Via Francigena

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L’anno del Road to Rome, un’occasione per la Via Francigena!

Un evento importante che si affianca ai festeggiamenti dell’ anno Santo compostelano e vuole esaltare la dimensione internazionale della Via Francigena, riflettendo sul futuro del cammino.

Il 2021 sarà un anno speciale per la Via Francigena. La lunga camminata “road to Rome 2021” celebra i 20 anni dell’Associazione Europea delle Vie Francigene e vuole in primis esaltare la dimensione internazionale di questo cammino festeggiandolo insieme a tutte le associazioni e i comuni presenti lungo i 3.200 km di percorso.

Il “Road to Rome” è  una sfida grande da realizzare in collaborazione con tanti appassionati che sosterranno il progetto. Tra gli obiettivi, quello di far ripartire il turismo sostenibile e responsabile dopo la pandemia, nonché supportare la candidatura della Via Francigena a Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO 

UN TREND IN CRESCITA
Oggi la popolarità della Via Francigena sta crescendo, questo è un dato oggettivo. Il 2020, “annus horribilis” anche per il turismo mondiale, nel periodo da luglio a ottobre ha registrato sul cammino francigeno una presenza maggiore di pellegrini rispetto allo stesso arco temporale dell’anno precedente.

Sono state distribuite da AEVF oltre 9.000 credenziali. A queste si sono aggiunte le credenziali distribuite da altre associazioni, spesso su scala locale. A tali  numeri, inoltre, occorre considerare coloro che percorrono un tratto di cammino ogni anno utilizzando la stessa credenziale (30%) e coloro che la percorrono senza il passaporto del pellegrino (circa il 15%). Il pubblico che la frequenta è ormai internazionale: nel 2019 sono stati registrati viandanti provenienti da oltre 60 Paesi nel mondo (!), mentre lo scorso anno per ovvie ragioni è stato registrato maggiormente un pubblico nazionale nei vari Paesi attraversati dal cammino.

LE SFIDE PER IL FUTURO. INGHILTERRA, FRANCIA, SVIZZERA
Occorre lavorare in modo costruttivo su alcuni punti per migliorare il futuro della Via Francigena. Non è necessaria nessuna bacchetta magica, ma serve la volontà condivisa da parte di tutti i soggetti coinvolti e una visione lungimirante, forse coraggiosa, che vada al di là di una interpretazione “domestica”, regionale o nazionale, con la quale troppo spesso si interpreta la Via Francigena.

In Inghilterra il tratto di cammino è di soli 30 km, anche se tale lembo di percorso è di straordinaria importanza per la cultura anglosassone che rappresenta. In tempo di Brexit, la Via Francigena vuole continuare ad unire saldamente il Regno Unito all’Europa attraverso la cultura, storia, turismo e dialogo interreligioso. Canterbury è il km zero del percorso ed è proprio lì che nel 990 l’arcivescovo Sigerico è ritornato dopo aver ricevuto il pallium dal Papa Giovanni XV.

In Francia occorre iniziare a considerare la Via Francigena non solo come GR 145, ma come la “strada per Roma” rimettendo l’accento sull’etimologia del nome Via Francigena, e cioè “la strada che viene dalla terra dei Franchi”. I GR® (Grandes Randonnées) rappresentano la rete sentieristica nazionale all’interno della quale sono catalogati e valorizzati i diversi sentieri, ma è necessario che la Via Francigena riceva una visibilità che esca dai confini francesi. La Via Francigena, in sostanza, non può essere etichettata come un “semplice” GR lungo gli oltre 1.000 km di percorso e ben 47 tappe in terra d’Oltralpe. L’itinerario di Sigerico rappresenta una straordinaria opportunità di sviluppo territoriale per tutti i 220 comuni attraversati ubicati al 90% in area rurale.

In Svizzera sono presenti 210 km di percorso ma solamente due cantoni (Vallese e Vaud) vengono attraversati dalla Via Francigena. Per questa sua marginalità il cammino è scarsamente inserito all’interno delle politiche nazionali di promozione del turismo. Per i parametri svizzeri, inoltre, il percorso è classificato di “facile percorrenza”, niente a che vedere con i sentieri alpini e di montagna che presentano ben altre difficoltà di percorrenza. Si tratta di 10 tappe meravigliose, immerse nella natura, che proprio la scorsa estate ho avuto l’occasione di percorrere interamente a piedi e di raccontare sulle pagine AEVF.

ITALIA. UNO, CENTO O MILLE CAMMINI?
In Italia la Via Francigena è ormai ben conosciuta, almeno nel tratto dal Passo del Gran San Bernardo a Roma. Grazie all’impulso di alcune regioni, Toscana su tutte, da oltre dieci anni è stato portato avanti un importante lavoro di infrastrutturazione del percorso che avrà un significativo restyling su scala nazionale negli anni 2021-2022 grazie ai fondi ministeriali CIPE dedicati proprio alla Via Francigena.

A livello nazionale, tuttavia, oggi ancora manca la consapevolezza di avere “un importante cammino di Santiago”. A conferma di questo, lo scorso 17 dicembre in occasione del workshop “Valore e Paese” realizzato da Agenzia del Demanio, MIBACT, ENIT, ANCI, ANAS, Ferrovie dello Stato è stato affermato che in Italia “abbiamo 100 cammini di Santiago di Compostela”. La Via Francigena troppo spesso è interpretata come un cammino locale, senza considerare la sua rilevanza europea.

La scelta di realizzare un sistema omogeneo di cammini su tutto il territorio nazionale ha condivisibili ragioni, così come è importante valorizzare la pluralità di itinerari che stanno nascendo numerosi. Ma tutto questo rischia di parcellizzare l’Italia in centinaia o migliaia di cammini senza avere realizzato prima una spina dorsale forte, creando un sistema fragile non in grado di sostenersi autonomamente. Purtroppo non basta creare o progettare un cammino per farlo vivere nel tempo: occorrerebbero su scala nazionale una strutturazione e una programmazione –a partire dalla manutenzione dei percorsi– non basate solo sulla passione ed il volontariato locale.
Un secondo punto di debolezza sul quale si dovrebbe maggiormente investire con una programmazione adeguata è una campagna di promozione internazionale con l’ENIT, l’agenzia nazionale dedicata.

