La magnifica città di Siena, capoluogo di provincia della Toscana, sorge su un colle incastonato fra le valli dei fiumi Arbia ed Elsa.
Siena oggi è divisa in Terzi: di Città, di San Martino e di Camollia.
TERZO DI CITTÀ
Il nucleo abitativo originario di Siena che ebbe come prima fortificazione Castelvecchio.
Quattro Cantoni, Pinacoteca
Le vie principali del Terzo di Città partono da Piazza Postierla, per tutti i senesi “i Quattro Cantoni”. Qui c’è la fontanina della Contrada dell’Aquila e sulla facciata del palazzo sulla destra si trova la finestra più piccola del mondo. In Via San Pietro ecco la Pinacoteca Nazionale, dove si possono ammirare preziosi dipinti in fondo oro unici al mondo e capolavori di Duccio Di Buoninsegna, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti e altri artisti della Scuola Senese. Qualche passo più avanti una scalinata annuncia la Chiesa di S. Pietro in Castelvecchio, di fronte il vicolo omonimo.
Castelvecchio
La leggenda narra che nel 700 a.C. i figli di Remo, Aschio e Senio, scapparono da Roma e dalle ire dello zio Romolo. Arrivarono oltre il fiume Tressa e Senio, sul colle più alto, con l’aiuto di alcuni pastori costruì un castello (Castelsenio) che fu chiamato Castelvecchio. La Via di Castelvecchio sale nel caratteristico cortile, che fu il nucleo fortificato di Castelsenio.
Cappella delle Carceri di Sant’Ansano
La storia narra che qui venne imprigionato il primo martire della città, oggi patrono di Siena e festeggiato il 1° dicembre. Nonostante la prigionia, Ansano battezzava i senesi dalla piccola finestra della torre. Fu lui a divulgare il Cristianesimo a Siena.
Pian dei Mantellini
La zona fu chiamata così perché i frati della Chiesa di San Niccolò al Carmine, indossavano un corto mantello sul saio. All’interno della Chiesa opere di importanti artisti senesi tra cui la seconda versione del dipinto del Beccafumi: la prima non piacque ai committenti.
Via Di Stalloreggi
Al n. 91 si trova la casa dove Duccio di Buoninsegna realizzò la Maestà, la più grande tavola dipinta nel Medioevo e portata nel 1311 in processione fino al Duomo. Più avanti c’è il Tabernacolo della Madonna del Corvo costruito, secondo una leggenda, sul luogo dove nel 1348, cadde un corvo che diffuse in città la terribile peste. Lungo questa via ci sono molte Case Torri.
Piazza Jacopo Della Quercia
Come si vede ancora oggi dalla dimensione del colonnato e del “facciatone”, il Duomo avrebbe dovuto essere molto più grande. Ma il “sogno” senese di costruire la cattedrale più grande del mondo svanì per l’enormità delle spese, la peste e le difficoltà di ordine tecnico perché il terreno non ne avrebbe sopportato il peso. Dal “facciatone”, a cui si accede dal Museo dell’Opera del Duomo, si ha una straordinaria visione su Siena. Nel Museo si trovano le statue marmoree di Giovanni Pisano, provenienti dalla Cattedrale, e la “Maestà” (1308-1311) di Duccio di Buoninsegna.
Duomo
Domina la piazza con il suo rivestimento di marmo bianco-nero che richiama la “balzana”, simbolo del Comune. La facciata, di Giovanni Pisano, è un capolavoro romanico-gotico. Entrando colpisce di nuovo il gioco bianco-nero dei pilastri, l’azzurro-oro delle volte e soprattutto il pavimento, unico al mondo: composto da 56 riquadri di marmo intarsiati con figure mitologiche e scene del Vecchio Testamento (1379-1547). E’ interamente visibile al pubblico solo in alcuni mesi dell’anno. Il Duomo offre opere di grande importanza artistica, come il San Giovanni Battista di Donatello e il famoso pulpito di Nicola Pisano. Sulla destra la Cappella del Voto, così chiamata da quando i soldati senesi fecero il loro voto per la battaglia di Monteaperti 1260. Ancora oggi i senesi vi si recano per chiedere grazie particolari alla Madonna. All’interno del Duomo troviamo la Libreria Piccolomini: costruita nel 1495 su commissione del Cardinale Francesco Piccolomini e ricca di grandi opere tra le quali gli affreschi del Pinturicchio.
