Sono trascorsi dieci anni da quando, nel 2004, fu organizzata la prima edizione di una Borsa del Turismo Religioso in Puglia: un decennio che ha visto maturare un deciso cambio di posizionamento strategico della regione nei mercati internazionali, ma anche l’affermarsi di decisi mutamenti di scenario. In questi ultimi anni la Puglia sta puntando molto sullo sviluppo della Francigena e degli itinerari culturali e religiosi
I mutamenti di scenario sul turismo oggi sono sotto gli occhi di tutti, in particolare vale la pena ricordare:
– l’affermarsi dei voli low cost e, conseguentemente, delle modalità di consumo turistico, con incidenza sulla permanenza media (long weekend) e sulla spesa media;
– l’imporsi delle nuove tecnologie di comunicazione, con nuovi sistemi di prenotazione on line che hanno radicalmente modificato le scelte di destinazione, inducendo la decadenza delle agenzie di viaggio e – contemporaneamente – il fiorire dell’ospitalità extra-alberghiera;
– l’avvento dei social media, con la loro accelerazione: il tempo del selfie rappresenta il nuovo canone di esperienza turistica, orientata dal protagonismo e da un certo edonismo consumeristico camuffato da sentimento di condivisione.
I dati sull’aumento del turismo religioso e culturale, legato agli itinerari, è in fortissima crescita a partire dalle tradizionali mete quali Assisi, Padova, Loreto, Oropa, ma certamente l’itinerario sul quale maggiormente si sono accesi i riflettori è proprio la Via Francigena. Merito anche dell’effetto “Bergoglio“, il Papa che sta favorendo con entusiasmo questi flusso di pellegrini legati agli itinerari.
Tra questi si inseriscono a pieno titolo le vie Francigene, reduci dalle recenti celebrazioni per il ventennale del riconoscimento come Itinerari del Consiglio d’Europa avvenuto nel 1994 e oggi pronte ad estendersi verso Sud, in direzione della Puglia e della Terra Santa. I dati raccontano che il 60% dei viaggiatori che scelgono questi percorsi è straniero (45,3% europeo, 14,7% da oltre i confini del vecchio continente) e che il ruolo del “pellegrino” è doppiamente importante per la redditività del comparto: pur non essendo un cosiddetto high spender (spende in media 51 euro al giorno), sceglie la bassa stagione – contribuendo più di ogni altro segmento a destagionalizzare il settore – e premia l’Italia “minore” e l’entroterra, legandosi ad altri punti forti dell’offerta italiana come il paesaggio, la ruralità, l’ecologia e l’enogastronomia.
Dopo la positiva esperienza del festival Michaelic che ha visto brillare la Francigena e gli itinerari culturali e religiosi pugliesi, la regione Puglia sarà ancora protagonista e continuerà a trainare lo sviluppo della Francigene nel Sud, con l’auspicio di arrivare a breve al riconoscimento dell’itinerario da parte del Consiglio d’Europa, in accordo con AEVF.
A fine novembre, dal 28 al 30, previsti inoltre gli “Stati Generali ” delle Francigene nel Sud.
Federico Massimo Ceschin