L’esempio della Spagna è ben noto in merito alla rinascita del Cammini di Santiago: già dalla fine degli anni ’80 sono state fatte scelte politiche forti da parte del Governo e della Regione Galizia, nonché da parte delle Istituzioni religiose. A questo si sono aggiunti lo straordinario lavoro di animazione da parte delle associazioni e degli “amici del cammino”. Tutti hanno avuto e tutt’ora hanno un ruolo fondamentale per lo sviluppo, la salvaguardia e promozione dell’ itinerario, ma alla base c’è una governance chiara e forte. Dopo oltre trent’anni, anche in Spagna sono fioriti decine e decine di cammini che, in modo diretto o indiretto, tutti afferiscono a quello storico denominato “francès” e  lanciato ufficialmente nel lontano 1987.

ACCOGLIENZA A ROMA E L’ANIMA DELLA VIA FRANCIGENA
L’accoglienza è uno degli aspetti più importanti lungo tutto il cammino, in ogni sua tappa. Ancor di più questo aspetto è rilevante quando si arriva a Roma e si entra in Vaticano. Negli ultimi chilometri i passi dei pellegrini si fanno carichi di emozione, speranza, attesa. Questi istanti, insieme all’arrivo finale, rimangono scolpiti per sempre nella memoria e nel cuore di ognuno.

I dati di “Terre di Mezzo” presentati in occasione della Fiera autunnale “Fa’ la Cosa Giusta“, hanno evidenziato la mancanza di numeri oggettivi sui pellegrini che arrivano a Roma.  E’ oggi più che mai necessario misurare i dati che registrano le presenze di viandanti, soprattutto in riferimento alla meta finale. Istituire un osservatorio su scala almeno nazionale è ormai una necessità non più procrastinabile e diventa anche un elemento decisivo per la credibilità dell’intero sistema dei cammini. Ciò serve anche per misurare l’impatto degli investimenti che il Governo e le amministrazioni stanno facendo.

Sarebbe auspicabile mettere in atto un sistema di accoglienza adeguato per i pellegrini che arrivano a San Pietro attraverso un luogo solamente a loro riservato. Tutto ciò potrà realizzarsi con il forte coinvolgimento delle istituzioni, a partire da quelle religiose, che saranno interessate a collaborare insieme.

Questo elemento si unisce alla necessità di recuperare l’anima” della Via Francigena, cioè quel complesso di valori che sono legati indissolubilmente all’itinerario: si tratta di valori legati alla sua storia di antica via Romea, ma anche al fatto di costituire il tratto mediano dell’asse che unisce le mete delle tre peregrinationes majores della cristianità medievale: Roma, Santiago e Gerusalemme.
Non dimentichiamo che lungo lo splendido tratto italiano della Via Francigena del Sud, recentemente certificato a livello europeo e in fase di strutturazione, ci sono altre importanti mete: Monte Sant’Angelo, Brindisi, Bari e, appunto, Santa Maria di Leuca, la nostra De Finibus Terrae

A mio avviso, proprio sull’anima della Via Francigena che si giocherà il futuro del cammino: c’è bisogno di recuperare la sua dimensione spirituale e di ricerca interiore affinché i pellegrini che hanno terminato il cammino possano esclamare: “La Via Francigena mi ha cambiato la vita!”.

ANNO GIUBLIARE A SANTIAGO
Nel frattempo, in Spagna, si sono accesi i riflettori sull’ anno giubilare compostellano che potrebbe portare a Santiago de Compostela (se l’evoluzione del covid lo permetterà) quasi un milione di pellegrini a piedi nel 2021 e 2022. Anche l’Unione Europea scende in campo per ricordare l’importanza di questo evento: il Vice Presidente della Commissione Europea in carica per il dialogo e le comunità religiose, Margaritas Schinas, il 31 dicembre 2020 ha lanciato un bel messaggio per l’avvio dell’anno giubilare 2021, esteso anche per l’anno successivo.

Un cammino che unisce l’Europa, un cammino di pace e di speranza che mette in cammino i pellegrini da oltre dieci secoli. Il Consiglio d’Europa ha riconosciuto proprio il Cammino di Santiago nel 1987 come primo itinerario Culturale Europeo mentre nel 1994 anche la Via Francigena è entrata a far parte del Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.

IL THE ROAD TO ROME, PER CELEBRARE IL “MIRACOLO” DELLA VIA FRANCIGENA
In questo contesto giubilare compostellano, si inserisce dunque la Via Francigena con la lunga staffetta a piedi e in bicicletta “the road to Rome” che partirà il 15 giugno da Canterbury e arriverà a Santa Maria di Leuca il 18 ottobre per celebrare i vent’anni dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, fondata il 7 aprile 2001. Questo viaggio vuole essere in primis un momento di riflessione, incontro, condivisione che mette al centro soprattutto i territori e le persone. Si tratta anche di una occasione importante per sensibilizzare le istituzioni, civili e religiose, sull’importanza e sul futuro di questo cammino europeo che unisce l’Europa del nord a quella mediterranea.

Infine, il road to Rome sarà la festa di tutti coloro che amano la Via Francigena, ma sarà anche il momento per celebrare il piccolo “miracolo” della Via Francigena che ancora oggi, dopo 20 anni dalla fondazione AEVF, è in grado di mettere in rete tante persone, generare un senso di appartenenza, sostenere la crescita dei territori attraversati e valorizzare uno straordinario patrimonio culturale.

La vita resta “un viaggio da fare a piedi”, come insegna Bruce Chatwin. Se l’emergenza sanitaria ce lo consentirà, dunque, ci metteremo insieme in cammino! Altrimenti, l’iniziativa verrà riproposta nell’anno successivo.

Luca Bruschi

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The Year of the road to Rome, a great opportunity for the Via Francigena!

The Road to Rome is an important event that joins the celebrations of the Compostela Holy Year and aims to strengthen the international fame of the Via Francigena, while reflecting on the future of the camino.

2021 will be a special year for the Via Francigena. The long “Road to Rome 2021” event will celebrate the 20th anniversary of the European Association of the Via Francigena Ways and primarily aims to strengthen the international fame of the Via by celebrating together with all the associations and municipalities situated along the 3,200 km route.

The “Road to Rome” is a great undertaking that will be faced head on with the support of many passionate fans and pilgrims. Among the goals are that of restarting sustainable and responsible tourism after the pandemic, as well as supporting the candidacy of the Via Francigena as a UNESCO World Heritage Site.

A GROWING TREND

The popularity of the Via Francigena is growing exponentially, which is a given fact. The year 2020, “annus horribilis” for tourism on a global scale, in the period from July to October has actually recorded a greater number of pilgrims on the Via Francigena than in the same period the year before.

More than 9,000 credentials have been distributed by the EAVF alone, and on top of these can be added the credentials distributed by other associations, often on a local scale. In addition to these numbers it’s necessary to consider those who walk only a stretch of the Via each year using the same credential (30%) and those who travel along the Via Francigena without a pilgrim’s passport (about 15%). The public that visits the Via has also become increasingly more international: in 2019 travelers from over 60 different countries around the world (!) were registered, while last year for obvious reasons most travelers stayed close to home and decided to travel along national stretches of the Via.

