Via Francigena

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Fiaccolata Francigena

Venerdì 9 luglio Etruria Trekking, nell’ambito delle Veglie Francigene 2010, vi invita a partecipare alla Fiaccolata lungo la Via Francigena.

Programma:

Ore 18.00 Ritrovo a Galleno nei pressi della Chiesa. Presentazione dei pannelli didattici su Galleno e la Via Francigena a cura del Comune di Castelfranco di Sotto e breve escursione sul selciato originale della Via Francigena

Ore 19.00 Trasferimento a Ponte a Cappiano (Piazza Giani) con mezzi propri

Ore 19.30 Buffet organizzato dalla Contrada Cappiano (euro 10 a persona)

Ore 21.00 Partenza della fiaccolata da Piazza Giani diretta a Fucecchio lungo il percorso della Via Francigena

Ore 22.00 Arrivo a Fucecchio sul Poggio Salamartano Spettacolo di danze e canti medievali nella Chiesa di San Salvatore a cura dell’Associazione Bizzarria d’Amore

Ore 23.00 Rientro a Ponte a Cappiano con mezzi propri o pulmino messo a disposizione dagli organizzatori Nel caso di cattivo tempo o di eventi imprevisti, il percorso sara’ modificato su decisione degli organizzatori.

Gli organizzatori non assumono alcuna responsabilita’ per eventuali infortuni.

Informazioni: Damiano 0571/419160 – 339/8723681 (www.etruriatrekking.it)

 


 

 

 

 

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Veglie Francigene 2010

Toscana, antichi cammini diventano sentieri dove escursionisti e viandanti ripercorrono i passi dei pellegrini e riscoprono  i paesaggi storici della Via Francigena.

Il 19 giugno a Pontremoli sono iniziate le Veglie Francigene. La Toscana torna ad evocare la storia e il fascino del medioevo e dei suoi paesaggi più suggestivi e leggendari: la Via Francigena, che da Nord a Sud attraversa tutta la Regione, sarà un palcoscenico naturale dal forte potere evocativo.

L’iniziativa rientra in un’ampia strategia di rivalorizzazione culturale e paesaggistica del territorio volta alla promozione di un tuirsmo tematico.

Un turismo diverso da quello di massa. Un turismo rivolto al mondo dei cammini, della storia e della cultura locale. Un turismo che pensa a vivere il territorio. Un turismo lento che gode del paesaggio e valorizza i piccoli centri.

Organizzate e promosse in collaborazione fra Regione Toscana e Associazione Toscana delle Vie Francigene, le Veglie Francigene offrono infatti un calendario di tappe ed iniziative che per tutta l’estate, da Giugno a Settembre, attraverseranno da Pontremoli a Volterra l’intero tratto toscano della Via Francigena rievocandone lo spirito e le radici storico-culturali. Un calendario ricco di eventi culturali, rievocazioni storiche, mostre, convegni.

Per il calendario degli eventi consultare il sito: www.viafrancigenatoscana.eu

Fonte: IntoToscana – Il portale ufficiale della Toscana (www,intotoscana.it)

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Via Francigena: un percorso in continua evoluzione, di A. Conte

La Via Francigena è uno dei più lunghi itinerari pedonali d’Europa, e forse il più complesso: attraversa l’Italia da nord a sud incrociando autostrade, ferrovie, fiumi, catene montuose. In questo articolo raccontiamo come è stato tracciato, e quale potrebbe essere l’evoluzione del percorso nei prossimi anni.

Dopo secoli di oblio, il percorso pedonale della Via Francigena venne riscoperto a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, grazie all’interesse di alcune Confraternite di pellegrini, di singoli appassionati che studiarono l’itinerario scrivendo delle guide cartacee, di Associazioni ed Enti Locali.
In una prima fase si studiò la viabilità esistente, per definire un itinerario che – senza richiedere nuove infrastrutture – rispettasse il più possibile il tracciato storico, e nel contempo fosse percorribile dai pedoni con un livello di sicurezza accettabile.

I primi lavori sul percorso
Tra il 1990 e il 2005 alcune Amministrazioni e Associazioni locali si impegnarono nella valorizzazione del percorso nella loro zona, con attività di studio o di segnalazione; citiamo ad esempio:
•    in Valle d’Aosta la Regione, il GAL e le Comunità Montane, che studiarono il percorso installando la segnaletica in tutto il tratto regionale;
•    in Emilia-Romagna la Provincia di Parma, che – in collaborazione con il CAI – realizzò la cartoguida del percorso tra Parma e il Passo della Cisa installando segnavia e cartelli escursionistici;
•    il Toscana e Liguria il CAI, che studiò il percorso tra la Cisa e Luni, in collaborazione con le amministrazioni locali; e la FIE (Federazione Italiana Escursionismo) che installò la segnaletica tra Castel Fiorentino e Siena;
•    Nel Lazio i comuni di Acquapendente, San Lorenzo Nuovo e Bolsena, Montefiascone che installarono la segnaletica nel tratto di loro competenza, e la Confraternita dei Romei della Via Francigena, che studiò e segnalò buona parte del percorso tra il confine con la Toscana e Roma.
Nello stesso periodo furono realizzate alcune Guide cartacee, che proponevano percorsi in buona parte diversi tra loro. Citiamo le principali, tuttora in commercio:
•    Monica d’Atti, Franco Cinti – GUIDA ALLA VIA FRANCIGENA – Terre di mezzo Editore – Milano
•    Luciano Pisoni, Aldo Galli – LA VIA FRANCIGENA – ADLE Edizioni – Padova
•    Associazione Internazionale Via Francigena – Topofrancigena
Utilizzando un paragone “informatico” chiameremo il fascio di percorsi tracciato a seguito delle attività di cui sopra “Versioni 1.x”.

La versione 2.0
Nel 2005 l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) avviò un’attività di studio e rilievo del percorso pedonale della Via Francigena. L’obiettivo era quello di mettere ordine tra le varie proposte di percorso, che spesso proponevano itinerari diversi lungo gli stessi tratti, disorientando i pellegrini.
L’AEVF raccolse dalle Amministrazioni Locali tutte le proposte di percorso, le integrò con il materiale disponibile sulle Guide cartacee, e consegnò il materiale ad Alberto Conte, che in qualità di consulente tecnico analizzò il materiale ed effettuò i sopralluoghi lungo l’itinerario, per definire per ogni tratto la soluzione migliore, o comunque il miglior compromesso.
Il lavoro venne completato nell’Aprile del 2006, quando furono consegnate all’AEVF le mappe che descrivevano il percorso, che furono pubblicate sul sito www.viefrancigene.eu,  e una relazione tecnica che indicava le criticità dell’itinerario in termini di sicurezza e di attraversamento di proprietà private.

