Via Francigena

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L’ospite inatteso

E’ sabato, ho appena finito di tagliare l’erba, altissima dopo due mesi di assenza da Casa Francigena. Sono sdraiato sotto il tosaerba con la canna dell’acqua in mano, per ripulirlo, quando suonano alla porta.

Mia madre oggi è mia ospite, le chiedo di aprire, ma quando lei chiede chi è le risponde una voce straniera. Pensando che sia il signore magrebino che passa ogni tanto per vendere fazzoletti e calzini, decide di spacciarsi per la colf, e dice: “il padrone non è in casa”.

Ascolto con un orecchio il dialogo urlato tra un lato e l’altro del portone, fino a quando sento la parola magica: “c’è un pellegrino!”.

Balzo in piedi e mi presento sull’uscio con la mia maglietta strappata e i jeans sporchi di vernice che uso per lavorare in giardino, e mi trovo di fronte un signore che con accento anglosassone mi chiede: “ma tu sei Alberto”? Si, rispondo stupito.

Lui è Garry, 63 anni, australiano. Mi dice che è partito da Canterbury il 21 Giugno, ed è diretto a Roma. Ha sentito parlare di me, si ricordava Casa Francigena, a Roppolo, e oggi ha deviato dalla sua strada per venire a cercarmi. Non aveva l’indirizzo, ma l’oste dietro l’angolo dopo la prima birra gli ha spiegato dove trovarmi.

Gli chiedo se ha voglia di un’altra birra, e lo invito a fermarsi da noi per la notte. Fa qualche svogliato complimento, ma non ci vuole molto a convincerlo.

Come dice la pubblicità, ci sono cose che non hanno prezzo. E un australiano che dopo 55 giorni di cammino bussa alla porta di Casa Francigena chiedendo espressamente di me è una di queste…

Passiamo ore a parlare del percorso, a stampare mappe, a scambiarci impressioni e consigli. E poi la cena, tipica milanese, a base di risotto e  cotolette, con la mamma soddisfatta dei primi complimenti ricevuti in vita sua da un australiano.

L’indomani, al risveglio, Garry mi racconta che esattamente un anno fa, l’11 settembre, si trovava in ospedale, a combattere con una malattia che rischiava di impedirgli di camminare per il resto dei suoi giorni. Allora decise che se ne fosse uscito avrebbe percorso l’intera via Francigena.

Ed eccolo qui, oltre la metà del percorso, a fare colazione in giardino. Vuole arrivare a Roma entro il 17 ottobre, quando in Piazza san Pietro è prevista la beatificazione del primo aspirante santo australiano.

Come faccio con ogni pellegrino ospite, scatto una foto sotto al cartello della Francigena e lo accompagno per il primo tratto della tappa verso Santhià. Facciamo tappa al castello, riusciamo a visitarlo quasi tutto, compresa l’enoteca, dove Garry mi regala una bottiglia di ottimo Bramaterra e degusta un bicchiere di Erbaluce, alle 10 del mattino, prima di iniziare la tappa.

Lo saluto con un abbraccio lungo la carrareccia che scende a Cavaglià. Mi rivela orgoglioso che sarà il primo australiano a percorrere l’intera via Francigena da Canterbury.

Lo guardo andare via, verso sud, sommerso dai suoi diciassette chili di zaino.

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Un escursione tra storia e memoria

Domenica 12 settembre la FIE e il Comune di Monteriggioni propongono un trekking per riscoprire e conoscere uno scorcio di medioevo lungo la Via Francigena che attraversava la Montagnola.

Il percorso è un anello tra Storia e Memoria che ripercorre idealmente e topograficamente alcuni tracciati della Via Francigena, antico sistema viario che attraversava la Montagnola sia nel fondovalle, quando il clima lo consentiva, sia in altura.

Si tratta sicuramente dell’itinerario più intenso, sia dal punto di vista escursionistico che culturale. Partendo dal Castello di Monteriggioni e proseguendo per la Via Francigena incontreremo tracce antiche del passaggio dei pellegrini diretti a Roma e tracce antiche lasciate dalla storia più remota che a partire dal periodo etrusco arrivano fino all’epoca moderna, tracce che l’uomo ha lasciato in maniera intensa, modificando i tratti del paesaggio e trasformando gli antichi insediamenti fortificati in poderi.

Lungo il sentiero proposto le antiche vestigia dei castelli di Montauto, Castellare, Abbadia a Isola, Castel Petraio, si affiancano alle testimonianze legate alla memoria recente della lotta partigiana che ha attraversato questi luoghi segnandoli con un feroce eccidio a Casa Giubileo.

Programma
Ore 8,30 raduno in piazza del Castello di Monteriggioni (all’interno del castello).
Ore 9,00 partenza per il trekking storico lungo la Via Francigena.
Ore 13,00 sosta pranzo al sacco.
Ore 16,00/17,00 circa rientro a a Monteriggioni (parcheggio del castello).

