Si vuole dare ospitalità familiare a chi durante il Cammino vuole mantenere la semplicità che lo caratterizza ospitando e rifocillando anche animali di ogni genere al seguito. Prediligendo una chiamata a conferma,si fornisce pasto caldo o freddo e la possibilità di accamparsi in tenda. Su richiesta si concede l’utilizzo di tende da tre, quattro posti di nostra proprietà. Ci stiamo anche organizzando per poter liberare una stanza con bagno per offrire la possibilità di dormire sotto un tetto.
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Il Vademecum stabilisce gli standard qualitativi comuni e condivisi essenziali per garantire la sicurezza e la fruibilità dell’itinerario, fornendo le linee guida per la fase di progettazione e realizzazione del percorso, la manutenzione, posta della segnaletica e per l’organizzazione dell’accoglienza.
La Via Francigena, Itinerario culturale del Consiglio d’Europa, è una grande infrastruttura culturale e turistica che si articola lungo un percorso fisico transnazionale marcato da pregevoli testimonianze storico-artistiche e da comunità vive che animano i luoghi da essa attraversati. L’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF), organo abilitato dal Consiglio d’Europa per la valorizzazione dell’itinerario europeo, ha il compito di mettere in rete i soggetti interessati, sviluppando sinergie multilivello e strumenti condivisi che mirano alla crescita sostenibile dei territori coinvolti.
Itinerario storico di dialogo e di incontro tra i popoli, la Via Francigena rappresenta anche oggigiorno veicolo di preservazione e valorizzazione delle identità culturali, divenendo un vero prodotto turistico che necessita opportune azioni programmatiche.
Questo Vademecum stabilisce gli standard qualitativi comuni e condivisi essenziali per garantire la sicurezza e la fruibilità dell’itinerario, fornendo le linee guida per la fase di progettazione e realizzazione del percorso, manutenzione e posta della segnaletica, per l’organizzazione dell’accoglienza, all’interno di un sistema di programmazione e valorizzazione partecipata, rispettoso del principio di sussidiarietà tra i livelli di responsabilità coinvolti.
Il presente documento è frutto del lavoro congiunto di AEVF con le Regioni europee aderenti al Comitato Europeo di Coordinamento Tecnico Interregionale della Via Francigena, in stretta collaborazione con associazioni nazionali e locali quotidianamente coinvolte nella valorizzazione del percorso europeo.
Il Vademecum è scaricabile qui di seguito:
Chi sono i viandanti in cammino sull’itinerario della Francigena? Cosa cercano? Come sta funzionando il sistema dell’accoglienza lungo il percorso? La Via Francigena si trova oggi al centro di una grande rinascita culturale.
Il 20 novembre si è chiuso il Giubileo della “Misericordia” e volge al termine l’anno nazionale italiano dedicato ai “cammini”. Il 2016 ha sicuramente dato una grande visibilità a tutta la rete dei cammini facendo brillare ancor di più la Via Francigena, la quale si inserisce all’interno del programma degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa. Oggi parlare di Francigena significa riferirsi ad un progetto lungimirante che sta generando nei territori una grande opportunità di sviluppo: sociale, culturale, economico e legato al turismo sostenibile.
Il numero dei pellegrini e viandanti è in forte aumento, come dimostrano il numero di credenziali distribuite dall’Associazione Europea delle Vie Francigene (oltre 10.000), l’accesso al portale per scaricare le mappe, la vendita delle nuove guide con il percorso principale, l’aumento dei pernottamenti nei luoghi di sosta. La stima di coloro che hanno camminato sulla Via Francigena nel 2016, almeno per qualche giorno, è di circa 40.000.
IDENTIKIT DEL VIANDANTE. CHI SI METTE IN CAMMINO SULLA VIA FRANCIGENA. Dai dati che AEVF oggi dispone, si possono evidenziare alcuni elementi riguardo la provenienza, motivazione, destinazione, aree maggiormente frequentate.
La metà dei camminatori proviene dall’Italia, a testimonianza di come il turismo green e slow sia diventato una tendenza positiva che coinvolge tutte le generazioni: principalmente per motivi di salute e benessere, culturali, per ritrovarsi e per ricercare un “proprio cammino”, per scoprire un’Europa minore fatta di centinaia di borghi e realtà autentiche. Poco più della metà sono uomini. Molte persone si mettono in cammino in solitaria o in piccoli gruppi. Tante sono le donne che decidono di partire sulla Via Francigena da sole, anche per la motivazione che si tratta di un cammino abbastanza sicuro che si può affrontare con una certa tranquillità.
Si tratta di persone di media ed elevata cultura, ben disposte verso un cammino che può riservare imprevisti ma che sempre è in grado di regalare emozioni, autenticità e calore umano. Mediamente sono persone molto curiose di scoprire, conoscere o approfondire le culture locali. Si tratta di un percorso che induce alla riflessione ed alla condivisione, ma anche alla tolleranza ed al dialogo verso chi ci sta intorno e la natura, spesso talmente affascinante da sovrastarci. Tra le motivazioni principali e ricorrenti ci sono quelle della ricerca personale, spiritualità, sfida con sé stessi, oppure legate al semplice “voler star bene”, godendosi un viaggio che ci avvicina alle persone, tradizioni locali, natura ed i prodotti tipici del territorio. La motivazione legata alla religione rappresenta circa il 15%.
