Via Francigena

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Tavolo di confronto sulle tematiche del turismo religioso

A seguito del recente accordo tra la Regione Emilia-Romagna e  la Conferenza Episcopale Emilia Romagna per l’istituzione di un Tavolo permanente di confronto in materia di turismo religioso, domani a Bologna si insedia il gruppo di lavoro al quale partecipa l’Associazione Europea delle Vie Francigene.

Obiettivo del progetto è quello di avviare un tavolo di confronto sulle tematiche del turismo religioso, nel  quale valutare gli aspetti relativi alla costruzione del prodotto ed alla sua valorizzazione e promozione, con particolare riguardo agli aspetti inerenti lo sviluppo del segmento a livello nazionale ed internazionale.

Il tavolo pone poi particolare attenzione alle tematiche che riguardano il  coinvolgimento degli enti e delle comunità locali, delle Diocesi e delle imprese del turismo per raggiungere i seguenti obiettivi:

-scambio di informazioni;

-creazione di una rete di referenti;

-raccolta di materiali informativi;

-monitoraggio delle vie e dei cammini di pellegrinaggio;

-realizzazione di azioni di promo-comunicazione mirate e condivise, coerenti con le linee guida in ambito turistico della Regione Emilia-Romagna e lo spirito della Commissione per la Pastorale del Turismo della CEER.

 

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Via Francigena sui Monti Dauni

La Via Francigena è un cammino storico che da Canterbury portava prima a Roma, quindi a Gerusalemme. Percorsa nel Medioevo da pellegrini e crociati, attraversava tutta la Puglia, a partire dai Monti Dauni.
 
Ripercorriamola a piedi, proprio come facevano i pellegrini: è il modo migliore per conoscere paesaggi idilliaci, piccoli borghi, siti sacri della cristianità.
 
Partiamo dal Valico di San Vito alla scoperta dell’area franco-provenzale pugliese, costituita dai Borghi di Faeto e di Celle di San Vito.
 
Lungo il percorso ci fermiamo presso l’antica Taverna di Sant’ Uite e ai ruderi della Chiesetta rupestre di San Vito. Una piccola deviazione verso sud e siamo ad Orsara di Puglia, dove un’Abbazia sovrasta la Grotta dedicata a San Michele.
 
Torniamo sulla Francigena fino a raggiungere l’angioina Celle di San Vito, il più piccolo borgo di Puglia che ci regala scorci senza tempo.
 
Superato il Monte Buccolo e i territorio di Castelluccio Valmaggiore, inizia la discesa verso la Piana che ci conduce a Troia. Il cammino sacro attraversa longitudinalmente la città, passando a lato di edifici sacri di incommensurabile bellezza, come la Chiesa di San Basilio e la Cattedrale.
 
Da Troia possiamo scegliere se procedere verso sud-est per i principali porti pugliesi, o percorrere la Strada dei Longobardi per raggiungere la Montagna Sacra e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo

Fonte: ViaggiareInPuglia

 

 

  

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Misteri e fuochi a Lucera

L’evento, che dal titolo preannuncia il connubio sublime tra storia e arte, è organizzato e patrocinato dal Teatro pubblico pugliese e prevede la rappresentazione, accompagnata da musica e danze, del tema sacro e profano (secondo una visione attuale della cultura del dolore), dei misteri teatrali che hanno avuto una grande diffusione nel Medioevo, secondo quella che doveva essere la Biblia pauperum, la rappresentazione dei temi sacri del cristianesimo per i ceti popolari ed incolti.

Un grande progetto, quello del Teatro pubblico pugliese, che si prefigge di combinare arte e religione, da sempre accostati ed allontanati ed è patrocinato dall’ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro).

 “Misteri e Fuochi” a Lucera. Pellegrinaggi d’arte sulle vie Francigene di Puglia.

La scelta delle locations è anch’essa dettata da scelte stilistiche e progettuali. L’antico itinerario del pellegrinaggio verso la Terra Santa si snodava lungo alcune tappe della Puglia, tra cui anche Lucera, un itinerario che la Regione e la Provincia di Foggia da diversi anni stanno cercando di valorizzare, grazie anche all’apporto di molti studi a riguardo.