La versione 3.0
Nel Dicembre 2006 la DG Paesaggio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) avviò un progetto di posa in opera della segnaletica direzionale lungo il percorso pedonale della Via Francigena. L’attività si svolse in coordinamento con AEVF, che decise di condividere con il MiBAC il percorso pubblicato.
Il MiBAC conferitì alla società itinerAria l’incarico di effettuare un’ulteriore analisi per trovare una soluzione ai principali problemi di sicurezza, definendo un percorso che fornisse garanzie di sicurezza adeguate all’istallazione della segnaletica.
In questa fase l’attività di itinerAria si concentrò sui nodi critici fondamentali della versione 2.0 del percorso. Inoltre nel frattempo alcune Amministrazioni si attivarono autonomamente per migliorare la percorribilità dell’itinerario, mettendolo a disposizione del MiBAC.
L’analisi del percorso e i relativi sopralluoghi si competarono nel mese di Agosto del 2007, quando itinerAria consegnò al MiBAC la versione 3.0 dell’itinerario, in cui la gran parte dei problemi di sicurezza e percorribilità della versione 2.0 era stata risolta.
La versione 3.0 venne quindi utilizzata per il progetto preliminare della segnaletica direzionale, che venne sottoposto ai proprietari e ai gestori delle strade (Province, Comuni, privati) contestualmente alla richiesta di autorizzazione alla posa dei cartelli.

La versione 3.1
Nella gran parte dei casi la richiesta di autorizzazione ebbe un esito immediatamente favorevole, talvolta invece il proprietario (privato o Amministratore) negò l’autorizzazione, o chiese delle modifiche al percorso.
Nel frattempo la Direzione Beni Librari del MiBAC aveva avviato i lavori di rilievo puntuale con GPS del percorso pedonale, per redigere la nuova Guida descrittiva ed elaborare la cartografia digitale. Durante il rilievo fu quindi possibile valutare le richieste di variante che arrivavano dai territori, per verificarne le caratteristiche di sicurezza e compatibilità.
Tali attività si svolsero in stretto coordinamento con le Amministrazioni Locali, per arrivare a un percorso condiviso su cui potesse essere autorizzata l’installazione della segnaletica.
Il risultato fu la versione 3.1 dell’itinerario, che rappresentava un’evoluzione del percorso precedente, e che fu pubblicata on line sul sito www.francigenalibrari.beniculturali.it nella seconda metà del 2008.
Il percorso venne quindi approvato il 31 Marzo 2009 dal Comitato Scientifico della Consulta degli itinerari storici, culturali e religiosi, e quindi definitivamente ufficializzato il 13 novembre 2009, con la nota a firma congiunta del  Ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, e del Ministro per le Politiche Agricole, Luca Zaia.

Le varianti e i percorsi alternativi
Oltre alla “certificazione” del percorso ufficiale, nella riunione del 31 marzo 2009 fu approvata una procedura di gestione delle varianti.
La grande complessità del percorso italiano della Via Francigena, che con i suoi 1000 km è uno degli itinerari pedonali più lunghi d’Europa, nonché la contiguità e le continue intersezioni con la rete stradale ordinaria, richiedono una continua attività di miglioramento del percorso.
Appena pubblicata la versione 3.1 numerose Amministrazioni e Associazioni si sono quindi attivate per migliorare la sicurezza per i pellegrini, risolvere problemi di attraversamento di proprietà private, valorizzare edifici di interesse storico e religioso lungo l’itinerario.
Inoltre in alcune zone si è presentata l’opportunità di tracciare percorsi alternativi che dipartendosi dal percorso ufficiale consentissero di raggiungere luoghi di interesse religioso o storico, per poi ricongiungersi con l’itinerario ufficiale.
La segreteria del Comitato Scientifico della Consulta ha quindi ricevuto varie richieste di integrazione e modifica del percorso, che sono in corso di valutazione e che saranno sottoposte al Comitato nelle prossime riunioni.

Un itinerario in continua evoluzione
Dopo l’intenso lavoro di tracciatura effettuato delle Amministrazioni centrali e locali, l’attuale itinerario della Via Francigena rappresenta probabilmente il miglior compromesso possibile oggi per garantire una sufficiente sicurezza ai pellegrini utilizzando i percorsi esistenti, senza costruire nuove infrastrutture e riducendo al minimo l’attraversamento di proprietà private.
Le Amministrazioni Locali stanno lavorando per migliorare la sicurezza e la percorribilità, ad esempio costruendo marciapiedi o piste ciclopedonali protette nei tratti in promiscuità con il traffico automobilistico, o concordando con i proprietari il passaggio su proprietà private. L’itinerario è quindi destinato a cambiare in modo significativo, in un processo di miglioramento continuo, analogamente a quanto è successo nei primi anni di sviluppo del Cammino di Santiago.
In questa fase sarà fondamentale il coordinamento dei lavori tra le Amministrazioni Locali e gli organismi nazionali, affinché venga garantita l’uniformità delle caratteristiche del percorso e vengano salvaguardate le reali esigenze dei pellegrini.

Alberto Conte
itinerAria

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L’accoglienza “povera” e lo sviluppo della Via Francigena, di A. Conte

Dal 12 al 14 Marzo 2010 si è tenuto a Monteriggioni un corso per “hospitaleros voluntarios”, che nella prossima estate gestiranno alcuni ostelli lungo il Cammino di Santiago, e che potrebbero in futuro prestare servizio lungo la Via Francigena. Qual’è l’importanza del lavoro dei volontari per lo sviluppo economico dei territori attraversati da un grande itinerario culturale?  

Gli hospitaleros voluntarios

Ogni anno migliaia di persone dedicano un periodo del loro tempo libero alla gestione di un ostello lungo il Cammino di Santiago. Si tratta di un servizio volontario e non retribuito, il più delle volte gestito da associazioni locali di Amigos del Camino.

Gli hospitaleros voluntarios sono pellegrini che, dopo aver percorso il proprio cammino, decidono di partecipare attivamente allo sviluppo dell’itinerario più famoso del mondo. In genere lavorano per una o due settimane presso un albergue, gestendolo da ogni punto di vista: dall’accoglienza ai pellegrini alle pulizie, dal fare la spesa a fornire agli ospiti tutte le informazioni utili.

Gli ospitalieri sono eredi di una tradizione millenaria, che risale al Medio Evo, quando chi compiva un pellegrinaggio era considerato un ospite sacro, e come tale doveva essere accolto. Il loro ruolo è fondamentale per la salvaguardia dello spirito profondo del Cammino di Santiago, dell’atmosfera che avvolge il fiume di persone che ogni mattina si mettono in marcia verso la tomba dell’Apostolo.
La gratuità del servizio degli ospitalieri è in se un valore: in un mondo in cui tutto sembra avere un prezzo, l’incontro quotidiano di gesti gratuiti (il cammino del pellegrino, il lavoro dell’ospitaliere) è uno degli aspetti magici del viaggio verso Santiago, che lo rendono diverso da qualunque altro cammino.