La fascia maggiormente presenze è quella dai 40 ai 60 anni, cosi come quella over 65. Il dato induce a riflettere sul fatto che questa categoria dispone di uno dei valori più importanti e preziosi della nostra socità, e cioè il tempo, cosi come un buono stato di salute fisica ed una certa disponibilità economica. In aumento il numero di giovani, anche under 18. Il tempo di percorrenza medio sul cammino varia da 7 giorni a due settimane. Da sottolineare che negli ultimi 3 anni oltre la metà dei camminatori sulla Via Francigena sceglie il tratto toscano come “destinazione”, in quanto maggiormente strutturato con accoglienza, segnaletica, percorso in sicurezza. Questo significa che un pellegrino su due oggi cammina lungo i 380km di percorso in Toscana, senza arrivare a Roma. Se nei prossimi anni seguiranno investimenti adeguati (dall’infrastruttura alla promozione) lungo tutto il percorso, dall’Inghilterra all’Italia, sicuramente si potrà immaginare lo stesso successo in Champagne-Ardenne o Nord-Pas-de-Calais, oppure in Valle d’Aosta, Piemonte o Lazio tanto per fare alcuni esempi.
Quali sono le principali città scelte per la partenza? Losanna, Pavia, Fidenza, Lucca, Siena. Si tratta di località simboliche o facile da raggiungere, anche per quanto riguarda il trasporto delle biciclette in treno.
La Via Francigena comincia ad essere conosciuta anche fuori dall’Italia. La dimensione europea del cammino, che coinvolge anche Svizzera (cantoni Vallese e Vaud), Francia (Bourgogne-Franche-Comté, Grand Est e Nord-Pas-De-Calais) e Inghilterra (Kent), così come il riflesso del cammino spagnolo di Santiago, sta aumentando la popolarità dell’itinerario francigeno. Oggi lungo i 1.800km di percorso capita spesso di incontrare pellegrini europei, ma anche provenienti dal Brasile o sud America, Canada o Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda oppure Asia, come Giappone e Corea del Sud. Lo stesso vale lungo la Via Francigena nel Sud, itinerario che da Roma prosegue in direzione Santa Maria di Leuca sul quale già oggi camminano pellegrini. Occorre sottolineare che tale percorso è in attesa della certificazione ad itinerario culturale europeo, cerificazione finale che, dopo il parere favorevole del Consiglio d’Europa, spetta all’AEVF. Oggi la Via Francigena nel Sud non presenta ancora una fruibilità completa e infrastrutturazione costante, ma regioni del Sud, comuni e associazioni stanno lavorando fortemente in questa direzione.
Da segnalare l’aumento dei cicloturisti, oggi il numero oscilla tra il 15 e 20%. Un fenomeno in grande crescita, anche grazie all’importante lavoro di segnalazione “leggera” che è stata fatta su tutta la ciclovia nel tratto italiano nei mesi scorsi: il percorso ciclabile della Via Francigena è stato tracciato da SloWays in collaborazione con Slow Travel Network e l’Associazione Europea delle Vie Francigene
LA COMUNICAZIONE E LA PROMOZIONE. L’attenzione mediatica intorno alla Via Francigena è in grande aumento. Basta leggere gli accessi dal portale che nel 2016 andrà a superare un milione di visitatori. All’interno di esso si trovano le informazioni sul percorso, ospitalità, eventi. E’stata creata una rete di strutture private Visit Via Francigena che mette in rete duecento soggetti. La comunicazione poi avviene attraverso al rivista semestrale Via Francigena and the European Cultural Routes, il festival europeo Via Francigena Collective Project (oltre 700 eventi in rete nel 2016) e, soprattutto, grazie alle centinaia di iniziative che a livello locale si svolgono sulla Via Francigena lungo tutto l’asse europeo, declinate in ambito spirituale, culturale, turistico, sportivo, gastronomico. Importante anche l’eco che corre sulle frequenze web della Radio Francigena, strumento molto popolare in grado di attirare target eterogenei verso i cammini.
Un caso emblematico che sottolinea il livello di interesse intorno al cammino è il bel film-documentario “I volti della Via Francigena”, realizzato dal regista-pellegrino Fabio Dipinto. Il film, patrocinato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene e sostenuto attraverso un’azione di crowfunding, è oggi nelle principale sale cinematografiche italiane e sta riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.
Da sottolineare, in termini di supporto alla popolarità della Via a livello internazionale, gli importanti articoli usciti sul New York Times in settembre e sulla CNN in ottobre, cosi come il film-documentario della TVsud coreana in corso di montaggio.
L’ACCOGLIENZA. Non è possibile parlare di sviluppo della Via Francigena senza una adeguata accoglienza pellegrina, talvolta anche spartana. Accogliere un viandante significa conoscere il mondo che ruota intorno al cammino, ai suoi valori, ideali e bisogni. Spesso basta poco per aprire la porta ad un pellegrino, qualsiasi sia la motivazione che lo ha messo in viaggio: un sorriso, una doccia con acqua calda, un letto e un pasto condiviso. Il 2015-2016 ha visto il forte incremento di strutture per escursionisti lungo la Via Francigena, molte inaugurate in Toscana che ha inserito l’implementazione della ricettività pellegrina all’interno delle politiche di sviluppo territoriale. Un esempio significativo sui numeri e l’accoglienza di queste strutture: l’ostello di Gambassi Terme nel 2016 ha registrato circa 5.000 camminatori transitati con la credenziale. Ottimo il rapporto qualità-prezzo: costo 12€, colazione 3€, cena 8€. Nel comune di Gambassi sono comunque diverse le strutture ricettive, come B&B, case private o alberghi, che ospitano i pellegrini a tariffe agevolate offrendo un confort maggiore.
