Il cammino è sempre più rosa. Cresce il numero di donne che decidono di intraprendere un viaggio a piedi. Un pellegrinaggio, quello al femminile, che fa rima con coraggio. Ne parliamo per la nostra rubrica ‘In cammino con..’ Sara Zanni, archeologa milanese, guida ambientale ma soprattutto pellegrina, cofondatrice insieme a Cristina Menghini del sito www.donneincammino.net.
Intervistiamo la nostra protagonista mentre si trova ai piedi del Forte di Bard. L’archeologa ha deciso di trascorrere tre giorni di vacanza in compagnia di alcune amiche all’inizio della Via Francigena, in Valle d’Aosta lungo le tappe da Aosta ad Ivrea.
“Il cammino è donna, sono sempre di più le pellegrine che vogliono partire o rifare il viaggio da sole. E una volta tornate consigliano questa esperienza – ci conferma – Non lo faccio solo io, ma anche altre pellegrine di lungo corso che hanno vissuto questo evento come qualcosa di assolutamente stimolante e costruttivo per loro stesse“.
Sara Zanni è una donna in movimento sia per lavoro che per passione. Attualmente vive lavora a Bordeaux. Nel 2014 è partita da Milano alla volta di Finisterre, da sola. Un’avventura lunga 100 giorni raccontata in un blog (100daysontheway.com). Ma quali sono le criticità per una donna in cammino?
“Le donne possono partire da sole – spiega l’intervistata – certo, il mondo non è una paese di fate quindi bisogna essere consapevoli di questo, dei propri mezzi e di quello che può riservarci un ambiente sconosciuto. Quando sono stata in giro da Milano a Finisterre ho trascorso la metà del viaggio quasi da sola, non ho mai avuto particolari problemi, solo una volta un po’ di paura – sottolinea – ma per il resto penso di aver avuto le stesse difficoltà che avrebbe potuto incontrare un uomo. Io sono di Milano, anche una grande città può metterci davanti a dei problemi che non sempre sappiamo affrontare“.
Nel 2016 sono state oltre 133 mila le pellegrine che hanno ricevuto la Compostela (fonte Oficina del Peregrino ndr) e anche sulla Via Francigena le quote rosa non mancano. Donne coraggiose, fragili, madri, lavoratrici che compiono il primo passo per se stesse e non solo. Cosa significa per una donna mettersi in cammino?
“L’anno scorso abbiamo visto il lungo cammino di Grazia Andriola contro la violenza sulle donne – ricorda l’archeologa – Il cammino è un modo bellissimo per riscoprire la forza che noi donne abbiamo, equilibri che dobbiamo fare nostri e costruire. Quando mi chiedono come ho fatto a prendere 100 giorni per andare a Santiago, rispondo che per me è stato un grande auto regalo di compleanno. La cosa più difficile è partire, il primo chilometro e il primo giorno sono sempre quelli peggiori, in cui devi affrontare le paure, i fantasmi. E gli altri che magari dicono “Non ce la farai mai”.
E invece Sara ce l’ha fatta. Dopo aver percorso parte del Cammino Francese nel 2006 in compagnia della madre, l’archeologa è tornata più volte a Santiago. Dal 2010 si occupa del Cammino di Santu Jacu in Sardegna e quest’anno, a settembre, camminerà da Aquileia a Belgrado lungo le antiche strade romane per il ‘RecRoad Project’, un progetto che la vede in prima linea come archeologa e pellegrina.
Silvia Iuliano