Complesso Museale Del Santa Maria Della Scala
Edificato di fronte al Duomo, il Santa Maria della Scala costituì uno dei primi ospedali europei con una propria organizzazione per accogliere i pellegrini e sostenere i poveri e i fanciulli abbandonati. La sua istituzione si deve ai canonici del Duomo, anche se una leggenda medievale parla di un mitico fondatore, tale Sorore, calzolaio, morto nell’anno 898. Il nucleo originario è rappresentato dalla Chiesa, costruita intorno alla metà del ‘200, poi sviluppata alla fine del XV secolo. Grazie alle donazioni delle grandi famiglie di Siena e alle consistenti elemosine, l’ospedale si arricchì enormemente. Divenne un grande proprietario terriero con numerose proprietà agricole, dette grance, le cui produzioni lo hanno sostenuto per secoli. La vita dello “Spedale” è raffigurata negli affreschi della Sala del Pellegrinaio. Ricco di opere d’arte di importanti artisti senesi, oggi il Santa Maria della Scala può essere considerato il terzo polo artistico della città, insieme al Duomo e al Palazzo Pubblico.
Battistero
Scendendo le scale dal Duomo arriviamo alla Chiesa di San Giovanni Battista, ovvero il Battistero, ricco di importanti opere. Sopra uno dei gradini della scalinata che dal Duomo porta al Battistero c’è una piccola croce dove, secondo la tradizione, cadde Santa Caterina salendo in ginocchio. Da qui, per Via di Città, arriviamo alla sede dell’Accademia Chigiana.
Palazzo Chigi Saracini
Fu fatto costruire dalla potente famiglia ghibellina dei Marescotti (XII secolo) e progressivamente ampliato. Nelle trifore è tuttora visibile l’aquila, lo stemma della famiglia. Il palazzo ha sempre avuto un’importanza strategica. La leggenda narra che dall’alto della torre un tamburino seguì le fasi della battaglia di Montaperti, raccontandole al popolo in attesa. Ospita la prestigiosa Accademia Musicale Chigiana, istituita nel 1932, oggi centro di prestigio internazionale.
Palazzo Delle Papesse
Appena più avanti del Palazzo Chigi Saracini, sulla destra, c’è il Palazzo delle Papesse, fatto costruire nel 1460 da Caterina Piccolomini, sorella del Papa Pio II (da qui il nome Papesse). Dal 1998 è Centro di Arte Contemporanea.
TERZO DI CAMOLLIA
La leggenda narra che nell’VIII sec. a.C. Romolo, il fondatore di Roma, inviò il condottiero Camulio per catturare i nipoti Aschio e Senio. Camulio, pose qui il suo accampamento ed il luogo prese il suo nome, trasformato in Camollia nel corso degli anni. Per la sua posizione, volta verso la città di Firenze, è sempre stata la più controllata e la più difesa tra tutte le porte della Città.
Via Di Camollia
All’incrocio con Via Malta si trova la Chiesa di S. Pietro alla Magione dell’XI sec. che prende il nome dall’adiacente ospizio per i pellegrini. Aln. 168, la casa di Baldassare Peruzzi (importante architetto e pittore senese), riconoscibile dalla targa a lui dedicata. Poco più avanti, l’arco di Fontegiusta con l’omonima via e in fondo alla strada la Chiesa (1482-1484). All’incrocio con il Vicolo di Malizia, la Chiesa dei Ss Vincenzo ed Anastasio risalente al XIII secolo e più volte modificata.