Questo è un altro dei temi che emerge dall’indagine sui fruitori della Via Francigena. Circa un viandante su tre preferisce dormire in strutture in grado di offrire maggiori servizi rispetto all’ostello. Anche in questo caso, è fondamentale il senso dell’accoglienza che viene offerto verso la tipologia del “turigrino”: non significa, appunto, che sia un turista da spennare! Sicuramente si tratta di dati significativi che sottolineano come un itinerario europeo possa sviluppare e promuovere una micro-economia locale, mettendo in rete le strutture di accoglienza (nelle diverse forme), la ristorazione ed i bar, gli operatori culturali e le categorie turistiche che offrono servizi, come il trasporto zaino per chi lo richiede.
Tornando all’accoglienza povera a “donativo”, emerge un ulteriore dato, questa volta non positivo. In crescita il numero di pellegrini che non lascia un contributo, spesso fondamentale per poter assicurare l’accoglienza: dal letto all’acqua calda, dalla pulizia all’eventuale cena condivisa. Se è vero che le strutture a donativo sono ben consapevoli della scelta etica legata a questo tipo di accoglienza, della quale ne condividono i valori di gratuità e reciprocità, è vero anche che alcune di esse sono state costrette a chiudere oppure faticano a continuare ad offrire il servizio. E’ evidente che serve un maggiore senso di attenzione verso chi ospita, così come si rende necessaria la condivisione di un codice etico di comportamento da parte del pellegrino che, per natura, dovrebbe avere un atteggiamento sobrio e rispettoso.
SEGNALETICA E MANUTENZIONE. Segnaletica costante e manutenzione lungo tutto il percorso è un elemento imprescindibile per il successo della via. Oggi il cammino non è ancora segnalato con continuità regolare nel tratto francese, mentre la situazione è buona in Inghilterra, Svizzera ed in Italia. La recente pubblicazione della guida di “Terre di Mezzo” con il percorso principale nel tratto italiano è sicuramente un bel risultato per la fruizione della via. Si sta lavorando per realizzare la guida ufficiale anche nel tratto “Canterbury-Passo del Colle San Bernardo”. E’ stato approvato lo scorso 11 novembre a Bard (AO) il nuovo vademecum sugli standard comuni del percorso ed il manuale della segnaletica nel tratto italiano: è un altro passo in avanti, al quale dovranno però seguire la regolare manutenzione lungo il percorso.
Come sta la Via Francigena oggi? Bene, possiamo dire. C’è ancora tanto lavoro da fare per renderla sempre più al servizio di chi cammina, mantenendo la dimensione culturale di questo itinerario. Occorre sicuramente una maggior consapevolezza dei territori per poter cogliere in pieno il grande potenziale che la Via Francigena genera attraverso questo flusso di camminatori i quali, come abbiamo visto, provengono da ogni parte del mondo con intercedere lento. Occorre altresì che l’itinerario della Via Francigena venga inserito con forza all’interno di tutte le politiche di sviluppo regionale e nazionale nei quattro paesi attraversati, arrivando anche a definire una Authority europea per lo sviluppo di questo cammino.
E’ un grande patrimonio che si trova sotto i nostri piedi, davanti ai nostri occhi, nelle comunità locali attraversate: un “bene culturale complesso” così bello da valorizzare e promuovere, anche per le generazioni future e per far ripartire metaforicamente l’Europa. In cammino.
Luca Bruschi
Fam Trip lungo la Via Francigena
AEVF in collaborazione con APT Emilia Romagna, ha proposto durante la giornata di martedì 29 novembre, il “Fam Trip” lungo la Via Francigena ad alcuni Tour Operator territoriali interessati alla costruzione di pacchetti turistici tematici.
Il programma ha presentato, oltre alla mission portata avanti da AEVF in ambito europeo, le peculiarità del territorio francigeno racchiuso tra Fidenza, Noceto e Medesano: rilevanze artistiche e paesaggistiche, strutture di ristoro e accoglienza per pellegrini e camminatori, opportunità di conoscenza e assaggio di prodotti tipici, momenti di relax e benessere presso strutture termali.
Le realtà direttamente coinvolte nell’iniziativa sono state le Amministrazioni pubbliche di Fidenza e Medesano, l’ufficio Turistico e la Diocesi di Fidenza, che si affiancano alla disponibilità di attività private quali il B&B “La Commanderia del Gusto” di Siccomonte (Fidenza), la trattoria “Lo Scoiattolo” di Costamezzana (Noceto), le Terme di S.Andrea (Medesano) ed il Caseificio Sociale di Coduro (Fidenza).
Programma dettagliato della giornata in allegato.
Casa delle Balie è il primo Ostello per i pellegrini, riservato all’ospitalità e all’accoglienza dei viandanti in viaggio lungo la Via Francigena da o verso Roma.
L’Ostello è ospitato all’interno del Santa Maria della Scala in Piazza Duomo in quella che un tempo fu la Casa delle Balie, il luogo dove venivano ricoverati i bambini abbandonati o non accolti dalle famiglie d’origine.
