Via Francigena

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La Via Francigena nel Sud, una pellegrina francese ci scrive…

Una bella testimonianza della pellegrina francese Marie Rose, che ha recentemente percorso la Via Francigena del Sud, partendo da sola per circa 40 giorni. Una esperienza che ha voluto condividere con gli amici francigeni per raccontarci di “quanto è bello” questo tratto di percorso.

“Cari amici della Via Francigena,

ho percorso la Francuigena nel Sud dal 15 settembre, partendo da Roma, e sono arriva in Puglia il 15 ottobre a Santa maria di Leuca!
Una esperienza molto bella, ricca di incontri e di molteplici scoperte; ho attraversato da solo tutta la parte sud, senza aver mai avuto una minima sensazione di insicurezza.

Gli italiani sono stati accoglienti, attenti alle esigenze di chi cammina e di chi parla un’altra lingua. Nonostante il cammino non sia ancora segnalato, salvo in alcune piccole tratte, si attraversano delle terre ricchissime di storia all’interno di un percorso che ci porta alle radici dell’Europa.

Ho veramente avuto l’impressione di percorrere 2.000 anni di storia ed ho avuto la consapevolezza di aver ereditato tanto dal passato. Incontri fraterni lungo la via e negli ostelli, ancora non molto numerosi, parrocchie o strutture religiose dove è sempre stato possibile un momento di confronto.

Si è trattato di un magnifico cammino introspettivo “di solitudine, la Francigena nel Sud affonda le radici nel cuore della Storia con la “S” maiuscola, ma ci immerge anche nella nostra storia personale.

ULTREIA per il futuro, buona lettura, e saluti pellegrini!”
Marie Rose

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Francigena du Sud, une pèlerine française nous écrit…

Une belle témoignage de la pèlerine française Marie Rose, qui a récemment parcouru la Francigena du Sud en marchant pour 40 jours vers Santa Maria di Leuca. Une expérience formidable qui elle a voulu partager avec les amis de la Francigena pour nous raconter la beauté de ce parcours.

Chers amis de la Via Francigena,

J’ai pris le départ de Rome le 15 septembre et réussi à rejoindre la pointe Sud des Pouilles à Santa Maria di Leuca le 15 octobre! Très belle expérience, riche en rencontres et en découvertes multiples.

J’ai en solo traversé la partie Sud sans jamais avoir un sentiment d’insécurité. Les italiens sont accueillants, prêtant une oreille attentive aux efforts linguistique et de communication que je pouvais faire. Bien que le “chemin” ne soit pas balisé, sauf sur de rares portions, qu’il soit souvent asphalté, se sont des terres riches en une histoire fondatrice pour notre Europe dont les vestiges sont au fil des pas palpables.

J’avais vraiment l’impression de parcourir 2000 ans d’histoire et j’ai pris conscience d’en être une héritière privilégiée. De belles rencontres fraternelles sur la route, dans les accueils-peu nombreux certes ( 1/3 des accueils) en paroisse ou dans des sanctuaires où le partage sur le sens de la démarche et la réflexion sur la marche du monde était possible.

Magnifique chemin de solitude, la Via Francigena du Sud  ns plonge dans l’histoire  avec un grand “H” mais aussi au coeur de notre propre histoire !

ULTREIA pour la suite, bonne réception et amicales salutations pèlerines”
Marie Rose

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Conferenza a Venezia: Itinerari culturali europei, una risorsa per il territorio

La Cooperazione Europea e la Valorizzazione degli Itinerari Storici, Culturali e Religiosi per lo Sviluppo del Territorio”: è questo il titolo del convegno in programma a Venezia al palazzo Grandi Stazioni il prossimo 4 dicembre. All’interno di questo dibattito europeo si porta l’esperienza della Francigena
L’evento è organizzato nel contesto degli Open Days 2014, ovvero la Settimana europea delle Regioni e delle Città che in ottobre, a Bruxelles, ha visto il Veneto confrontarsi da protagonista sulla scena europea sul tema degli itinerari culturali e turistici europei come motore di sviluppo per il territorio.

Al centro dell’attenzione la “via Querinissima”, viaggio europeo oggi pronto a trasformarsi in un itinerario tuistico-culturale, che nel ‘400 ha portato il nobile veneziano Pietro Querini a scoprire in Norvegia il baccalà e diffonderlo in Veneto.

