Via Francigena

Sutri

Sutri

Sutri è un centro dalle antiche origini, in cui sono ancora visibili tombe rupestri risalenti al VI – IV secolo a.C., l’anfiteatro romano di età augustea ed una piccola Chiesa rupestre della Madonna del Parto. Il pellegrino proveniente da Viterbo e diretto verso Roma non potrà fare a meno di fare sosta nella città di Sutri. Il percorso giubilare consigliato, che per taluni tratti ricopre antichi tracciati francigeni, inizia con la visita ai resti dell’antico e fiorente borgo sutrino. Lasciando sulla sinistra lo scoglio di tufo su cui è arroccata la cittadina, si prende la stradina a destra con l’indicazione stradale “Via di Capo Ripa” che conduce ad un ponte con una fontana.

Qui si possono ammirare i resti della torre medievale di S. Paolo, ora mozzata, a pianta rettangolare con un bel portale ad ogiva e tre archi acuti. Alle spalle del rudere, si possono intravedere i resti di cortine murarie. In alto sul colle si può vedere la Madonna del Carmine o anticamente Monte Bono, qui il pellegrino può inoltrarsi per un suggestivo sentiero, lungo un percorso naturalistico che conduce alla Valle Mazzano, dove cresce spontanea l’orchidea selvatica, per ritornare al punto di partenza. Si arriva quindi all’ingresso di Villa Savorelli. II complesso, oltre alla villa settecentesca, include la Chiesa di S. Maria del Monte, i ruderi del Castello detto di Carlo Magno e lo splendido parco di lecci che sovrasta l’anfiteatro.

La chiesa, costruita insieme alla villa all’inizio del XVIII secolo dalla famiglia di Marchesi Muti-Papazzurri, riprende tipologie borrominiane. La facciata, affiancata da due torri campanarie, è sormontata da un timpano e presenta una finestra sopra il portale. I resti del castello sono da attribuirsi, secondo la tradizione orale, a Carlo Magno, in accordo con la leggenda che vuole l’imperatore a Sutri prima dell’incoronazione, a Roma, nel Natale dell’Ottocento. In realtà tutte le caratteristiche architettoniche del castello fanno pensare che l’edificio risalga invece al XIII secolo.

L’Anfiteatro interamente scavato nel tufo è il più famoso monumento di Sutri. La datazione è ancora incerta, alcuni studiosi sostengono che sia di origine etrusca mentre altri lo ritengono di epoca romana. Continuando l’escursione del borgo, si trova Piazza del Duomo che ospita la Cattedrale di S. Maria Assunta. In epoca medievale, a partire dal momento in cui scomparve il borgo, la cattedrale acquistò un’importanza fondamentale per i pellegrini in viaggio verso Roma. Alcuni precisi riferimenti architettonici culturali romani si ritrovano nell’abside settecentesca della cattedrale, la quale possiede un corridoio interno che richiama, il modello della basilica lateranense.

Proseguendo la salita si arriva alla piazza principale del paese, Piazza del Comune, sulla quale si affaccia l’attuale Palazzo Comunale nel cui cortile è possibile ammirare una serie di frammenti scultorei di epoca romana e medievale e in particolare un sarcofago in marmo del III secolo d.c. Al suo centro si trova lo stemma di Sutri (Saturno a cavallo che secondo la leggenda fu fondatore della città) e quello del cardinale Altieri, Amministratore Apostolico.

Storia

Sutri è un centro dalle antiche origini, in cui sono ancora visibili tombe rupestri risalenti al VI – IV secolo a. C., l’anfiteatro romano di età augustea ed una piccola chiesa rupestre della Madonna del Parto. Nel Medioevo si colloca uno dei momenti di maggiore importanza per Sutri, che nel 728 divenne, per volontà di Liutprando, uno dei primi territori su cui si sarebbe poi formato il Promontorio di San Pietro. Da visitare, tra l’altro, sono i resti del castello di Carlo Magno, che in seguito diverrà residenza degli Anguillara. Interessante anche il Duomo cittadino, di stile romanico ma totalmente trasformato nel Seicento, che conserva ancora al suo interno una tavola duecentesca in stile bizantino.

Negli ambienti dell’ex Ospedale è allestito il museo del Patrimonium, che espone reperti di epoca romana, paramenti sacri e dipinti barocchi. La città antica sorgeva nel sito dell’attuale, su uno sperone tufaceo fusiforme, circondato da profonde vallate, solcate da piccoli corsi d’acqua, e stretto intorno da alti pianori. Alla felice posizione topografica Sutri dovette probabilmente la ragione della sua esistenza e dell’importanza che rivestì fino alla tarda età medioevale. Un problema ancora di difficile soluzione, allo stato attuale delle ricerche, è quello relativo alle prime forme di occupazione ed organizzazione del sito, poi occupato dalla successiva città storica, Sutrium.