La pièce del 26 settembre ha come obiettivo quello di rappresentare il tema del dolore come catarsi e ricerca di perfezione, un cammino spirituale, irto di difficoltà materiali e morali che, dalla nostra terra conduceva verso il luogo fisico del martirio di Gesù, Gerusalemme.

Il tema del pellegrinaggio è per le sue intrinseche ragioni debitore dell’antica prassi, ma viene rivisitato secondo uno spirito attualizzante, grazie all’ausilio dell’arte moderna che passa dall’allestimento degli spettacoli, alla visual art e alle danze, con un taglio internazionale.

Difatti sei grandi artisti si esibiranno in opere inedite, ispirate dalle tradizioni e condite dalla spezia della multiculturalità religiosa e linguistica.

Angélica Liddell,  Shoja Azari-Mohsen Namjoo-Shirin Neshat,  Tamara Cubas, e  Armando Punzo. Sei artisti provenienti da quattro diverse aree geografiche. Spagna, Iran, Uruguai e Italia, in quattro diverse città pugliesi, unite dall’antico tratto per la salvezza.

Fonte: FoggiaZon.it

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5 cose da fare nei Monti Dauni, Puglia

Cosa fare in Puglia, cinque cose da fare ai Monti Dauni, dal noleggiare una macchina alla cena in un bibliocaffè fino all’ammirare i paesaggi sconfinati.

C’è una parte di Puglia dove le giornate sono ancora scandite dal suono delle campane, dove il sole scalda tiepido fino a ottobre inoltrato, dove le anziane signore che escono da casa ti salutano, abbozzando un sorriso anche se sei un volto completamente nuovo. C’è una parte di Puglia in cui poter ancora sentire i bambini correre per le vie del borgo, giocare a palla in piazzetta. Dove i cani pur non essendo di nessuno, sono di tutti; dove si crede che le bottiglie di plastica davanti alle porte tengano lontani i gatti. Questa parte di Puglia non è sul mare, ma è in quell’entroterra del foggiano, dove già si avvistano Basilicata e Campania, tra il Vulture e le colline ampie e armoniose che ricordano i paesaggi della Turchia. Mentre le strade che avanzano dritte verso il nulla, ricordano lontanamente quei paesaggi incontaminati degli Stati Uniti, se non fosse per le pale eoliche, sempre presenti lungo il cammino.

I Monti Dauni fanno parte di quella Puglia meno conosciuta, meno frequentata, ma preziosa proprio perché mantiene ancora intatta la sua anima di terra franca, schietta, romantica. I Monti Dauni in realtà non sono proprio monti, ma è una zona collinare, costellata di piccoli borghi alcuni che ancora conservano la loro secolare bellezza, altri meno antichi, ma sempre emotivamente suggestivi.

La Daunia è una zona ampia e servirebbe almeno una settimana intera per visitarla bene, con calma, scoprendone ogni suo angolo tra natura, storia e tradizioni. Ecco quindi 5 cose da fare, se si vuole scoprire il cuore della Puglia, legato alle tradizioni, ma sempre in fermento alla ricerca di idee innovative.

Via Francigena del sud

Percorrere un tratto della via Francigena del sud. Pochi ne conoscono ancora l’esistenza, ma la Francigena del sud va da Roma a Brindisi, formando un ponte tra oriente e occidente, deviando nel foggiano alla scoperta di alcuni dei borghi più belli della Daunia, come Celle di S.Vito, Troia. La segnaletica non è ben organizzata e non è sempre facile trovare informazioni lungo il cammino, quindi è preferibile organizzarsi con materiale cartaceo in anticipo e nel caso, chiedere alla persone che si incontrano, sempre molto ospitali.

Viaggiare in auto

Noleggiare un’auto e percorrere le strade provinciali e statali, perdendosi tra i paesaggi naturali sconfinati, rincorrendo le pale eoliche, avventurandosi alla ricerca di borghi sconosciuti ma di una bellezza incredibile. Come la statale che collega Troia con Sant’Agata di Puglia, che guarda in faccia il Vulture oppure la provinciale che unisce San Marco la Catola con Pietramontecorvino, attraversando i fitti boschi della macchia.

