Domenica, 27 maggio, ho avuto il privilegio di aggregarmi ai 2000 pellegrini che hanno percorso l’antica Via Francigena, da Acquapendente a Montefiascone.
C’era un’atmosfera d’emozione mentre la brillante folla arancione si faceva strada attraverso le antiche strade di Acquapendente, oltrepassando la Cattedrale del Santo Sepolcro e immergendosi nella campagna. La folla si assottigliava in un fiume di sfavillanti puntini arancioni, mescolandosi ai fiori primaverili sparsi per i campi.
Dopo aver camminato per 11,3 km, abbiamo raggiunto San Lorenzo Nuovo con la sua architettura neoclassica. Qui le nostre credenziali sono state timbrate e ci siamo fermati per uno spuntino energetico a base di frutta e torta. Ho apprezzato il momento di riposo, rifocillarmi e dissetarmi, mentre ammiravo il Lago di Bolsena.
Il cammino per Bolsena è cominciato entrando nella foresta, illuminata dal nostro colore arancione brillante, mentre serpeggiavamo verso il lago. Poi, quando abbiamo oltrepassato la foresta, mi sono sentita nuovamente orgogliosa di far parte del flusso di magliette brillanti, immerse nei campi di papaveri rossi e altri fiori primaverili dai colori più svariati. In questa parte del cammino, la lontana vista del lago di Bolsena, le foreste circostanti, i sentieri bianchi e i campi colorati, hanno assicurato una piacevole passeggiata verso questa tappa. Mi sentivo parte di un dipinto.
Dopo aver camminato lungo i 23,5 km, il Castello di Bolsena ci ha accolto e, con un sospiro di sollievo per le stanche membra, ci siamo goduti un piatto di pasta! È stato stupendo passeggiare per le antiche strade medievali di Bolsena, con il mirabile profilo del suo castello, il cui disegno si interseca con quello del lago. Un altro punto forte di Bolsena è la sua Basilica, consacrata a Santa Cristina: il luogo del Miracolo Eucaristico. Ma non c’era tempo per visitarla oggi – Montefiascone ci stava chiamando!
Lasciando Bolsena, un cartello della Via Francigena mi ha ricordato che mancavano ancora 4,5 ore di cammino. Sapevo che la lunga, ripida salita verso Montefiascone sarebbe stata una sfida, specialmente sotto la canicola. Quelli di noi che avevano camminato da Acquapendente cominciarono a sentirsi stanchi rispetto a quelli che stavano appena iniziando a camminare da qui, da Bolsena. Ma il senso di unione e spirito di comunità ci ha permesso di andare avanti. Alla fine raggiungemmo la fresca ombra del Parco Nazionale di Turona con la sua acqua di sorgente naturale, presso cui mi sono soffermata. Tuttavia, sono rimasta molto delusa poiché il ginocchio ha iniziato a dolermi, dopo 35 km di cammino, e ho dovuto ammettere la sconfitta. Con un misto di sollievo e sconforto ho accettato il trasporto a Montefiascone.
Durante l’intero evento mi sono sentita estremamente grata per l’organizzazione impeccabile di Sergio Pieri, in particolare per il suo sorriso e il “grande” saluto alla Rocca dei Papi. Non vedo l’ora che arrivi la maratona del prossimo anno e mi sento orgogliosa di sostenere l’evento.
Ma, l’anno prossimo, il 2 giugno, sono determinata ad arrivare fino a Montefiascone!
Carol Neville