Sessanta chilometri al giorno sulla carrozzina, lungo la via Francigena. Da Grenoble a Roma e ritorno, passando per Assisi. È la storia di Cristophe Vernière, che nei giorni scorsi ha attraversato la provincia di Pavia, lungo il percorso di Sigerico, suscitando non poca sorpresa.
E grazie al mix tra la potenza di un contatto umano e quella di Facebook, la storia di Cristophe sta facendo il giro d’Italia.Tutto è cominciato grazie a Nicoletta Zilli, di Belgioioso, titolare della Zilli tours. Che l’ha incontrato e poi ha lanciato un tam tam su Facebook per ritrovarlo: la sua foto è stata condivisa da mille persone in tutta Italia.
E alla fine Nicoletta è riuscita a contattarlo per raccontargli di come la sua impresa, abbia dato forza a tante persone. «Mentre guidavo il pullman, una mattina, per tre volte ho incontrato un disabile in carrozzina. Prima a Pavia, poi sulla strada per Belgioioso – racconta Zilli – ho capito che stava percorrendo la via Francigena – spiega Zilli – La terza volta in cui l’ho incrociato ero in macchina misono accostata e l’ho fermato a Zagonara, frazione di Belgiooioso. Con una solarità incredibile mi ha raccontato di aver intrapreso l’avventura una settimana prima, partito da Grenoble, facendo tappa ove necessario e ad Assisi per poi arrivare a Roma, poi tornerà dalla stessa strada a casa. La sua voce così felice toccava il cuore. “Sono molto più veloce che i pellegrini a piedi” mi ha detto ridendo. Gli ho chiesto una foto da pubblicare sul mio profilo Facebook affinchè altra gente potesse ammirarlo quanto l’ho ammirato io, simbolo di coraggio e forza».
Nicoletta ha pubblicato questo post e la sua foto su Facebook per riuscire a ricontattarlo. Grazie al tam tam diversi pellegrini che stavano percorrendo la Francigena in tutta Italia l’hanno incontrato, hanno cercato di aiutarlo e gli hanno portato il sostegno di tanti che hanno espresso parole di ammirazione per la sua forza e determinazione. «Una famiglia mi ha scritto nei giorni scorsi perché l’ha incontrato a Poggibonsi – spiega Zilli –, gli hanno chiesto l’indirizzo email e così io gli ho potuto scrivere e condividere con lui tutta l’ammirazione di chi è venuto a della sua impresa. Sono rimasta colpita dalla sua persona, è un simbolo di forza, una storia positiva in un momento in cui il mondo è in crisi. Uno stimolo per tutti ad andare avanti, oltre le difficoltà. E sono colpita dalla potenza di Facebook, che mi ha permesso di rintracciarlo».
Anna Ghezzi
Fonte: La Provincia Pavese