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Castelnuovo Magra

Castelnuovo Magra

Il Comune di Castelnuovo Magra si estende nell’ultimo tratto della piana alluvionale del fiume Magra, circondato da una naturale cornice collinare, esso guarda al vicino Mar Ligure.

Il territorio di Castelnuovo, dell’estensione di circa 14,95 kmq, si trova ad essere compreso tra le Alpi Apuane e il Mar Ligure, e offre al visitatore oltre ad un clima mite, bellezze paesaggistiche ed artistiche.

Presenta a nord una zona montagnosa con un’altitudine massima di 698 m sul livello del mare, la fascia collinare intermedia racchiude il centro storico di Castelnuovo, le frazioni di Marciano e Colombiera, mentre la zona sud, completamente pianeggiante, confina con i comuni di Sarzana e Ortonovo. Il paese si erge a 188 m s. l. m. ed è caratterizzato dalla linea continua del borgo, delimitato da un lato dalla torre del Palazzo Vescovile e dall’altro dal campanile della chiesa di Santa Maria Maddalena. Capitale politica e religiosa, per più di un secolo, dell’antico dominio del Vescovo di Luni, Castelnuovo Magra conserva dell’antico splendore i sontuosi resti del Castello dei Vescovi che risalgono al XIII secolo.

In questa sede, il 6 ottobre 1306, Dante Alighieri fu artefice della Pace di Castelnuovo, tra il Vescovo Conte dell’antica diocesi di Luni e i marchesi Malaspina, signori della Lunigiana. La struttura dell’abitato, che si sviluppa anch’essa a partire dal secolo XIII, conserva le successive trasformazioni negli archi di pietra, nelle case torri, nei palazzi settecenteschi che ne fanno un borgo di notevole interesse storico, ambientale, turistico.

Una visita a Castelnuovo Magra permette di godere di bellezze architettoniche come il Castello dei Vescovi di Luni, la Chiesa di Santa Maria Maddalena, l’Oratorio dei Rossi, o del Santissimo Sacramento, l’oratorio dei Bianchi ed infine il Palazzo Comunale, nelle cui  cantine ha sede l’Enoteca Pubblica della Liguria e della Lunigiana, associazione di Enti pubblici e produttori privati, costituita nel 1996, allo scopo di avviare un’attività promozionale nei riguardi dei prodotti enologici locali e dove è possibile effettuare degustazioni di vini, nella magnifica architettura delle antiche sale voltate e lastricate in arenaria. Nel Giardino Comunale si può assistere alle numerose manifestazioni culturali organizzate dell’Ente.

Molti insigni personaggi hanno contribuito a fare di Castelnuovo la “cittadella della cultura” e la “patria degli scrittori”, come qualcuno ha voluto definire il paese. Si può ricordare Michele Ferrari, storico e filosofo, a cui è dedicata la Biblioteca Civica; Bianca Ferrari, conosciuta nel mondo delle arti col nome di Bianca d’Apua e scrittori del nostro tempo, come Arrigo Petacco, Maurizio Maggiani e Salvatore Marchese, dei quali, nei risvolti di copertina, si può sempre leggere con soddisfazione “nato a Castelnuovo Magra”. Di Castelnuovo e su Castelnuovo ha ripetutamente scritto Mario Soldati. Castelnuovo ha ottenuto la Bandiera Arancione, riconoscimento che il Touring Club Italiano assegna a quei Comuni dell’entroterra che si distinguono per un’offerta turistica di qualità.

Storia

Possiamo collocare la nascita di Castelnuovo tra il 1187 e il 1203. Alla fine del secolo XII ebbe luogo una guerra tra il Vescovo di Luni e i marchesi Malaspina che interessò tutta la Lunigiana. Fu un periodo difficile perché si verificarono saccheggi, devastazioni ed incendi. La guerra si concluse nel 1202.

Proprio in quegli stessi anni il vescovo Gualtiero volle edificare un castello nel territorio compreso tra Fosdinovo e Carrara, per rendere sicura la comunicazione in quel tratto di strada che durante la guerra aveva subito vessazioni di ogni genere.

Gualtiero volle che su un poggio soprastante la chiesa e l”ospizio fosse eretto un castello che chiamò di Santa Maria, dal nome della sua cattedrale. Attorno ad esso si raggrupparono le prime abitazioni di Castelnuovo. Successivamente fu costruita una chiesa e il cimitero. Castelnuovo, dunque, nacque alla fine del XII secolo o nei primi anni del XIII.