La sede si sviluppa su più edifici fra Via Franciosa, Vicolo di San Girolamo, Vicolo del Pozzo e Via de’ Fusari. Storicamente pertinenza edilizia del Santa Maria della Scala, la Casa delle Balie è collegata al complesso museale mediante diversi sovrappassi aerei in muratura che si estendono sopra al Vicolo di San Girolamo.
L’Ostello conta 25 posti letto, con relativi servizi, dislocati in cinque ambienti che contengono, a seconda della grandezza, da un minimo di 3 a un massimo di 8 persone. La struttura si estende su una superficie di 350 mq ed ha due ingressi autonomi: il primo e principale lungo il Vicolo di San Girolamo, il secondo da Via de’ Fusari, all’altezza di Piazza del Duomo per consentire l’accesso ai diversamente abili, che avranno a disposizione una camera attrezzata con servizio igienico a norma.
Il pernottamento ha un prezzo massimo di 18 euro a notte. L’Ostello è attivo 24 ore al giorno, con la presenza di una professionalità alla reception fino alle 22.30.
L’Ostello è dotato di impianto di riscaldamento e condizionamento di concezione avanzata, di rete Wifi e di distributori automatici di bevande fredde e calde e di snack.
Domenica 20 novembre, nell’ambito della Notte Bianca degli Ostelli, è stata inaugurata a struttura.
Nel cuore di Siena, all’interno del Santa Maria della Scala, apre i battenti il primo Ostello per i pellegrini, riservato all’ospitalità e all’accoglienza dei viandanti in viaggio lungo la Via Francigena da o verso Roma. La struttura ‘Casa delle Balie – L’Ostello del Santa Maria della Scala” è stato inauguratao domenica 20 novembrealle nell’ambito della ‘Notte bianca degli ostelli’ che si è svolta, per tutta la giornata negli spazi del Santa Maria della Scala a Siena per celebrare la conclusione del Giubileo della Misericordia.
L’Ostello, realizzato con il contributo della Regione Toscana, è ospitato all’interno del Santa Maria della Scala in Piazza Duomo in quella che un tempo fu la Casa delle Balie, il luogo dove venivano ricoverati i bambini abbandonati o non accolti dalle famiglie d’origine. La sede si sviluppa su più edifici fra Via Franciosa, Vicolo di San Girolamo, Vicolo del Pozzo e Via de’ Fusari. Storicamente pertinenza edilizia del Santa Maria della Scala, la Casa delle Balie è collegata al complesso museale mediante diversi sovrappassi aerei in muratura che si estendono sopra al Vicolo di San Girolamo.
L’Ostello dei pellegrini: informazioni e dettagli struttura. L’Ostello, progettato dallo Studio Canali, realizzato dal personale tecnico del Comune di Siena e portato avanti dal Consorzio EACOS che ne ha eseguito i lavori, conta 25 posti letto, con relativi servizi, dislocati in cinque ambienti che contengono, a seconda della grandezza, da un minimo di 3 a un massimo di 8 persone. La struttura si estende su una superficie di 350 mq ed ha due ingressi autonomi: il primo e principale lungo il Vicolo di San Girolamo, il secondo da Via de’ Fusari, all’altezza di Piazza del Duomo per consentire l’accesso ai diversamente abili, che avranno a disposizione una camera attrezzata con servizio igienico a norma. Il pernottamento ha un prezzo massimo di 18 euro a notte. L’Ostello è attivo 24 ore al giorno, con la presenza di una professionalità alla reception fino alle 22.30. L’arredamento, realizzato in legno massello, è semplice e funzionale, ma al contempo confortevole e moderno. L’Ostello è dotato di impianto di riscaldamento e condizionamento di concezione avanzata, di rete Wifi e di distributori automatici di bevande fredde e calde e di snack.
Fonte: ufficio stampa comune Siena
L’associazione turca Culture Routes Society (CRS) è una ONG nata nel 2012 per sviluppare, mantenere, promuovere gli itinerari culturali e incoraggiare il loro utilizzo come stimolo per lo sviluppo rurale dei territori.
CRS rappresenta 18 itinerari tematici, tra naturali e storici, e collabora con gli organismi ufficiali in Turchia per promuovere il turismo responsabile e mettere al centro delle politiche di governo la tutela e la sostenibilità.L’associazione annovera tra i suoi membri progettisti di itinerari, agenzie di viaggio, fornitori di servizi, accademici e botanici.
Nel dicembre 2014, i rappresentanti della CRS hanno incontrato i rappresentanti di AEVF in occasione del Convegno sugli Itinerari di Pellegrinaggio europei che si è svolto a Firenze e hanno deciso di collaborare per presentare richiesta di adesione al Programma Civil Society Dialogue, grazie ad un progetto comune che permetterebbe loro di estendere le rispettive reti e metterle in connessione.
Il progetto Europe to Turkey on Foot, iniziato a febbraio 2016, è finanziato dall’Unione Europea e dalla Repubblica di Turchia e avrà la durata di un anno. Esso vuole integrare l’approccio europeo e quello turco nella gestione, comunicazione e marketing degli itinerari culturali transnazionali, oltre che estendere il cammino francigeno verso est, unendolo a tre itinerari turchi già esistenti. Il progetto prevede anche lo studio del modello europeo di gestione degli itinerari, che avviene in collaborazione con le amministrazioni locali, e la sua applicazione da parte di CRS e di 3 comuni turchi che collaborano al progetto: Inegöl per l’itinerario di Evliya Çelebi, Eğirdir per il Cammino di San Paolo e Demre per la Via Licia. A tal proposito, la città di Salonicco ha ospitato a settembre 2016 un seminario per discutere le strategie di marketing più appropriate e sviluppare un piano d’azione insieme ai rappresentanti locali, inclusi alcuni rappresentanti della Via Egnatia. Il progetto continua grazie alla partecipazione degli studenti di Gestione del Patrimonio Culturale, che percorreranno il cammino, testandolo così in prima persona, e valuteranno il tratto turco. Il frutto di questo lavoro sarà presentato attraverso fotografie e filmati in vari luoghi della Turchia. Infine, verranno elaborati due report che analizzeranno i sistemi di conservazione in Europa e in Turchia.