Cenare allo Skantinato

Cenare allo Skantinato 58 di Troia, un bibliocafé recentemente aperto da alcuni ragazzi del paese, innovativi e visionari che hanno recuperato un vecchio scantinato in disuso trasformandolo in un centro enogastronomico e letterario di riferimento per l’area. Allo Skantinato si possono gustare ottimi taglieri di salumi, formaggi e specialità locali, accompagnati da ottima birra artigianale pugliese o internazionale.

Visita al Polo Museale

Una visita al Polo Museale di Ascoli Satriano, dove sono conservati i preziosi grifoni di marmo policromi, conosciuti in tutto il mondo, risalenti al IV sec. a.C. Ma anche una passeggiata al mattino lungo le vie del borgo, vive, rumorose, dove si trovano lungo la strade, sedie intrecciate con ceste piene di frutta e verdura in vendita, a disposizione dei passanti.

Fermarsi ad osservare il paesaggio

Fermarsi a osservare il paesaggio seduti sulle panchine dall’alto del parco del Castello di Sant’Agata di Puglia o dalla sua piazza-balcone, dove lo sguardo si perde sulle creste dei colli più bassi, sui campi coltivati, gli stormi d’uccelli frenetici e la Basilicata che si svela, appena dietro l’angolo.

Anastasia Fontanesi
Fonte: ViaggiLowCost

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I Volontari del Servizio Civile dei Monti Dauni nei panni del pellegrino, hanno percorso le Vie Sacre sulle orme della Via Francigena

I volontarideiMontiDauni, hanno intrapreso comunitariamente un percorso che li porterà a delineare le Vie Sacre dei propri territori. A questo proposito, i volontari del servizio civile di Bovino, Sant’Agata e Troia si sono cimentati in un vero e proprio cammino di pellegrinaggio, nel cuore delle vie di Pellegrinaggio della puglia

Dauna e Garganica. Le volontarie: Antonella, Elena, Eliana ed Incoronata, insieme ai restanti partecipanti all’escursione, hanno provato le reali sensazioni ed esigenze del pellegrino, attraverso i sentieri della steppa garganica. La bellezza dei luoghi e la pace sperimentata hanno fatto da cornice, insieme alla lontananza dal caos della vita quotidiana.

Esperienza singolare è stata la sosta a cavallo della Lie Line, la linea immaginaria, che collega i santuari dedicati all Arcangelo Michele, in quel frangente, sotto direttiva dell’esperto Del Giudice si è osservato un minuto di silenzio, in tranquilli ad occhi chiusi. Antonella e Incoronata, volontarie di Sant’Agata di Puglia, raccontano così questa esperienza:

Abbiamo chiuso gli occhi, appunto per un minuto, ed in quel momento tutto, dalle cose più impensabili raffioravano nella nostra mente. Si udiva qualche cinguettìo di uccelli, il fruscìo delle foglie degli alberi, ma la sensazione più intensa era quel venticello fresco che ti accarezzava il viso.

Le impressioni sulla giornata sono state molte e tutte positive, è doveroso concludere con le parole di Eliana, volontaria di Troia:

Il turismo che ci piace è quello emozionale fatto di stimoli multisensoriali percepiti nei suoni, nei colori e nei profumi della natura; di esperienze esoteriche nel punto preciso in cui Monte Sant’Angelo si allinea con Mont Saint Michel e Gerusalemme lungo la linea Sacra Micaelica”.

Fonte: Spaziofoggia.it

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Concluso il Festival Vie Francigene nel Sud

Dieci eventi, di cui due prime assolute, per la kermesse di musica sacra che ripercorre i luoghi dello spirito. Lungo la Via Francigena, all’interno dei Monti Dauni

È terminata nella Basilica di San Michele a Monte Sant’Angelo l’edizione 2014 del festival ‘Via Francigena del Sud’, il cui cartellone è stato firmato per la settima volta consecutiva da Agostino Ruscillo, che, ancora una volta, ha pianificato una programmazione che ha fatto dialogare la musica antica e quella contemporanea. Tutti gli eventi dedicati alla musica sacra hanno permesso a tanti turisti e visitatori di riscoprire luoghi di altissima caratura culturale, storica e spirituale: in particolare, sono risultati suggestivi quelli organizzati nelle splendide cattedrali di Lucera, Troia, Bari e Foggia.

