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Settimo Vittone

Settimo Vittone

L’origine del nome Settimo Vittone risale ad epoche differenti. Collocato nel Canavese, a 73 km da Torino, ha una superficie di 23,2 km². I comuni limitrofi sono Andrate, Tavagnasco, Donato, Graglia, Borgofranco d’Ivrea. Carema, Nomaglio, Quissolo, Quincinetto, Lillianes; Settimo Vittone fa parte della Comunità Montana Dora Baltea.

Quasi certamente i due nomi Settimo e Vittone risalgono a due epoche differenti. Settimo fa riferimento alla dicitura latina: Ad septimum lapidem miliarium (la settima pietra) da Ivrea verso Aosta, mentre per quanto riguarda Vittone è più difficoltoso risalire all’origine. Secondo alcuni deriverebbe da Guido, Guidonis o Vidonio, signore del luogo, mentre secondo altri trarrebbe origine da uitoun o witun, guide istituite nel 1193 per proteggere il passaggio dei viandanti e dei pellegrini nel fondovalle.

Storia

Non esistono documenti certi relativi alla fondazione del villaggio e si fa riferimento, quindi, alla frase latina Ad septimum lapidem miliarium, la settima pietra da Ivrea verso Aosta. Potrebbe indicare la presenza di una mutationes, ossia una stazione di servizio adibita all’accoglienza dei viaggiatori che possedevano i documenti concessi dall’amministrazioni centrale romana.

Se si segue questa ipotesi, i primi nuclei abitativi risalirebbero al periodo compreso tra il 133 e il 123 a.C., l’epoca di Cornelio e Caio Gracco, quando sarebbe stata costruita la prima strada consolare. La supposizione sarebbe confermata dal miliarium, che risalirebbe a questo periodo. L’avvenimento storico più noto di Settimo Vittone risale all’882 ed ha come protagonista Asgarda, Regina di Francia rinnegata dal marito Luigi II e sorella di Attone Anscario, Marchese di Ivrea. Si sarebbe recata dal fratello e avrebbe trovato conforto in questo piccolo paese, dove si dedicò alla preghiera e all’assistenza dei poveri.

Morì nell’889 e, secondo la tradizione, fu sepolta nella chiesa della pieve di San Lorenzo. Dall’XI sec. il borgo appartenne al territorio detto Valle di Montalto e dipendeva dal Vescovo di Montalto. L’area fu contesa per la sua importanza strategica ed economica e, con l’intento di essere autonomi ed indipendenti, i signori del luogo tentarono sempre di avere buoni rapporti con il vescovo di Ivrea e con le città di Ivrea e Vercelli. Nel 1357 il Vescovo cedette tutti i diritti feudali della valle ai Savoia, che nel ‘600 riconosceranno al signore del luogo il titolo nobiliare.

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