Un rito collettivo

Il Cammino di Santiago è un rito collettivo che coinvolge ogni anno centinaia di migliaia di persone, che si mettono in viaggio caricandosi sulle spalle uno zaino che contiene il minimo indispensabile per vivere, e simbolicamente si tolgono di dosso i macigni che appesantiscono la loro vita quotidiana: il lavoro, gli impegni familiari e sociali, l’apparenza, i debiti, i soldi.

Provano l’ebbrezza di una vita semplice e libera, trascorrono le giornate con persone come loro, da cui si sentono accolti e capiti. Si sentono parte di una comunità in cui non è importante quello che fanno, ma quello che sono.
I pellegrini condividono in una stessa giornata gli spazi sconfinati del Cammino e le camerate anguste degli ostelli, in cui le differenze di età, sesso, nazionalità, religione, classe sociale vengono appiattite: decine di persone abitano in pochi metri quadrati, senza alcuna difesa per la propria intimità. La fatica quotidiana stravolge l’aspetto fisico delle persone, che al loro arrivo negli ostelli condividono gli odori, i respiri pesanti, gli occhi gonfi al risveglio, i colori della biancheria intima stesa ad asciugare.
Pezzi della loro vita e della loro giornata, in genere salvaguardati gelosamente, escono dalla sfera privata per diventare di pubblico dominio. In questa situazione le barriere si abbattono, e l’assenza di difese rende unici i rapporti tra i pellegrini in cammino, e dei pellegrini con se stessi.

Il pellegrino in cammino prova una sensazione di libertà senza uguali, si avvicina all’essenza, che può trovare in se stesso, negli altri, nella religione, nella spiritualità, nella bellezza, o in tutte queste cose insieme. Allontana da se una quotidianità fatta spesso di apparenza e di falsità, governata da una cronica mancanza di tempo e da esigenze pratiche in cui il denaro assume un’importanza centrale.

Camminare diventa un gesto trasgressivo, con cui il pellegrino stravolge la scala dei valori che governa la società moderna: chi cammina non consuma e non produce. Viaggia leggero, il suo passaggio contribuisce marginalmente all’economia del territorio che attraversa, ma può avere un impatto importante sulla crescita culturale e personale delle persone incontrate lungo la via.

Le due anime del Cammino

Eppure il Cammino di Santiago è uno dei principali prodotti turistici europei, una risorsa che genera milioni di Euro di fatturato annuo, e che ha risollevato l’economia di alcune aree tra le più povere della Spagna, come la Galizia.

Come è possibile la convivenza tra le due anime del Cammino di Santiago, quella no-profit/low cost dei volontari e dei pellegrini a piedi, e quella profit degli operatori turistici al servizio dei turigrini (così vengono chiamati i turisti lungo il Cammino)?
Nella risposta a questa domanda risiede uno dei segreti del successo del Cammino, e per questo è importante che chiunque si occupa della Via Francigena abbia ben chiari i meccanismi che governano l’economia del pellegrinaggio verso Santiago.
Le attrattive che rendono indimenticabile il Cammino di Santiago non sono le meravigliose chiese, i paesaggi sconfinati, il silenzio dei villaggi, i sapori dei cibi che si possono gustare. Tutto ciò è molto bello, ma certo non unico: se pensiamo al mix di paesaggio, storia, cultura, religione che caratterizza il percorso della Via Francigena, l’itinerario spagnolo non regge il confronto.
La magia del Cammino di Santiago risiede nel flusso ininterrotto di persone che lo percorrono ogni giorno dell’anno. La fatica, il sudore, il dolore che si mescolano senza soluzione di continuità con il sorriso, l’emozione, la bellezza.

L’economia del Cammino di Santiago è fondata sul flusso di turisti che da tutto il mondo raggiungono il nord della Spagna attratti dalla suggestione, dal fascino misterioso, dai racconti, dalla bellezza dell’immagine del fiume di persone in cammino. In questo senso il Cammino di Santiago coincide con i pellegrini che lo percorrono e gli danno vita, passo dopo passo.
I pellegrini non transitano lungo il Cammino: loro sono il Cammino.  
Le 150.000 persone che nel 2009 hanno raggiunto Santiago a piedi o in bicicletta hanno contribuito solo in parte al fatturato dell’industria turistica spagnola: l’indotto di turisti che hanno viaggiato in auto, moto, autobus, è stato almeno 10 volte superiore, con una spesa media giornaliera ben più alta.
Tuttavia chi conosce la fisica sa che non può esistere l’indotto senza l’induttore, e quindi non esisterebbe il turismo lungo il Cammino di Santiago senza i pellegrini a piedi. Non esisterebbero i numerosissimi alberghi, B&B e pensioni che accolgono i turisti a prezzi di mercato senza gli ostelli che ospitano i pellegrini per pochi Euro al giorno.

Chi vuole sviluppare la Via Francigena come itinerario turistico e culturale deve quindi comprendere che la pretesa di richiamare i turisti prima di creare un flusso continuo e numeroso di pellegrini a piedi è velleitaria, significherebbe mettere il carro davanti ai buoi. Il potenziale economico del “prodotto” Via Francigena è enorme, ma non si potrà esprimere senza lo sviluppo della microeconomia dell’accoglienza a basso costo, in cui il ruolo dei volontari sarà determinante.

Il corso di Monteriggioni

Le considerazioni di cui sopra stanno alla base del corso che si terrà in Toscana dal 12 al 14 marzo, organizzato da itinerAria con il sostegno del Comune di Monteriggioni.
Sette veterani spagnoli, membri dell’organizzazione spagnola Hospitaleros Voluntarios, che gestisce una ventina di ostelli lungo il Cammino di Santiago coordinando il lavoro di più di 3000 volontari, terranno un corso di formazione dedicato agli aspiranti ospitalieri italiani.

Il corso, presentato alla fine del 2009, ha avuto un successo inatteso: a fronte di una ventina di posti disponibili sono arrivate numerosissime richieste, tanto che le iscrizioni sono state chiuse con largo anticipo e il numero totale dei partecipanti è stato portato a 25. Molti “novizi” che non potranno frequentare il corso in Italia si recheranno direttamente in Spagna, dove si affiancheranno per qualche giorno a un veterano prima di gestire personalmente un ostello.
Dopo il corso, i volontari sceglieranno un periodo di due settimane in cui saranno disponibili a lavorare in un albergue spagnolo.