Durante la conferenza si affronteranno anche le esperienze di altri itinerari europei culturali e religiosi importanti come il Cammino di Santiago e la via Francigena, per comprendere quanto possano rappresentare una risorsa per una crescita sostenibile.

Per iscriversi, inviare una mail a marco.casagrande@regione.veneto.it

Riferimento uffici
Sezione Sede di Bruxelles 
tel : 32 27437010 / +39 041 2794810 
fax: 32 27437019 

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Vie Francigene nel Sud: una rete di attori per lo sviluppo del progetto. La svolta di Bari.

Si sono svolti con successo, a Bari, gli Stati Generali per valutare la candidatura di Itinerario culturale del Consiglio d’Europa della via Francigena del Sud. Un processo partecipato, condiviso e di grande prospettiva per lo sviluppo dei territori di Lazio, Campania, Molise, Balisillicata e Puglia in una dimensione europea.

L’Associazione Europea delle vie Francigene, incaricata ufficiale del Consiglio d’Europa quale reseau porteur della Via Francigena, in collaborazione con la Regione Puglia e Puglia Promozione, ha organizzato dal 28 al 30 novembre nel teatro Margherita di Bari gli Stati Generali della via Francigena nel Sud per la valutazione del dossier di candidatura di “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa della via Francigena nel Sud”.

Tre giorni intensi, di lavoro, incontri, dibattiti, laboratori e scambi di buone prassi al quale sono intervenute istituzioni regionali e locali, associazioni ed appassionati, operatori culturali e turistici. Significativa la presenza del Ministero del Turismo attraverso la figura del delegato per lo sviluppo dei cammini, Paolo Piacentini. Importante anche la convinta partecipazione di tre regioni: Lazio, Campania e Puglia.

AEVF sta lavorando al dossier di candidatura in collaborazione con Società Geografica Italiana, la quale ha presentato alle regioni ed ai partecipanti la metolodologia del lavoro attraverso l’intervento del Segretario Generale Simone Bozzato.

L’obiettivo è quello di cercare di presentare la candidatura al Governing Board del Consiglio d’Europa che si riunirà nel mese di aprile 2015. L’apertura verso il Sud, in direzione Gerusalemme, dovrà fortemente prendere in considerazione l’area del Mediterraneo e sviluppare politiche a sostegno del dialogo interculturale, uno dei prinicipi fondamentali a cui si ispira il programma degli Itinerari Culturali europei. Proprio a questo proposito è stato letto il bel messaggio di Penelope Denu, Direttrice dell’Istituto Europeo per gli Itinerari Culturali di Lussemburgo (testo in allegato), che ha sottolineato come “La riscoperta dei percorsi che da Roma proseguivano verso Gerusalemme, attraversando prima le regioni italiane riunite in questi giorni, giungendo ai porti pugliesi, e poi in Grecia, Turchia, Cipro, permette oggi di mettersi in viaggio sulle tracce dei viaggiatori che ci hanno preceduto, rileggendo, nel corso del viaggio, quei legami tra culture che hanno segnato l’Europa contemporanea, le sue lingue, il suo patrimonio tanto materiale quanto immateriale, cogliendo l’intreccio di percorsi che ha tracciato il nostro contiente.”

E la via Francigena, come ricorda Jacques Le Goff, “è un ponte che unisce l’Europa anglosassone all’Europa mediterranea”.

Tra i requisiti per la candidatura ad itinerario culturale, secondo la Risoluzione (2013)67, ricordiamo:

-Tema culturale europeo legato ai valori del Consiglio d’Europa
– Coinvolgimento di almeno 3 Paesi
-Tema in grado di contribuire ad illustrare e far cresce la memoria, storia e patrimonio dell’Europa
-Comitato Scientifico internazionale con esperti multidisciplinari
-Animazione sui territori, coinvolgimento dei giovani e delle associazioni
-Sostenibilità economica e gestione da parte di un soggetto legalmente riconosciuto
-Sviluppare progetti innovativi in ambito di turismo sostenibile e patrimonio culturale

E’quindi avviato questo processo di estensione dell’itinerario verso sud, con la consapevolezza che solo attraverso la collaborazione fra tutti gli attori dei territori ed una solida rete questo itinerario culturale europeo sarà presto una realtà e potrà ospitare migliaia di camminatori e pellegrini. Questa candidatura è solo un primo importante passo, ma non sufficiente. Sappiamo che per rendere veramente fruibile un itinerario culturale come la Via Francigena occorrono un percorso sicuro e ben segnalato, una adeguata manutenzione, accoglienza. Tutto il resto, potrà poi svilupperà di conseguenza e la Francigena del Sud saprà certamente creare opportunità di lavoro per giovani, lanciare nuove start up, promuovere una sostenibilità nei teritori, una turismo autentico, creare un nuovo senso di appartenenza alle comunità locali facendo riscoprire le proprie radici. Questi valori sono già nel DNA della Francigena.