In seguito alla recente inclusione del tratto Brindisi-Santa Maria di Leuca nella rete della Via Francigena, il percorso si estende ora dall’Italia verso Est, sia via mare che via terra: lo sviluppo di itinerari in zone rurali non può quindi che essere l’obiettivo principale di questo lavoro. La collaborazione tra la Culture Routes Society e AEVF continuerà anche dopo la fine di questo progetto e il nuovo itinerario contribuirà al dialogo interculturale, costruendo un ponte tra Europa e Asia.
Culture Routes Society
In allegato trovate l’articolo completo.
Questa informazione è prodotta con il supporto finanziario dell’Unione Europea e della Repubblica della Turchia. CULTURE ROUTES SOCİETY è responsabile dei contenuti di questo testo che in nessun modo puo’ essere interpretato come l’opinione dell’Unione Europea e/o della Repubblica della Turchia.
E’ stato presentato nel Forte di Bard, sabato 12 novembre: all’interno speciale sul suggestivo tratto valdostano della Via Francigena, su Fidenza ed l’itinerario parmense.
Il nuovo numero della rivista “Via Francigena and the European Cultural Routes” è stato presentato nella splendida fortezza di Bard, in Valle d’Aosta, nel contesto di due giorni dedicati alla Via Francigena durante i quali si svolge anche l’Assemblea Generale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene.
Si tratta di un numero che focalizza il suo speciale proprio intorno alla Valle d’Aosta, terra di “cerniera” situata a metà dell’itinerario europeo di Sigerico. Il bell’articolo “Pellegrini, viandanti e mercanti ieri. Pellegrini e viaggiatori oggi, lungo la via Francigena tra il passo del Gran San Bernardo e Pont-Saint-martin” conduce il lettore al suggestivo viaggio lungo le tappe di questo tratto di cammino, ricco di storia, arte, cultura e gastronomia, vigneti e castelli. Splendide foto sono a corollario del racconto.
La dimensione internazionale dell’itinerario viene sottolineata dalla sezione dedicata ai nuovi soci che hanno aderito alla rete europea AEVF: in Francia troviamo “les communes” di Chateauvillain, Bucey-lès Gy e Champlitte, begli esempi di realtà rurali che grazie alla Via Francigena rinforzano la propria identità culturale, ed in Svizzera, con il gioiello di Romainmotier, destinazione di grande prestigio internazionale. La città di Canterbury, km zero del percorso, ci porta invece alla scoperta del tratto inglese della Via Francigena.
Nella sezione progetti vengono messi in evidenza due importanti risultati che hanno dato grande visibilità alla Via Francigena nell’anno del Giubileo e dei Cammini: la pubblicazione della guida con il percorso ufficiale dal Gran San Bernardo a Roma, edita da Terre di Mezzo e realizzata in collaborazione con AEVF e le regioni; la mappatura della ciclovia Francigena nel tratto italiano, con l’apposizione della segnaletica leggera.
La parte centrale della rivista è dedicata allo speciale su Fidenza: luogo simbolico lungo la Via Francigena e crocevia del cammino, con una storia millenaria legata alla sua Cattedrale romanica ed al martirio di San Donnino, patrono della città. A rinforzare questa importante sezione, le pagine della rivista si aprono al progetto “Benvenuto Pellegrino” che l’amministrazione di Fidenza sta portando avanti con i comuni parmensi di Noceto, Medesano, Fornovo, Terenzo e Berceto per mettere a sistema il territorio.
Altri progetti trovano poi spazio in questo numero: “In cammino dall’Europa alla Turchia”, progetto europeo che vuole integrare l’approccio europeo a quello turco nella gestione e comunicazione degli itinerari transnazionali, oltre ad estendere il cammino francigeno verso est; “Radio Francigena”, una realtà oggi molto consolidata e seguita in rete che dà voce alla Via Francigena ed ai cammini; il “Festival Collective Project”, il cui programma 2016 ha messo in rete oltre 700 eventi.
Alla fine della presentazione, è stato previsto il consueto momento di degustazione con i prodotti tipici del territorio: dal formaggio Parmigiano-Reggiano alla birra Francigena, partner affezionati della rivista, agli ottimi salumi e vini valdostani.
Il numero è stato realizzato in collaborazione con: Regione Valle d’Aosta; Comune di Fidenza; progetto Benvenuto Pellegrino; Consorzio Prosciutto Toscano; Parmigiano-Reggiano; Novasol; Birra Francigena; Villa Claudia; Ristorum in campus maior.
Per sfogliare i numeri arretrati: www.rivistaviafrancigena.it
Per acquistare il nuovo numero (dal 21 novembre): www.viefrancigene.org
Luca Bruschi
Un’attenta analisi sul numero di pellegrini che hanno pernottato presso l’accogliente Ostello a donativo di Santhià, dall’inizio dell’anno ad oggi. Il documento è stato elaborato dall’Associazione “Amici della Via Francigena du Santhià”, amici AEVF.
