Via Francigena

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La Via Francigena contromano

Dopo aver percorso la Via Francigena a piedi, e contromano nel 2010, Paolo De Guidi ha deciso di tornare nuovamente a Canterbury. Questa volta lo farà in Vespa…impegnandosi a non superare mai i 50 km/h!

Paolo ha da poco inaugurato il suo nuovo blog (www.dromorama.com) dedicato ai viaggi e alle microavventure su cui potremo seguire le tappe e i racconti del suo viaggio slow.

 

L’itinerario del suo viaggio

Via Francigena contromano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Visualizza il diario della sua “Via Francigena contromano” georeferenziato


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Pellegrini si diventa (III)

….e fu così che il 31 luglio entrai a Roma con i compagni pellegrini dalla Via Trionfale, che di trionfale non ha più nulla. Era quasi l’una ed eravamo affamati. La strada da Campagnano Romano alla capitale aveva attraversato boschi e campi dorati ma la periferia assolata era stata un’esperienza frustrante. Ma la meta era talmente vicina….
Una pizza e una birra e poi ancora un po’ di strada, ma poca, ed eccoci in città.
Che soddisfazione.
Nel primo pomeriggio ci fu un incontro con il Ministro della Cultura e con la Commissaria Europea, cerimoniale  di cui avremmo anche fatto a meno, ma che sopportammo pazientemente per amore della Via Francigena.
Alberto e Federico, capi della tribù e della spedizione, si presentarono, ed erano magnifici, in giacca e cravatta.
Targhe, saluti, buoni propositi, sorrisi, scambi di doni, fotografie, progetti, salamelecchi.
Alle quattro, sudata ma felice, arrivai in San Pietro e ricevetti l’attestato di peregrina romea.
I pellegrini romei sono quelli diretti appunto a Roma. I palmieri sono quelli che vanno in Terra Santa e a Gerusalemme. I peregrini giacobei  sono quelli che si recano in Galizia a visitare il sepolcro di Santiago, come narra Dante Alighieri.
Davanti al Pantheon foto ricordo di tutto il gruppo che qui si separò temporaneamente.
Mi avviai in autobus verso il periferico ostello gestito dalla Suore Vietnamite dove avrei passato la notte. Un viaggio interminabile, prigioniera in un mezzo con le ruote e il motore !!!!
La cena di fine cammino, a cui si unirono anche amici, mogli e fidanzate arrivate nel frattempo dal Nord, fu un tripudio della cucina romana che mia madre, che da lì veniva, mi aveva fatto amare fin da bambina: carciofi alla Giudia, fritto misto, bucatini all’ amatriciana e spaghetti cacio e pepe, puntarelle con le acciughe, cicoria strascicata con aglio e peperoncino, abbacchio, saltimbocca e scottadito………
E vino bianco dei Colli, naturalmente.
Impossibile non cantare in coro, stonati, esausti e felici: Quanto sei bella Roma quand’è sera….
  Tornata a casa andai a cercare l’etimologia di pellegrino.
Scoprii che deriva dal latino peregrinus che, tratto dall’avverbio peregre (per: fuori + ager: agro, territorio, paese), assume il significato di “straniero”, “forestiero” (letteralmente “che proviene o viaggia al di fuori del paese”).
E così capii di essere una straniera anch’io.
In verità lo sospettavo.

Un giorno in libreria comprai “Camminare”  (Walking, 1862) di Henry David Thoreau, grande pensatore e viandante appassionato.
Ribelle e visionario, seguace delle teorie di Ralph Waldo Emerson, fondatore del movimento kantiano del Trascendentalismo, il giovane Thoreau si chiese un giorno come fare a mettere in pratica i precetti ambientalisti e pacifisti del suo maestro.
Nelle Rêveries du promeneur solitaire di Rousseau trovò la risposta che cercava.

“Non ho mai tanto pensato, tanto vissuto, non sono mai tanto esistito, stato tanto me stesso, quanto nei viaggi che ho compiuto da solo e a piedi.”