Lunghezza circa 15 km / dislivell o 220 m / tempo di percorrenza circa 5 h con soste

INFO E PRENOTAZIONI

Itinerario trekking: camminare per conoscere, info Alessio Latini 339.15 61 203

Itinerario mountain bike: pedalare sulla Francigena, info Sandro Santini 347.3774849

 

Il Comune di Monteriggioni

Situato a pochi chilometri da Siena, il Castello di Monteriggioni venne fondato nel secondo decennio del ‘200 dalla Repubblica Senese con il principale scopo di creare un avamposto difensivo contro la rivale Firenze.

Il castello è collocato in prossimità della Via Francigena che, percorsa da pellegrini e mercanti, rappresentò il più importante collegamento tra la Francia e Roma già a partire da prima del Mille.

All’interno della fortezza di Monteriggioni, la funzione militare e quella insediativa sono i principali elementi che condussero i senesi alla costruzione del castello che ancor oggi per i suoi caratteri architettonici, per il rapporto con il paesaggio circostante e, non ultimo, per l’eccellente stato di conservazione rappresenta forse un unicum nell’attuale panorama dei borghi medievali della Toscana.

Il castello di Monteriggioni si presenta dall’esterno con una possente cinta muraria interamente realizzata in pietra. Dalla superficie esterna delle mura, distribuite a intervalli non sempre regolari, sporgono quattordici torri rettangolari.

L’importanza di queste torri doveva essere assai notevole anche nel Medioevo, come attesta un famoso passo della Divina Commedia di Dante Alighieri. L’accesso al castello avviene, ancora oggi tramite due porte, quella Franca o Romea rivolta verso Siena, e quella di S. Giovanni, situata sul versante opposto delle mura in direzione di Firenze.

Varcata la soglia del borgo ci appare dinanzi agli occhi la liscia facciata della chiesa di S. Maria Assunta, la cui bellezza non si comprende subito.

Seppur trasformata all’interno, la chiesa rappresenta uno degli edifici medievali meglio conservati del castello. Camminando per il borgo, un tempo dimora di soldati ma anche di numerosi civili, tra le caratteristiche viuzze e le antiche case si ha la sensazione di ritornare indietro nel tempo.

La possibilità di immergersi nel passato prosegue nel museo allestito nei locali antichi adiacenti alla
chiesa. Sistemate in quattro sale, si possono ammirare riproduzioni di armi e armature che vanno dall’XI al XVI secolo.

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La Via Francigena sul Times

Brian Mooney, giornalista e membro della Confraternity of Pilgrims to Rome, ha pubblicato sul Times un articolo sulla Via Francigena, su cui ha viaggiato per 75 giorni da Canterbury a Roma.

Mooney aveva già percorso in precedenza il Cammino di Santiago, ed è quindi interessante leggere le sue impressioni su analogie e differenze dei due cammini. L’immagine della Via Francigena che esce dall’articolo è comunque positiva. 

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La Via Francigena passerà da Abbadia

Il Ministero per i beni e le attività culturali ha approvato ufficialmente la variantedella Via Francigenadi Abbadia San Salvatore che permetterà di di superare le criticità del percorso originario con notevoli risparmi di tempi per la realizzazione delle opere infrastrutturali .

Il Comitato scientifico della Consulta per gli itinerari storici, culturali e religiosi ha approvato anche la costituzione di un gruppo tecnico di lavoro che avrà il compito di supervisionare e gestire la gestione tecnica delle variazioni previste. All’interno dell’ equipe, cost l’ingengnere Alberto Conte, della società ItinerAria, si occuperà di organizzare i sopralluoghi tecnici lungo il nuovo tracciato.

Ecco le dichiarazioni rilasciate dopo l’approvazione ufficiale della variante da Patrizia Mantengoli, assessore alla cultura di Abbadia San Salvatore che ha seguito l’iter del progetto per il Comune badengo, presentato insieme alla Provincia di Siena:

“Il Comitato – spiega Mantengoli – ha esaminato il dettagliato progetto di modifica del percorso della Via Francigena e ha mostrato apprezzamento per la scientificità, la chiarezza e l’efficacia della proposta, condivisa con gli enti locali coinvolti e corredata da un’ampia e dettagliata documentazione descrittiva e cartografica. La variante è stata accolta perché, come emergeva dal progetto, permette di superare le criticità del percorso originario con notevoli risparmi di tempi per la realizzazione delle opere infrastrutturali e di risorse finanziarie. A questo si aggiunge anche un minore impatto ambientale e paesaggistico”. 