THE CHALLENGES FOR THE FUTURE. ENGLAND, FRANCE, SWITZERLAND

It is of the utmost importance to prioritize constructive work in specific areas to improve the future of the Via Francigena. However no magic wand is needed: all we need is a collective willingness of all those involved and a forward-looking, courageous approach that goes beyond the “domestic”, regional, or national views that are often associated with the Via Francigena.

In England the length of the Via is only 30 km, but this part of the route is of extraordinary importance for the Anglo-Saxon culture it represents. In these times of the Brexit, the Via Francigena aims to continue to firmly unite the United Kingdom with Europe through culture, history, tourism, and interreligious dialogue. Canterbury is the starting point of the route and it is also the place where Archbishop Sigeric returned to in 990 after receiving the pallium from Pope John XV.

In France it will be necessary to start to consider the Via Francigena not only as the national “GR 145” route, but instead as the “Road to Rome”, putting emphasis on the etymology of the name Via Francigena, which means “the road that comes from the land of the Franks”. The GR® (Grandes Randonnées) represent the French national trail network within which the various paths are cataloged and valued, but it is crucial that the Via Francigena receives a greater visibility that goes beyond the French borders. The Via Francigena, in essence, cannot be labeled as a “simple” GR along the more than 1,000 km and 47 stages in the land beyond the Alps. Sigeric’s itinerary represents an extraordinary opportunity for territorial development in all the 220 municipalities involved, 90% of which are located in rural areas.

In Switzerland the Via Francigena crosses 210 km across two cantons only (Valais and Vaud). Due to its marginalization, the path is poorly inserted within the national tourism promotion policies. Furthermore, for Swiss standards the route is classified as “easy to walk” compared to the many alpine and mountain trails which present more difficult itineraries. The Via Francigena in Switzerland covers 10 wonderful stages, immersed in nature, which I had the opportunity to cross entirely on foot last summer. You can find out more about this incredibly experience on the EAVF pages.

ITALY. ONE, A HUNDRED OR A THOUSAND PATHS?

By now the Via Francigena is well known in Italy, or at least the stretch from the Great St. Bernard Pass to Rome is. Thanks to the efforts of several regions, especially Tuscany, during the past ten years important infrastructural works have been carried out along the route. A significant restyling of the route on a national level is planned in 2021-2022 thanks to the CIPE ministerial funds allotted to the Via Francigena.

On a national level, however, there’s still a lack of awareness that Italy has “an important Camino de Santiago” of its own. This has been confirmed on the 17th of December at the “Value and Country” (Valore e Paese) workshop organized by the Agenzia del Demanio, MIBACT, ENIT, ANCI, ANAS, and Ferrovie dello Stato where it was stated that in Italy “we have 100 Santiago de Compostela itineraries”. The Via Francigena is too often seen as a local path, without considering its European significance.

Creating a uniform trail network across the entire national territory makes sense, just as it is important to strengthen the great variety of itineraries that are emerging throughout the country. But by doing so there’s also the risk of fragmenting Italy into hundreds or thousands of individual paths without having a strong backbone to begin with, thus creating a fragile system unable to sustain itself independently. Unfortunately, it is not enough to simply create or plan a path to make it live and survive over time: it requires organization and planning on a national level – starting from the maintenance of the paths – and therefore cannot be based only on the passion of local volunteers.

A second point of weakness which could be improved is the investment in international promotion strategies and campaigns dedicated to the sector through the National Tourism Agency.

The example of Spain is well known when it comes to the rebirth of the Camino de Santiago: back in the 1980s some strong political choices were made by the Government and the Galicia region, as well as by religious institutions. The extraordinary animation work by associations and “friends of the Camino” contributed to the growth of the Camino as well. All of them had and still have a fundamental role in the development, safeguarding and promotion of the route, but essential to the success is a clear and strong governance. After more than thirty years, also in Spain dozens and dozens of new paths have flourished which, directly or indirectly, all belong to the historical one called “francès” that was officially launched back in 1987.

HOSPITALITY IN ROME AND THE SOUL OF THE VIA FRANCIGENA

Hospitality is one of the most important aspects along the entire route, in every single one of its stages. This aspect becomes even more relevant upon arrival in Rome and the Vatican. Over the last few kilometers, the pilgrims’ steps become full of emotion, hope, expectation. These moments, together with the final arrival, remain forever engraved in every pilgrim’s heart and memory.

The data from “Terre di Mezzo” that were presented on the occasion of the Autumn Fair “Do The Right Thing” (Fa’ La Cosa Giusta), highlighted the lack of actual numbers of pilgrims arriving in Rome as the end destination of their journey along the Via Francigena. It is now more than ever essential to measure those data that register the number of travelers, especially in reference to the final destination. Establishing a monitoring center on a national level is a necessity that can no longer be postponed, because it also becomes a decisive element for the credibility of the entire trail network. Such a center can also be used to measure the impact of the investments made by the government as well as by local and regional administrations.

It would be desirable to put an adequate hospitality system in place for pilgrims who arrive at St. Peter’s, which guarantees accommodation reserved specifically for them. This can be achieved by a strong involvement of institutions that are interested in collaborating, starting with the religious ones.

Besides the question of hospitality, there is also the need to recover the “soul” of the Via Francigena, i.e. the set of values ​​that are inextricably linked to the route: they are values ​​linked to its history as ancient Via Romea, but also to the fact that the Via Francigena holds a central position along the axis that unites the destinations of the three “peregrinationes majores” of medieval Christianity: Rome, Santiago and Jerusalem.

Let’s not forget that along the beautiful Italian stretch of the Via Francigena of the South, recently certified at a European level and currently under construction, there are other important destinations: Monte Sant’Angelo, Brindisi, Bari and, in fact, Santa Maria di Leuca, our De Finibus Terrae.

In my opinion, it is precisely on the soul of the Via Francigena that the future of the journey will be played out: there is a strong need to recover its spiritual and soul-searching dimension so that when the pilgrims have finished their journey, they can exclaim: “The Via Francigena has changed my life!“.

JUBILEE YEAR IN SANTIAGO

Meanwhile, in Spain, the spotlight has turned on the Compostelan jubilee year that could bring almost one million pilgrims to Santiago de Compostela in 2021 and 2022 (if the pandemic allows it). The European Union has also made a statement to remember the importance of this event: The Vice President of the European Commission in charge of dialogue and religious communities, Margaritas Schinas, launched a beautiful message on the 31st of December concerning the start of the 2021 jubilee year, which has been extended to 2022 as well.