Via Dei Montanini
Superata Via di Camollia arriviamo in Via dei Montanini, dal nome della potente famiglia che un tempo vi abitava. A distinguersi sono Palazzo Ottieni della Ciaia, poi Costantini, al n. 92 e di fronte, il palazzo Turamini poi Grisaldi del Taja (sec. XVI). Al n. 144 troviamo la Chiesa di Sant’Andrea (romanica, ma ristrutturata nel ‘700). Alla fine della via c’è la Piazza degli Alberghi, antico punto di sosta della diligenza sulla Via Francigena. La vicina Chiesa di S. Maria delle Nevi, riconoscibile per la facciata rinascimentale (1471), conserva al suo interno un capolavoro di Matteo di Giovanni: La Madonna della Neve (1477).
Piazza Salimbeni
Da Via dei Montanini si arriva in Piazza Salimbeni. Gli edifici che circondano la Piazza ospitano la sede centrale della Banca Monte dei Paschi di Siena. Fondata nel 1472, è una tra le banche più antiche del mondo. Già nel XII secolo qui viveva la potente famiglia dei Salimbeni, mercanti e banchieri ghibellini, i più agguerriti nemici della famiglia Tolomei. La Piazza fu costruita alla fine del XIX secolo dall’architetto senese Giuseppe Partini per dare maggiore prestigio al castellare dei Salimbeni. La statua al centro raffigura Sallustio Bandini, l’inventore del sistema di pagamento a distanza, l’antenato della cambiale.
Via Banchi Di Sopra
Da sempre questo antico tratto della Via Francigena è una delle parti più animate della città. Il nome della via ha origine dai banchi dei cambiamonete e dalle botteghe di un tempo, oggi sostituite da eleganti negozi. Piazza Tolomei Nella Piazza Tolomei si trova l’omonimo palazzo gotico un tempo abitazione della nobile famiglia dei Tolomei, antica casata di banchieri e mercanti guelfi. Di fianco, in stile romanico, c’è la Chiesa di San Cristoforo (XIXII sec.) in stile romanico che, nel corso dei secoli ha subito pesanti ristrutturazioni.
Basilica di S. Maria in Provenzano
Camminando per Via del Moro arriviamo a Piazza Provenzano, dove svetta la Basilica di Santa Maria di Provenzano (1595). Fu costruita per custodire un’immagine in terracotta della Madonna che il 2 luglio 1594 avrebbe fatto dei miracoli. E’ in ricordo di quell’evento che dal 1656 viene corso il Palio del 2 luglio.
Basilica di San Francesco
Da Via Provenzano Salvani, proseguendo per Via del Giglio arriviamo a Piazza San Francesco. La Basilica, con un’unica grande navata, fu costruita alla fine del XIII secolo in onore di San Francesco. Per finanziare la sua costruzione i frati utilizzarono anche donazioni fatte da ladri ed usurai per essere perdonati dai loro peccati. Molte opere d’arte sono andate distrutte da un incendio del 1600; rimangono comunque importanti affreschi come quelli realizzati dai fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Sul lato destro della Basilica l’ex convento di San Francesco è oggi sede di alcune facoltà della prestigiosa Università degli Studi di Siena. Nella Piazza c’è anche l’Oratorio di San Bernardino, costruito nel ‘400 sul luogo dove il Santo era solito predicare. Usciamo dalla Piazza imboccando Via dei Rossi diretti in Via Santa Caterina.
Santuario di Santa Caterina da Siena
Nella Costa di Sant’Antonio c’è l’entrata del Santuario dal Portico dei Comuni d’Italia (costruito tra il 1939 e il 1941 quando Santa Caterina venne proclamata Patrona d’Italia). Il Santuario è articolato intorno alla casa natale di Santa Caterina da Siena. Attraversando il porticato si arriva all’Oratorio della Cucina (ricavato intorno al 1482 dov’era la cucina della famiglia di Caterina), poi all’Oratorio della Camera dove la Santa riposava poggiando la testa su un cuscino di pietra e alla Chiesa del Crocifisso con molte opere importanti tra cui il Crocifisso ligneo (XII secolo) davanti al quale la Santa avrebbe ricevuto le Stimmate. La festa della Santa si celebra il 29 aprile.