Luca Bruschi


Il Saluto dell’On. Silvia Costa,
Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo

Carissimi,

saluto con affetto ed entusiasmo tutti voi e la vostra iniziativa, cui mi rammarico di non poter partecipare.

Sapete del mio profondo legame con gli itinerari culturali e con la Via Francigena in particolare, che ho cercato di trasformare, in Parlamento Europeo, in un impegno a favore del loro sviluppo e valorizzazione. Un’azione di successo, che ci ha permesso di stanziare oltre 7 milioni in tre anni per progetti e servizi collegati e a rendere questa voce, a partire dal 2015, un capitolo di bilancio permanente.

Parlamento Europeo, Commissione e Consiglio d’Europa con le Regioni, i Comuni e le associazioni hanno stretto un’alleanza forte, che ho personalmente promosso e incoraggiato, per un rilancio strategico del Programma degli itinerari culturali europei, con l’impegno dell’Italia a completare il tracciato della Via Francigena fino a Gerusalemme, e la proposta avanzata insieme ad altri colleghi di creare un Intergruppo dedicato a questo tema. 

Crediamo fermamente nei valori di solidarietà e di dialogo interculturale e intergenerazionale dei cammini, ma anche nelle loro potenzialità di valorizzazione del patrimonio e di sviluppo territoriale: lungo gli itinerari nascono infatti opportunità economiche e occupazionali e di nuova impresa, giovane e sostenibile.

Ma importanti sono anche i protagonisti di questi straordinari percorsi: chi cammina ha da sempre diverse motivazioni, siano esse spirituali o religiose, culturali o di conoscenza e di scoperta. I viaggiatori ci insegnano che Il cammino si fa andando, e ad ogni passo che si percorre si assapora questa autenticità che solo questa via riesce a trasmettere, anche attraverso gli incontri che il viaggio riserva ogni giorno. Esso invita ad un maggiore altruismo, meditazione, umiltà, dialogo, ascolto, confronto. Cuore dell’esperienza rimangono da sempre gli incontri,che fanno la differenza: con la natura, il patrimonio culturale e  con le persone.

A loro va il mio affettuoso saluto, e a tutti i presenti i miei auguri di buon lavoro.

Silvia Costa

 

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Un percorso sulla via Francigena per collegare le fortezze di Sarzana

Sarzana, una delle tappe liguri lungo la Via Francigena, avvia un progetto nato dal basso che mette a valore il patrimonio culturale della città, legato alla Fortezza di Sarzanello. Comune, consulte e privati uniti in rete per il bene del territorio.

Il lavoro a stretto contatto fra amministrazione e cittadini porterà infatti alla riqualificazione e alla valorizzazione, tramite appositi pannelli, del percorso pedonale che collega il centro di Sarzana e la Cittadella con la Fortezza di Sarzanello, incrociando anche un tratto della Via Francigena. Un progetto che ha lo scopo di unire i due complessi monumentali con pochi minuti di cammino garantendo uno scorcio sul centro storico inedito e affascinante.

Fonte: Città della Spezia

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Fiaccolata di Natale sulla Via Francigena, a Monteriggioni

Una bella tradizione che si rinnova sulla Via Francigena, a Monteriggioni, dove si organizzerà la “Fiaccolata di Natale”.

Il Comune, in collaborazione con il CAI Siena, organizza, infatti, la tradizionale passeggiata sulla via degli antichi pellegrini. L’appuntamento è per il 24 dicembre alle ore 21 al Castello di Monteriggioni, da dove partirà il percorso a piedi di 4 km verso il bellissimo borgo di Abbadia Isola. Arrivati a destinazione, sarà possibile prendere parte alla Messa di mezzanotte. La partecipazione è gratuita e i “pellegrini” potranno rientrare poi a Monteriggioni sfruttando le navette messe alla disposizione per l’occasione. 