Così capi’ che la soluzione era una sola: camminare.
D’altra parte l’avevano detto anche i saggi dell’antichità che deambulare è il vero rimedio per i mali dell’anima.
Gli allievi di Aristotele si chiamavano peripatetici, dal greco peripatein (passeggiare), proprio per questo.
I sofisti invece si spostavano a piedi di città in città per insegnare la retorica.
E gli stoici discutevano di filosofia passeggiando sotto la Stoa, i portici di Atene.

Camminare sul serio, penetrare i boschi, attraversare i fiumi e i laghi, valicare le vallate, incontrando la natura incontaminata e selvaggia, questo decise di fare il giovane Thoreau.
Che scrive:

“Credo nella foresta e nel campo e nella notte in cui cresce il grano.”

Non avevo mai letto nulla di simile e ne rimasi incantata.
Scoprii, grazie a lui, il Grande Ovest, verso cui dirigeva il suo lento andare.
E riscoprii, sempre grazie a lui, un autore del XIV secolo che avevo studiato al liceo e completamente dimenticato, Geoffrey Chaucer e i suoi Racconti di Canterbury.
Centoventi storie narrate da un gruppo di pellegrini durante il loro pellegrinaggio dalla Locanda del Tabarro a Southwark alla Cattedrale di Canterbury, per visitare il santuario di San Tommaso Becket.

“E gli uomini ricercano pellegrinaggi,
e i pellegrini terre sconosciute.”
(G. Chaucer-The Canterbury Tales, Prologo)

E prima ancora, nel X secolo, il Vescovo Sigerico rientrò a Canterbury da Roma dove aveva ricevuto dalle mani del Papa il Pallio, il mantello bianco che rappresenta la pecora che il Cristo porta sulle spalle.
Tornò a piedi e tracciò, in 79 tappe, la Via Francigena.

Non avevo bisogno d’altro per decidere di incamminarmi di nuovo, appena possibile, anch’io verso occidente….

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Anno di record per la Via Francigena

Già passato il primo pellegrino, nel 2010 sono stati 210. Se il buongiorno si vede dal mattino, il nuovo anno si preannuncia da record: arrivato il 4 gennaio il primo pellegrino 2011 della via Francigena ospitato nella grangia benedettina ad Orio Litta. Il suo nome è Michele Bonelli ed è di Milano Porta Ticinese. «Volevo cominciare bene l’anno»: questa la spiegazione data al sindaco Pierluigi Cappelletti (pure presidente del “Comitato accoglienza pellegrini Via Francigena”). Di certo, Bonelli finora ha battuto tutti: lo scorso anno, il primo arrivo era stato quello del sagrestano Gerhard Bruchner di Monaco di Baviera, arrivato ad Orio il 14 gennaio, mentre nel 2009 fu la scrittrice Roberta Ferraris, coautrice di varie guida del Touring Club, ad arrivare nella Bassa “solo” il 22 gennaio. In attesa di sapere quanti pellegrini arriveranno quest’anno, Orio Litta si frega le mani: 210 in tutto i pellegrini ospitati in grangia nel 2010. Tanti gli incontri, molte le riflessioni lasciate dai pellegrini nel registro. Ecco il ricordo del francese Mathieu Gabarra, ospitato in grangia il 26 gennaio, diretto in Mongolia. «Gli stranieri sono stati molti, specie francesi e svizzeri», sottolinea Cappelletti. Il 21 maggio, ecco Henri Bretonniere, in cammino dalla Francia a Gerusalemme, quattro giorni dopo è la volta di una coppia australiana di Canberra, Helen e Graham, che si trovano in grangia con Mario Pozzolo di Lonate. «Da due anni è normale ospitare contemporaneamente pellegrini diversi, cosa mai accaduta prima», sottolinea Cappelletti. Tra le curiosità di quest’anno anche una di amarcord: la scrittrice Ferraris torna una seconda volta ad Orio e scrive sul registro, «Ero stata qui con temperature polari nel 2009 e oggi 7 luglio ci sono 30 gradi. Non ne azzecco una!». Solo a luglio i romei sono stati 29 (cinque di loro provenienti dalla Svezia), in agosto 37. Tra questi, ci sono anche Mariano e Daniele , arrivano da Canterbury e scrivono: «Posto magnifico, uno dei migliori che abbiamo mai visto, Santiago compreso». Ma tra i pellegrini ci sono americani, inglesi, spagnoli, olandesi e belgi. Il 30 settembre l’ospitalità per la prima volta è a due giovani luterani americani, Andrew e Sarah Wilson, ottobre è il mese dei francesi ma comincia con due scozzesi di Inverness. Tra i ricordi anche quello del 5 novembre, quando arriva il tedesco Patrick Steffan, spingendo una carriola con cui trasporta la sua roba. Scrive: «Some people talk, some people walk: I walk». L’ultimo pellegrino arriva il 28 dicembre, è Paolo Andrea Fantin da Vicenza , manager in libera uscita dallo stress con permesso di famiglia.

