Turisti on the road, sempre più numerosi, di varie estrazioni sociali, lungo una rotta che diventa anche di scambio culturale e spirituale, spinti dalle motivazioni più intime e disparate.
In Toscana, la regione che ospita il quaranta per cento del tratto italiano, 380 km e 15 tappe, si passa dalle Mura di Lucca, con la «Casa del Boia» centrale multimediale del cammino, alla Fucecchio di Montanelli. Dalle Cerbaie, dove imperversava il brigante Orcino, alla Radicofani di Ghino di Tacco, alias Bettino Craxi. Dalle rovine di Luni a Monteriggioni, «che di torri si corona», a Siena. Cartoline dalla Via Francigena. E molte altre potrebbero essere spedite. Ad esempio dal tratto lombardo, 120 km attraverso ventidue comuni, da Palestro a Corte Sant’Andrea, vecchio guado del Po. Oppure dal tragitto emiliano-romagnolo, da Piacenza al Parmense, con i suoi castelli che si dice pieni di fantasmi «da far invidia ai manieri inglesi e scozzesi», e su verso il Passo della Cisa, passando dal territorio di Fidenza, dove una statua regge un cartiglio: «L’apostolo Simone indica che questa è la Via per Roma».
Fonte: La Nazione