La kermesse di musica sacra pugliese, costruita come un itinerario nelle più belle aule liturgiche della Puglia, ha visto succedersi, dal 20 settembre al 27 ottobre, dieci appuntamenti, un evento speciale, un corso di canto gregoriano e due conferenze, con ospiti di assoluta rilevanza artistica: il sopranista Francesco Divito, il controtenore Vincenzo Scarafile, il direttore Sabino Manzo, i solisti della Messa di Mercadante (Anna Rita Di Giovine Ardito, Angela Bonfitto, Vincenzo Di Donato, Matteo d’Apolito), il pianista Emanuele Arciuli, e poi l’Apvlia Felix vocal ensemble & consort, il Coro del Conservatorio Piccinni di Bari, e la Polifonica Biagio Grimaldi.

Sull’intera programmazione spiccano le due ‘prime assolute’ promosse dalla “Rete di Musica Antica e Operistica in Puglia” – Re.M.A.O.P., rete sostenuta da ‘Puglia Sounds’, che hanno riscosso lusinghieri successi di critica: l’Akathistos: Inno alla Madre di Dio (da Oriente ad Occidente) per soli, coro e archi di Mario Rucci, appositamente commissionato dal festival al compositore lucerino, ed eseguito ad apertura della kermesse prima a Lucera e poi a Bari, e lo spettacolo-concerto dedicato all’Arcangelo guerriero: Sancti Michaelis Musicae, con le esecuzioni di brani del Seicento e Settecento recuperati dall’oblio dei tempi, in particolare il bellissimo dialogo tra Michele e Lucifero di Carlo Baliani, per soprano, basso e b.c.

Una nota di merito va data poi all’esecuzione integrale della ‘Messa a grande orchestra per quattro voci’ di Saverio Mercadante, nella Cattedrale di Foggia, con l’Orchestra & Coro della Cappella Musicale Iconavetere, diretti da Agostino Ruscillo, contestualmente alla presentazione ufficiale del cd e videoclip “Mercadante ritrovato”. Una serata che ha riconsegnato alla Città di Foggia una pagina di storia dimenticata.

Il festival, anche quest’anno molto seguito e apprezzato da un pubblico numeroso, attento e affezionato, è stato organizzato dall’Associazione “Cappella Musicale Iconavetere”, che da oltre trent’anni svolge sull’intero territorio regionali la promozione della “musica sacra”. Per la prima volta in maniera prevalente, grazie al sostegno del progetto “Eccellenza turistica Monti Dauni”, promosso da PugliaPromozione, e cofinanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dalla Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, il festival ha concentrato la metà degli eventi sul territorio dei Monti Dauni facendo scoprire tesori meravigliosi e poco conosciuti ai più, tra cui: gli “Exultet” di Troia, grazie alla conferenza del prof. Baroffio, e l’organo Domenico Rossi di Deliceto, grazie alle esecuzioni degli organisti Angelo Trancone e Matteo Imbruno, e il Museo Civico di Ascoli Satriano.

A fare da filo conduttore, dunque, sono stati la musica, l’arte e la storia: quest’approccio multidisciplinare del festival ha dato voce a una enorme riserva di religiosità e sacralità che giace intatta nella ‘Puglia Piana’, sede di meraviglie architettoniche senza tempo, la cui bellezza va tutelata e valorizzata non solo con l’esecuzione, seppur impeccabile, di un’opera di un compositore o dalla profondità del suono di un organo: “L’obiettivo di questo festival – ha ribadito il direttore artistico, Agostino Ruscillo – è far conoscere al forestiero e al pellegrino le bellezze inestimabili di questa Terra, la cui valorizzazione deve essere un dovere civile, ma anche di promozione turistica e culturale di un territorio che trabocca di splendori”.