A Camino that unites Europe, a Camino of peace and hope that has been mobilizing pilgrims for over ten centuries. The Council of Europe recognized the Camino de Santiago in 1987 as the first European Cultural Route, followed in 1994 by the Via Francigena.

THE ROAD TO ROME, TO CELEBRATE THE “MIRACLE” OF THE VIA FRANCIGENA

To celebrate the 20th anniversary of the European Association of the Vie Francigene, the “Road to Rome” relay race on foot and by bicycle along the Via Francigena fits perfectly into the context of the Compostelan jubilee year. The event will start on the 15th June from Canterbury and will arrive at the end destination Santa Maria di Leuca on the 18th of October. First and foremost, this journey aspires to be a moment of reflection, of personal encounters, and of sharing; it will focus above all on territories and people. It will also be a valuable opportunity to raise awareness among governmental, civil and religious institutions about the importance and future of this European path that unites Northern Europe with the Mediterranean.

Finally, the Road to Rome will be the celebration of all those who love the Via Francigena, but it will also be a time to celebrate the small “miracle” of the Via Francigena which, even today, after 20 years since the foundation of the EAVF, still manages to bring people together, to create a sense of belonging, and to support the growth of the territories involved and strengthen an extraordinary cultural heritage. If the pandemic allows it, then let’s celebrate all together in 2021!

Luca Bruschi

 

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L’année Road to Rome, une occasion pour la Via Francigena!

Un événement important qui accompagne les célébrations de l’Année Sainte de Compostelle et qui veut renforcer la dimension internationale de la Via Francigena, en réfléchissant sur l’avenir du chemin.

2021 sera une année spéciale pour la Via Francigena. La longue marche “Road to Rome 2021″ célèbre le 20ème anniversaire de l’Association Européenne des Chemins de la Via Francigena et souhaite avant tout renforcer la dimension internationale de ce chemin en le célébrant avec toutes les associations et municipalités sur les 3 200 km du parcours.

“Road to Rome” est un grand défi à réaliser en collaboration avec de nombreux passionnés qui soutiendront le projet. Parmi les objectifs, celui de relancer un tourisme durable et responsable après la pandémie, ainsi que de soutenir la candidature de la Via Francigena au Patrimoine mondial de l’UNESCO.

UNE TENDANCE EN CROISSANCE

Aujourd’hui, la popularité de la Via Francigena ne cesse de croître, c’est un fait objectif. L’année 2020, “annus horribilis” également pour le tourisme mondial, dans la période de juillet à octobre a enregistré une plus grande présence de pèlerins sur la Via Francigena que dans la même période de l’année précédente.

Plus de 9 000 passeports ont été distribués par l’AEVF. À cela s’ajoutent les passeports distribués par d’autres associations, souvent à l’échelle locale. En plus de ces chiffres, il faut tenir compte de ceux qui parcourent chaque année un tronçon du chemin en utilisant le même passeport (30 %) et de ceux qui le parcourent sans passeport de pèlerin (environ 15 %). Le public qui la fréquente est désormais international : en 2019, des voyageurs provenant de plus de 60 pays du monde (!) étaient enregistrés, alors que l’année dernière, pour des raisons évidentes, il y avait davantage un public national dans les différents Pays traversés par le chemin.

DES DÉFIS POUR L’AVENIR. ANGLETERRE, FRANCE, SUISSE

Il est nécessaire de travailler de manière constructive sur certains points pour améliorer l’avenir de la Via Francigena. Aucune baguette magique n’est nécessaire, mais nous avons besoin de la volonté commune de toutes les parties concernées et d’une vision à long terme, peut-être courageuse, qui va au-delà d’une interprétation “nationale”, régionale ou nationale de la Via Francigena.

En Angleterre, le chemin ne fait que 30 km de long, même si cette bande de chemin est d’une importance extraordinaire pour la culture anglo-saxonne qu’elle représente. En cette période de Brexit, la Via Francigena veut continuer à unir fermement le Royaume-Uni à l’Europe par la culture, l’histoire, le tourisme et le dialogue interconfessionnel. Canterbury se trouve au km zéro de la route et c’est là qu’en 990 l’archevêque Sigéric est revenu après avoir reçu le pallium du Pape Giovanni XV.

En France, il faut commencer à considérer la Via Francigena non seulement comme le GR 145, mais comme la “route pour Rome”, en remettant l’accent sur l’étymologie du nom Via Francigena, c’est-à-dire “la route qui vient du pays des Francs”. Les GR® (Grandes Randonnées) représentent le réseau national de sentiers au sein duquel les différents chemins sont répertoriés et mis en valeur, mais il est nécessaire que la Via Francigena bénéficie d’une visibilité qui dépasse les frontières françaises. La Via Francigena, en substance, ne peut être qualifiée de “simple” GR sur les plus de 1 000 km de parcours et les 47 étapes de l’autre côté des Alpes. L’itinéraire de Sigéric représente une extraordinaire opportunité de développement territorial pour l’ensemble des 220 communes traversées, dont 90% sont situées en zone rurale.

En Suisse, il y a 210 km de cet itinéraire, mais seuls deux cantons (Valais et Vaud) sont traversés par la Via Francigena. En raison de sa position marginale, cette voie est à peine incluse dans les politiques nationales de promotion du tourisme. De plus, selon les paramètres suisses, l’itinéraire est classé comme “facile”, ce qui n’a rien à voir avec les chemins alpins et de montagne qui sont beaucoup plus difficiles à parcourir. Il y a 10 étapes merveilleuses, immergées dans la nature, que j’ai eu l’occasion de parcourir entièrement à pied l’été dernier et de raconter dans les pages de l’AEVF.

ITALIE. UN, CENT OU MILLE CHEMINS ?

En Italie, la Via Francigena est désormais bien connue, du moins dans le tronçon allant du Col du Grand-Saint-Bernard à Rome. Grâce à l’impulsion de certaines régions, la Toscane surtout, depuis plus de dix ans un important travail d’infrastructure du chemin a été réalisé, qui bénéficiera d’un restyling significatif à l’échelle nationale dans les années 2021-2022 grâce aux fonds ministériels CIPE dédiés à la Via Francigena.

Au niveau national, cependant, il y a encore un manque de prise de conscience d’avoir “un important chemin de Saint Jacques”. En confirmation de cela, le 17 décembre dernier, lors de l’atelier “Valore e Paese” organisé par l’Agenzia del Demanio, MIBACT, ENIT, ANCI, ANAS, Ferrovie dello Stato, il a été déclaré qu’en Italie “nous avons 100 chemins de Saint-Jacques de Compostelle“. La Via Francigena est trop souvent interprétée comme un chemin local, sans considérer sa pertinence européenne.