Fontebranda
Scendendo sulla destra si giunge in Fontebranda: la fonte più ricca della città. Riportata nelle cronache fin dal 1081, fu rifatta com’è tuttora da Giovanni di Stefano. In origine era formata da tre grandi vasche: la prima conteneva l’acqua da bere; la seconda, alimentata con l’acqua che fuoriusciva dalla prima, serviva per abbeverare gli animali; la terza, riempita con le acque di rifiuto delle altre, era utilizzata da mugnai, tintori e conciatori. La lunga scalinata alla sinistra della fonte conduce alla Basilica di San Domenico.
Basilica di San Domenico
La costruzione fu iniziata nel 1226 e successivamente ampliata in più riprese nel corso del XIV secolo, poi compiuta nel 1465. Nel 1531 fu necessario un grande restauro, ad opera di Domenico Cinquini, a causa di un incendio. Il campanile fu costruito nel 1340, ma abbassato all’inizio del XVIII secolo. All’interno c’è la Cappella di S. Caterina da Siena.
La Lizza
In questa zona si trovavano un tempo orti e pozzi. Il nome Lizza ha origine nel ‘500 quando questa area era adibita a tornei ed esercitazioni equestri. Nel 1779 la zona fu destinata al passeggio pubblico tenuto a giardino, ingrandito e abbellito nel 1872. La Fortezza Chiamata anche Forte di Santa Barbara, fu fatta costruire da Cosimo dei Medici nel 1560 su una precedente fortezza spagnola distrutta dai senesi nel 1552. Oggi ospita l’Enoteca Italiana, l’unica istituzione nazionale che ha lo scopo di presentare una vetrina dei vini italiani e di offrirli in degustazione.
TERZO DI SAN MARTINO
Il Terzo di San Martino si è formato lungo la Francigena, la via che portava i pellegrini a Roma. Il nome del borgo non è quindi casuale: San Martino era infatti il protettore dei pellegrini e dei viandanti.
Piazza del Campo
Posta al confine tra il Terzo di Città e quello di San Martino, oggi come nel medioevo, è il cuore di Siena. Da sempre punto di ritrovo della popolazione durante manifestazioni ed eventi. Una volta era un grande prato (da qui il nome “campo”) e la Piazza è quella voluta dal Governo dei Nove (1287 – 1355). I nove spicchi che la caratterizzano ricordano, infatti, il numero dei governanti di allora. Ogni anno il 2 luglio ed il 16 agosto vi si corre il Palio, la corsa di cavalli preceduta da un corteo storico.
Torre del Mangia
Il nome curioso della Torre (1338-1348), si deve al soprannome del campanaro, detto Mangiaguadagni, che nel 1347 fu incaricato di scandire le ore. Quattrocento scalini permettono l’accesso fino alla sommità della torre (87 metri).
Palazzo Pubblico
Simbolo dell’indipendenza e del potere economico dell’oligarchia senese, è uno dei più significativi esempi di architettura gotica civile nel mondo. La sua costruzione fu decisa nella seconda metà del ‘200 al fine di dare sede al governo della Città. La prima parte fu conclusa nel 1284 e, tra il 1293 e il 1297, sotto il Governo dei Nove fu avviata l’edificazione di un nuovo palazzo più ampio e spazioso. Nel 1310 i Nove vi si trasferirono con il vincolo di non poter mai uscire se non nei giorni di festa. Ancora oggi è sede del Comune di Siena. All’interno del Palazzo, il Museo Civico è aperto al pubblico. Le sale più importanti sono quella del Mappamondo e quella della Pace. La prima fu così chiamata per la mappa del territorio della Repubblica che un tempo ruotava sul muro. Dipinta da Ambrogio Lorenzetti, è andata perduta e l’unica traccia rimasta sono le impronte lasciate sul muro per il suo andamento girevole. Nella sala della Pace si trovano i famosi affreschi di Ambrogio Lorenzetti: l’Allegoria del Buono e Cattivo Governo, importante testimonianza storica che rappresenta il modo di amministrare la città nel medioevo. Gli affreschi furono espressamente voluti dal Governo dei Nove con lo scopo di rendere subito noto alle persone, che qui venivano ricevute, il loro modo di governare e le loro idee.