L’obiettivo del corso è quello di creare un nucleo di ospitalieri che dopo l’esperienza spagnola siano disponibili a ripetere l’esperienza in Italia, lungo la Via Francigena.
A tale scopo però è fondamentale che le Istituzioni e le Amministrazioni Locali comprendano l’importanza del lavoro volontario, creando i presupposti per lo sviluppo di un’accoglienza “povera”.
Scuole, oratori, palestre, ambulatori, caserme, edifici pubblici sotto-utilizzati o abbandonati potrebbero diventare dei validi posti tappa lungo la Via Francigena, e con un minimo investimento potrebbero svolgere una funzione di utilità sociale.

Ciò richiede però una strategia precisa, e un coordinamento forte, in grado di incidere sulle normative e sulle leggi nazionali e regionali, che spesso ostacolano la creazione di strutture non classificabili con i criteri della ricettività turistica.

Un contributo determinante deve essere fornito anche dagli operatori turistici, che nelle strutture di accoglienza spartana non devono vedere una minaccia bensì una straordinaria opportunità di sviluppo: la rete degli ostelli economici deve essere vista come parte di un’infrastruttura viaria. Una strada verde, da costruire anno dopo anno con un “cantiere della bassa velocità” che potrebbe cambiare radicalmente il territorio, una volta tanto migliorandolo, anziché devastarlo.

Alberto Conte

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Il Cammino di San Carlo

Il Cammino di San Carlo è un trekking che propone attraverso il cammino una riscoperta dei valori culturali, ambientali ed etnografici dei territori che vengono attraversati durante le 12 tappe previste tra il 4 e il 15 di giugno.

Le tappe offrono ai camminatori la possibilità di conoscere e visitare luoghi di straordinario interesse storico, religioso, artistico e naturalistico (Santuari, chiese, affreschi, parchi, ecomusei e altri punti di interesse turistico) compresi nella fascia prealpina del Piemonte nord orientale, tra il Lago Maggiore e la Via Francigena, attraverso le province di Novara, Verbania, Vercelli, Biella e Torino.

Il Cammino di San Carlo, “costola” della Via Francigena che già gode di notevole visibilità e promozione a livello europeo, nasce da una proposta di Franco Grosso, presidente Associazione “Storie di Piazza”, nell’ambito del progetto “Le Valli della Fede” (VdF), realizzato a partire dal 2003 dalle Comunità Montane Valle di Mosso, Valle Sessera, Valsesia e Cusio-Mottarone.

Le 12 tappe sono coerenti alla filosofia di “Il Movimento Lento”, camminare dolcemente e conoscere a fondo il territorio che si attraversa. Le tappe non superano dunque i 20 km ciascuna e si percorrono comodamente in 4-5 ore, affrontando limitati dislivelli, su sentieri e sterrate (pochi tratti su asfalto in prossimità dei paesi). L’itinerario è completamente percorribile in mountain bike e per gli amanti del cicloturismo è stato tracciato un percorso che si discosta solo in alcuni tratti da quello escursionistico (in questo caso le tappe possono ridursi a quattro, con una percorrenza giornaliera di circa 50 km).

Lungo le tappe del Cammino di San Carlo saranno possibili momenti di intrattenimento e interventi culturali a sorpresa, che hanno l’intento di aiutare i partecipanti alla comprensione di quanto stanno vivendo.

I luoghi visitati offrono numerose opportunità di ristorazione e alloggio presso alberghi, pensioni, ostelli e Bed & Breakfast. Per maggiori informazioni tecniche e logistiche inerenti al Cammino di san Carlo vi suggeriamo la visita del sito www.storiedipiazza.it.

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La tecnologia al servizio del pellegrino, di A. Conte

L’uso di Google Earth e dei navigatori satellitari si sta diffondendo anche tra i pellegrini a piedi: le nuove tecnologie sono effettivamente utili o rischiano di snaturare lo spirito del viaggio?

Durante il mio ultimo viaggio lungo il Cammino di Santiago, Jules, un pellegrino francese, mi chiese un’informazione su un ostello. Non ero in grado di rispondergli, e gli consigliai di usare il telefono cellulare per chiamare i gestori. Mi fulminò con uno sguardo indignato, e mi disse, con un tono che non ammetteva repliche: “un pellegrino non ha un telefono cellulare, se no non è un pellegrino”.

Paolo De Guidi è in viaggio in questi mesi lungo la Via Francigena. E’ partito da Terni, ha raggiunto la Via di Sigerico a Viterbo, la seguirà fino a Canterbury e proseguirà poi per Cambridge, dove arriverà alla fine di Marzo. E’ a tutti gli effetti un pellegrino hi-tech: porta con se un GPS, un moderno telefono cellulare con videocamera, una fotocamera digitale, un iPod da 80 GB, una memoria USB con tutti i dati e il software che gli può servire lungo il percorso per gestire il navigatore. Paolo ha studiato per mesi l’itinerario su Google Earth, lo ha digitalizzato per  memorizzarlo sul navigatore satellitare, con cui si orienta. Ogni giorno aggiorna con brevi SMS il suo diario di viaggio sul social network Twitter, e ogni volta che può accedere a internet aggiorna il suo blog. La sua posizione è riportata giornalmente su una mappa interattiva dal webmaster di itinerAria, che pubblica i suoi messaggi sul sito www.movimentolento.it, nella sezione “Diari di Viaggio”.

Jules e Paolo rappresentano due punti di vista radicalmente diversi sulle modalità di affrontare un lungo viaggio a piedi. Come di consueto eviterò accuratamente la discussione su chi di loro sia il “vero pellegrino”, ma prenderò spunto dalle loro storie per riflettere sull’utilità della tecnologia per chi viaggia a piedi o in bicicletta.

Navigatori GPS e sistemi informativi geografici

L’evoluzione tecnologica degli ultimi 10 anni ha sconvolto il settore dell’escursionismo a piedi e in bicicletta. Grazie alla diffusione dei navigatori GPS da auto e dell’enorme investimento di Google nel settore della cartografia digitale, i Sistemi Informativi Geografici (GIS), sono usciti dalla nicchia degli addetti ai lavori, e sono diventati strumenti di uso comune.Molti di noi utilizzano un car navigator Tom Tom per orientarsi nel traffico, localizzano un indirizzo con Web-GIS come ViaMichelin o Virgilio Mappe, e scelgono la destinazione delle prossime vacanze “volando” con Google Earth.  Se tali strumenti sono utili quando ci si muove sulle strade asfaltate, documentate in genere con mappe di buona qualità, e segnalate con i cartelli direzionali e le targhe con i nomi delle vie, possono esserlo ancora di più quando si affrontano percorsi escursionistici.Prima della rivoluzione digitale l’escursionista aveva a disposizione solo mappe cartacee di qualità più o meno buona, con una scala più o meno adeguata, e una copertura parziale e disomogenea del territorio nazionale. Ad esempio chi doveva viaggiare lungo la Via Francigena, in lunghi tratti della pianura padana e del Lazio aveva a disposizione solo le leggendarie “tavolette” dell’Istituto Geografico Militare, il cui ultimo aggiornamento in alcuni casi risaliva agli anni ’40 del secolo scorso (!).