La décision de créer un système homogène de sentiers sur l’ensemble du territoire national a des raisons valables, tout comme il est important de renforcer la pluralité des itinéraires qui se dessinent en grand nombre. Mais tout cela risque de morceler l’Italie en centaines ou milliers de chemins sans avoir au préalable créé une solide épine dorsale, créant ainsi un système fragile qui ne peut pas se maintenir de manière autonome. Malheureusement, il ne suffit pas de créer ou de concevoir un parcours pour le faire vivre dans le temps : il faudrait une organisation et une planification à l’échelle nationale – à partir de l’entretien des parcours – non seulement basée sur la passion et les volontaires locaux.

Un deuxième point de faiblesse sur lequel nous devrions investir davantage avec une planification adéquate est une campagne de promotion internationale avec l’ENIT, l’agence nationale dédiée.

L’exemple de l’Espagne est bien connu en ce qui concerne le renouveau du Chemin de Saint-Jacques : depuis la fin des années 80, des choix politiques forts ont été faits par le gouvernement et la Région de Galice, ainsi que par les Institutions religieuses. À cela s’ajoute l’extraordinaire travail d’animation des associations et des “amis du chemin”. Tous ont eu et ont encore un rôle fondamental dans le développement, la préservation et la promotion de la “route”, mais à la base, il y a une gouvernance claire et forte. Après plus de trente ans, même en Espagne ont fleuri des dizaines et des dizaines de sentiers qui, directement ou indirectement, tous se rapportent à celui historique appelé “francès” et lancé officiellement en 1987.

 

L’HÉBERGEMENT À ROME ET L’ÂME DE LA VIA FRANCIGENA

L’hébergement est l’un des aspects les plus importants du parcours, à chaque étape. Cet aspect est encore plus important lorsque vous arrivez à Rome et que vous entrez au Vatican. Dans les derniers kilomètres, les pas des pèlerins sont chargés d’émotion, d’espoir, d’attente. Ces moments, ainsi que l’arrivée finale, restent à jamais gravés dans la mémoire et le cœur de chacun.

Les données de “Terre di Mezzo” présentées à la foire d’automne “Fa’ la Cosa Giusta”, ont mis en évidence le manque de chiffres objectifs sur les pèlerins arrivant à Rome.  Il est maintenant nécessaire plus que jamais de mesurer les données enregistrant la présence des voyageurs, notamment en ce qui concerne la destination finale. La création d’un observatoire au moins à l’échelle nationale est désormais une nécessité qui ne peut plus être reportée, et elle devient également un élément décisif pour la crédibilité de l’ensemble du système de pèlerinage. Cela permet également de mesurer l’impact des investissements que le gouvernement et les administrations réalisent.

Il serait souhaitable de mettre en place un système d’hébergement adéquat pour les pèlerins qui arrivent à Saint-Pierre par un lieu qui leur est exclusivement réservé. Tout cela peut être réalisé grâce à une forte implication des institutions, à commencer par les institutions religieuses, qui seront intéressées à travailler ensemble.

Cet élément se combine avec la nécessité de retrouver “l’âme” de la Via Francigena, c’est-à-dire cet ensemble de valeurs indissolublement liées à l’itinéraire : ces valeurs sont liées à son histoire en tant qu’ancienne Via Romea, mais aussi au fait qu’elle constitue le tronçon médian de l’axe qui unit les destinations des trois peregrinationes majores du christianisme médiéval : Rome, Saint Jacques et Jérusalem. N’oublions pas que le long du splendide tronçon italien de la Via Francigena du Sud, récemment certifié au niveau européen et en cours de structuration, il existe d’autres destinations importantes : Monte Sant’Angelo, Brindisi, Bari et, bien sûr, Santa Maria di Leuca, notre De Finibus Terrae.

À mon avis, c’est sur l’âme de la Via Francigena que se jouera l’avenir du chemin : il faut retrouver sa dimension spirituelle et sa recherche intérieure pour que les pèlerins qui ont terminé le voyage puissent s’exclamer : “La Via Francigena a changé ma vie !

ANNÉE JUBILAIRE À SAINT JACQUES

En attendant, en Espagne, l’accent est mis sur l’année jubilaire de Compostelle qui pourrait amener à Saint-Jacques-de-Compostelle (si l’évolution du covid le permet) près d’un million de pèlerins à pied en 2021 et 2022. Même l’Union européenne se rend sur le terrain pour rappeler l’importance de cet événement : la vice-présidente de la Commission européenne chargée du dialogue et des communautés religieuses, Margaritas Schinas, a lancé le 31 décembre 2020 un beau message pour le début de l’année jubilaire 2021, prolongée également pour l’année suivante.

Un chemin qui unit l’Europe, un chemin de paix et d’espoir qui met les pèlerins sur leur route depuis plus de dix siècles. Le Conseil de l’Europe a reconnu le Chemin de Saint-Jacques en 1987 comme le premier itinéraire culturel européen, tandis qu’en 1994, la Via Francigena est également devenue partie intégrante du programme des itinéraires culturels du Conseil de l’Europe.

ROAD TO ROME, POUR CÉLÉBRER LE “MIRACLE” DE LA VIA FRANCIGENA

Dans ce contexte du Jubilé de Compostelle, la Via Francigena s’insère avec la longue marche à pied et à vélo “Road to Rome” qui partira le 15 juin de Canterbury et arrivera à Santa Maria di Leuca le 18 octobre pour célébrer le vingtième anniversaire de l’Association Européenne des Chemins de la Via Francigena, fondée le 7 avril 2001. Ce voyage se veut avant tout un moment de réflexion, de rencontre, de partage autour des territoires et des hommes. C’est aussi une occasion importante de sensibiliser les institutions, tant civiles que religieuses, à l’importance et à l’avenir de cette voie européenne qui relie l’Europe du Nord à la Méditerranée.

Enfin, le Chemin de Rome sera la fête de tous ceux qui aiment la Via Francigena, mais ce sera aussi le moment de célébrer le petit “miracle” de la Via Francigena qui, aujourd’hui encore, après 20 ans de la fondation de l’AEVF, est capable de mettre en réseau de nombreuses personnes, de générer un sentiment d’appartenance, de soutenir la croissance des territoires traversés et de valoriser un patrimoine culturel extraordinaire.

La vie reste “un voyage à faire à pied”, comme nous l’a enseigné Bruce Chatwin. Si l’urgence sanitaire nous le permet, nous partirons donc ensemble ! Dans le cas contraire, l’initiative sera répétée l’année suivante.