Il documento è stato realizzato per far conoscere il dato relativo al flusso di pellegrini in transito nella località francigena piemontese di Santhià, dove il passaggio di pellegrino sta sicurament impattando in modo molto forte sull’aspetto socio-culturale-economico del territorio. Questi dati saranno ripresi su scala più ampia entro la fine gennaio 2017 dall’Associazione Europea delle Vie Francigene attraverso l’analisi e lo studio delle credenziali rilasciate, grazie alle quali sarà possibile definire meglio il profilo dei viandanti e fonire dati precisi.
La nota trasmessa dall’Associazione Amici della Via Francigena di Santhià viene qui sotto trasmessa integralmente, anche per favorire nuovi spunti e rilfessioni sul tema dell’accoglienza a donativo.
Giunti al termine della stagione estiva è possibile individuare alcune tendenze relative al numero e alle caratteristiche dei pellegrini ospitati presso l’Ostello a donativo “Santhià sulla Via Francigena”, gestito dall’Associazione Amici della Via Francigena di Santhià, nonché svolgere alcune considerazioni potenzialmente utili agli addetti ai lavori.
Numero e caratteristiche dei pellegrini
– Il dato più evidente è l’aumento complessivo dei passaggi: fino al 22 settembre si sono registrati 516 pernotti, circa il 50% in più rispetto a quelli registrati lo scorso anno. Tenendo conto che la “quota di mercato” dell’ostello oscilla da diversi anni fra il 30 e il 40%, si può stimare che durante i primi 9 mesi dell’anno i pellegrini passati lungo la tratta francigena locale siano stati almeno 1.500, forse anche di più.
– Questo aumento è imputabile soprattutto alla componente italiana – e questa è la novità più rilevante dell’anno – salita da meno di un terzo a quasi il 50% del totale: come dire che, su due pellegrini di passaggio, uno è italiano e uno straniero.
– [Pur dovendo attendere la fine dell’anno per poter effettuare un calcolo complessi-vo delle presenze, possiamo anticipare che anche il mese di ottobre si è caratterizzato per un numero di passaggi molto più alto rispetto a quello degli scorsi anni, per cui a fine 2016 il numero dei pernotti in ostello non dovrebbe essere lontano dalla soglia delle 600 unità (oltre il 55% di aumento rispetto all’anno precedente). Svolgeremo alcune considerazioni sulle possibili cause dell’aumento in un successivo punto].
– Sotto il profilo dell’età, cresce la componente appartenente alle classi di età centrali (da 40 a 60 anni), che quest’anno raggiunge lo stesso livello degli ultrasessantenni: entrambe le macroclassi rappresentano infatti fra il 36 e il 37% dei pellegrini registrati; molto più staccata la componente con meno di 40 anni (poco meno del 27%). Tra le novità di quest’anno segnaliamo però la presenza di diversi minori, in viaggio con la famiglia (in tutto 14 casi).
– Si noti che la componente dai 40 ai 60 anni è anche quella che presenta la minor differenza di composizione tra i sessi (circa 1,45 maschi per ogni femmina), a differenza di quanto avviene nelle altre fasce d’età (dove vi sono circa 2 maschi per ogni femmina). Alle classi centrali di età appartiene del resto il maggior numero di pellegrini che viaggiano in coppia.
– Considerando tutti i passaggi, i maschi rappresentano circa il 65% del totale, le femmine il 35%. (Nelle strutture alberghiere, verosimilmente a causa della maggior privacy, la composizione per genere è meno difforme).
– Benché la rilevazione non sia del tutto accurata – dal prossimo anno cercheremo di ovviare – i pellegrini che utilizzano la bici rappresentano circa l’8-10% del totale. [Ma il passaggio di gruppi di ciclisti, specie nel fine settimana, è molto frequente, sebbene senza pernotto in ostello, e quindi riteniamo che il peso reale dei pellegrini-ciclisti rispetto al totale sia sensibilmente più elevato].
– Gli italiani mediamente effettuano pellegrinaggi più brevi rispetto agli stranieri, organizzando volentieri esperienze di cammino di “sole” 1-2 settimane (quindi a metà tra il pellegrinaggio vero e proprio e una vacanza diversa dal solito), con il proposito di riprendere il cammino l’anno (o gli anni) successivi. Questa scelta è presente anche tra gli stranieri, fra i quali, tuttavia, è relativamente più diffuso il proposito di compiere l’intero pellegrinaggio, da Canterbury a Roma (circa due mesi e mezzo di cammino!).
Possibili cause dell’aumento dei pernotti
È indiscutibile che la Via Francigena stia vivendo un boom di presenze, in particolare nelle due regioni più prossime a Roma (Toscana e Lazio). Ma anche nelle nostre regioni più lontane dalla mèta i flussi crescono con tassi di variazione stabilmente crescenti da diversi anni. Quest’anno, come si è detto, l’aumento a livello locale è stato dell’ordine di almeno il 50%.
A livello generale può senz’altro aver contribuito ad incrementare i flussi l’Anno Giubilare della Misericordia. A livello locale ha avuto senz’altro il suo peso la maggior disponibilità di posti letto (l’Ostello è passato da 6 a 18 letti), circostanza che ha quasi annullato la necessità di riallocare i pellegrini presso altre strutture in caso di “tutto esaurito” o di esigenze particolari (ciò che si verificava di frequente gli anni scorsi).