Fonte Gaia
Così chiamata in ricordo della gioia manifestata dai senesi nel momento in cui videro sgorgare l’acqua in Piazza. Già dal 1342 le acque vi confluivano grazie ad una lunga rete di canali sotterranei. L’opera originale di Iacopo della Quercia (1419) fu sostituita nel 1869 con quella di Tito Sarrocchi. I marmi originali sono custoditi nel Museo dello Spedale di Santa Maria della Scala.
Via Pantaneto
Chissà che il nome non derivi dalla parola “pantano” termine senese per indicare il fango che ricopriva la strada nei giorni di pioggia quando non era ancora lastricata.
Palazzo Piccolomini
È al n. 52 di Via Banchi di Sotto ed è riconoscibile per la facciata in pietra e per il grande stemma della famiglia Piccolomini sull’angolo del Palazzo. Costruito nella seconda metà del Quattrocento, oggi è sede dell’Archivio di Stato. In una delle sue sale è ospitata la collezione delle Biccherne, 103 tavolette dipinte e usate come copertine dei libri contabili del Comune (XIII – XVIII secolo). Dipinte da numerosi artisti senesi, raccontano usi e costumi della città di allora. Logge del Papa Colpiscono per la loro imponenza ed il bianco candore. Insieme al vicino Palazzo Piccolomini rappresentano un raro esempio di architettura rinascimentale a Siena. Costruite dallo scultore architetto Antonio Federighi (1462) per conto del Papa Piccolomini, Pio II.
Chiese di San Giorgio e di Santo Spirito
La Chiesa che incontriamo al n. 109 di Via di Pantaneto è quella di San Giorgio. Fu rifatta tra il 1731 e il 1738 su una precedente del secolo XIII eretta in onore della battaglia di Monteaperti. In Via dei Pispini si trova la Chiesa rinascimentale di Santo Spirito, una costruzione in cotto del 1498, ricca di opere del Sodoma, del Beccafumi, di Ambrogio della Robbia ed altri ancora. Alla destra della facciata il caratteristico Vicolo di Finimondo.
Museo per Bambini
Si trova in Via Pispini al n. 164. Qui si gioca con la storia, l’arte e la cultura attraverso le tante attività che vengono svolte all’interno. Ricco di mostre ed iniziative, il Museo è stato concepito come luogo di acquisizione dell’esperienza. L’obiettivo è quello di far conoscere ai bambini il mondo delle arti attraverso un confronto diretto e manuale.
Porta Pispini
Tra le tante porte di accesso alla città, questa ha la particolarità di avere, inglobato tra le mura, un fortino costruito da Baldassare Peruzzi (1481-1536), che si è conservato intatto. Da Via dei Pispini, prima per Via dell’Oliviera e poi per Via S. Girolamo, si incontra Via dei Servi.
Basilica dei Servi
Via dei Servi porta a Piazza Alessandro Manzoni, dove sorge la Basilica dei Servi. La costruzione della Chiesa inizia nel secolo XIII e non era ancora finita quando nel 1533 fu consacrata. Il nome della Piazza si deve alla tomba della figlia di Alessandro Manzoni che si trova dentro la Chiesa. All’interno lo stile rinascimentale della navata contrasta con quello gotico del transetto e dell’abside. Ricca di importanti opere d’arte tra cui la Madonna col Bambino e due angeli (1261) di Coppo di Marcovaldo, fiorentino, che fu imprigionato dai senesi durante la Battaglia di Montaperti. Dal sagrato è possibile godere di uno dei più bei panorami di Siena. Da Via San Girolamo si arriva in Via di Salicotto.