Lungo i sentieri di montagna il problema è meno sentito, sia perché in genere sono tuttora disponibili mappe escursionistiche di qualità accettabile, sia perché molti sentieri sono dotati di segnaletica. Lungo la Via Francigena invece la segnaletica è tuttora incompleta, il percorso è reso particolarmente complicato dalla continua intersezione con la rete stradale ordinaria, e purtroppo ancora oggi non esiste una mappa topografica sufficientemente dettagliata per l’intero percorso. Per il momento si è cercato di colmare questa lacuna descrivendo ogni tappa bivio per bivio nei road book pubblicati nel sito Francigena Librari. Tuttavia, se il pellegrino sbaglia strada e ha bisogno di rientrare nel percorso corretto, o se – come il nostro amico Paolo – percorre la Via Francigena in direzione nord, le mappe attualmente disponibili non sono sufficienti per orientarsi.

Per questo motivo, sempre nel sito Francigena Librari, sono state pubblicate le tracce digitalizzate del percorso, in formati compatibili con Google Earth e con i principali navigatori GPS. In questo modo chi preferisce orientarsi con una mappa cartacea può stamparla dal web, utilizzando come sfondo le foto aeree o la mappa topografica di Google Maps, o dei servizi compatibili con tale formato. Chi invece ha una maggiore dimestichezza con la tecnologia può memorizzare le tracce su un GPS e utilizzare il navigatore per orientarsi.

Schiavi della tecnologia?

Jules, il pellegrino “tecnofobo”, era in viaggio lungo il Cammino di Santiago, ovvero su un itinerario in cui è difficile perdersi, grazie all’ottima segnaletica e alla presenza di altre migliaia di pellegrini. Non so come si sarebbe orientato lungo il solitario percorso “contromano” di Paolo, in cui la segnaletica è praticamente assente, e in cui viaggiare con una mappa significa fermarsi ad ogni bivio (mediamente ogni 500 m) per controllare l’itinerario. D’accordo, il GPS toglie molta poesia al viaggio a piedi, e se utilizzato acriticamente rischia di privare il pellegrino della capacità di analizzare ed apprezzare il territorio che sta attraversando. Tuttavia chi di voi ha provato a perdere la strada durante un’escursione a piedi, magari in una zona solitaria e all’imbrunire, sa quanto ciò sia sgradevole e faticoso, e in alcuni casi pericoloso.In quest’ottica anche i meno appassionati alla tecnologia possono vedere l’uso del GPS come un male necessario, e se proprio non vogliono utilizzarlo con regolarità possono portarlo nello zaino, per usarlo solo in caso di bisogno.

Lo stato dell’arte

I sistemi informativi geografici possono essere molto utili nella fase di pianificazione del viaggio. Le tracce digitali possono essere sovrapposte ai rilievi del terreno in una vista tridimensionale, e consentono di valutare la difficoltà della tappa sia soggettivamente, sia oggettivamente. Infatti se si dispone di appositi software (il più noto è Ozi Explorer, scaricabile dal sito www.oziexplorer.com, ma altri sono disponibili gratuitamente sul web), è possibile calcolare con precisione la lunghezza del percorso, il dislivello, e stimarne la durata. Nel caso della Via Francigena ciò è molto utile se si decide di frazionare il percorso in tappe diverse da quelle descritte dai road book, oppure se si introducono varianti al percorso stesso, ad esempio perché lo si vuole percorrere in bicicletta.

Lo studio delle varianti e dei nuovi percorsi può essere facilitato consultando le numerose banche dati disponibili su internet, che propongono itinerari tracciati con GPS dagli appassionati di escursioni a piedi o in bicicletta. In Italia il sito più famoso è Giscover (www.giscover.com) su cui tra l’altro è visualizzabile il percorso della Via Francigena tracciato dalla troupe di Radio Rai nel 2005. Il leader internazionale è invece EveryTrail (www.everytrail.com), una miniera di informazioni accessibile sia sul sito sia direttamente su Google Earth.  EveryTrail è disponibile anche come applicazione per iPhone, il telefono cellulare di Apple che rappresenta l’avanguardia tecnologica del settore degli smartphone, e che è bene tenere d’occhio per comprendere le nuove tendenze. Se ci si trova in una zona coperta da internet (ad esempio la gran parte della Via Francigena lo è) il software consente non solo di orientarsi lungo il percorso grazie al GPS incorporato nell’iPhone, ma di visualizzare eventuali itinerari alternativi nelle vicinanze. Inoltre lo strumento registra il percorso e può scattare fotografie georeferenziate, ovvero localizzate sulla mappa. Alla fine della giornata si possono pubblicare su internet traccia e fotografie, che insieme a un testo descrittivo consentono a chiunque di creare un racconto di viaggio multimediale. Infine, se l’escursionista è iscritto a un social network, e vuole ad esempio consigliare il percorso agli amici, basta che prema un tasto per farlo comparire sulla bacheca di Facebook o per distribuirlo ai followers di Twitter.Gli appassionati di Twitter dotati di iPhone hanno inoltre a disposizione una funzione che consente agli amici di vedere in tempo reale la propria posizione su una mappa accessibile dal web. Quest’ultima funzione è obiettivamente angosciante per chi vede nel cammino un momento di libertà e di evasione, ma può essere utile ad esempio a chi si muove da solo su itinerari difficili, per essere raggiunto dai soccorsi in caso di emergenza.

Le guide multimediali

Le sofisticate prestazioni dell’iPhone saranno presto uguagliate da molti altri dispositivi, e ciò aumenterà l’offerta di software e di contenuti interessanti anche per i pellegrini. Ad esempio ci sarà la possibilità di visualizzare sul display del telefono il nome delle montagne, dei villaggi che si osservano dai punti panoramici lungo il percorso, utilizzando software di “realtà aumentata”. Oppure, di fronte a uno dei numerosi monumenti inaccessibili perché non presidiati, sarà possibile collegarsi al web per visualizzare su YouTube un filmato che ne illustra l’interno. O ancora scaricare dal web un’audioguida collegata al navigatore GPS, che oltre alle indicazioni del percorso ci fornisca informazioni utili sulle bellezze artistiche e ambientali che troviamo lungo l’itinerario. I filmati, le fotografie, i testi descrittivi, sempre più spesso saranno prodotti direttamente dai pellegrini, che li pubblicheranno sui social network contribuendo al miglioramento della conoscenza della Via Francigena e alla promozione dell’itinerario.