 

Luca Bruschi

 

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AEVF patrocina “Walking Marathon Lago di Bolsena”

L’Associazione Europea delle Vie Francigena  patrocinerà l’iniziativa “Walking Marathon Lago di Bolsena”, camminata sportiva e culturale, che si terrà lungo i sentieri della Via Francigena ed il lago di Bolsena nella giornata del 16 Maggio 2021, dalle ore 07.00 alle ore 19:30.

Partenza ore 7:00 per i tre percorsi previsti: 

  • 18 km Montefiascone/ Bolsena
  • 37 km Montefiascone/ Bolsena/ San Lorenzo Nuovo/ Grotte di Castro/ Gradoli
  • 54 km Montefiascone/ Bolsena/ San Lorenzo Nuovo/ Grotte di Castro/ Gradoli/Capodimonte/Marta/Montefiascone lungolago

Iscrizioni entro il 9 maggio 2021, nei seguenti modi: 

 

  

 

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L’AEVF soutient “Walking Marathon Lac de Bolsena”

L’Association Européenne des Chemins de la Via Francigena soutient l’initiative “Walking Marathon du Lac de Bolsena”, une marche à pied sportive et culturelle, qui se déroulera le long des sentiers de la Via Francigena et du lac de Bolsena (province de Viterbe, Latium) le 16 mai 2021, de 7h à 19h30.

Départ à 7h pour les trois itinéraires prévus :

  • 18 km Montefiascone/ Bolsena
  • 37 km Montefiascone / Bolsena / San Lorenzo Nuovo / Grotte di Castro / Gradoli
  • 54 km Montefiascone/ Bolsena/ San Lorenzo Nuovo/ Grotte di Castro/Gradoli/Capodimonte/Marta/Montefiascone lungolago

Inscription avant le 9 mai 2021, selon les modalités suivantes :

  • En ligne : www.maratonalagodibolsena.it
  • Dans le magasin Lidio Ottica e Fotografia, via Verentana 28 à Montefiascone
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Una tesi sul ruolo della Via Francigena nella riscoperta e valorizzazione delle aree rurali e marginali d’Europa.

Per l’Associazione Europea delle Vie Francigene è sempre motivo di orgoglio scoprire che la Via è oggetto dello studio e della passione di neolaureandi e ricercatori. Asia Fossi, neolaureata all’Università di Padova in Sviluppo Locale, si è specializzata negli ultimi anni in turismo sostenibile, in particolare nel campo riguardante il turismo rurale e lo sviluppo dei territori tramite progetti di recupero del patrimonio culturale.

Ha lavorato presso un agenzia di promozione e sviluppo turistico in Portogallo sull’importanza degli itinerari culturali come volano di sviluppo dei territori. Questa esperienza l’ha portata a proporre la sua tesi finale di laurea sugli Itinerari Culturali come forma di turismo sostenibile nelle aree rurali, portando proprio il caso studio della Via Francigena come best practice nel panorama in evoluzione degli itinerari in Europa.

La tesi si propone di analizzare come la riscoperta degli itinerari culturali storici, come la Via Francigena, possa promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale delle aree rurali e marginali d’Europa. Per rispondere a questa domanda di ricerca, il lavoro esamina l’implementazione di progetti e investimenti attivati negli ultimi anni lungo il percorso della Via Francigena. La tesi illustra la crescita dei flussi turistici e lo sviluppo del settore privati relativo al turismo nelle aree rurali che hanno promosso la Via Francigena come prodotto turistico integrato. Inoltre, nella prospettiva di una realtà turistica differente dopo la crisi dovuta alla pandemia del Covid-19, la tesi sottolinea come questo tipo di turismo potrebbe essere una soluzione per la ripartenza e il recupero del settore, rilanciando così un modello di turismo basato sull’esperienza, l’unicità, la natura e la vita rurale, lontano dalle caotiche e affollate città.

Gli itinerari culturali vengono sempre di più considerati degli strumenti fondamentali per lo sviluppo e la valorizzazione dei territori rurali, grazie anche ad una maggiore consapevolezza dei viaggiatori e degli operatori del settore verso pratiche sostenibili di turismo. Inoltre, è un trend sempre più in crescita la ricerca di un nuovo tipo di turismo, collegato alla ricerca dell’esperienza unica e personale. 

In particolare, si porta all’attenzione il lavoro svolto dalla Regione Toscana e come questi interventi sono stati supportati dalle politiche Europee all’interno del quadro metodologico dello sviluppo place-based e di tipo partecipativo. Si identifica quindi il progetto della Regione Toscana come esempio di buona pratica da seguire e ripetere negli altri territori attraversati dall’itinerario in maniera da creare nuove forme di turismo sostenibile basate sul capitale territoriale locale, sulla cooperazione e le reti di governance multilivello. 

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The European Association of the Via Francigena ways is always delighted with the research conducted along the Via Francigena by scholars and researchers. Asia Fossi, a recent graduate in Local Development from the University of Padova, is specialised in sustainable tourism, particularly in rural tourism and territorial development via cultural heritage recovery. Having worked on tourism promotion in a Portuguese development agency, she contributed to important  projects focused on cultural routes as a driving force for territorial development. This experience led her to write her thesis on Cultural Routes as a form of sustainable tourism in rural areas, highlighting the case study of the Via Francigena as a best practice in the evolving panorama of European routes. 

The analysis of cultural itineraries as a tool of development and valorization of rural territories is an increasing trend, justified by a growing awareness of sustainable practices of tourists and tourism operators and a need for a new kind of tourism, related to experience and uniqueness. In this framework, this thesis aims at investigating how the recovering of historical cultural itineraries, such as the Via Francigena, can foster the economic, social, and environmental development of rural marginal areas of Europe. In order to respond to this research question, the work examines the practical implementations of interventions and investments along the Via Francigena itinerary. The elaborate gives a particular focus to the work carried out by the Tuscany Region in Italy, and how these interventions are supported by the European Union policies within the framework of a place-based and community-led local development. Thanks to the analysis of statistical and qualitative data, the thesis outlines the growth in tourism flows and in the private sector related to tourism that rural areas have experienced since the development of the Via Francigena as a tourism product. It therefore identifies the work of the Tuscany Region as a best practice to be followed in order to create a form of sustainable development of tourism on the local territorial capital, on cooperation and network and on multilevel governance. In the perspective of a post-Covid19 tourism reality the thesis, also points out how this kind of tourism might be the most suitable for the restart and recovery of the sector relaunching a tourism model based on slowness, experiences, nature, and rurality.