 

Fonte: FOMBIO.COM

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Via Francigena, a record year

Already passed the first pilgrim in 2010 were 210. Are you a good morning starts in the morning, The new year promises to be a record: the first arrived on January 4 2011 Pilgrim Via Francigena housed in the Benedictine grange in Orio Litta. Her name is Michele Bonelli and Milan Porta Ticinese. “I wanted a good start to the year”: this is the explanation given to the mayor Pierluigi Cappelletti (also president of the Committee welcome pilgrims ViaFrancigena).

Certainly, Bonelli has so far beaten all: last year, the first arrival was that of Gerhard Bruchner sexton of Monaco of Bavaria, arrived in Orio January 14, while in 2009 Roberta Ferraris was the writer, co-author of several guide of the Touring Club, arriving in Low “only” 22 January. Waiting to see how many pilgrims will arrive this year, Orio Litta rubs his hands all over 210 pilgrims staying in the grange in 2010. So many meetings, many reflections left by pilgrims in the register. Here is the memory of the French Mathieu Gabarra, located in grange January 26, bound for Mongolia. “Foreigners are many states, especially France and Switzerland, ‘says Cappelletti. On May 21, here Henri Bretonniere on their way from France to Jerusalem, four days later came the turn of a couple Australia in Canberra, and Helen Graham, who are in the grange of Lonate Pozzolo with Mario.
“For two years it is normal to accommodate the pilgrims at the same time different, which has never happened before,” Cappelletti stresses. Among the curiosities of this year, one of amarcord: writer Ferraris back a second time in Orio and writes the log, “I was here with temperature Polar in 2009 and today there are 30 degrees on July 7. I do not carry a. ” Only in July the Romei were 29 (five of them coming from Sweden) on August 37. Among these, there are also Mariano and Daniel, coming from Canterbury and write: “beautiful place, one of the best We have never seen, including Santiago. ” But among the pilgrims there are American, English, Spanish, Dutch and Belgians. On 30 September, the hospitality for the first time two young Lutherans Americans, Andrew and Sarah Wilson, October is the month of the French, but begins with two Scottish Inverness. Remember also that of between 5 November, when it comes to the German Patrick Steffan, pushing a wheelbarrow which carries his stuff. He writes: “Some people talk, Some People Walk: I walk. ” The last pilgrim arrives Dec. 28, is Paul Andrea Fantin from Vicenza, manager on leave from the stress with family leave.

This article has been translated with Google Translator

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La Via Francigena: da Badia Isola a Badia di Coneo

Il tratto dell via Francigena che attraversa la Valdelsa è uno dei più suggestivi di tutto il pellegrinaggio. Il percorso di domenica 16 gennaio si svolge per intero attraverso boschi, campi e antichi borghi e ha come estremi due delle più interessanti emergenze storico-architettoniche della zona.
Il borgo di Badia a Isola eretto nella forma attuale intorno all’anno 1000 costituiva la sedicesima tappa di Sigerico. Quasi intatta la struttura originaria con la Badia avvolta dalle case del borgo e la vista aperta su Monteriggioni e Pian del Lago.
Il percorso prosegue con Castel Petraio, che ancora oggi mantiene la struttura di castellare, con Strove, borgo che conserva tutta la sua atmosfera medioevale, con il poggio alla Fame, dove facendo un salto temporale troviamo un’importante necropoli etrusca i cui resti sono conservati nel museo di Colle Valdelsa fino ad arrivare a Gracciano. Da qui si prosegue seguendo il corso dell’Elsa Vecchia e camminando su un sentiero lastricato dagli antichi fossili tanto abbondanti nella zona. Si supera Fabbrica, Quartaia, San Donato e dopo essersi addentrati nel suo famoso bosco, arriviamo a Badia Coneo, un impianto medioevale ancora ben conservato nel quale si ritrovano molti riferimenti all’architettura lombarda così tipica delle costruzioni lungo la via Francigena.