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La kermesse è sostenuta da Pugliapromozione (“Progetto di eccellenza turistica Monti Dauni. Cofinanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dalla Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo“).
Il festival è inserito nella “Rete di Musica Antica e Operistica in Puglia” – Re.M.A.O.P. (rete sostenuta da ‘Puglia Sounds’ – P.O. FESR Puglia 2007-2013 Asse IV – Investiamo nel vostro futuro).

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Musica nelle cattedrali: Via Francigena del Sud a Lucera e Ascoli Satriano

 

Sono tra le chiese più belle della Puglia. La Concattedrale di Ascoli Satriano e la Basilica Cattedrale di Lucera, sabato 3 e domenica 4 ottobre, accoglieranno il Festival Via Francigena del Sud. Il Coro lirico di Capitanata, alle 20.30, interpreterà la  Petite Messe Solennelle di Gioacchino Rossini, versione per quattro soli, coro, pianoforte e harmonium. L’interpretazione dell’opera rossiniana sarà riproposta domenica 4 ottobre, alle 20.30, nella Basilica Cattedrale di Lucera.

152 ANNI DI STORIA. La Petite Messe Solennelle, composta a Parigi nel 1863, fu l’ultimo lavoro di Rossini. Le uniche opere di grande respiro che Rossini ci ha lasciato dopo il ritiro dal teatro a soli 37 anni sono, sintomaticamente, due grandi composizioni religiose: lo Stabat Mater e la Petite Messe Solennelle. Si tratta di una Messa solenne che mette in musica tutte le parti ordinarie della liturgia, con l’aggiunta di un «Preludio religioso» e di un’aria per soprano, O salutaris Hostia, inserita prima dell’Agnus Dei; ma anche di una Messa piccola, poiché Rossini la destina per la prima esecuzione a «Dodici cantori dei tre sessi, uomini, donne e castrati: otto per il coro, quattro per soli, totale dodici Cherubini», con il sostegno di due pianoforti e di un armonium: dunque, piccola e solenne al tempo stesso.

IL CORO LIRICO DI CAPITANATA è un gruppo corale formato da circa sessanta artisti, selezionati in base al repertorio da eseguire, e si presenta sia in formazione da camera sia in organico più ampio per l’esecuzione di musica sinfonico-corale e lirica. Fondato nel 2008, presenta un ampio repertorio che comprende autori che vanno dal Settecento al primo Novecento, privilegiando in particolar modo i compositori nati in terra pugliese. Ha partecipato agli allestimenti scenici del Teatro Umberto Giordano di Foggia e del Teatro Giuseppe Verdi di San Severo.

DIRETTORE E INTERPRETI. Sarà Mauro Marchetti, dal 1992 direttore del Coro Città di Roma, a dirigere il Coro Lirico di Capitanata nei concerti del 3 e 4 ottobre. Ha vinto il premio “Mariele Ventre” come miglior direttore al 57° Concorso Internazionale Guido d’Arezzo 2009 e il Premio come Miglior Direttore al 32° Concorso Internazionale di Varna (Bulgaria) nel 2010. Mauro Marchetti dirigerà Anna Rita Di Giovine Ardito (soprano), Concetta D’Alessandro (mezzosoprano), Giuseppe Maiorano (tenore), Matteo d’Apolito (basso), Diego Procoli (pianoforte) e Valeria Di Biase (organo). Maestro del coro per le due serate rossiniane sarà Agostino Ruscillo.

IL FESTIVAL L’edizione 2015 di “Via Francigena del Sud” attraverserà sette comuni della provincia di Foggia con nove concerti e due prime assolute. Il festival di musica sacra, ideato e diretto da Agostino Ruscillo, percorre la strada dei pellegrini e attraversa i luoghi dello spirito dell’antica e moderna Apulia, facendo conoscere al grande pubblico soprattutto le opere dei compositori pugliesi. Dopo Ascoli Satriano e Lucera, farà tappa Deliceto (martedì 6 ottobre), Foggia (8 e 13 ottobre) e Lucera (17 ottobre).

