Via Francigena

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Il Team AEVF alla scoperta della Via Francigena invernale in Svizzera 

Lo scorso 17 aprile, Nicole Franciolini e Simona Spinola, rispettivamente Social Media Manager e Referente di comunicazione per AEVF, sono state accolte da Gaëtan Tornay, Vicepresidente di AEVF, Presidente dell’Associazione Svizzera della Via Francigena (ASVF) e Direttore dell’Ufficio Turistico Au Pays du St-Bernard con sede a Orsières, per scoprire i segreti della Via Francigena invernale in Svizzera.

La cittadina ubicata nel Cantone Vallese si trova alle pendici del massiccio del Monte Bianco, sulla strada verso il Colle del Gran San Bernardo, che con i suoi 2.473 metri di altitudine segna il punto più alto dell’intero itinerario della Via Francigena, nonché il confine tra il tratto svizzero e italiano del percorso, che dal Colle entra in Valle d’Aosta. 

Lo staff ha così percorso una parte dell’undicesima tappa della Francigena svizzera, da Bourg Saint-Bernard al Colle del Gran San Bernardo, porta di accesso alle Alpi italiane, in un magnifico panorama invernale: le abbondanti nevicate e le temperature sotto lo zero hanno richiesto l’utilizzo di ciaspole e di tutti i dispositivi di sicurezza necessari – pala, sonda e DVA – sotto l’attenta guida di un esperto. Lungo il tragitto, due piccoli rifugi offrono un punto sosta sicuro a sci-alpinisti e viandanti, con un camino pronto all’uso, un angolo cottura per un tè o un veloce pasto caldo, e un telefono per chiedere aiuto in caso di necessità. 

Un’esperienza indimenticabile, resa ancora più speciale dal pernotto presso l’Ospizio del Gran San Bernardo, aperto 365 giorni l’anno, che accoglie viandanti e appassionati di sci alpinismo e degli sport invernali. La struttura, edificata nel 1050 dai canonici dell’ordine di Sant’Agostino, dispone di 120 posti letto e offre diverse soluzioni di pernotto con l’opzione di consumare colazione, pranzo (anche a sacco) e cena in un contesto di condivisione e semplicità. Collegato all’Ospizio, un albergo che apre a partire dal mese di giugno, quando la vallata antistante, completamente ghiacciata nei mesi più freddi, svela il suggestivo lago. A pochi metri da complesso, la dogana marca il confine tra Svizzera e Italia, dove la statua di San Bernardo osserva il passaggio di pellegrini.

Il Colle del Gran San Bernardo è sempre stato un luogo di particolare importanza sin dai tempi degli antichi romani che veneravano Giove Pennino, protettore dei viandanti, mentre nel Medioevo San Bernardo di Mentone vi fece edificare un monastero per dare ospitalità ai pellegrini diretti o di ritorno da Roma. L’imponente monastero è stato ulteriormente ampliato nell’Ottocento e ora ospita un museo dedicato alla storia del Valico, aperto nei mesi estivi.  

L’intero complesso dell’Ospizio e delle strutture adiacenti nei mesi più caldi è facilmente raggiungibile in auto prendendo la SS27, strada che da ottobre a inizio giugno è chiusa e resa inaccessibile dalla neve

Impossibile parlare di San Bernardo senza menzionare i celebri cani originari dell’Asia Centrale, che hanno prestato servizio presso il colle dal 1650 come cani da guardia e di soccorso in caso di valanghe. Questi splendidi esemplari, sul Colle 12 mesi l’anno fino al 2005, trascorrono i mesi più freddi a Barryland, la fondazione che ripercorre la storia del Colle e della razza San Bernardo con un’esposizione permanente: attualmente la fondazione è in fase di ampliamento e dal 2025 offrirà ai visitatori nuove aree tematiche. 

La ciaspolata a meno 10 gradi ha confermato allo staff che la Francigena svizzera è percorribile tutto l’anno, anche nelle sue tappe più impervie, purché si consulti con attenzione il meteo e ci si prepari alla salita con un equipaggiamento adeguato, una preparazione fisica idonea e la compagnia di una guida certificata che sappia valutare rischi e pericoli di un’aera dalla bellezza unica, dove la natura domina tra vallate e discese mozzafiato.

“Raggiungere l’ospizio del Gran San Bernardo in inverno è un’esperienza unica, ed è sorprendente il contrasto della strada trafficata durante l’estate e i numerosi turisti che visitano il luogo. Personalmente apprezzo molto l’atmosfera invernale, soprattutto nella cornice davvero speciale dell’ospizio”

Gaëtan Tornay

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