In cammino sulla Via Francigena per i bambini malati di cancro: è il pellegrinaggio di Raphaël Farquet, ex guardia svizzera pontificia che sta percorrendo il tratto italiano dell’itinerario di Sigerico.
Il suo è un viaggio speciale che ha preso il via a luglio 2017 in Svizzera, a pochi km da casa, a Sion, capoluogo del Cantone Vallese. Arriverà a Roma ad ottobre 2019 dopo aver percorso le tappe in due anni.
Quello di Raphael è infatti un pellegrinaggio che unisce lavoro, famiglia e impegno sociale. Il pellegrino svizzero cammina per l’ARFEC (Association Romande des Familles d’Enfants atteints d’un Cancer), un’associazione che ha sede a Losanna e aiuta le famiglie con bambini malati di cancro.
“Quando si incontra questa malattia la vita cambia improvvisamente. Questa associazione, da 31 anni, mette in campo delle attività a sostegno delle famiglie con aiuti economici, campi estivi, incontri e accompagnamento – racconta Raphaël – diverse persone che conosco hanno combattuto questa battaglia. L’abate Joseph Roduit dell’abbazia di Saint-Maurice (tra gli intervistati de “I volti della Via Francigena” documentario film di Fabio Dipinto ndr) si è dato molto da fare per la Francigena, nel 2015 è morto di cancro”.
Il cammino di Raphaël è un viaggio di beneficenza raccontato anche su Facebook attraverso la pagina “Via Francigena pour l’Arfec”. L’obiettivo principale è quello di raccogliere fondi per l’associazione ma, per il pellegrino svizzero, la Francigena, ha un doppio significato: “Ho scelto di fare questo cammino per festeggiare i 20 anni di giuramento. Ho prestato servizio a Roma per due anni e ora vivo e lavoro in Svizzera dove ho famiglia – aggiunge Raphaël – non potendo assentarmi da casa per tante settimane, ho deciso di percorrere le tappe della Francigena in due anni”.
Ad agosto 2017 ha percorso il versante svizzero, attraversato il Colle del Gran San Bernardo, camminando lungo un tratto dell’itinerario in Valle D’Aosta e in Piemonte. A gennaio ha ripreso la Francigena da Vercelli a Piacenza e nei giorni scorsi è tornato in Italia per percorrere la tappa fino a Fidenza, dove è stato accolto dallo staff dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) insieme al presidente Massimo Tedeschi. Un incontro di amicizia che ha unito la Francigena svizzera e italiana, grazie all’impegno del vicepresidente AEVF Gaëtan Tornay (Région Bas-Valais).
“Affronterò il Passo della Cisa nei prossimi mesi. In questi giorni ho cercato di percorrere il tratto da Sarzana a Massa ed avrei voluto proseguire fino a Lucca/San Gimignano ma, a causa dell’impraticabilità di alcuni tratti, ho deciso di fermarmi e rinviare questa parte di cammino” spiega il pellegrino. Il maltempo di queste settimane ha creato diverse criticità lungo alcune tappe, soprattutto tra Emilia Romagna e Toscana. Nonostante difficoltà e deviazioni di percorso, il pellegrino svizzero continua ad affrontare questo viaggio con grande entusiasmo.
La bandiera dell’associazione per cui cammina continuerà a sventolare sul suo zaino. E’ il motore di questa avventura che lo porterà entro il 2019 a Roma. “Nonostante io abbia le scarpe sempre bagnate, questo cammino mi piace – afferma, scherzando Raphaël – Ritrovarsi da solo è fantastico, è un’esperienza che fa riflettere sulla vita. Lo faccio anche come pellegrino cristiano cattolico che dovrebbe andare almeno una volta nella vita da casa a Roma. Ma prima di tutto cammino per le famiglie che hanno i bambini malati di cancro”.
Silvia Iuliano
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