Pont Saint Martin è la porta di ingresso della Valle d’Aosta per chi proviene dal Piemonte. Pont-Saint-Martin è la porta di ingresso della Valle d’Aosta per chi proviene dal Piemonte e si trova all’imbocco della Valle di Gressoney. Fa parte della Comunità Montana del Monte Rosa, insieme a Champorcher, Pontboset, Hône, Bard, Donnas, Perloz, Lillianes e Fontainemore. E’ collocato alla confluenza della Dora Baltea e del Lys, il principale corso d’acqua del territorio, che nasce nel ghiacciaio del Lyskamm.
La morfologia delle montagne circostanti è dovuta ai movimenti delle glaciazioni avvenuti nell’era terziaria o cenozoica, che hanno dato vita ad alcune forme particolari, come ad esempio le “marmitte dei giganti“, conche a forma cilindrica che ricordano delle enormi pentole, e i “dossi montonati”, gobbe di roccia isolate in una zona pianeggiante. Il monumento più celebre è il ponte romano; il carnevale storico è uno degli eventi più importanti dell’anno.
Da Pont-Saint-Martin è possibile partire per escursioni che conducono a Suzey e al Monte Parassone.
Storia
Sono scarse le notizie degli eventi storici verificatisi in Valle d’Aosta nel periodo compreso tra la dominazione dei Romani e l’inizio dell’XI sec. E’ attestato, invece, che dall’XI sec. furono i signori di Bard ad avere il controllo sul territorio, dato che esercitavano il loro potere nella zona di Bard, Pont-Saint-Martin, Donnas, Vert, Hône, parte di Arnad e nella Valle di Champorcher.
A partire dal XIII sec. si manifestarono i primi dissapori all’interno della famiglia dei Bard, in particolare tra i due fratelli Ugo e Guglielmo. Non riuscendo a prevalere l’uno sull’altro, firmarono un accordo il 19 luglio 1214: a Ugo toccò il castello di Bard, mentre a Guglielmo quello di Pont-Saint-Martin, oggi conosciuto come il “castellaccio”. Iniziò poi un’azione di conquista da parte dei Savoia nelle terre di Pont-Saint-Martin e di Bard, e fu proprio a Bard che i Savoia si insediarono. Fino al 1337 i signori di Pont-Saint-Martin non accetteranno in modo del tutto passivo il desiderio di conquista dei Savoia e in varie occasioni, pertanto, assaltarono il castello di Bard per scardinare il potere sabaudo.
Le dispute tra i Savoia e i Pont-Saint-Martin ricominciarono nel 1447, dopo un periodo di relativa tranquillità: il duca Amedeo VIII di Savoia confiscò i beni e il castello ad Antonio di Pont-Saint-Martin. Alla morte di quest’ultimo, i figli chiesero la cancellazione delle sanzioni al successore di Amedeo VIII, Ludovico di Savoia, il quale dispose la restituzione dei beni confiscati ai Pont-Saint-Martin, che, però, riotteneranno il castello solo nel 1466. Nel XVII Ercole di Pont-Saint-Martin non si dimostrò in grado di governare il territorio ed ipotecò tutti i beni.
Per cercare di risolvere la situazione, il figlio Claudio Goffredo rientrò in possesso dei beni e sposò Margherita di Grange della casata di Cly, rinsaldando così il suo dominio. Nel 1645, poi, ottenne da papa Innocenzo X una carta che privava dei diritti al possesso coloro che si appropriavano indebitamente del patrimonio dei Pont-Saint-Martin. Claudio Goffredo dovette far fronte ad una serie di moti della popolazione, che esigeva l’abolizione dei privilegi della nobiltà e del clero, tra cui l’esazione dei tributi. Nel corso dell’Assemblea generale del maggio del 1628 venne proposta l’istituzione di una legge che permettesse di distribuire le tasse in modo uniforme, ma i “signori” mostrarono disinteresse e disprezzo per questa richiesta di equità sociale.
Il 27 settembre 1737 morì, senza eredi diretti, Giuseppe Filiberto e tutti i suoi beni vennero incamerati nel patrimonio reale. I beni vennero disputatati ancora tra i parenti del defunto e la dinastia dei Bard fino al 1799, quando l’antagonista Alessandro Vallaise li ereditò.