Via Francigena

Dal bordone ai bastoncini

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Redazione AEVF

Oltre che un segno distintivo dello status di pellegrino, il bordone era in passato uno strumento molto utile, ed è spesso utilizzato anche al giorno d’oggi come segno distintivo, anche se i moderni pellegrini spesso preferiscono i bastoncini telescopici. Uno dei tratti distintivi dell’antico pellegrino era il bordone, un lungo bastone di legno, spesso corredato da una zucca vuota che serviva da borraccia.

Molti pellegrini viaggiano tuttora verso Santiago e verso'' Roma muniti di bordone, ma sono molti di più quelli che sacrificano il look “autentico” e scelgono di viaggiare con le mani libere, o – in numero minore – con moderni bastoncini telescopici.
Ma ha senso utilizzare i bastoncini lungo un percorso come la Via Francigena? Come spesso accade non esiste una risposta univoca, poiché si tratta di un accessorio che molti amano e forse altrettanti odiano. Utile in alcune situazioni, molto fastidioso in altre.
Cercherò in questo articolo di illustrarvi la mia personale opinione, corredandola quando possibile con dati oggettivi, semplicemente per fornire ai lettori qualche informazione utile per la scelta.
In generale, lungo i percorsi escursionistici, l’uso dei bastoncini presenta vari vantaggi:
•    una minore sollecitazione degli arti inferiori, con benefici sulle articolazioni (fino al 25-30% del peso viene scaricato sulle braccia), e una diminuzione del rischio di storte e infiammazioni;
•    un esercizio fisico molto più completo, poiché viene messo in movimento un numero di muscoli molto superiore;
•    un miglioramento nella respirazione;
•    una maggiore energia nella progressione, soprattutto se si usano i lacci dell’impugnatura come appoggio; la velocità di camminata a parità di condizioni può aumentare anche del 20-25% senza che il pellegrino se ne renda conto;
•    un miglioramento della sicurezza in alcuni passaggi scivolosi (per fango, ghiaccio o neve), e esposti; in particolare nel superamento dei guadi due punti di appoggio in più sono fondamentali, e diminuisce di molto il rischio di perdere l’equilibrio;
•    infine, i bastoncini sono molto utili per tenere lontani cani aggressivi (incontro che può essere relativamente frequente lungo la Via Francigena).

 
I bastoncini presentano però alcuni importanti difetti:
•    pesano, e quindi quando non vengono utilizzati contribuiscono a caricare ulteriormente il nostro già pesante zaino;
•    tengono le mani occupate, un difetto particolarmente sentito da chi deve maneggiare strumenti, mappe o la macchina fotografica lungo il percorso;
•    sui terreni compatti e soprattutto sull’asfalto possono vibrare fastidiosamente e trasmettere la vibrazione alle braccia, e possono essere molto rumorosi; non a caso i bastoncini di qualità sono dotati di sistemi antivibrazione e di copri-puntale in gomma;
•    in caso di temporale possono diventare molto pericolosi, poiché le punte, soprattutto se orientate verso l’alto, possono fare da parafulmine; meglio quindi riporli all’interno dello zaino con le punte verso il basso, e nei casi più estremi conviene lasciarli lungo il sentiero o comunque allontanarli durante le soste;
•    se non sono di ottima qualità possono chiudersi improvvisamente, facendo mancare il sostegno e provocando cadute potenzialmente pericolose, perché ovviamente il cedimento capita molto spesso quando abbiamo più bisogno dell’appoggio;
•    le chiusure dei bastoni di qualità non elevata creano anche il problema opposto: soprattutto in presenza di grandi sbalzi di temperatura si bloccano, e non si riesce più ad accorciare i bastoncini;
•    se sono di ottima qualità costano molto, e se non sono di ottima qualità, come avrete capito, è meglio con comprarli.
Anche se i bastoncini sono dotati di copri-puntale in gomma, se percorrete lunghi tratti su asfalto questo tende a bucarsi dopo pochi giorni. Un sistema molto economico e funzionale per non dissanguarsi con i ricambi consiste nell’utilizzare dei comuni tappi di plastica per spumante, che possono essere acquistati in qualunque negozio di ferramenta. I tappi sono costruiti con una plastica molto robusta, e possono essere fissati sulla punta con del nastro isolante. Per migliorare la durata e smorzare ulteriormente le vibrazioni potrete inserire nel foro del tappo delle piccole guarnizioni in gomma, acquistabili in un negozio di idraulica.
Un altro particolare al quale prestare attenzione sono le impugnature: vanno evitate quelle di plastica, che creano una sudorazione eccessiva e che possono provocare vesciche o abrasioni sulle mani. Meglio quelle di sughero o di spugna compatta, soprattutto se sono molto lunghe e coprono anche una parte del bastoncino. Ciò consente di modificare la lunghezza del bastoncino durante l’uso, semplicemente cambiando la posizione della mano. Infatti i bastoncini vanno tenuti più corti in salita, più lunghi in discesa, e con un angolo del gomito di circa 90 gradi in piano. Inoltre nei “traversi” il bastone a monte deve essere molto più corto di quello a valle.
Infine, una domanda sorge spontanea: perché usare due bastoncini, e non uno solo, oppure un normale bastone da passeggio, o meglio un tradizionale bordone? Perché due bastoncini rendono simmetrica la camminata, distribuiscono lo sforzo allo stesso modo sui due lati del corpo. In caso contrario l’asimmetria può caricare in modo diverso muscoli e articolazioni, e il bastone alla lunga può creare qualche problema anziché essere di sollievo: in generale, nelle lunghe camminate, è bene che il carico dello zaino e lo sforzo siano simmetrici.
Ciò premesso, in generale consiglio a chiunque di provare a utilizzare i bastoncini almeno una volta: ho visto camminatori molto scettici innamorarsi dopo un’ora di utilizzo, tanto da non poterne più fare a meno, mentre altri invece preferiscono la camminata “a mani libere” e li considerano un peso inutile.

Alberto Conte – itinerAria
www.itineraria.eu