Questo primo agglomerato si ritiene fosse l’attuale “Borghetto”, dove una costruzione conserva le caratteristiche di una fortificazione o castello. Il XIII secolo vide acuirsi la tensione tra il potere vescovile e il desiderio di indipendenza dei molti borghi della zona. Castelnuovo appoggiava Sarzana nella sua lotta contro Marzucco, successore di Gualtiero, ma nel 1219 il paese fu costretto a prestare giuramento di fedeltà al vescovo.

Soltanto dieci anni più tardi con il vescovado di Guglielmo, il potere episcopale riprese vigore. Questa volta Castelnuovo non appoggiò Sarzana e il vescovo fece circondare di mura il nuovo borgo che si stava formando attorno al castello di S. Maria. Nel 1253 venne stipulato un patto tra Sarzana e Castelnuovo con cui si sanciva che gli abitanti di quest’ultimo dovevano essere accettati come castellani e borghesi nel borgo di Sarzana e viceversa. Questa lega ebbe però alterne fortune.

Strettamente legato a Castelnuovo fu poi il vescovo Enrico da Fucecchio, il cui principale obiettivo fu la restaurazione dell”antica grandezza della Chiesa Lunense.

È lo stesso Enrico a raccontare, in una autobiografia contenuta nel Codice Pelavicino, di aver fatto edificare nel borgo unpalacium e una turrim magnam e di aver acquistato un gran numero di possessioni e vassalli. Il castello è uno degli esempi, di cui è ricca la Lunigiana, di architettura fortificata.

In quel palazzo, di cui ancora si possono ammirare le vestigia, si verificò l’episodio più celebre ed importante di tutta la storia castelnovese, ricordato in numerosi scritti: il 6 ottobre 1306 il poeta Dante Alighieri, Procuratore del marchese Franceschino Malaspina, firmò l’atto di pace con il vescovo Antonio da Camilla. Sono due i documenti che ci testimoniano l’opera del sommo poeta in terra di Lunigiana. Sono datati entrambi 6 ottobre 1306, scritti da Giovanni di Parente di Stupio, notaio sarzanese che redasse non solo lo “strumento” della procura dell”incarico a Dante ma anche quello contenente il trattato di pace.

Nel primo, il marchese Franceschino Malaspina conferisce al poeta un ampio mandato nominandolo esecutore, procuratore e ambasciatore speciale. I Marchesi riconobbero le proprie responsabilità e delegarono a Dante il compito di stabilire le condizioni, le promesse e gli obblighi. L’atto fu rogato a Sarzana in piazza della Calcandola attorno alle sei del mattino.

Il secondo documento invece fu redatto a Castelnuovo ed è il vero trattato di pace. Dante giunge a Castelnuovo attorno alle nove del mattino e si presenta al palazzo vescovile. Il vescovo ammette la necessità di porre fine alle inimicizie e agli odi e decide di offrire la pace anche a nome dei propri alleati allo stesso modo in cui Franceschino Malaspina promette di convincere Morello di Giovagallo, l’unico dei Marchesi molto scettico, ad accettare le condizioni di pace. Sono infine elencate tutte le clausole del trattato. Sappiamo con certezza che le clausole di pace furono applicate con rapidità e solerzia perché il vescovo annullò processi, sentenze e revocò le molte scomuniche. I rapporti con Franceschino furono sempre amichevoli tanto che il vescovo lo nominò proprio esecutore testamentario.

L’influenza marchionale si era decisamente rafforzata mentre il vescovado lunense subì un duro colpo. Da questo periodo in poi la storia di Castelnuovo entra sempre più a far parte della vita comunale di Sarzana e ne divide le alterne vicissitudini; nel 1470 fu rinnovata la convenzione di protezione reciproca che aveva avuto breve vigore nel 1253.

(Liberamente tratto da: Castelnuovo Magra: 800 anni di storia, Ciclo di conferenze curate da Ilaria Costa e Immacolata Pesce; Emilia Petacco e Luciana Piazzi, Istituzioni, territorio, economia: Castelnuovo Magra e il suo archivio storico; Luciano Pesce Manieri, Castelnuovo Magra nella Storia della Lunigiana)

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