Fonte: Rec24.it

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Il mio rapporto con lo zaino e la passione per i cammini. Fra poco si riparte

Luglio, ogni anno quando arriva questo mese estivo si accende il mio desiderio di partire, di mettermi in cammino. La meta? La decido quasi sempre in primavera, anche se il viaggio nella mia testa comincia molto prima.

I mesi che precedono il viaggio li carico di pensieri, immagini, aspettative  perchè sono certo che il cammino mi farà scoprire nuovi angoli di Europa e di me stesso. E’ cosi dal 2005, da quando ho iniziato a trascorre le mie vacanze estive sui cammini: verso Santiago de Compostela, sulla Via Francigena, sulla via Podense, lungo il cammino di Stevenson e la Via Tolosana. La meta non è mai stata troppo importante per i miei viaggi slow, a ritmo di 4km all’ora, l’importante è sempre stato il contatto con la strada, con i sentieri, con le culture e le tradizioni locali. Amo perdermi su queste vie, amo rinascere su questi cammini. Come ci ricorda La Breton: “Camminare è inutile come tutte le attività essenziali. Atto superfluo e gratuito, non porta a niente se non a sé stessi, dopo innumerevoli deviazioni”

Sono pronto ad accettare gli imprevisti, le strade interrotte, la pioggia o il caldo afoso. Non pretendo nulla. Ma sono certo che alla fine, come ogni volta, riceverò ben di più di quanto ho lasciato sul cammino. Ora eccomi qui, di nuovo pronto a ripartire: quest’anno le mie gambe ed il mio zaino transiteranno sul cammino portoghese, non so ancora se attraverso il percorso ufficiale oppure seguendo la costa, lungo il mare. Come sempre, molta improvvisazione e poche certezze.

Entro nella fase in cui inizio a pensare al mio zaino, compagno di viaggio per alcune centinaia di chilometri. Cosa mettere in questo zaino, tra cose materialei ed immaterialei?

  1. Zaino leggero. Cerco di non superare 8kg. Qui dentro ci starà tutto il mio mondo. L’essenziale, non mi serve nient’altro. Un consiglio. E’ sempre utile avere un buon libro, quello che magari leggi durante la siesta in un bosco al pomeriggio o la sera prima di addormentarti. Nello zaino metto sempre anche tante delle mie paure, debolezze, fragilità. Si alleggeriscono durante il percorso.
  2. Informazioni di base sul luogo che si va a scoprire, la cultura locale, il cibo, le tradizioni, la storia.
  3. Scarpe tecniche ben collaudate e con molti chilometri alle spalle. Il miglior biglietto da visita per presentarsi sul cammino ed evitare fastidiosi imprevisti ai piedi, essenziali per il nostro viaggio.
  4. Reparto infermeria e soccorso di primo livello: dedico a questo aspetto molta attenzione, sapendo che è utile avere la necessaria attrezzatura per combattere il caldo, le zanzare, trattare sapientemente le vesciche con cerotti, ago, filo e disinfettante.
  5. Taccuino e macchina fotografica (oppure semplice smartphone). Le foto e gli appunti di viaggio sono preziosi, soprattutto una volta che questo viaggio sarà finito e andremo a riviverlo anni dopo. Ci aiuteranno a riprendere intimamente ogni momento del nostro viaggio. Negli ultimi anni ho imparato a memorizzare nella mente le bellezze che la natura ci offre: mi fermo a contemplare uno scorcio di paesaggio per un minuto, in silenzio. Poi chiudo gli occhi per trenta secondi e provo a delineare quel fotogramma nella mia bacheca della memoria, dove per sempre rimarrà presente, in modo indelebile.
  6. Bivi e imprevisti. Ami i bivi lungo il cammino, quelli in cui sei indeciso e fai “testa o croce”. Spesso a posteriori mi accorgo di aver scelto il sentiero più lungo, ma alla fine ho potuto assaporare un angolo di natura selvaggia, un’oasi termale naturale, un incontro inaspettato, un albero di frutta pronto ad aspettarmi, un luogo dove ascoltare l’acquaa che scorre di un ruscello.
  7. Fermarsi almeno una notte a dormire sotto le stelle, con il sacco a pelo o in una tenda, a contatto con la natura. Non dimentichiamo che il cammino è di per sé un’autentica scoperta della natura, in essa siamo immersi e con essa ci riconciliamo, assorbendone le energie. Rimanere a dormire su un prato, la notte, è una sorta di esperienza ancestrale che ci lega al cordone ombelicale di Madre Natura.
  8. Iniziare almeno una tappa prima dell’alba. Il risveglio troppo presto non è mai troppo semplice, ma viene poco dopo ripagato dalla gioia infinita dell’assistere al sorgere del sole durante il cammino. E’ una delle cose al mondo per cui vale la pena vivere. E’ una rinascita.
  9. Essere curiosi, voler scoprire ogni angolo che il cammino ci porta a scoprire. Incontrare le persone locali in un bar e fare due chiacchiere quando prendi un caffè, assaporare la cucina e vino locale, cercare di capire la lingua, i dialetti e le espressioni che si utilizzano. Una cosa che da sempre mi affascina è quella di arrivare a piedi in un borgo, villaggio, città. Ciò cambia la nostra percezione con la cultura locale.
  10. Rallentare il ritmo. Prendersi la cosa più importante che oggi abbiamo e che spesso ci sfugge: il tempo. Per riflettere, per pensare, per decidere, per ascoltarci, per conoscerci, per stare in silenzio, per scrivere, per andare incontro a chi cammina al nostro fianco, per sorridere. Camminare con altre persone al fianco, anche compagni di viaggio appena conosciuti, trasmette un indelebile legame con queste persone. Si dice che camminare un giorno intero con una persona, equivale a sette anni di amicizia vissuta insieme.

