“Via Francigena, Via di Pace” è il titolo del forum internazionale organizzato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene per festeggiare 15 anni di fondazione. A distanza di pochi giorni, in occasione della Festa dell’Europa del 9 maggio, AEVF vuole ricordare l’importanza del cammino che unisce i popoli europei, dal Nord al Mediterraneo.
“Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” è la definizione della Via Francigena che deriva dal riferimento al “Programma degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa” lanciato nel 1987 a Santiago de Compostela, esattamente due anni prima della caduta del muro di Berlino. Il Cammino di Santiago, primo itinerario culturale europeo, mette in evidenza l’importanza del dialogo interculturale e l’incontro delle tre peregrinationes majores del periodo medievale, Santiago di Compostela, Roma, Gerusalemme. La “Dichiarazione” approvata nella città spagnola il 23 ottobre 1987 insisteva su questi principi: “il senso dell’umano nella società, le idee di libertà e di giustizia e la fiducia nel progresso sono i principi che storicamente hanno forgiato le differenti culture che creano l’identità europea. Questa idea culturale è, oggi come ieri, frutto dell’esistenza di uno spazio europeo carico di memoria collettiva e percorso da cammini che superano distanze, frontiere, incomprensioni”.
Nella “Dichiarazione” è fortemente presente il tema del pellegrinaggio e dei cammini quale metafora della riscoperta delle radici europee. Un invito rivolto a tutte le persone affinché, percorrendoli, pensino ad una società “fondata su tolleranza, rispetto degli altri, libertà, solidarietà”.
Sulla Giornata dell’Europa e sul valore che la lega alla Via Francigena ed ai cammini europei interviene il Presidente dell’Associazione Eiuropea delle Vie Francigene, Massimo Tedeschi:
“La Via Francigena, insieme con il Cammino di Santiago, è diventata pioniere del rilancio delle vie di pellegrinaggio: i percorsi verso Roma; i cammini di Sant’Olav, nel Nord Europa; i pellegrinaggi micaelici, tutti insieme nella famiglia allargata degli itinerari culturali europei. Un’Europa costellata di cammini accomunati da una matrice culturale che li unisce pur conservandone la diversità. La Via Francigena, la sua apertura sia verso la sponda meridionale del Mediterraneo sia verso i cammini che provengono da Nord ed Est Europa, sta assumendo un valore altamente simbolico nel processo di costruzione dell’Europa, servirà di riferimento e di esempio per azioni future.
Questo valore è ancora più forte nell’anno del Giubileo indetto da Francesco e nell’anno dei Cammini che il Ministero italiano per i Beni Culturali ha lanciato come segno di rinascita di un modello di turismo slow che tiene insieme persone e territori.
Le Vie Francigene rappresentano un percorso geopolitico che aiuta ad abbattere i muri che separano le culture, favorendo ponti di dialogo, tolleranza, cooperazione. Jacques Le Goff, grande storico del Medio Evo e grande appassionato di Via Francigena, al quale l’AEVF ha dedicato l’apertura Forum internazionale “Via Francigena, Via di Pace”, la definisce “ponte di culture tra Europa anglosassone ed Europa latina”.
Ancora una volta le parole del grande storico francese rischiarano il momento storico che stiamo vivendo e in cui l’Europa ha bisogno di ritrovare condivisione di valori comuni: “L’Europa si costruisce. E’ una grande speranza che si realizzerà soltanto se si terrà conto della storia: un’Europa senza storia sarebbe orfana e miserabile. Perché l’oggi discende dall’ieri, e il domani è il frutto del passato. Un passato che non deve paralizzare il presente ma aiutarlo a essere diverso nella fedeltà, e nuovo nel progresso. Tra l’Atlantico, l’Asia e l’Africa, la nostra Europa esiste infatti da un tempo lunghissimo, disegnata dalla geografia, modellata dalla storia, fin da quando i Greci le hanno dato il suo nome. L’avvenire deve poggiare su queste eredità che fin dall’antichità, e anzi fin dalla preistoria hanno progressivamente arricchito l’Europa, rendendola straordinariamente creativa nella sua unità e nella sua diversità, in un contesto mondiale sempre più ampio”.
Costruire la Via Francigena contribuisce a costruire l’Europa dei popoli, obiettivo che continuiamo a voler perseguire: ed in effetti questa Europa, che trova la sue radici nella visione dei grandi padri fondatori che nel secolo scorso iniziarono a pensarla e a costruirla, Spinelli, Adenauer, Monnet, Schumann, De Gasperi, è più che mai in cammino, in costruzione, anzi in ricostruzione, e la Francigena può diventare metafora della rinascita dello spirito e delle radici europee.”, conclude Tedeschi
Luca Bruschi