La realizzazione di una brochure promozionale, distribuita in molte strutture a monte di Santhià, nonché l’aggiornamento del sito con le nuove possibilità di pernotto, hanno consentito di far sapere ai potenziali ospiti che l’ostello possiede anche soluzioni adeguate a chi desidera conservare un maggior livello di privacy rispetto a ciò che avviene nelle classiche “camerate”. Questo aspetto può aver inciso, in particolare, sulla maggior presenza di coppie rispetto all’anno precedente.
Problematiche degli ostelli a donativo
Da segnalare il numero sempre troppo elevato di chi non comprende l’importanza di lasciare in ostello l’offerta consigliata (donativo), con cui si può garantire l’accoglienza in condizioni dignitose. La “categoria” dei non-paganti purtroppo è trasversale, anche se questa tendenza sembrerebbe un po’ più elevata tra i giovani stranieri, specie se viaggianti in coppia o in gruppo, seguiti dai coetanei nazionali: la sensazione è che qualcuno cammini solo per approfittare dei prezzi contenuti dell’ospitalità pellegrina, ma questo comportamento finisce per creare seri problemi agli ostelli “a donativo”, come quello santhiatese, che possono sopravvivere solo in presenza di offerte mediamente in linea con quanto consigliato.
Stupisce, al riguardo, il comportamento di persone che hanno ricevuto un’accoglienza di riguardo (come attesa fino a tarda ora, anche a mezzanotte, erogazione di informazioni e consigli, consegna di materiale e documentazione ecc.) e che, ciononostante, non hanno lasciato offerte (con le scuse più varie: impossibilità di cambiare banconote, equivoco con l’amico/l’amica, a cui era stato detto di lasciare l’offerta ecc.). Sono situazioni che danneggiano proprio le strutture votate all’accoglienza pellegrina, giacché, in un albergo tradizionale, si deve ritenere che non si sarebbero verificate.
Di qui la necessità di produrre un “codice di comportamento” condiviso tra le strutture, che regolamenti, per esempio, gli orari di apertura (check in e check out), la possibilità di autorizzare l’ingresso solo dopo aver ricevuto un’offerta, la possibilità di richiedere e annotare i documenti o di indicare alcune “offerte consigliate” per oggetti messi a disposizione dei pellegrini (bottigliette d’acqua, cartoline ecc.). Diversamente le strutture a donativo corrono il rischio di scomparire poco alla volta, lasciando il posto a strutture commerciali (che di per sé non significa nulla di negativo, se non per il fatto che spesso i gestori non sono “specializzati” nella conoscenza delle esigenze dei pellegrini, e riescono quindi a dare minori informazioni o consigli rispetto a quanto possono fare i soci volontari delle associazioni).
L’ostello “Santhià sulla Via Francigena” e l’interazione con le altre strutture di accoglienza commerciali A livello locale (Santhià e dintorni) sono sorte diverse strutture (soprattutto Bed & Breakfast) dichiaratamente costituite per ospitare pellegrini e visitatori di passaggio lungo la Via Francigena, che si aggiungono ai classici alberghi, anch’essi interessati da un crescente flusso di pellegrini (in particolare nel caso di gruppi). In seguito ad alcuni incontri aperti a tutti, è stata prospettata la possibilità che si venga a creare, col il tempo, un’accoglienza diffusa sul territorio, recuperando per esempio eventuali abitazioni dismesse o non utilizzate (come del resto è avvenuto lungo il Cammino di Santiago). A livello locale, quindi, la collaborazione tra l’Ostello e le altre strutture sta dando buoni risultati, nel senso che quando la struttura a donativo è al completo o qualora vi siano particolari esigenze (per esempio il desiderio di dormire con l’aria condizionata o in una stanza singola), gli stessi volontari dell’Ostello conducono i pellegrini presso le citate strutture. Queste si impegnano ad applicare prezzi inferiori a quelli applicati per la clientela classica, e quindi il pellegrino dispone di un incremento del livello dei servizi a fronte di un incremento dei costi più o meno contenuto.
Questo vale non solo per i B&B ma anche per gli alberghi (o i ristoranti), che concedono uno sconto anche apprezzabile per i pellegrini: per questo motivo, all’interno dell’ostello, sono affisse le diverse possibilità di pernotto che si possono trovare nel nostro centro, e non è raro che qualche pellegrino, dopo aver visto i prezzi, preferisca soggiornare altrove. Questo sistema, ormai sperimentato da alcuni anni, funziona abbastanza bene perché prevale lo spirito collaborativo da entrambe le parti, ovvero sia da parte dello staff dell’associazione che gestisce l’ostello sia da parte dei titolari delle altre strutture locali.
Non altrettanto si può dire con riferimento ad alcuni esercizi ricettivi situati a monte e a valle della nostra tappa (non tutti, s’intende, ma solo in alcuni casi, ben circoscritti). Avviene ripetutamente che i pellegrini di passaggio riferiscano che dette strutture si siano improvvisate “agenti di viaggio” e abbiano riorganizzato le tappe dei pellegrini facendo in modo che i pernotti avvengano non dove il pellegrino pensava inizialmente di pernottare, ma presso strutture commerciali “amiche” (in qualche caso poco o per nulla preparate a soddisfare le più elementari esigenze dei pellegrini). Le motivazioni che alcuni pellegrini riferiscono, al loro passaggio da Santhià (soprattutto per chiedere la timbratura delle credenziali), sono le più svariate: ci è stato detto che l’ostello di Santhià è chiuso, o è in ristrutturazione, o è pieno, o prevede il pernotto in stanzoni umidi e bui ecc., oppure che la tappa non è ben segnata, è troppo calda e faticosa, conviene utilizzare mezzi pubblici per raggiungere subito la successiva, conviene ripartire meglio i chilometri nei diversi giorni ecc. Naturalmente si tratta di informazioni errate, come gli stessi pellegrini possono poi constatare.