“Il nuovo percorso – aggiunge Mantengoli – rappresenta una grande opportunità per valorizzare i territori che saranno attraversati dalla Via Francigena, compresa Abbadia San Salvatore, e di questo importante risultato dobbiamo ringraziare tutti coloro che in questi mesi hanno lavorato al progetto con professionalità e competenza: da Alessandro Pinciani, vicepresidente della Provincia di Siena ad Antonio De Martinis, dirigente del Servizio cultura della Provincia di Siena, da Emanuela Carpani, Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Siena e Grosseto a Paola D’Orsi, responsabile del gruppo di lavoro Via Francigena della provincia di Siena fino a tutti i tecnici dell’amministrazione provinciale e del Comune di Abbadia che hanno dato il loro contributo”.

 

Fonte: www.sienafree.it

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An Italian Odyssey

Tutto era iniziato come un semplice e ambizioso desiderio di percorrere i circa mille chilometri che dalla Svizzera portano a Roma lungo Via Francigena.

An Italian Odissey

Dopo 54 giorni di cammino attraverso la storia e la cultura dell’antico pellegrinaggio  Neville e Julie, pellegrini amici del Movimento Lento, hanno riflettuto sulla loro esperienza e attraverso le pagine del libro ci raccontano la loro avventura.

Le pagine di “An Italian Odyssey: One Couple’s Culinary and Cultural Pilgrimage” raccontano un’avventura lunga mille chilometri attraverso l’Italia. Una storia nata da una splendida miscela di storia, cultura e cibo mescolati insieme alle emozioni e ai momenti di difficoltà e frustrazione vissuti dalla coppia di pellegrini lungo la Via Francigena.

Per ulteriori informazioni sul libro “An Italian Odyssey” visita il sito web: www.verderamedia.com.

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An Italian Odyssey

What started off as a simple maybe crazy thought – of walking from Switzerland to Rome along an old pilgrim trail called the Via Francigena, from the initial preparation and planning, to actually doing the walk itself over 54 days – has progressed into us sitting down to write and publish a book. 

Our story is a wonderful mixture of history, culture and food blended together with personal drama and conflict as Julie and I struggled, stumbled and finally made our way to Rome. Here is the back over description of the book.

A MIDLIFE COUPLE EMBARKS ON A GREAT ADVENTURE – walking 1,000 km on the Via Francigena, an ancient, elusive pilgrim trail through the heart of Italy. They face unexpected challenges resulting in tears and frustration. But along with dollops of Roman and medieval history, a dash of contemporary culture, plenty of sensual food and wine, and gracious Italian hospitality, they also share romantic and magical moments. The concoction comes to a boil until the flavors and juices ooze out – A UNIQUE CULINARY AND WALKING PILGRIMAGE.

For more information about our book, An Italian Odyssey, please visit our publication website Verdera Media at www.verderamedia.com.

Cheers

Neville and Julie

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Musica per i pellegrini

Sul portale di Francigenalibrari sarà presto disponibile un repertorio di circa 300 brani musicali, costituito da Laudari e ballate risalenti alla tradizione medievale, e da brani realizzati in occasione di festività religiose e popolari nei territori attraversati dalla via Francigena.

La lodevole iniziativa culturale, a cura della dott.ssa Assunta Blasi, si avvale del patrimonio sonoro custodito presso l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi in collaborazione con la Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti culturali e il Diritto d’autore.

La raccolta e la digitalizzazione di un repertorio di musiche e di canti legati, in vario modo al pellegrinaggio medievale si inserisce nel più ampio progetto di Valorizzazione degli itinerari storici, culturali e religiosi  che mira a valorizzare e rendere fruibile il patrimonio culturale del corridoio attraversato dalla Via Francigena.

Leggi il contributo della Dott.ssa Blasi – Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi

Fonte: Newsletter FrancigenaLibrari n°13

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“Trekking nel tempo” lungo la Via Francigena

Venerdì 31 luglio-San Gimignano-Un itinerario archeologico e naturalistico per camminare indietro nel tempoe conoscere la storia della Via Francigena.

Una grande occasione per visitare scavi archeologici, ruderi, chiese e abbazie romaniche lungo la Valle del torrente Fosci, in un percorso di 10 chilometri della durata complessiva di 8 ore soste comprese.

Il trekking “Sulle tracce di Figeric, la Francigena in Val d’Elsa tra San Gimignano e Colle Val d’Elsa” è organizzato dai Musei Civici di San Gimignano e il Museo archeologico di Colle Val d’Elsa.

L’iniziativa rientra nel calendario de “Le notti dell’Archeologia”, la manifestazione promossa dalla Regione Toscana fino al 31 luglio con oltre 200 appuntamenti su tutto il territorio per scoprire il passato della Toscana con aperture notturne di musei, parchi e aree archeologiche, ma anche conferenze, laboratori, visite guidate e spettacoli.

Il trekking è gratuito ma è necessaria la prenotazione.