 

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Stati Generali della Francigena nel Sud, una svolta per lo sviluppo di un nuovo itinerario europeo

Gli Stati Generali delle Vie Francigene nel Sud si svolgeranno a Bari, nell’ambito della manifestazione specializzata “Vie Sacre Experience“, presso il Teatro Margherita. Con l’intendimento di presentarsi come straordinaria occasione di confronto, con obiettivi dichiarati ed estremamente concreti.

Un confronto tra le istituzioni, finalizzato ad ottenere il riconoscimento ufficiale dei percorsi a Sud di Roma come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa e promuovere azioni comuni di valorizzazione. E insieme incoraggiare lo sviluppo di reti tra le organizzazioni, profit e non profit, che intendono partecipare ai processi di affermazione delle Vie come occasione privilegiata di crescita culturale e turistica.

Per introdurre questi temi generali, venerdì 28 novembre, nella prima sessione generale (17.00), “Rafforzare la competitività del settore culturale e creativo per promuovere una crescita economica intelligente, sostenibile e inclusiva“. Nella seconda sessione spazio alle regioni ed ai progetti di coordinamento interregionale, in collaborazione con AEVF

Il giorno sabato 29 si apre con l’incontro tra le istituzioni locali a la rete europea AEVF, nell’ottica di rinforzare le sinergie territoriale per lo sviluppo di un turismo sostenibile. Il  29 pomeriggio attraverso una sessione plenaria che approdi verso le conclusioni, sarà ripercorsa la filiera della progettazione per individuare un modello di integrazione trasversale, condiviso dalle diverse sensibilità presenti sul territorio ma anche utile, ovvero effettivamente in grado di sostenere progettualità, opportunità e strumenti di creazione di valore. Sarà presentato il Dossier di candidatura della Direttrice Sud all’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, per avviare il conseguente riconoscimento del Consiglio d’Europa.

Domenica 30, prenderà vita un laboratorio di confronto e scambio con gli attori presenti sul territorio, a partire dagli studiosi, ricercatori, associazioni, camminatori. Ben oltre il riconoscimento istituzionale della direttrice Sud, rimane un immenso lavoro da fare per realizzare un prodotto turistico ad elevata intensità emozionale, capace di offrire posizionamento strategico e alimentare lo storytelling, ma soprattutto di creare una rete integrata di servizi d’offerta territoriale. Per affrontare concretamente questi temi, quindi, domenica 30 novembre saranno condivise le buone prassi e avviati tre laboratori permanenti

FrancigenaLab 01

Promozione e Informazione turistica
Beni culturali e Reti museali
Eventi, Spettacoli e Rievocazioni storiche

FrancigenaLab 02

Accoglienza, ospitalità e servizi
Guide, tutor e accompagnatori
Sport, svago, piacere e benessere

FrancigenaLab 03

Tracciati, percorsi, itinerari, tappe…
Formazione specializzata
Tecnologie a supporto delle Vie Francigene
Creazione di start-up francigene

Programma in allegato.

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Capannori Ospitale: la richiesta alla Regione per una nuova struttura per i pellegrini

L’amministrazione Menesini ha fatto il primo passo verso un nuovo progetto a Capannori, dove si vuole ristrutturare un vecchio edificio per metterlo a disposizione dei pellegrini sulla Via Francigena
Il progetto ‘Capannori Ospitale’ è stato proposto nell’ambito delle azioni messe in campo per dar vita ad un turismo sostenibile e valorizzare la via storica che attraversa il centro di Capannori.

La realizzzazione del progetto è vincolata dall’ottenimento di fondi regionali previsti per questo tipo di interventi, che potrebbero finanziare l’opera, il cui costo è stimato in 760 mila euro, al 60 per cento dell’importo complessivo.

La nuova infrastruttura sarebbe collocata in un punto strategico del percorso storico, nel centro di Capannori, dove adesso si trova un edificio che il Comune intende recuperare per destinarlo a sede di questa particolare struttura ricettiva riservata a viaggiatori particolari come i viandanti della via Francigena.
Nei prossimi giorni nella sede di Athena, in via Carlo Piaggia a Capannori, sarà anche inaugurato un punto tappa e un punto timbro delle credenziali dei pellegrini (disponibile anche nelle ore di chiusura tramite una cassetta esterna porta timbro con dispositivo antivandalico), dove 
sarà anche installata una postazione touch screen autoportante. In prossimità della struttura culturale sarà posizionato un totem informativo a torre verticale con QR code.