Lunghezza: 18 Km circa
Ore di cammino: 5 circa
Dislivello: 200 mt circa
Impegno: medio (per lunghezza itinerario)

Quota di partecipazione: € 12,00 per persona (gruppo minimo 10 partecipanti)

Per prenotazioni e maggiori informazioni:
Guida Escursionistica: Claudia Papini claudia@ufficioguide.it 328 75 24 940

 

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Fiaccolata lungo i sentieri della Via Francigena

Itinerario natalizio lungo i sentieri di campagna della Via Francigena. Come ormai da tradizione la sezione senese del Cai ed il Comune di Monteriggioni organizzano per il 24 dicembre una suggestiva passeggiata illuminata solo dal chiarore delle torce che dal castello di Monteriggioni – Siena – arriva fino alla chiesa romanica di Abbadia a Isola.

Monteriggioni Fiaccolata Via FrancigenaIl ritrovo è fissato al castello di Monteriggioni verso le 21. Dopo la consegna delle torce si uscirà dalla porta senese del Castello, imboccando un itinerario di circa 4 chilometri, corrispondente al tracciato ufficiale della Via Francigena approvato dal Ministero dei Beni Culturali. Il festoso corteo approderà fino al borgo medievale di Abbadia a Isola, la chiesa romanica fondata dalla contessa Ava nel 1001, dove verrà celebrata la Messa di Natale. Ad attendere gli escursionisti ad Abbadia a Isola ci saranno come sempre i membri dell’ABBI, la locale Associazione di volontariato, che offriranno ai partecipanti uno spuntino di benvenuto.

Il percorso, di 4 Km. ca., si snoda lungo sentieri di campagna: si consigliano calzature e abbigliamento adeguati. Funzionerà un servizio navetta gratuito da Abbadia a Isola a Monteriggioni.

La partecipazione è gratuita.

Per maggiori informazioni:
Ufficio Cultura Comune di Monteriggioni (SI)
Tel.: 0577 306659/27/02
Ufficio turistico di Monteriggioni (SI)
Tel.: 0577 304834

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Baccelli sulla carreggiata

Il maggio scorso, tra Sarzana e il mare, seguivo con millimetrica precisione la banchina della provinciale. Troppe auto a sinistra, troppe canne palustri sporgenti a destra. La bici con le borse, bersaglio facile per gli scalmanati in corsa per un posto sul bagnasciuga, col primo sole. I baccelli erano ovunque, difficile schivarli. Fave e piselli. Le tracce inequivocabili dei motocarri portavano ai campi al lato della strada, dove era in corso la raccolta. La traccia si perdeva oltre Marinella e Carrara, tra  stabilimenti balneari e porto dei marmi, nel traffico ancora più caotico.

Volendo pedalare da Sarzana a Roma sulla via Francigena, potevo scegliere tra una via filologica, pedemontana, nel labirinto motorizzato della conurbazione Sarzana-Avenza-Massa, oppure potevo mettermi nei panni di un pellegrino all’alba dell’anno 1000: cosa avrebbe fatto, potendo scegliere, lo scudiero dell’arcivescovo Sigerico? Avrebbe rischiato di azzoppare la sua cavalcatura su una strada irta di insidie, oppure avrebbe scelto una tranquilla ippovia litoranea? Ci fosse stata, nel X secolo, l’avrebbe scelta, ma non c’era. Oggi invece c’è il suo equivalente per la “due ruote”: una comoda e riposante ciclopista che dal Cinquale porta fino a Pietrasanta. Poco filologica, ma non è detto. Nicholas de Munkathvera – abate islandese e pellegrino qualche tempo dopo il celeberrimo Sigerico – notò e lodò le spiagge della Versilia.