Le conclusioni

Chi di voi, arrivato fin qui, non è ancora convinto dell’utilità pratica delle diavolerie descritte in questo articolo, tenga presente un ultimo, importante vantaggio di computer, GPS e telefonini: possono essere spenti, semplicemente premendo un tasto. Per sentirsi “veri” pellegrini, come Jules, o semplicemente per sentirsi liberi, come Paolo, che durante il suo lungo viaggio spesso mette in tasca il GPS e vaga per le campagne, tagliando i campi.

Questo articolo è stato scritto da Alberto Conte per conto del MiBAC-DGBID, ed è stato pubblicato sul sito www.francigenalibrari.beniculturali.it 

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Sul sentiero dei pellegrini romei

Domenica 9 Maggio ci sarà la camminata inaugurale del tratto Candia – Mazzè della Via Romea Canavesana, con visita ai principali monumenti e della variante paesaggistica archeologica di Vische

La passeggiata di domenica da inizio alle camminate con visite guidate lungo la Via Romea Canavesana.

Questo percorso, di circa 40 km tra Ivrea e Livorno Ferraris, è costellato di monumenti romanici, che uno studio storico di Via Romea Canavesana onlus, presentato all’Associazione Europea delle Vie Francigene di Fidenza, ha ricollegato al passaggio dei pellegrini medioevali.

Via Romea Canavesana è una macroassociazione che riunisce nove associazioni, studiosi e appassionati di storia, arte e valorizzazione del territorio: ne sono fondatori”Mattiaca”, “Francesco Mondino” e Pro Loco di Mazzè, “Amici della Chiesa di Santo Stefano del Monte” di Candia, “Duchessa Jolanda” di Moncrivello, “Archivi e ij carti dël Borg” di Borgo d’Ale, “Accademia dei Livornesi”, “Natura e Paese” di Vische e il Gruppo storico “Nocturna” di Romano Canavese.

Il programma 2010 prevede una serie di presentazioni del progetto e di passeggiate guidate che si svolgeranno tra maggio e settembre a Moncrivello (14 e 16 maggio), Livorno Ferraris (23 maggio), Borgo d’Ale (27 e 30 maggio), Villareggia (13 giugno), Vische (3 settembre), Romano Canavese (11 settembre).

Mentre il calendario delle camminate è completamente stabilito, in via di definizione quello delle presentazioni.

Per informazioni vrc@mattiaca.it e su Facebook il Gruppo “Via Romea Canavesana”.

Programma di Domenica 9 Maggio:

Ore 9:00 Ritrovo a Candia presso piazzale Europa. Salita in gruppo a Santo Stefano.
Ore 9:30 Arrivo sul piazzale della Chiesa. L’Associazione “Amici della Chiesa di Santo Stefano” illustrerà la storia e le caratteristiche del monumento.
Ore 10:00 Rientro verso Candia con visita all’antica Pieve di San Michele Arcangelo, cui seguirà rinfresco offerto dal Parroco di Candia don Carlo Bondonno.
Ore 11:00 Si prosegue alla volta del Lago di Candia.
Ore 11:30 Arrivo nell’area verde in cui svolgono i festeggiamenti organizzati dall’Ente che gestisce il “Parco naturale provinciale del Lago di Candia”.
Ore 12:30 Arrivo presso il Bivio per la regione Motta.

In questo punto del percorso i partecipanti potranno scegliere se proseguire lungo il tracciato della Via Romea Canavesana, oppure incamminarsi lungo l’itinerario naturalistico archeologico di Vische.

Percorso VIA ROMEA
Ore 13:00 Arrivo al sito detto “Merenda Lunga”. Punto di ristoro (con minimo ‘pedaggio’) allestito dalla Pro-Loco di Mazzè.
Ore 15:30 Arrivo alla Chiesa di Santa Maria di Mazzè. Visite guidate.

Percorso Variante di VISCHE
Ore 13:30 Visita al Museum Viscorum degli antichi mestieri. Punto di ristoro allestito dall’associazione “Natura e Paese” di Vische.
Ore 16:00 Arrivo alle rovine della Chiesa di Santa Maria Maddalena.
Ore 16:30 Arrivo a Mazzè.

Presso il centro storico di Mazzè esposizione di artisti e di prodotti tipici canavesani.
Ore 17:00 Presso la Parrocchiale di Mazzè “concerto in miniatura” della Stagione musicale “Terre dell’Erbaluce” in collaborazione con l’Accademia Monteverdi di Caluso.

Rientro a Candia con Servizio Navetta.

Visto il percorso medio di circa 10 km si consigliano calzature comode ed abbigliamento adatto ad una giornata “da pellegrini”.
Sarà possibile unirsi al gruppo dei viandanti in qualsiasi punto del percorso.
In caso di grave maltempo la manifestazione verrà annullata.

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Via Francigena: istruzioni per l’uso, di A. Conte

Un viaggio a piedi lungo la Via Francigena è ancora oggi una piccola avventura, che richiede un’adeguata preparazione. Non solo fisica, ma soprattutto logistica e tecnica. In questo articolo trattiamo gli aspetti legati alla segnaletica, alle guide e all’accoglienza lungo il percorso.

Questo articolo è stato scritto da Alberto Conte per conto del Ministero per i Beni Culturali – DGBID, ed è stato pubblicato nella newsletter del sito “Francigena Librari”.Clicca qui per leggere la newsletter completa e iscriverti.

La segnaletica

Rispetto al più noto Cammino di Santiago, in cui la flecha amarilla (la freccia gialla inventata da un parroco galiziano) accompagna il pellegrino lungo tutto l’itinerario, l’orientamento è più difficoltoso, poiché la Via Francigena è ancora oggi segnalata solo in parte, e purtroppo non sempre in modo univoco. E’ infatti recente la “certificazione” di un itinerario ufficiale, riconosciuto dal Governo italiano e dalle Amministrazioni locali, che hanno cercato di mettere ordine in una babele di interpretazioni del percorso, che può cambiare sensibilmente a seconda della guida o della mappa utilizzata dal pellegrino. Attualmente (Dicembre 2009) il percorso italiano della Via Francigena è segnalato per circa il 50% della lunghezza. Per motivi tecnici e amministrativi la posa dei cartelli è avvenuta finora “a macchia di leopardo”, per cui zone in cui la segnaletica è posata con continuità si alternano a zone in cui senza una mappa è impossibile orientarsi. La segnaletica “ufficiale” installata finora lungo l’itinerario è di tre tipi:

  • il tipo D è un cartello conforme al codice della strada, e che viene quindi installato lungo i tratti di percorso in cui transitano anche veicoli a motore;
  • Il tipo E è un piccolo cartello che si presta all’installazione lungo strade campestri e sentieri;
  • Il tipo F è un supporto in alluminio giallo su cui viene installato un segnavia, munito di una freccia. E’ stato concepito sia come segnavia di conferma, sia come segnale direzionale da installare in aree di particolare pregio ambientale.

