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Garlasco

Garlasco

Centro agricolo e industriale del pavese, Garlasco è situato nella Lomellina, la pianura sul lato sinistro del torrente Terdoppio, 21 km a ovest del capoluogo. L’etimologia del nome è incerta. Secondo una tesi poco plausibile deriverebbe dal latino Garlascum; esiste poi un’ipotesi secondo la quale il nome fa riferimento alla voce celtica carl, ossia terra presa in affitto da contadini, e da cui discenderebbero Carlasi, Karlascum e Carlasco. La supposizione più accreditata è però quella che fa derivare il nome dalla parola celtica Ker-leski, ossia villaggio dell’incinerazione: sarebbe motivata dal ritrovamento di una grande necropoli gallica.

Il paese si trova nella Lomellina centro-orientale e si caratterizza per la presenza delle risaie e delle coltivazioni di mais e cereali; è compreso nel Parco Lombardo della Valle del Ticino. I Comuni limitrofi sono Alagna, Borgo San Siro, Dorno, Gropello Cairoli, Tromello e Zerbolò. Uno scudo crociato dove spicca una croce argentata su campo rosso, contornato da foglie di lauro e quercia e sormontato da una corona costituisce lo stemma del Comune; la simbologia fa riferimento al ruolo determinante di Garlasco nella difesa di Pavia e delle zone circostanti nel 1500. Il Santo Patrono del Comune, San Rocco, viene celebrato il 10 settembre.

Storia

Probabilmente anche a Garlasco, come in tutta la Lomellina, prima dell’arrivo dei Romani vi sia stata la presenza dei liguri e di un ceppo celtico-gallico. Si insediarono poi nel territorio i Longobardi, nella seconda metà del VI sec., e i Franchi, nell’VIII sec. Sono i ritrovamenti archeologici a testimoniare le varie dominazioni. Il diploma del 909 con cui Berengario I dona parecchie terre del paese ad Agaverto, arciprete di San Giovanni in Domnarum in Pavia, costituisce la prima testimonianza scritta inerente Garlasco.

Nel 981, come riporta un documento dell’epoca, Ottone II assegnò Garlasco e la zona circostante al monastero di San Salvatore di Pavia. Nei secoli seguenti il paese fu invaso più volte nel corso delle lotte tra Milanesi e Pavesi, essendo una roccaforte di assoluta importanza per questi ultimi: nel periodo in questione le due parti si alternarono al governo della città. Le casate dei Beccaria e dei Langosco furono continuamente spodestate dai Visconti. Il governo del marchese di Monferrato si contraddistinse per la violenza: il castello e le mura cittadine furono distrutte in questo periodo.

Nel 1436 la nobile stirpe dei Castiglioni prese possesso del borgo, sotto il controllo dei Visconti, e vi rimase fino al 1797, l’epoca delle conquiste napoleoniche. Da quel momento Garlasco diventò un cantone, costituito da vari comuni. Con la fine del Regno d’Italia divenne parte del regno sardo-piemontese, assunse l’ufficio di mandamento, dipendente dalla provincia di Vigevano, con la funzione di amministrare i comuni di Tromello, Borgo San Siro e Parasacco. Quando la Lombardia fu liberata dalla presenza degli Austriaci, Garlasco tornò a far parte del territorio pavese, nel momento in cu venne creata la provincia di Pavia.

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