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Un’alleanza per rilanciare la cultura europea e gli itinerari culturali

Intervento di Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, sull’utilizzo delle risorse della programmazione 2014-2020 a favore delle politiche culturali ed itinerari culturali europei. L’intervista è stata pubblicata sul Sole 24 Ore.

Silvia Costa, già relatrice di Europa Creativa 2014-2020, nella precedente leguislatura si era fatta promotrice per l’inserimento degli itnerari culturali europeiall’interno del programma. Grazie ad una forte azione di coinvolgimento delle varie commissioni, ed a seguito di una azione pilota di tre anni, è stato realizzato un fondo europeo permanente per lo sviluppo delle azioni territoriali a vantaggio degli itinerari culturali europei.
Una attenzione particolare viene riservata al progetto per l’implementazione della Francigena verso Gerusalemme, all’interno del programma degli itinerari culturali del Consiglio d’Europa

“Pur nel pieno della crisi economica, cultura, educazione e creatività non hanno subito tagli nella programmazione Ue 2014-2020 e anzi hanno registrato un incremento negli investimenti. Un segnale chiaro, fondato sulla convinzione che il sostegno a questi settori porti ai territori crescita sostenibile e occupazione di qualità, nel rispetto del modello sociale europeo. Una battaglia del Parlamento, senza la cui azione oggi Horizon 2020 non includerebbe le scienze umanistiche; i Por Fesr non contemplerebbero più le parole cultura, valorizzazione del cultural heritage e delle industrie culturali e creative (Icc) tra gli Obiettivi tematici; il Fondo Sociale non sosterrebbe la formazione e lo sviluppo tecnologico e occupazionale per le attività culturali; l’Agenda Digitale avrebbe ignorato le Icc; Cosme non dedicherebbe specifica attenzione alle Pmi del turismo. È giunto il momento di cogliere le opportunità mettendo a regime con decisione gli spazi che la nuova programmazione apre nei programmi a gestione diretta, nei Piani operativi nazionali e soprattutto regionali, nelle azioni per le città metropolitane e le aree interne. Ma anche nei Gal e nei Leader dello Sviluppo Rurale. In Parlamento Europeo presenteremo Relazioni sulla revisione di Europa 2020 perché la cultura sia più centrale e stiamo lavorando alla relazione sulla comunicazione della Commissione per un approccio integrato al patrimonio culturale. Attendiamo gli esiti del Semestre di Presidenza Italiana, in particolare su workplan, heritage e audiovisivo. Sui programmi diretti tocca ora ai beneficiari, invitati a presentare progetti di qualità per Europa Creativa, Horizon 2020, Cosme, Erasmus+, Connecting Europe. Gli enti locali non devono considerarsi estranei a questi interventi, anzi: spesso sono loro a fare la differenza. È soprattutto nella programmazione territoriale che essi possono dare corpo alla loro visione di sviluppo, legato alle radici e proiettato verso l’Europa. Nel settore pubblico quanto in quello privato, profit e non, le Icc sono prevalentemente piccole realtà che affrontano con difficoltà il salto ad una maggior dimensione gestionale, tecnologica, di rete, di investimenti, di promozione e marketing sovranazionale.

La creazione di distretti, la messa in comune di servizi, la pratica delle residenze per artisti e creativi, l’adesione a progetti di lungo periodo, come le Capitali europee della Cultura, le Città capitali dei giovani o il marchio Unesco hanno fatto maturare nuovi know-how e capacità progettuali integrate e dotate di maggiore attrattività per i finanziamenti e impatto sulla vita dei cittadini. Il caso del turismo culturale merita una riflessione specifica. La cultura è la prima ragione per visitare l’Europa, prima meta turistica mondiale. La qualità di sviluppo indotta dal turismo culturale è la più desiderabile: educata, pulita, veicola dialogo interculturale con ricadute dirette sull’ospitalità e la valorizzazione del paesaggio, delle strutture di accoglienza e degli edifici storici, della gastronomia e del lifestyle. E sulla consapevolezza dei cittadini, specie giovani. Parlamento Europeo, Commissione e Consiglio d’Europa con le Regioni, i Comuni e le associazioni hanno stretto un’alleanza forte, che ho personalmente promosso e incoraggiato, per un rilancio strategico del Programma degli itinerari culturali europei, con l’impegno dell’Italia a completare il tracciato della Via Francigena fino a Gerusalemme.