La scelta di inviare i pellegrini presso strutture commerciali può avere una sua logica (“di scambio”), ma nella fattispecie sarebbe senz’altro più corretto fornire informazioni obiettive, consegnando per esempio un foglio con tutte le possibilità esistenti (e con il livello dei servizi offerti), e lasciando che sia lo stesso pellegrino a scegliere (come del resto viene fatto nel nostro ostello e in tanti altri, così come su una qualunque guida ben strutturata). Ciò che crea più problemi è che diversi pellegrini si prenotano per il tal giorno presso la nostra struttura e poi, dopo aver ricevuto “istruzioni” da parte delle citate strutture, cambiano il luogo del pernotto senza avvisare, con la conseguenza che i letti vengono prenotati e poi non utilizzati. Quest’anno questa situazione si è presentata con minor frequenza rispetto agli ultimi anni, ma i disagi non sono mancati. (Sarebbe molto più corretto e gradito se i gestori – o gli stessi pellegrini – avvisassero telefonicamente, dicendo che si fermeranno prima/dopo, senza necessità di motivare le ragioni). Ma alcuni gestori vedono l’ostello a donativo come un “concorrente” e quindi si sentono autorizzati a fare questo e altro.
Ovviamente non sono tanti i pellegrini che si lasciano influenzare in questo modo. Ma qualcuno accetta i consigli, salvo poi far presente (anche a noi) di essere stato trattato male. Ed è anche capitato che alcuni poi tornino indietro (magari in treno) spiegando che il luogo che era stato loro consigliato era troppo rumoroso (o troppo caro, o con personale scortese) e che quindi preferiscono pernottare dove inizialmente avevano stabilito di farlo.
Altre strutture temono che proporre alla loro clientela, per una tappa successiva, una struttura “a donativo” sia squalificante, associando l’idea dell’ostello a donativo a quella di una struttura di bassa qualità (sporca o senza privacy o lasciata a se stessa): invece, quanto meno nella nostra area, le strutture a donativo sono gestite da associazioni formate da appassionati ed esperti della Via Francigena, sono aperte 365 giorni all’anno e forniscono, oltre al pernotto, una molteplicità di informazioni tecniche (info relative ai posti tappa, orari dei servizi pubblici, brochure locali ecc.) di solito molto apprezzate dai pellegrini. Per questo riteniamo che comunicare ai pellegrini l’esistenza delle strutture a donativo costituisca un segno di rispetto nei loro confronti, visto che in questo modo possono pernottare in un locale idoneo ma a costi contenuti.
Al via un progetto per la valorizzazione della Via Francigena nel Lazio, finanziato dalla Regione e promosso dal Comune di Campagnano di Roma (capofila) e dalle associazioni Legambiente Lago di Vico e Mediterraid Cammina in qualità di partner principali. “Viandante dalla Tuscia a San Pietro”, questo il nome del progetto, prevede sia un incremento e un miglioramento del tratto della Via Francigena interessato e delle sue varianti – attraverso opere di manutenzione, sistemazione, segnaletica e servizi per il pellegrino – sia la promozione di attività culturali e informative per la valorizzare e far conoscere lo storico itinerario. Il progetto si articola sul territorio di 11 Comuni, di cui 8 in provincia di Viterbo (Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel Sant’Elia, Monterosi, Nepi, Ronciglione, Sutri) e 3 in provincia di Roma (Campagnano, Formello, Mazzano Romano), oltre a 3 municipi del Comune di Roma (I, XIV, XV).
All’interno del progetto è prevista inoltre una raccolta di contributi (video, immagini e narrazioni) che documenteranno sia le fasi dei lavori di manutenzione e sistemazione realizzate dalle associazioni locali, sia il tema del viaggio “lento” lungo la Via Francigena, già oggetto della prima edizione del concorso “Segui il tuo passo”, organizzato da Legambiente Lago di Vico. Con la seconda edizione verrà quindi chiesto a videomaker, fotografi e narratori di documentare lo straordinario intreccio di natura e cultura che rendono uniche le zone attraversate dall’antico tracciato, in particolare il tratto laziale dalla Tuscia a San Pietro.
In particolare, Legambiente Lago di Vico a tal proposito intende promuovere una raccolta di contributi video della durata massima di 10 minuti da realizzare o già realizzati su questo tragitto. Questi video racconteranno storie del territori, delle persone e dei borghi attraversati dalla Via Francigena e saranno pubblicati su un apposito canale YouTube e sul sito ufficiale della Via Francigena laziale creato appositamente dalla Regione. L’invito è rivolto a scuole e associazioni operanti nel territorio, ma anche ai singoli cittadini interessati e la partecipazione è libera, gratuita e senza limiti di età. I migliori video saranno proiettati in una giornata dedicata.
INFO
Pagina Facebook “Segui il tuo passo”
Roberta Postiglioni 338 6468891
Fonte: NewTuscia.it