Generalmente Sutri, nel periodo precedente la conquista da parte di Roma, viene considerata un piccolo centro, privo di un ruolo specifico, facente parte o del territorio falisco oppure di quello di Veio. È solo a partire dal V sec. a. C., in relazione ai primi contraccolpi dell’espansionismo romano nei territori etruschi e falisci, che il ruolo di Sutri viene più chiaramente a delinearsi. Caduta Veio nel 396, Sutri entra nell’orbita romana, con precise finalità strategiche e militari.

Eretta a colonia latina probabilmente nel 383 a. C., Sutri fu, a più riprese, teatro degli scontri che opposero Roma alle città etrusche e che si conclusero solamente con la definitiva sottomissione di Tarquinia (281 a.C.) e la distruzione di Volsinii (264 a.C.) e di Falerii (241 a.C.). Con la fine delle ostilità, la funzione di Sutri come caposaldo militare dovette notevolmente ridursi, a favore di una lenta trasformazione in centro rurale. Ricolonizzata negli ultimi anni del I sec. a. C., Sutri dovette godere di un discreto benessere, derivante in particolar modo dalla sua posizione lungo la Cassia.

L’impianto del complesso monumentale dell’anfiteatro, l’estendersi della necropoli urbana, la presenza consistente di nuclei abitativi a carattere agricolo e di un articolato sistema stradale nel territorio in collegamento con l”area urbana sono certamente sintomatici di un considerevole incremento demografico ed economico. Al 465 d. C. risale la prima testimonianza dell’episcopato sutrino, relativa alla sottoscrizione di un Eusebius al sinodo romano di quell’anno. Ben presto divenuta possedimento della Chiesa di Roma, Sutri fu coinvolta nelle lotte tra Longobardi e Bizantini, che costituirono le premesse di un nuovo assetto territoriale e politico della regione.

Occupata dai Longobardi nel 568, Sutri fu riconquistata dai Bizantini con la fortunata spedizione dell’esarca di Ravenna, Romano; successivamente ripresa dai Longobardi di Liutprando, fu donata da questi al pontefice Gregorio II nel 728. Ritenuta tradizionalmente all’origine del dominio temporale della Chiesa, la donazione, o meglio la restituzione del castellum Sutriense si inquadra in quel lungo processo di definizione e strutturazione del Patrimonio di S. Pietro che costituì la base fondamentale del potere politico pontificio. Le scarsissime notizie relative a Sutri per i secoli IX e X non consentono di delineare un quadro preciso delle vicende locali.

L’accresciuta importanza politica, oltre che geografica, di Sutri, fedele baluardo del Patrimonio di S. Pietro, ne motivò probabilmente la scelta come sede del concilio del 1046, indetto dall’imperatore Enrico III. Nel corso del XIII e XIV secolo le vicende di Sutri sono strettamente collegate a quelle delle diverse fazioni guelfe e ghibelline. Ormai soggetta esclusivamente agli avvenimenti interni dello Stato Pontificio, ma ancora teatro di scontri tra le fazioni più irriducibili avverse al papa, Sutri, gravemente danneggiata dalle continue scorrerie e devastazioni che culminarono nel 1433 con la distruzione e l”incendio del borgo per mano di Nicolò Fortebraccio, decade rapidamente. Del 1435 è la notizia dell’unificazione della sede vescovile di Sutri a quella di Nepi: il provvedimento è prova della profonda crisi demografica ed economica che investì in modo irreversibile la città.

A tale decadenza contribuirono in maniera decisiva il potenziamento ad opera dei Farnese di Ronciglione e, di conseguenza, lo spostamento dei traffici sulla via Cimina, a scapito della via Cassia. Privata dunque dell”elemento fondamentale che ne aveva determinato per secoli la vitalità sociale ed economica, tagliata fuori dalla linea preferenziale di transito, Sutri partecipò in modo del tutto marginale alle successive vicende dello Stato Pontificio. Occupata dalle truppe francesi alla fine del XVIII secolo ed accomunata a Ronciglione in alcune infauste vicende che segnarono la dominazione francese nei territori della Chiesa, rientrò con la Restaurazione nello Stato Pontificio, seguendone le sorti fino alla proclamazione del Regno d’Italia.

Come raggiungere il Comune

in autobus: servizio Cotral da Roma e Viterbo ogni venti minuti via Cassia (Km 32 da Viterbo; Km 50 da Roma);

in auto: da Viterbo e da Roma, dall”A1: casello Magliano Sabina;

in treno: linea Viterbo-Roma, Stazione Capranica-Sutri, a Km 5 S.S Flaminia fino a Civita Castellana, S.S. 131 per Nepi e la Cassia.

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