Cosa mi piace di più di questi cammini? La dimensione umana, il rapporto con la natura, la consapevolezza dei propri limiti, il ritorno alle cose essenziali: l’alba, il silenzio, il tramonto, la notte, l’acqua, i ruscelli, le colline, gli incontri, la condivisione, la tolleranza, la gratuità. Amo farmi sorprendere da tutte queste cose, ogni volta. In questo universo trovo così anche io un piccolo spazio infinitesimale dove mi sento vivo rispetto all’immensità di un mondo che mi oltrepassa, cmi stupisce, mi affascina e rimane avvolto in un meraviglioso mistero

Ah, dimenticavo, c’è un’altra cosa di cui non potrei fare a meno lungo il cammino: sono i piccoli piaceri che esso regala, come trovare more fresche o lamponi lungo il percorso, una birra artigianale e un gelato a fine tappa. Hanno sempre un sapore diverso.

Buon cammino!

Luca Bruschi
luca.bruschi@viefrancigene.org

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Call for paper Via Francigena

In occasione del XV anniversario della fondazione dell’Associazione, celebratosi lo scorso 28-29 aprile, AEVF lancia la call for papers intitolata “Via Francigena” in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il focus di questa call è la Via Francigena quale volàno per lo sviluppo dei territori da un punto di vista culturale, sociale, sostenibile ed economico.

Presentazione dell’abstract entro il 15 luglio
Documento finale entro il 30 agosto

In allegato la call

 

INFO E INVIO DOCUMENTAZIONE
gigliola.onorato@unicatt.it
paolo.rizzi@unicatt.it

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Un attimo di riposo al Ristorante Albergo Benigni

Immerso nella splendida cornice naturale del Parco di Vejo, tra i laghi di Bracciano e quello di Martignano, il Ristorante Albergo Benigni con le sue venti accoglienti camere, offre da diversi decenni ospitalità ai pellegrini della via Francigena.

Un invitante e insolito mix, accosta ai piatti della tradizione locale più di sessanta gustose e creative ricette vegane, con ingredienti madre provenienti esclusivamente da agricoltura biologica. Pizze di farro, kamut e farina di grani antichi, cotte nel forno a legna, rievocano sapori dal gusto unico e semplice, mentre un camino sempre acceso vi permetterà di degustare carni, verdure e scamorze alla griglia, il tutto accompagnato da pane e dolci fatti in casa. Riserviamo sconti a gruppi di pellegrini e a singoli pellegrini forniti di credenziali, con la possibilità di usufruire dei nostri menù completi.

Ristorante Albergo Benigni