Ma l’approccio integrato riguarda anche il modo di lavorare del Parlamento e della Commissione: la non adeguata percezione della trasversalità della cultura dipende anche dal riparto inadeguato delle competenze. Da qui, la necessità di lavorare in costante collegamento. Sul fronte della comunità culturale e creativa è tempo di metabolizzare la legittimazione economica che il settore ha acquisito e affrontare il tema del valore intrinseco di cultura, creatività e innovazione per società coese, democratiche e animate da cittadini più felici.”
Silvia Costa

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Intervista con Luigi Nacci, scrittore, giornalista, guida escursionistica e operatore culturale. Meglio dire, un viandante moderno.

 Luigi Nacci è insegnante, giornalista, guida escursionistica e operatore culturale. Progetta e organizza stabilmente eventi culturali in tutta Italia – come il Festival della Viandanza. Gli piace considerarsi un viandante. È uno dei fondatori dell’Associazione Movimento Lento e una guida de “La Compagnia dei Cammini“. Il suo ultimo libro è Alzati e Cammina. Potete leggere il suo blog, aggiornato e ricco di spunti, anche sul cammino.
 
La#Francigena che verrà. Spunti, impressioni, auspici. Questo uno dei tuoi recenti post sul blog, alla fine del tuo cammino a piedi verso Roma, che invitiamo gli amici francigeni a leggere.
Hai fatto una analisi costruttiva ed oggettiva della situazione della Francigena, oggi. E’ stato fatto tanto, ma c’è ancora tanto da fare, partendo dalla priorità che sono accoglienza, sicurezza e segnaletica.  Sono le certezze che, chi cammina, si aspetta di incontrare. Il tuo punto di vista, Luigi?
 
Farei un passo indietro. Esistono le vie francigene, o vie romee: sono un fascio di strade che interessa tutta l’Italia. Tra di esse c’è la Via Francigena a cui ti riferisci e che molti di noi hanno compiuto, sulle orme di Sigerico e di altri milioni di pellegrini. Ha conosciuto epoche di vasta e di bassa affluenza, ora sta riprendendo ad essere percorsa, per molte ragioni, e quelle ragioni vengono prima di ogni cosa, prima di ogni politica di promozione dell’itinerario: perché la gente si mette in cammino? Perché si mette in cammino verso Roma (o verso Santiago)?
Credo che chiunque si occupi di Francigena, qualsiasi sia il ruolo che ricopre, debba prima farsi queste domande. La domanda è già la risposta, è in quell’interrogarsi continuo che ci troviamo, volenti o nolenti, tutti. Per occuparsi di Francigena bisogna mettersi in cammino, colmi di domande, sapendo che sarà difficile, se non impossibile, rispondere. Credo che da questo interrogarsi, sulla strada, possa nascere una riflessione complessa a vantaggio di quell’itinerario. Se ci sono stati dei miglioramenti, come ad esempio nell’ambito della sicurezza (la Toscana in primis), è perché alcuni amministratori e progettisti di buona volontà hanno indossato le vesti dei viandanti e sono partiti. Ma ancora non basta, c’è bisogno di più partecipazione, le genti che vivono nei territori francigeni devono sentirsi pellegrini e ospitalieri, devono calarsi nei panni dell’essere umano basico che si sposta con la propria casa nello zaino, e così facendo ameranno quella via.
Nel Medioevo gli scolastici dicevano che si ama solo ciò che si conosce. Ecco, più aumenterà l’amore per la Francigena, per la sua storia, per ciò che simboleggia, per gli orizzonti che apre dentro di noi, più sarà curata. Rispetto ad anni fa si viaggia con maggiore sicurezza, ci sono molti segnali (a volte troppi), sono aumentati i luoghi di accoglienza, ma deve crescere quella forma di amore. Il pellegrino, o il viandante, chiede solo una cosa: accoglienza. Si accoglie aprendo le braccia, offrendo dell’acqua, prima che assicurando un tetto.