Quelle, a dire il vero, non ci sono più. Non come le vide Nicholas, e nemmeno come le vide e visse, meno di cent’anni fa, Gabriele d’Annunzio, inventore della villeggiatura balneare e poeta. Un ultimo lembo di quella meraviglia rimane all’oasi WWF di Vittoria Apuana, dove barricate ambientaliste proteggono un ultimo residuo di duna litoranea, dove se è fortunato, il pellegrino coglie, passando, l’attimo fuggente della fioritura del vilucchio di mare.

Appena oltre la torre della colonia FIAT, a Marina di Massa, ho ricominciato a seguire la pista dei baccelli, che non erano più sulla carreggiata, bensì erano offerti a modico prezzo accompagnati da pecorino a una festa paesana e ruspante di Rifondazione Comunista. Ma può una sedicente pellegrina sulla via Francigena cedere alla tentazione di fermarsi davanti a un piatto di baccalà marinato, per giunta servito da mani autentiche di cavatore, con probabili inclinazioni anarco-insurrezionaliste?
La risposta è, naturalmente, sì, la pellegrina si ferma eccome, si cala nel reale, nel qui e ora, al ritmo della colonna sonora tutta rocchettara della festa paesana. Lo scudiero di Sigerico avrebbe fatto altrettanto.

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Camminando sulla Via Francigena…on line!

Siamo un gruppo di pellegrini che dopo aver tanto ricevuto dal nostro camminare sulle vie d’Europa abbiamo deciso di incontrarci e lavorare ad un progetto che possa aiutare nello sviluppo e nella promozione della nostra meravigliosa Via Francigena.

Da oggi possiamo camminare assieme, anche on-line, collegandoci all’indirizzo www.camminandosullaviafrancigena.com. Questo nuovo canale, che oggi nasce per essere un punto di incontro e di scambio di informazioni, consigli, esperienze, riflessioni, tra tutti i camminatori che hanno percorso o desiderano camminare sulla Via Francigena, vuole trasformarsi in una vera propria Community, il cui protagonista sarà il Pellegrino con il proprio sentire, le proprie emozioni e necessità nel suo viaggio verso Roma.

Oltre a tutte le informazioni ed i consigli su come compiere il Cammino, già disponibili sul sito, da gennaio sarà attiva anche la sezione interattiva: forum, rubriche, chat, sondaggi, video, diari di viaggio, che vedranno attivamente partecipi tutti coloro che vogliano contribuire.

Il progetto prevede anche un lavoro attivo su tutto il territorio, con l’organizzazione di incontri, eventi, camminate, attività didattiche in collaborazione con gli enti locali, associazioni e privati che vorranno aderidere alle nostre proposte, oltre ad un’azione di monitoraggio continuo del tracciato e di aiuto al pellegrino in difficoltà, integrando così l’importante opera che già svolgono i gruppi di volontari e gli enti interessati attivi nelle diverse province.

Saremmo grati a tutti coloro che vorranno partecipare attivamente a questa iniziativa e ringraziamo gli amici che vorranno scriverci a camminandosullaviafrancigena@gmail.com per eventuali suggerimenti o idee. Solo camminando insieme e collaborando possiamo far vivere la nostra Via Francigena.

 

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Walking along Via Francigena…on line!

We are a group of pilgrims who, after having received so much from our walk on the streets of Europe have decided to meet and work on a project that could help in the development and promotion of our wonderful Via Francigena.
From today we can walk together, even on-line, linked to www.camminandosullaviafrancigena.com. This new channel, which today is born to be a point of encounter and exchange of information, tips, experiences, reflections, of all the walkers who wish to walk the path or ViaFrancigena, wants to become an actual community, where the main character will be the Pilgrim with his own feelings, their emotions and needs on his journey to Rome.
In addition to all the information and advice on how to make the Way, is already available on the site, will also be active from January to section interactive forums, address books, chat, polls, videos, diaries, which will actively participate in all those who want contribute.
The project also envisages active work on the whole, the organization of meetings, events, walks, educational activities in collaboration with local authorities, associations and individuals who want aderidere to our proposals, as well as continuous monitoring of action of the track and help the pilgrims in difficulty, to complement the important work already carried out voluntary groups and interested bodies active in the various provinces.
We are grateful to all those who wish to participate actively in this initiative and thank the friends you want to write camminandosullaviafrancigena@gmail.com for any suggestions or ideas. Just walking along and working together we can live our ViaFrancigena.