Via Salicotto
Un tempo questa strada era chiamata “Via di Malcucinato” per le numerose botteghe che lavoravano gli insaccati. Si dice che il nome Salicotto derivi appunto da salato e cotto. Era la parte centrale dell’antico Ghetto nel quale la comunità ebraica, presente a Siena dal XIII secolo, fu segregata dal 1571 al 1796. La sinagoga si trova nel Vicolo delle Scotte al n. 14. Proseguiamo fino al Vicolo del Vannello che porta in Via del Porrione.
Via del Porrione
E’ la Via che ci riporta in Piazza del Campo. Il nome Porrione descrive un mestiere del tempo, deriva dalla parola latina emporium, ovvero mercato. Con un po’ di fantasia si può immaginare la strada di allora, viva e piena di commercianti. Oggi le porte delle botteghe a piano terra si vedono ancora e sopra di esse è facile individuare le case di negozianti ed artigiani. Qui c’è una delle chiese più antiche di Siena, la Chiesa di San Martino, purtroppo la ricostruzione del 1537, non permette di vedere la struttura originale.
(I contenuti di questa sezione sono tratti dal sito internet del Comune di Siena: www.comune.siena.it)
Storia
Le origini di Siena sono misteriose. Forse furono gli Etruschi, i Galli oppure i Romani a fondare la città. Proprio per la mancanza di effettive testimonianze storiche sono nate numerose leggende in proposito. La più famosa narra che nell’VIII secolo a.C. Senio e Aschio, figli di Remo, fuggirono da Roma e dal crudele zio Romolo, portando via la famosa statua della Lupa che allatta i gemelli.
Correndo, arrivarono vicino al fiume Tressa e, aiutati da alcuni pastori, costruirono un castello che chiamarono Castelvecchio, intorno al quale si sarebbe sviluppata la città. Passando dalla leggenda alla storia, Siena viene comunque ricordata come importante centro, prima etrusco e poi romano. Durante il governo di Ottaviano Augusto (29 a.C.) divenne una colonia militare chiamata Saena Iulia. Lo sviluppo della città avvenne soprattutto in epoca medievale, grazie alla sua posizione strategica sul principale asse viario del tempo: la Via Francigena, percorso obbligato per andare e tornare da Roma.
La strada influì positivamente sui traffici e i commerci della città e i senesi divennero più presenti nelle fiere della Germania e della Provenza, così i banchieri iniziarono a intrattenere rapporti d’affari con il Papa e con le principali corti europee. Siena divenne una minaccia economica per la vicina Firenze, già politicamente nemica. La lotta tra le due città, sostanzialmente politica, era fra la fazione dei Ghibellini (sostenitori dell’imperatore) supportata da Siena e quella dei Guelfi (sostenitori del Papa), sostenuti da Firenze. Nel settembre del 1260 la lotta sfociò nella Battaglia di Montaperti che si concluse con una schiacciante vittoria dei senesi sui fiorentini. Il periodo che va dalla metà del XIII alla metà del XIV secolo fu uno dei più fiorenti e felici per la Repubblica di Siena; vennero, infatti, costruiti il Palazzo Pubblico e la Torre del Mangia, venne progettato il Duomo Nuovo e la città stessa si arricchì di opere d’arte.