Oltre alla segnaletica illustrata sopra, il pellegrino incontrerà lungo il cammino innumerevoli altri tipi di indicazioni: dai cartelli turistici simili a quelli di tipo D ma senza le icone dei due escursionisti, a segnavia di vernice con le forme più diverse. A volte tale segnaletica indica il percorso ufficiale, altre volte conduce il pellegrino lungo itinerari descritti da altre guide, o liberamente tracciati da chi li ha poi segnalati. E’ facile immaginare la confusione che ciò genera nel camminatore, che rischia di perdersi a volte perché la segnaletica manca, altre volte perché in uno stesso bivio trova più indicazioni contraddittorie. Per i motivi di cui sopra è consigliabile dotarsi di una guida, e consultarla ogni volta che c’è un dubbio sul percorso: anche se la Via Francigena non attraversa territori disabitati o zone pericolose, perdersi non è mai piacevole, soprattutto dopo aver percorso molti chilometri a piedi.

Le guide al percorso

La guida del percorso ufficiale è scaricabile gratuitamente dal sito MiBAC-DGBID (www.francigenalibrari.beniculturali.it) . E’ costituita da 40 road book completi di mappe in scala 1:25.000, che descrivono bivio per bivio ogni tappa. Il formato (e quindi il peso) dei road book può essere ridotto stampando fronte-retro due pagine per foglio. Chi ha più dimestichezza con la tecnologia può invece orientarsi con un navigatore GPS, scaricando le tracce delle tappe dal sito MiBAC-DGBID.

Superato il primo impatto, il GPS si rivela molto utile, poiché evita al pellegrino la lettura del road book e della mappa in ogni bivio, che alla lunga può risultare stancante. Inoltre se si sbaglia strada il GPS consente di ritrovare rapidamente l’itinerario giusto.

Oltre alla guida ufficiale sono disponibili in commercio altre pubblicazioni, tra cui citiamo le principali:

  • Guida alla Via Francigena (autori D’Atti/Cinti) – Terre di Mezzo Editore – è la guida cartacea più diffusa, e descrive l’itinerario tra il Passo del Monginevro e Roma.
  • TopoFrancigena – edita dall’Associazione Internazionale della Via Francigena, è molto diffusa all’estero;
  • Lightfoot guide to the Via Francigena (autori ed editori Chinn/Gallard), si sta affermando tra il pubblico di lingua inglese;
  • Via Francigena (autrice Birgit Gotzmann) – Conrad Stein editore, molto diffusa tra il pubblico di lingua tedesca.

Esistono altre guide in lingua italiana, meno diffuse. E’ importante che il pellegrino sappia che tutte queste guide propongono percorsi diversi da quello ufficiale (con la sola eccezione della guida di Chinn/Gallard, che si sta uniformando al percorso ufficiale e comunque lo riporta sempre sulla cartografia, anche quando suggerisce una variante). Inoltre tutti i percorsi proposti sono diversi tra loro.

L’accoglienza

Risolto (almeno speriamo), il problema del percorso, bisogna affrontare il tema dell’accoglienza. Anche in questo caso è bene organizzarsi in anticipo, identificando in ogni tappa una struttura ricettiva adeguata alle proprie esigenze. L’organizzazione del Cammino di Santiago, in cui mediamente si trova almeno un “albergue” economico ogni 10 km, in grado di accogliere i pellegrini senza prenotazione, è ancora un sogno. E’ bene informarsi in anticipo, ed avvertire del proprio arrivo almeno il giorno prima. Un elenco delle strutture ricettive può essere scaricato dal sito dell’AEVF – Associazione Europea delle Vie Francigene (www.viefrancigene.eu). Una pubblicazione di nome “Dormifrancigena” può essere acquistata dall’AIVF – Associazione Internazionale delle Vie Francigene ( www.francigena-international.org ) , mentre anche la guida di Paul Chinn elenca numerose soluzioni. Come nel caso della segnaletica, ancora non esiste uno standard per l’accoglienza: le strutture che in Italia si definiscono ostelli, in genere prevedono un livello qualitativo e un prezzo più alti rispetto alle esigenze dei pellegrini. Lungo il cammino di Santiago si dorme in camerate che a volte ospitano più di 100 letti a castello; il coprimaterasso e la federa del cuscino vengono lavati ogni due settimane circa, poiché ogni pellegrino ha il proprio sacco a pelo. Bagni e docce sono in comune, e spesso gli ospiti possono utilizzare la cucina. I prezzi vanno da un’offerta libera a 6 Euro per gli ostelli parrocchiali e municipali, fino a 10 Euro per quelli privati. Gli ostelli italiani in genere costano dai 12 Euro in su, ma non è raro pagare attorno ai 25 Euro per un letto con lenzuola in camera da due o da quattro posti, magari con bagno in camera. Insomma, prezzi congrui ma troppo alti per chi deve stare in viaggio mesi. Un’alternativa agli ostelli sono le parrocchie, che offrono ospitalità in strutture più o meno attrezzate, in genere in cambio di un’offerta. E’ fondamentale portare con se una credenziale, il documento che attesta lo status di pellegrino, e che deve essere timbrato in ogni tappa per poter essere accolti nelle parrocchie e richiedere il Testimonium all’arrivo a San Pietro. La credenziale può essere richiesta all’AEVF o ad altre organizzazioni attive lungo la Via Francigena.

L’ospitalità gratuita in case private

Segnaliamo infine la possibilità di trovare accoglienza gratuita in case private: nel sito www.couchsurfing.org, leader mondiale per lo scambio gratuito di ospitalità, esiste un gruppo, creato da chi scrive, dedicato proprio all’ospitalità dei camminatori http://www.couchsurfing.org/group.html?gid=19653. Al gruppo sono iscritte alcune persone che offrono – senza impegno – ospitalità ai pellegrini lungo la Via Francigena. L’accoglienza in case private è una grande opportunità per approfondire la conoscenza del territorio che si attraversa, e per entrare in relazione con chi lo abita, gettando le basi per amicizie spesso destinate a durare a lungo. Nel Medio Evo il pellegrino veniva spesso ospitato nelle case private perché, secondo il Vangelo, aprendogli le porte si accoglieva il Cristo. Inoltre il viaggiatore che arrivava da lontano portava con se le notizie, i racconti, la conoscenza, la cultura del suo paese e dei luoghi attraversati. Il forestiero era visto come una risorsa, non solo economica ma anche culturale. Un ruolo che oggi purtroppo è andato perduto, e che oggi possiamo recuperare.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sulla newsletter del sito www.francigenalibrari.beniculturali.it, il nuovo portale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dedicato alla Via Francigena.