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Pellegrini si diventa

Molti anni fa ho sentito un direttore d’orchestra e compositore francese, Pierre Boulez, raccontare come la musica prendesse forma nella sua mente durante i suoi pellegrinaggi da Parigi a Lourdes. Con lo zaino in spalla ed il bordone si incamminava ogni anno e mentre andava lentamente verso la meta nascevano armonie, melodie, accordi, variazioni, modulazioni che, una volta tornato a casa, si trasformavano in piccoli segni neri su un pentagramma e assumevano l’aspetto concreto di sinfonie, sonate, composizioni per voce e per strumenti.

Quello che allora mi aveva impressionato era scoprire che camminare verso una meta lontana, passo dopo passo, genera  uno stato mentale, libero e leggero, durante il quale il pensiero razionale e analitico svanisce per lasciar posto a quello creativo, intuitivo e associativo.

Scoprii anche, lo ignoravo, che esistono antiche vie medievali che solcano l’Europa e il mondo intero per condurre alle città sante, Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela e che in ogni momento migliaia e migliaia di viandanti percorrono quelle strade millenarie, ognuno con le sue motivazioni personali ma tutti uniti da una profonda ricerca spirituale ed esistenziale.

La ricerca dell’infinito? Forse.
La ricerca dell’assoluto? Anche.

Una comunità in cammino alla quale decisi, ma senza averne ancora coscienza, che un giorno mi sarei unita.
In un momento doloroso della mia vita quello mi sembrò il modo di riuscire a credere in un futuro migliore e promisi a me stessa che quando il peggio fosse passato sarei partita.
Ci vollero molti anni ma un giorno la decisione fu presa e non sapendo come fare perché non sapevo niente di niente cominciai comprando una Guida al Cammino di Santiago.
Si rivelò un’ottima idea.

E fui davvero sorpresa nel capire al volo come in fondo organizzare il viaggio fosse semplice.
Bastava comprare uno zaino di buona qualità, riempirlo nel modo giusto di poche cose essenziali, decidere una data e saltare sul primo treno per Saint Jean Pied de Port, ai piedi dei Pirenei francesi.

Tutto qui? Si, tutto qui. 

Però poi, pensai, ci sarebbero stati quasi ottocento chilometri da fare a piedi, giorno dopo giorno…..
Questo era un po’ più complicato.
Così decisi di lanciare un messaggio su un sito di pellegrini, scelto a caso. Il mio click cadde su pellegrinando.it e sulla sezione in cui si incrociavano partenze e arrivi.
Lì trovai una compagna di viaggio e il coraggio di cominciare a pensarci seriamente.
Si, ma come prepararsi?
Il caso, come spesso accade, risolse il problema per me e per Lalla, futura collega camminante.
Ricevetti una mail che allora mi sembrò di incerta provenienza ma ora so bene che arrivava da persone straordinarie in cui si annunciava che il primo di luglio (eravamo nel 2008), migliaia di persone sarebbero partite per Roma in macchina, in treno, in aereo.
E allora? mi dissi, ma continuai a leggere.
Ma….proseguiva l’articolo…. un piccolo gruppo di persone partirà a piedi…e arriverà alla meta il 31 luglio.
A piedi? Questi sono pazzi, fu il mio primo pensiero.
E poi? Il 31 luglio? Un mese di cammino? Ma dai…
Il secondo pensiero fu….ma io parto con loro.
E così una mattina uscii di casa, come Pierre Boulez quando partiva per Lourdes, con gli scarponi da viandante, lo zaino, i bastoncini e mi avviai al punto d’incontro con chi, come me, quel giorno avrebbe intrapreso il suo lungo viaggio verso Sud…..

Come scrisse Walt Whitman « A piedi e con cuore leggero mi avvio per libera strada…»