 
Nel tuo libro Alzati e Cammina (Ediciclo, 2014) ad un certo punto parli di “viandanza”, del significato che per te essa ha e della bellezza che questo concetto racchiude. 
“E non esiste viandanza, come ci suggerisce René Char, senza amore e rivoluzione”. Come si lega la viandanza al cammino, alla lentezza, all’incontro, alla Francigena? E proprio sulle orme della “Viandanza”, è nato un Festival…
 
Viandanza è una bella parola, bellissima. Ci ricorda che sulla via non si può stare che danzando, che la via stessa è una danza. Dentro la viandanza c’è tutto: c’è il pellegrino, inteso in senso lato o senso stretto, così come Dante li definiva, ovvero chi lascia la propria patria e si fa straniero o chi parte alla volta di Santiago de Compostela; c’è il viandante, ovvero l’essere umano che va sulla via, che dalla via si fa attraversare, un corpo attraverso il quale passano tutti i sentieri, una sorta di filtro, una spugna; ci sono anche i transumanti, i briganti, i nomadi, i commercianti, i clandestini, i migranti, i vagabondi e gli erranti senza meta, tutti. Nessuno viene escluso dalla viandanza. Deve essere immaginata come una casa mobile che accoglie senza discriminazioni chiunque, per una ragione o per l’altra, si è messo in cammino. La viandanza non discrimina: si può essere credenti o no, con o senza i piedi, con le stampelle, in carrozzella, con qualsiasi menomazione del corpo o dello spirito. In cammino siamo tutti uguali. Esseri umani basici che hanno bisogno di poche cose, che respirano a fondo, che si fanno domande, che sono a contatto con la terra.
 Il Festival della Viandanza, a cui accennavi, è nato per parlare di tutti coloro che abitano nella viandanza, in quella strana e poco visibile casa mobile, o che a quella casa sono diretti. Non è una rassegna sul camminare, ma sul cammino. Il cammino si può fare con ogni mezzo, anche da fermi. È una condizione, un modo di stare al mondo, e allo stesso tempo un modo di proiettarsi in avanti. Nella viandanza, infatti, c’è una forte carica di speranza e utopia, e questo perché quella casa mobile ha le porte e le finestre sempre aperte.

 
L’evoluzione del cammino, anzi dei cammini, verso Santiago è oggi sotto gli occhi di tutti. Un itinerario esploso sotto ogni punto di vista, sociale, economico, economico, turistico. Un fascio di strade che oggi fa vivere aree rurali che legano la propria identità a questo cammino. Quale prospettive, secondo te, per la Francigena? Come la immagini fra 5 e fra 20 anni?
 
L’Europa è cosparsa di vie, un intreccio intricato, per il semplice motivo che un tempo le persone sono sempre partite da casa propria. Ci sono state epoche in cui in milioni si sono messi in cammino, ed epoche e posti in cui questo è stato visto con sospetto, o è stato addirittura vietato. Quanti andavano a Santiago a piedi cinquant’anni fa? Pochi. Quanti ci vanno oggi? Quasi 300mila, di tutto il mondo, di culture e religioni differenti. C’è chi, tra i “veterani”, che grida allo scempio, parlando di business, di speculazione, di gente che approfitta. Mi fa specie, perché credo che se c’è una cosa che dovrebbe insegnarci il cammino è l’attitudine a giudicare il meno possibile. Anche nel Medioevo gli osti erano in competizione per attirare a sé i pellegrini, a volte andavano addirittura a cercarli. Non era pubblicità, quella? Fa parte della natura umana. Il cammino dovrebbe insegnarci a prendere atto di ciò che siamo, ad includere e non ad escludere. Non esistono veri o finti pellegrini. Si può partire turisti, spregiudicati, assassini, ladri, e arrivare pellegrini. Cioè trasformarsi, sulla via, in esseri umani senza patria, senza carta di identità, soli, ansiosi di condividere con gli altri, liberi. Se capiamo questo, questo movimento di inclusione, allora possiamo ragionare sul futuro della Francigena. Arriveranno sempre più persone, da molti paesi, per le ragioni più disparate, da chi vuole fare il turista nei borghi eccezionali a chi vuole mangiare e bere bene, da chi ha mollato tutto e spera in un cambiamento a chi fa un viaggio devozionale.
C’è spazio per tutti, sulla strada. Se la Francigena sarà inclusiva e accogliente, se saprà conservare la sua storia e allo stesso tempo guardare in avanti, e se sarà amata, allora saranno moltissimi a percorrerla. Il passaparola è la vera risorsa: parti, ti trovi bene, soprattutto ti trovi o ti ritrovi, torni e convinci le persone che ami a farlo. Così è andata a Santiago. Poi sì, ci sono le campagne promozionali, le operazioni di messa in sicurezza, di restauro, ripristino e così via, ma non si sostituiscono al passaparola, sono complementari.
 