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Il Taccuino sulla Francigena in Toscana

La Regione Toscana ha pubblicato un esaudiente volume, disponibile anche on-line in formato Pdf, che raccoglie informazioni sui musei e i beni culturali presenti lungo il percorso della Via Francigena.

Ciascun luogo (l’iniziativa rientra nel piu’ generale progetto ‘Amico Museo 2010′) accogliera’ i visitatori apponendo un timbro sul taccuino della Regione Toscana.

L’iniziativa e’ valida fino al 31 dicembre 2010: visitare almeno dieci di questi musei significa anche ricevere, a casa, un dono da uno dei bookshop museali come pegno alla promozione della conoscenza della via Francigena, prima garanzia della conservazione della sua identita’.

E dal 13 giugno al 12 settembre, Regione Toscana e associazione toscana delle vie Francigene (www.viafrancigenatoscana.eu) propongono ”Veglie Francigene”: calendario di iniziative (rievocazioni storiche, concerti, cene, spettacoli, eventi) per far rivivere antiche memorie e proporre un modo nuovo di viaggiare nel presente, sostenibili e rispettando ambiente, fede, cultura locale, popolazioni.

Fonte: comunicato stampa Regione Toscana

Scarica la pubblicazione nell’allegato qui sotto

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4° Festival della Via Francigena

Come ormai è tradizione gli Amici della  Via Francigena di Vercelli organizzeranno a fine Aprile il 4° Festival della Via Francigena.

Il tema generale per questa edizione del festival è: “Scegli il tuo CAMMINO…e risveglia i tuoi SENSI”.

Si vuole sottolineare il fatto che il camminare con lentezza ci dà modo di ascoltare i nostri sensi e di esaltare le diverse percezioni: permette di vedere in modo nuovo tutto quello che ci circonda, di odorare intensamente i profumi nell’aria, di gustare i frutti offerti dalla natura o dal lavoro dell’uomo, di sentire il silenzio interrotto da uno scricchiolio, di lasciarci toccare dalla pioggia che cade sul viso.

E’ un riappropriarsi della nostra dimensione più umana, è un mezzo che ci porta a tratti e, se pur per breve tempo, a  vivere  intensamente e con pienezza la vita.

Ecco il programma  completo dell’evento:

Giovedì 29 Aprile
Museo Borgogna: Progetto interculturale “Vediamoci in museo !”
a cura di Roberta Musso e Gioia Kidane
mattino: ore 9,00-11,30  1° gruppo di Scuole
pomeriggio: ore  14,30-17,00   2° gruppo di Scuole

Venerdì 30 Aprile
Museo Borgogna : Progetto interculturale “Vediamoci in museo!”
a cura di Roberta Musso e Gioia Kidane
Mattino: ore 9,00-11,30  3° gruppo di Scuole
Pomeriggio ore 15,00-17,30  1° gruppo Adulti su prenotazione

Foyer Salone Dugentesco
Ore 17,30-19,30 apertura della mostra fotografica
“ODO L’ORMA DEI PASSI SPIETATI”
E’ prevista la proiezione continua di immagini sulle Grandi Vie di Pellegrinaggio.

Teatro Barbieri
Ore 21,00 il Teatro della Nebbia presenta
“NON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERE”
L’incasso della serata sarà devoluto all’Associazione
IL VALORE DI UN SORRISO.

Sabato 1 Maggio
Foyer Salone Dugentesco
Mostra fotografica “ODO L’ORMA DEI PASSI SPIETATI”
Mattino ore 10,00-12,30
Pomeriggio ore 16,30-19,30
Sera ore 20,30-23,00

Museo Borgogna
A) “VEDIAMOCI IN MUSEO!”-  PER ADULTI
Laboratorio interculturale
a cura di Roberta Musso e Gioia Kidane
sabato 1 maggio: 1 gruppo dalle 14.30-17,00

 B) Un maestro dei movimenti – PER ADULTI
la multisensorialità pittorica di Giuseppe Cominetti
Percorso guidato alla mostra di Giuseppe Cominetti tra Divisionismo e Futurismo. Dipinti, disegni e arredi
a cura di Alessia Meglio sabato 1 maggio: 1 gruppo dalle 15.00 alle 16.30

Salone Dugentesco-Piazza Basilica S. Andrea
Ore 20,45  Il Gruppo teatrale Folet d’la Marga ti accolgono e ti introducono a…
“LA MAGIA DEGLI ELEMENTI: Arte & Alchimia”
con la dott.ssa Alessandra Ruffino
Al termine della conferenza il Gruppo Folet d’la Marga si esibirà nello spettacolo
“LA QUINTESSENZA”
sul piazzale dell’Abbazia di S. Andrea.

Domenica 2 Maggio
Foyer Salone Dugentesco
Mostra fotografica “ODO L’ORMA DEI PASSI SPIETATI”
Mattino ore 10,00-12,30
Pomeriggio ore 16,30-19,30

ASSAGGIANDO LA VIA FRANCIGENA
Giornata Nazionale del Cammino
Camminata di 10 chilometri da Vercelli a Palestro lungo l’argine del Sesia,
in collaborazione con L’UNIONE CIECHI di Vercelli.
Programma:
ore 9,00 ritrovo sulla piazza Cugnolio (caserma Garrone ) per iscrizioni.
Ore 9,30 partenza
Lungo il percorso, al confine fra regione Piemonte e regione Lombardia: Accoglienza da parte dei Gruppi Cammino per la Salute e Soms di Palestro
Ore  11,30-12,00 Aperitivo e inaugurazione nuovo ponte in legno sul cavo Crocettone in località Palestro.
Ore 13,00 arrivo a Palestro e pranzo al “Campetto” S.O.M.S.
Ore 15,30 visita guidata  dell’Ossario di Palestro.
Ore 16,30 merenda e conclusione della giornata.
Ritorno a cura dei partecipanti previsto in auto , in treno..o a piedi.
Per l’iscrizione occorre telefonare a Vercelli a Franco Conti cell.3408052277
oppure a Palestro a Fabrizio Bertotti cell.3341835360.

Scarica l’allegato Pdf qui sotto per leggere l’intero comunicato stampa.