Un bell’articolo apparso il 7 agosto sull’autorevole quotidiano Spiegel online favorisce alcune riflessioni sullo sviluppo del Cammino di Santiago, e sull’enorme potenziale della Francigena
Lo scorso anno sono stati registrati a Santiago di Compostela ben 215.000 pellegrini, numeri ormai da capogiro che di anno in anno tendono ad aumentare. Giovani, studenti, professionisti, appassionati, pensionati, camminatori di ogni estrazione sociale, chi da solo, chi in gruppo, decidono ogni anno di affrontare questa esperienza rigenerante per molteplici ragioni.
L’indotto economico e l’offerta del cammino di Santiago
Sul cammino di Santiago si parla ormai di un indotto di 200 milioni, dieci anni fa, nel 2004, tale indotto era quantificato in circa 55 milioni. Numeri impressionanti, capaci di muovere l’intera economia di un territorio e di condizionare (positivamente) le politiche di sviluppo turistico di un Paese, attirando flussi turistici ed investimenti.
Il modello vincente dei cammini spagnoli è legato a diversi fattori, in primis alla capacità di offrire un percorso sicuro, ben segnalato, accogliente ed in grado di mettere a disposizione migliaia di strutture a basso costo per i pellegrini (dagli ostelli, pubblici o privati, alle strutture religiose). A questa offerta si aggiunge tutta quella con un maggiore “confort” in strutture con trattamenti in B&B o mezza pensione, le quali permettono di dormire in camere singole o doppie. Generalmente si tratta di strutture ben inserite nel territorio rurale, che offrono in primis qualità nel servizio, autenticità, buona cucina ed accoglienza con un forte senso di appartenza al cammino.
Altri punti vincenti continuano ad essere sia “il menù del pellegrino”, con cibi legati al territorio ed alla tradizione regionale, sia il consolidato il servizio di trasporto bagagli che consente alle persone di poter trasportare il proprio zaino da una tappa all’altra, camminando per 20-30km con maggiore libertà e senza un peso di 8-10kg sulle spalle. Un altro tassello importante è quello del sistema wi-fi, ormai sempre più richiesto da camminatori, escursionisti e pellegrini 2.0 che amano condividere in tempo reale la propria esperienza sui canali social quali ad esempio facebook, instragram, twitter.
Da tempo la Spagna ha anche capito l’importanza di differenziare le proposte del cammino, e cosi al tradizionale percorso del “cammino francese” che da Roncisvalle conduce a Santiago, si aggiungono quello Primitivo, quello del Nord, quello Portoghese, la Via della Plata sui quali ogni anno si riversano migliaia di camminatori.
Proposte per vivere in modo alternativo i cammini vengono poi dai Tour Operator, soprattutto stranieri e del Nord Europa, in grado di proporre “pacchetti” emozionali legati alla Via, abbinandola alle Terme e benessere, allo Yoga e Zen, alla letteratura, al cibo tradizionale, allo sport, ecc.
La Francigena, un grande potenziale ma ancora da dimostrare fino in fondo
Come possiamo ormai constatare, anche la Francigena sta esplodendo – in senso positivo -, il numero di pellegrini e viandanti è in forte aumento e la visibilità dell’itinerario sta assumendo dimensioni internazionali. Effetto Cammino di Santiago da una parte, supporto (anche mediatico) di Papa Francesco e voglia di riscoprire un turismo lento dall’altra, stanno generando un’onda molto positiva sulla Francigena, verso cui sta fortemente crescendo anche l’interesse di riviste specializzate, guide, quotidiani, televisioni, radio nazionali ed internazionali.
Il numero di pellegrini che ha camminato per almeno alcune tappe sul territorio italiano è stimato, nel 2013, in 25 mila. Anche quest’anno è in forte crescita,generando interesse e positive ricadute in termini economici, turistici, culturali sui territori attraversati.
E’ fondamentale pertanto potenziare l’offerta di accoglienza, che già oggi in alcuni casi registra un overbooking destinato ad aumentare perché in alcune tappe non ci sono sufficienti posti letto per pellegrini, per coloro cioè che dormono in ostelli e strutture religiose e viaggiano con la credenziale.
Ospitalità povera, punto di partenza per sviluppare la Francigena
Cercare soluzioni per aumentare la disponibilità ricettiva, soprattutto in periodo di bella stagione, attraverso l’utilizzo di strutture pubbliche (ex scuole, seminari, palestre), private o parrocchiali diventa oggi indispensabile se vogliamo che la Francigena si inserisca in un circuito virtuoso che può innescare positivi effetti sul piano economico e turistico, a partire dalla scala locale. Già oggi sul territorio l’elenco degli esempi positivi è nutrito, dal recupero delle case cantoniere alla realizzazione di ostelli comunali gestiti da associazioni giovanili.
La Francigena potrà realmente “esplodere” grazie alla presenza capillare di un’accoglienza a basso costo: in questo modo i singoli territori e i comuni potranno vedere aumentare il numero di pellegrini e far sì che si inneschi un effetto positivo del flusso di turismo responsabile e sostenibile.
L’auspicio è che tutte le programmazioni regionali prevedano interventi per realizzare e rendere fruibili infrastrutture francigene per pellegrini, sull’esempio della Regione Toscana. Ovviamente l’offerta spazierà ad alberghi, B&B e agriturismi per offrire la possibilità di percorre la via a tutti secondo le proprie motivazioni e disponibilità economiche. Ma a prescindere dalla struttura che ospita il camminatore, pellegrino o escursionista, quello che farà sempre la differenza sarà la capacità di accoglienza di un sistema territoriale. La Francigena non è infatti un percorso qualunque, ha alle spalle mille anni di storia ed è fortemente legata alle radici locali inserite in una dimensione europea. Dal 1994 riconosciuta “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”.
E la Francigena, parafrasando le parole del vescovo di Fidenza Mons. Carlo Mazza, “è come un’autostrada, tutti la possono percorrere, ognuno con i propri mezzi e motivazioni così come avveniva già nel Medioevo“. Occorre pertanto che essa sia fruibile, sicura, ben segnalata ed accogliente lungo tutti i 2500 chilometri da Canterbury a Roma, a Santa Maria di Leuca.
Luca Bruschi