Camminare, scrivere, raccontare, trasmettere e restituire le emozioni di viaggio, lentamente. Non è una cosa banale, né scontata. Ma pare che tu sia davvero bravo a farlo (!).  Il tuo ultimo cammino sulla Francigena come è riuscito a dare nuovi impulsi alla tua creatività narrativa ed a far fluire le nuove sensazioni legate viaggio? Il blog che hai deciso di scrivere, come ha condizionato il tuo cammino?
 
Non ho mai scritto durante i miei cammini. Ho annotato delle parole a volte, frasi, versi, scattato foto per ricordarmi le facce e i luoghi. Scrivere è tentare di dare ordine al caos, è un atto di razionalizzazione. Il cammino, invece, è l’esplosione dei sentimenti, delle sensazioni, delle domande senza risposta, degli stimoli, delle passioni, dei desideri incolmabili, degli impeti. Una giornata in cammino corrisponde a una settimana, un mese, un anno della nostra vita in ufficio o a casa. Come fare, alla fine di una giornata di impeti e esplosioni, che è durata un anno, a raccontare tutto quello che è successo? È durissima. Ho voluto fare questo esercizio, questa prova. Mentre camminavo prendevo appunti, alla sera scrivevo, la mattina successiva terminavo e pubblicavo sul mio blog. Ad un certo punto ho avvertito nettamente che era maggiore la fatica di scrivere, cioè di imbrigliare il caos, che quella derivata dal camminare. Ho compiuto in sostanza due cammini, uno del corpo, uno delle parole. L’uno arricchiva e allo stesso tempo depauperava l’altro. Si condizionavano a vicenda. È stata un’esperienza forte, di messa in discussione.
Molte delle domande che ci si fa camminando, di giorno, tendono ad essere sgretolate dalla stanchezza, di sera. Ci carichiamo di punti interrogativi che dopo il tramonto diventano puntini di sospensione, e la mattina successiva non c’è più alcun punto, si parte daccapo. Io invece la sera e la notte restavo appeso a quei punti di domanda. Come se non smettessi mai di dubitare di te e di ciò che ti circonda. È stato un ottimo esercizio. Ho imparato, ad esempio, che non si impara mai nulla. Che si resta esseri umani basici, e niente più.
 

Cosa significa per te viaggiare lentamente alla velocità di 4 km/h, con uno zaino da 10 kg sulle spalle? Cosa rende diversi il cammino verso Santiago e sulla Francigena rispetto ai tantissimi sentieri culturali, di montagna o percorsi podistici che si trovano ovunque, intorno a noi?
 
La velocità esterna non conta. Non mi piace contare i km che ho fatto. Lo faccio ancora, ma non mi piace. Non mi piace nemmeno essere ossessionato dallo zaino, dal suo peso. Tendo a spostare sempre più in là la preparazione dello zaino, che sia all’ultimo momento. Vorrei arrivare al giorno in cui non penserò più allo zaino e non penserò più ai km da fare. Credo che questo sia uno degli insegnamenti del cammino: dimenticare. Dimentica quello che sei, la tua casa, il tuo corpo, quelli che credi siano i tuoi talenti. Non trattenere nulla. È una via lunga e difficile, vincono sempre gli errori. Vorrei anche, per rispondere alla tua ultima domanda, dimenticarmi un giorno di Santiago, di Roma, di Gerusalemme, dimenticarmi tutte le mete, dimenticare le cime, dimenticare qualsiasi cosa abbia a che fare con un obiettivo. Non c’è differenza tra Santiago e la casa dell’amico che vorresti andare a visitare. Siamo noi a dare senso al cammino. Vorrei riuscire, prima o poi, a sentirmi realmente in cammino anche senza camminare. Sembra un paradosso, ma forse meno di quanto sembri…