Nel 1348 una terribile peste si diffuse in tutta Europa, anche Siena ne fu colpita e la popolazione fu ridotta a meno della metà. Per la Repubblica è l’inizio di un lento declino. Una leggenda senese narra che fu un corvo morto, caduto in Via Stalloreggi (una via centrale della città), a diffondere la peste. La città tornò a vivere un periodo di splendore solo nella metà del Quattrocento quando Enea Silvio Piccolomini venne eletto Papa. Siena si abbellì di importanti monumenti come, ad esempio, le Logge del Papa e, inoltre, nel 1472, nacque il Monte di Pietà che nel seicento diventò Monte dei Paschi.
Il nome ha origine dalla parola ‘paschi’ in quanto all’inizio della sua attività questo istituto ricavava i soldi dagli affitti dei ‘pascoli’ in Maremma. Durante i primi anni del Cinquecento, quando i più grandi Paesi europei cercarono di espandere i loro confini verso l’Italia, Siena era una città contesa; anche l’imperatore Carlo V appoggiato dai fiorentini cercò di conquistarla. L’esercito imperiale assediò la città dando inizio alla storica Guerra di Siena che si concluse nel 1555 con la sconfitta della città; poco dopo fu annessa al Granducato di Toscana governato da Cosimo I dei Medici. La potente famiglia fiorentina dominò su tutta la Toscana fino alla fine del XVIII secolo. All’inizio del Novecento Siena era ancora una piccola città di provincia.
Un gran numero di famiglie era costretto a vivere in case vecchie, le cui condizioni igieniche erano pessime. Durante gli anni del Fascismo interi quartieri furono abbattuti e ricostruiti, vennero, inoltre, fondate l’Università per Stranieri e l’Accademia Musicale Chigiana, famose oggi in tutto il mondo. Grazie ad una ‘Legge speciale’ (1963) che proteggeva i monumenti, la città ha conservato il suo aspetto medioevale che è ancora possibile ammirare, passeggiando per le antiche strade.
Oggi, Siena persegue progetti importanti come il recupero e la valorizzazione dell’Ospedale Santa Maria della Scala, millenaria struttura destinata a diventare un centro culturale polivalente di spessore europeo; ma, contemporaneamente, non intende allontanarsi dal suo passato: un millennio almeno che ha visto fiorire opere d’arte straordinarie, civilissime istituzioni, una fiorente Università, Accademie molto attive ed una Banca dalle salde tradizioni, il Monte dei Paschi.
Come raggiungere il Comune
In auto:
– da Nord con la Chiantigiana da Firenze (SS 222 – 72 km) che attraversa le colline del Chianti, oppure la superstrada (SS 2 superstrada Siena/Firenze – 68 km);
– da Sud con l’autostrada da Roma (A1 Roma-Firenze, uscita Valdichiana), poi la strada n. 326 (Bettolle-Siena – 240 km).
In autobus:
– da Firenze per via rapida (1h 15 min), o diretta via Poggibonsi, Colle Val d’Elsa (1h 35 min) con TRA-IN (tel. 0577/204245), SITA (numero verde 800.373760).
Le partenze vengono effettuate dalla stazione degli autobus di fronte alla stazione ferroviaria Santa Maria Novella a Firenze;
– da Roma: collegamento diretto (2 h 45 min), partenze dalla stazione Roma – Tiburtina, SENA (numero verde 800.930960, tel. 0577/283203).
In treno:
– da Nord il collegamento diretto è da Firenze;
– da Sud i collegamenti diretti sono da Chiusi o da Grosseto.
La stazione ferroviaria si trova a circa 2 km dal centro storico che è raggiungibile in 5 minuti con i seguenti autobus: n. 3, 8, 10, 17, 77 (Stazione -Piazza del Sale), n. 17 (Piazza del Sale – Stazione).
In aereo:
L’aeroporto di Ampugnano è situato a 9 km da Siena, al momento vengono effettuati collegamenti da Olbia, Vienna, Monaco di Baviera, per informazioni tel. 0577/392226.
Il servizio navetta del TRA-IN conduce dall’aeroporto a Piazza Gramsci e viceversa, per informazioni tel. 0577/204224.