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Une thèse sur le rôle de la Via Francigena dans la découverte et la valorisation des zones rurales et marginalisées d’Europe

Pour l’Association Européenne des Chemins de la Via Francigena, c’est toujours une source de fierté de découvrir que la Via est l’objet d’étude et de passion des nouveaux diplômés et chercheurs. Asia Fossi, récemment diplômée de l’Université de Padoue en Développement Local, s’est spécialisée ces dernières années dans le tourisme durable, en particulier dans le domaine du tourisme rural et du développement des territoires à travers des projets de restauration du patrimoine culturel. Elle a travaillé dans une agence de promotion et de développement touristique au Portugal sur l’importance des itinéraires culturels en tant que moteur pour le développement des territoires. Cette expérience l’a amenée à proposer sa thèse finale sur les Itinéraires Culturels comme forme de tourisme durable dans les zones rurales, en présentant l’étude de cas de la Via Francigena comme bonne pratique dans le contexte en évolution des itinéraires en Europe.

La thèse vise à analyser comment la redécouverte d’itinéraires culturels historiques, tels que la Via Francigena, peut promouvoir le développement économique, social et environnemental des zones rurales et marginalisées en Europe. Pour répondre à cette question de recherche, le travail examine la mise en œuvre des projets et des investissements activés ces dernières années le long de la Via Francigena. La thèse illustre la croissance des  flux touristiques et le développement du secteur privé lié au tourisme dans les zones rurales qui ont promu la Via Francigena comme un produit touristique intégré. En outre, dans la perspective d’une réalité touristique différente après la crise due à la pandémie de la Covid-19, la thèse souligne comment ce type de tourisme pourrait être une solution pour le redémarrage et la reprise du secteur, relançant ainsi un modèle de tourisme basé sur l’expérience, la singularité, la nature et la vie rurale, loin des villes chaotiques et surpeuplées.

Les itinéraires culturels sont de plus en plus considérés comme des outils fondamentaux pour le développement et la valorisation des territoires ruraux, grâce aussi à une plus grande sensibilisation des voyageurs et des opérateurs du secteur aux pratiques du tourisme durable. De plus, la recherche d’un nouveau type de tourisme, lié à la recherche d’une expérience unique et personnelle, est une tendance croissante. Dans ce cadre, cette thèse vise à analyser comment la redécouverte d’itinéraires culturels historiques, tels que la Via Francigena, peut promouvoir le développement économique, social et environnemental des zones rurales et marginalisées d’Europe. Afin de répondre à cette question de recherche, le travail examine la mise en œuvre des projets et des investissements activés ces dernières années le long du tracé de la Via Francigena. En particulier, le travail effectué par la Région Toscane est mis en évidence et la manière dont ces interventions ont été soutenues par les politiques européennes dans le cadre méthodologique du développement participatif et basé sur le lieu. Grâce à l’analyse de données statistiques et qualitatives, la thèse illustre la croissance des flux touristiques et le développement du secteur privé lié au tourisme dans les zones rurales qui ont promu la Via Francigena comme un produit touristique intégré. Il identifie le projet de la Région Toscane comme un exemple de bonne pratique à suivre et à répéter dans les autres territoires traversés par l’itinéraire afin de créer de nouvelles formes de tourisme durable basées sur le capital territorial local, la coopération et les réseaux de gouvernance multi-niveaux. Dans la perspective d’une réalité touristique différente après la crise due à la pandémie de Covid-19, la thèse souligne comment ce type de tourisme pourrait être une solution pour le redémarrage et la reprise du secteur, relançant ainsi un modèle de tourisme basé sur l’expérience, la singularité, la nature et la vie rurale, loin des villes chaotiques et surpeuplées.

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Nuovo corso: Progettare un itinerario culturale. Strategie, marketing e comunicazione per lo sviluppo dei cammin

Corso online dal  16 febbraio al 4 maggio: Il progetto formativo sviluppa competenze per la progettazione, gestione e promozione di itinerari culturali e cammini, considerati come percorsi turistici integrati in grado di portare sviluppo sostenibile ai territori. Infatti, grazie al passaggio di viaggiatori e viandanti, le aree attraversate dai cammini – spesso interne e rurali – acquistano notorietà e aumentano i flussi.

 
 
 
Lungo i cammini nascono continuamente nuove opportunità economiche e culturali che è necessario saper intercettare. Negli ultimi anni sono sbocciati servizi, tecnologie e modalità di fruizione aperte a diversi target di mercato (camminatori, ciclisti, podisti, disabili, famiglie, ecc.) che arricchiscono i percorsi storici e religiosi, favorendo lo sviluppo di nuovi turismi quali: ecoturismo, turismo lento, enogastronomico, del benessere e cura della salute.
 
Obiettivi
Il progetto fornisce competenze manageriali e tecniche per configurare l’offerta complessiva degli itinerari culturali, al fine di massimizzare le opportunità offerte dal mercato legate alla crescita e diffusione del turismo lento.

 
Durante la formazione i partecipanti acquisiscono competenze e abilità per:
  • Conoscere e replicare le buone pratiche di livello nazionale utilizzate per lo sviluppo di itinerari culturali e cammini;
  • Implementare modelli di business innovativi, finalizzati alla valorizzazione dei patrimoni materiali ed immateriali, dei beni culturali e degli attrattori turistici dei differenti territori regionali;
  • Prefigurare le caratteristiche distintive di nuovi servizi per la valorizzazione dei territori e di nuove tecnologie e processi di comunicazione innovativi;
  • Programmare percorsi e viaggi che consentano di attraversare i territori potendo apprezzarne a pieno l’autenticità, l’eccellenza enogastronomica e l’artigianato.
Destinatari
Il progetto è rivolto a imprenditori, figure chiave delle imprese di piccole dimensioni e liberi professionisti (sistema ricettivo, imprese della ristorazione, agenzie di viaggio di incoming, guide turistiche e ambientali-escursionistiche, servizi per la mobilità, servizi per il benessere, eventi culturali, società di comunicazione, provider di servizi turistici internet-based, sviluppatori di e-tourism, ecc.). Il percorso formativo si rivolge anche a persone interessate ad avviare un’attività professionale volta alla valorizzazione del territorio e allo sviluppo del settore turistico.
Metodologia didattica
 
Il percorso formativo è concepito come un vero laboratorio che alterna una fase teorica e di dibattito a momenti pratici e interattivi con tavoli di lavoro. Il percorso formativo intende inoltre favorire il confronto e la collaborazione di imprese anche con specializzazioni differenti (ricezione, ristorazione, prodotti tipici, escursionismo, comunicazione), contribuendo alla formazione di un modo nuovo di promuovere i servizi ed il territorio regionale lungo la fitta rete di percorsi.
 