Per info e prenotazioni:

Ufficio Turistico di San Gimignano tel 0577 940008; Museo archeologico Ranuccio Bianchi Bandinelli Colle Val d’Elsa tel 0577 922954

Fonte: www.regionetoscana.it

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Il mio Cammino, di Bruno Valentini

Riflessione del Sindaco di Monteriggioni sul rapporto tra il Cammino di Santiago e la Via Francigena.

Sono stato sul Cammino di Santiago. Dopo aver sbirciato il Cammino da turista, ho voluto provarlo da moderno pellegrino.

Il tragitto che abbiamo scelto, io ed i miei due compagni di strada, sono stati gli ultimi 350km. Bruno, Massimo e Sergio sono partiti nel pomeriggio del 31 maggio da Leon, con tre mountain bike prese in affitto, arrivando in Plaza del Obradoiro nella mattina del 5 giugno.

Quel giorno stesso non credevamo ai nostri orecchi quando siamo stati citati ( insieme agli altri pellegrini, distinti per provenienza e per nazionalità) dal prete che officiava la messa nella cattedrale di Santiago. Non credevamo ai nostri occhi quando sulle nostre teste un incensiere gigante manovrato da otto uomini, detto “botafumeiro”, scandiva il rito dell’accoglienza con ampie oscillazioni per tutta la lunghezza del transetto.

Lungo il tracciato abbiamo incontrato centinaia di persone, uomini e donne, di ogni età e Paese, che ci salutavano col sorriso augurandoci “Buen Camino”. Con alcuni di loro, biascicando e mescolando parole italiane, spagnole od inglesi nonché molta gestualità improvvisata, abbiamo familiarizzato per un minuto o per un’ora, mangiando con loro o scambiandosi informazioni, avvolti da una naturale complicità.

Non so bene cosa li muovesse, piegati sotto il peso dei loro zaini, ma ho visto con quale determinazione affrontavano il viaggio ed ho visto la gioia del momento nel quale, dall’altura del Monte do Gozo, scorgevano per la prima volta le guglie della cattedrale di Santiago.

Oltre alle motivazioni del “mio” cammino, non nego di aver cercato ispirazione per l’altro grande itinerario europeo che si sta risvegliando dal torpore, nel quale peraltro anche il Cammino di Santiago era sprofondato fino a trent’anni fa, : la Via Francigena. Mentre il Cammino si conclude presso il grande santuario dedicato a San Giacomo (Santiago) , la Via Francigena conduce a Roma, al tempio della cristianità universale.

Attraversando paesaggi straordinari ed incontrando monumenti unici al mondo. Sul Cammino si muove una domanda di conoscenza, che già sta cercando altre mete. In fondo siamo davanti ad una nuova frontiera della modernità, fatta di persone che non rifuggono dalle nuove tecnologie (ogni bar scalcagnato consentiva l’accesso ad Internet, ed abbondano i forum ed i blog ) ma non ne sono dominati.

La Spagna, ed in particolare la regione Galizia, ha molto beneficiato di questo turismo delle esperienze che possiamo intercettare anche in Italia, ma a precise condizioni e tutte quante connesse all’autenticità del progetto. Ne accenno tre.

Innanzitutto segnalazioni omogenee, chiare e ripetute che indicano il percorso e sono condivise dalle comunità che vengono attraversate. Poi il sistema delle credenziali, e cioè la differenziazione della Francigena da qualsiasi altro sentiero di trekking o di cicloturismo attraverso i “timbri” che testimoniano il passaggio, di impronta religiosa (forniti da parrocchie) oppure no. Infine la rete dell’ospitalità a basso costo: non si comprende la vera natura del Cammino se insieme alla cultura dell’accoglienza non si è annusato anche po’ di sudore delle camerate degli ostelli.

Certo la Francigena non sarà e non deve essere una fotocopia del Cammino di Santiago. Per esempio garantendo una migliore sicurezza della percorribilità per camminatori e ciclisti, che in Spagna è un optional, mentre in provincia di Siena è un preciso obiettivo degli Enti Locali.

Dimenticavo un ultimo argomento, obbligatorio per un amministratore pubblico: il ritorno economico. I moderni pellegrini non sono poveri né di spirito né di portafoglio, e per ognuno di loro ci sono dieci turisti che saranno attratti dai luoghi del passaggio di una Francigena autentica, sempre che ogni paese o città attraversata dall’itinerario sia consapevole che tutto è interdipendente e funziona solo se si ragiona senza l’ossessione dei confini amministrativi.

Mentre il turismo di massa consuma e modifica, in modo talvolta brutale, l’oggetto del proprio desiderio (il territorio), il turismo della Francigena e dei cammini al contrario esalta l’essenza del territorio, che viene valorizzato perché rimane uguale a sé stesso se non addirittura più tutelato, con specifiche regole di salvaguardia urbanistica.

Bruno Valentini