Il borgo medievale di Fosdinovo si trova su una pittoresca collina a 500 metri di altitudine, dalla quale si gode uno stupendo panorama: dal porto di Marina di Carrara fino alla foce del fiume Magra, a Portovenere e La Spezia. Monumenti degni di nota sono l’oratorio dei Bianchi, la chiesa parrocchiale di S. Remigio con il sepolcro di Galeotto Malaspina, l’oratorio dei Rossi, il castello Malaspina. All’interno del paese, allungato sul crinale, si incontrano ben tre chiese, a testimonianza della devozione popolare e della ricchezza del borgo malaspiniano. La chiesa della SS. Annunziata (detta dei Bianchi), con la preziosa facciata del 1666 completamente in marmo, nel suo impianto attuale si deve alla ricostruzione cinquecentesca sopra le ceneri di un precedente oratorio distrutto da un incendio.
Al suo interno si trova una pregevole statua lignea che rappresenta l’Annunziata, databile tra XIV e XV secolo. La chiesa Parrocchiale di S. Remigio, ricostruita nel XVII secolo su un impianto romanico del XIII secolo, conserva al suo interno un’opera d’arte di eccezionale importanza nel panorama lunigianese: il trecentesco monumento funebre di Galeotto Malaspina, che assieme ad un ricco apparato iconografico presenta la bellissima statua del marchese giacente in armi.
L’oratorio del SS. Sacramento (detto dei Rossi), raccolto luogo di preghiera affiancato alla parrocchiale, deve al Seicento la sua forma attuale. Pregevole il crocifisso ligneo con Cristo agonizzante realizzato a Genova agli inizi del Seicento, posto dietro l’altare maggiore. A poca distanza dalla rocca si trova l’antico Teatro Marchionale, restaurato ed ampliato da Carlo Emanuele Malaspina nel 1770, come testimonia l’iscrizione sull’architrave marmoreo dell’ingresso da via Papiriana.
Storia
Il primo nucleo di Fosdinovo venne eretto sul crinale del monte Grosso a guardia della nuova via di comunicazione (da qui l’antico nome Faucenova) che iniziò ad essere utilizzata già dall’alto Medioevo. Nel XIII secolo i nobili di Erberia fecero di Fosdinovo un importante centro fortificato, ma è con Spinetta Malaspina il Grande e il nipote Galeotto che il castello assume l’aspetto generale che ancora oggi conserva.
Nel corso dei secoli successivi la potente dinastia locale dei Malaspina rese il castello più adatto a funzioni residenziali e di rappresentanza ricavando all’interno della rocca, con l’aggiunta di corpi di fabbrica e cortili, un palazzo di impronta rinascimentale. Attorno alla metà del XVII secolo il marchese Pasquale Malaspina ottenne dall’imperatore Leopoldo I il diritto di battere moneta.
Dal 1666 prese avvio la costruzione della zecca, che oggi si trova al n. 19 di via Papiriana (non visitabile), e dal 1668 al 1677 coniò Testoni e Luigini battuti sia con il nome del marchese, sia con quello della consorte Maria Maddalena Centurione, sia con quello della moglie del fratello Ippolito, Cristina Pallavicini.