Contenuti
Durante le lezioni i partecipanti avranno la possibilità di acquisire competenze specialistiche, tecniche ed operative per la progettazione, organizzazione e comunicazione di prodotti servizi di turismo lento, esperienziale e sostenibile:

  • Il ruolo del turismo sostenibile per lo sviluppo dei territori attraversati dai cammini;
  • Metodologie e tecniche per la configurazione di esperienze/servizi specifici per il turismo lento dei cammini;
  • Piano di fattibilità per l’organizzazione di itinerari a piedi o in bicicletta in cui l’autenticità dei paesaggi e dei borghi risulti elemento prioritario;
  • Il ruolo delle produzioni artigianali ed enogastronomiche;
  • La progettazione di destinazioni lungo i cammini e organizzazione dei servizi turistici;
  • Implementazione di modelli di business innovativi finalizzati alla valorizzazione dei patrimoni materiali e immateriali, dei beni culturali e degli attrattori turistici;
  • Strumenti digitali per il viandante lungo i cammini;
  • Strumenti di comunicazione e di narrazione per valorizzare le peculiarità del turismo lento legato ai cammini.
Programma del corso
  • Modulo 1
Durata: 12 ore
  • Modulo 2
Durata: 12 ore
  • Modulo 3
Durata: 12 ore
 
Iscrizione e costi
È possibile iscriversi al corso completo o acquistare singolarmente i moduli.
Il progetto è articolato in tre moduli didattici autonomi. È possibile quindi iscriversi all’intero corso o ai singoli moduli di proprio interesse.
 
Contatti
Jessica Fabi

E-mail: j.fabi@demetraformazione.it
Telefono: + 39 3484913138 attivo dal 7 gennaio 2021 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00)

 

 
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Nouveau cours: Développer un itinéraire culturel. Stratégies, marketing et communication pour le développement des chemins

Cours en ligne du 16 février au 4 mai : Le projet de formation développe des compétences pour la conception, la gestion et la promotion d’itinéraires et de sentiers culturels, considérés comme des itinéraires touristiques intégrés capables d’apporter un développement durable aux territoires. En effet, grâce au passage des marcheurs et des voyageurs de passage, les zones traversées par les itinéraires – souvent internes et rurales – acquièrent une notoriété et augmentent les flux.

De nouvelles opportunités économiques et culturelles apparaissent continuellement le long des chemins,et il est nécessaire de pouvoir les intercepter. Ces dernières années, les services, les technologies et leurs modes d’utilisation se sont multipliés, ouverts à différentes cibles de marché (marcheurs, cyclistes, coureurs, handicapés, familles, etc.), enrichissant les itinéraires historiques et religieux et favorisant le développement de nouvelles formes de tourisme telles que l’écotourisme, le slow tourisme, l’œnotourisme, le bien-être et les soins de santé.

Objectifs

Le projet fournit des compétences techniques et de gestion pour configurer l’offre globale d’itinéraires culturels, afin de maximiser les opportunités offertes par le marché lié à la croissance et à la diffusion du slow tourisme.

Au cours de la formation, les participants acquièrent des compétences et des aptitudes pour :

  • Connaître et reproduire au niveau national les meilleures pratiques utilisées pour l’élaboration des itinéraires et des promenades culturelles ;
  • Mettre en œuvre des modèles commerciaux innovants, visant à valoriser les biens matériels et immatériels, le patrimoine culturel et les attractions touristiques des différents territoires régionaux ;
  • Préfigurer les particularités des nouveaux services de valorisation des territoires et des nouvelles technologies et des processus de communication innovants ;
  • Planifier des itinéraires et des voyages qui permettent de parcourir les territoires, en étant capable d’apprécier pleinement leur authenticité, l’excellence de leur nourriture et de leur vin et leur artisanat.

Bénéficiaires

Le projet s’adresse aux entrepreneurs, aux dirigeants de petites entreprises et aux indépendants (lieu d’hébergement, services de restauration, agences de voyages réceptives, guides touristiques et environnementaux, services de mobilité, services de bien-être, événements culturels, sociétés de communication, prestataires de services touristiques sur Internet, développeurs de tourisme digital, etc.) La formation s’adresse également aux personnes intéressées par le lancement d’une activité professionnelle visant à la valorisation du territoire et au développement du secteur touristique.

Méthodologie didactique

 La formation est conçue comme un véritable laboratoire qui alterne une phase théorique et d’échanges avec des moments pratiques et interactifs avec des groupes de travail. Le cours de formation vise également à encourager la comparaison et la collaboration d’entreprises ayant des spécialisations différentes (hébergement, restauration, produits locaux, randonnée, communication), contribuant ainsi à la formation d’une nouvelle façon de promouvoir les services et le territoire régional le long du réseau dense d’itinéraires.

Contenus

Au cours des leçons, les participants auront l’occasion d’acquérir des compétences spécialisées, techniques et opérationnelles pour la conception, l’organisation et la communication de produits et services de slow tourisme, expérientiel et durable :

  • Le rôle du tourisme durable pour le développement des territoires traversés par les sentiers ;
  • Méthodologies et techniques pour la configuration d’expériences/services spécifiques pour le slow tourisme des sentiers ;
  • Plan de faisabilité pour l’organisation d’itinéraires à pied ou à vélo dans lesquels l’authenticité des paysages et des villages est un élément prioritaire ;
  • Le rôle de l’artisanat et de la production alimentaire et vinicole ;
  • La conception des destinations le long des itinéraires et l’organisation des services touristiques;
  • Mise en œuvre de modèles commerciaux innovants visant à valoriser le patrimoine matériel et immatériel, les atouts culturels et les attractions touristiques ;
  • Des outils numériques pour le voyageur sur les chemins ;
  • Outils de communication et de narration pour mettre en valeur les particularités du slow  tourisme lié aux sentiers.

Programme du cours

  • Module 1

Itinéraires et chemins culturels. Analyse de l’offre et de la demande touristique

Durée : 12 heures

  • Module 2

Marketing touristique stratégique des itinéraires. Bonnes pratiques et communication

Durée : 12 heures

  • Module 3

Le cycle de projet des itinéraires : processus créatifs et participatifs

Durée : 12 heures

Inscriptions et coûts

Il est possible de s’inscrire au cours complet ou aux modules individuels.

Le projet s’articule en trois modules didactiques autonomes. Il est donc possible de s’inscrire à l’ensemble du cours ou aux modules individuels qui vous intéressent.

 

Contacts

Jessica Fabi

Courrier électronique : j.fabi@demetraformazione.it

Téléphone : + 39 3484913138 actif à partir du 7 janvier 2021 (du lundi au vendredi, de 9h à 13h).