Giubileo del 2000. Il progetto venne ufficialmente promosso nel 1993 dal Ministero del Turismo in collaborazione con le Regioni italiane Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna (capofila), Liguria, Toscana e Lazio. Esso ricevette l’approvazione dalla Commissione Europea – DG XXII – nell’ambito del Piano di Azione Comunitario per il turismo ed ottenne il riconoscimento di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa” nel 1994. Alla riuscita del progetto contribuirono, oltre alle regioni italiane attraversate dall’itinerario e costituitesi in rete: il Comitato Scientifico appositamente nominato (Proff. Giovanni Cherubini, Lucio Gambi, Giuseppe Sergi, Pierre Toubert), il Comitato d’Onore formato da Consiglio d’Europa, UNESCO, Pontificio Consiglio Pastorale Migranti ed Itineranti, Organizzazione Mondiale del Turismo. I lavori del Comitato Scientifico confluirono poi in un dossier e in un volume divulgativo affidato alla competenza editoriale del Touring Club Italiano ed in un’appropriata cartografia del percorso.

A seguito del riconoscimento, seguirono importanti contributi forniti da seminari internazionali organizzati a Torino da Regione Piemonte sul tema “Le vie del Medioevo – Pellegrini, Mercanti, Monaci e Guerrieri da Canterbury a Gerusalemme” (20-21 ottobre 1994) e a Parma da Regione Emilia-Romagna sul tema “La Francigena: un percorso della storia europea per l’economia turistica del 2000” (20 gennaio 1995). I risultati del progetto diventano oggetto di una mostra fotografico-didattica programmata presso la sede del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo nei mesi di febbraio-marzo 1995, curata dal Centro Regionale per la documentazione dei Beni Culturali e Ambientali dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio.

Il 18 febbraio 1995, esattamente vent’anni fa, a Roma nella Sala della Protomoteca del Campidoglio si svolse l’incontro internazionale “Roma, le grandi vie di pellegrinaggio” a conclusione della fase progettuale e quale inizio di una nuova fase di sviluppo della Francigena di tipo culturale, economico, occupazionale.

La menzione di “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” del 1994 venne poi seguita da quella di “Grande Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” consegnata a Wroclaw, in Polonia, nell’ambito della Conferenza di apertura del cinquantesimo anniversario della Convenzione Culturale Europea.

Già prima del Grande Giubileo, iniziarono a nascere associazioni culturali e di camminatori a sostegno della Francigena: una delle prime è l’Association Internationale Via Francigena, con sede a Martigny in Svizzera, fondata nel 1997.

Nell’Anno Santo si contano solo un paio di migliaia di pellegrini in cammino sulla Francigena, mentre sul Cammino di Santiago il fenomeno era ormai esploso e già se ne contavano oltre 100 mila. Il post Giubileo non vide comunque una immediata ripresa del flusso di camminatori verso Roma, in primis per una tiepida progettualità dell’accoglienza, della fruibilità del percorso, delle infrastrutture e per mancanza di interesse da parte dei singoli territori per un progetto del quale allora non si riusciva ad intravedere la potenzialità.

Una serie di fattori ha poi invertito tale tendenza ponendo la Francigena all’attenzione sotto molteplici profili: culturale, spirituale, religioso, turistico, politico. Si è trattato di un’azione bottom up, che ha messo in rete associazioni, istituzioni, istituti di ricerca, diocesi, appassionati, camminatori di diversi territori.

Le istituzioni locali cominciarono a prendere maggiore consapevolezza dell’importanza di far rivivere l’itinerario culturale gettando le basi per il ripristino dell’antico percorso, a cominciare dal tratto italiano dal Passo del Gran San Bernardo a Roma, e renderlo fruibile ai camminatori.

Il 7 aprile 2001 i rappresentanti di 34 Enti locali (30 Comuni e 4 Province) lungo il percorso italiano della Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico firmarono a Fidenza l’atto costitutivo di quella che oggi è Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF)e a cui aderiscono oltre cento enti locali territoriali e Regioni (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Liguria, Lazio, Puglia). AEVF svolge azione di impulso degli interlocutori del progetto di valorizzazione dell’itinerario, raccordando tutti i livelli istituzionali, locale, regionale, nazionale, europeo. Ha consolidato un efficace modello di governance, che è valsa ad essa nel 2007 l’attribuzione (confermata nel marzo 2012) della abilitazione del Consiglio d’Europa a rete portante (réseau porteur) della Via Francigena. Il prestigioso riconoscimento, in collaborazione con l’Istituto l’Europeo degli Itinerari Culturali di Lussemburgo, fa di AEVF il modello di riferimento europeo per sviluppo, tutela, salvaguardia, promozione delle Vie Francigene.

Si tratta di percorrere insieme ancora un lungo cammino che si rivelerà vincente se i territori sapranno (e vorranno!) credere e lavorare insieme a questo progetto europeo di turismo sostenibile e di recupero delle nostre radici. Un dialogo costante che deve riguardare amministrazioni pubbliche e diocesi, associazioni e volontari, categorie economiche e turistiche, operatori culturali.

L’esperienza lungimirante di Regione Toscana ha senza dubbio costituito una svolta per l’itinerario e continua ad essere un modello esemplare, a dimostrazione di come la Via Francigena può generare nuovi flussi turistici e nuove opportunità di sviluppo, per i giovani in particolare. Ma soprattutto essa diventa grande occasione per lavorare in rete e sinergia, a tutti i livelli istituzionali e territoriali, creando le premesse di una “ripartenza” e di una crescita sostenibile dei territori cosiddetti “minori” sui quali, grazie alla Francigena, possono accendersi i riflettori.

Massimo Tedeschi, Presidente AEVF
Luca Bruschi, Project Coordinator AEVF

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