Via Francigena

Norvegia autentica verso Saint Olav
Sulle tracce del re Olav, nella Norvegia più autentica

Sette giorni di cammino sui sentieri norvegesi di St. Olav, bellissimo itinerario nordico inaugurato alla fine degli anni ’90. Un percorso che è stato riconosciuto, al pari della Via Francigena, Itinerario Culturale dal Consiglio d’Europa nel 2010, questa è la Norvegia autentica verso Saint Olav.

Sono approdato a Trondheim a fine giugno in occasione del progetto europeo Horizon 2020 rurallure, progetto triennale che valorizza le principali vie di pellegrinaggio ed il loro patrimonio culturale. È stata quindi l’occasione di incontrare i referenti norvegesi dell’Association for the Route of St. Olav Way (ACSOW) che si occupano della gestione e della valorizzazione dell’itinerario di Sant’Olav, un sentiero di grande bellezza che ha tanti punti in comune con la Via Francigena: è infatti un itinerario lineare con indicazioni di percorso e segnaletica omogenei, c’è una meta finale con un numero crescente di camminatori che provengono da ogni parte del mondo, è presente un sistema di accoglienza pellegrina, ci sono una rete di comuni coinvolti lungo l’itinerario, è attiva una organizzazione europea che, su mandato del Consiglio d’Europa, valorizza e promuove l’itinerario. 

A fine conferenza, zaino in spalla e bastoncini, il 2 luglio mi sono così messo in cammino sulle tracce del re Olav insieme a Elena Dubinina, project manager dell’Associazione Europea delle Vie Francigene che sta coordinando per conto di AEVF il progetto “rurAllure”. Un’occasione quindi per conoscere direttamente sul campo il funzionamento e la gestione del cammino, verificare la sua accoglienza, segnaletica e per incontrare le comunità locali. 

Prima di iniziare il percorso della Norvegia autentica verso Saint Olav abbiamo recuperato la credenziale, altro elemento che accomuna l’itinerario di St. Olav con la Via Francigena. Il passaporto del pellegrino è uno strumento che ancora oggi ha un grande valore simbolico, in ogni pellegrinaggio. 

Le tappe del viaggio da Oppdal a Trondheim

PARTENZA CON LA CREDENZIALE DA OPPDAL

Eccoci pronti per i giorni di cammino lungo 170km, con partenza da Oppdal facilmente raggiungibile in treno da Trondheim. Abbiamo percorso tappe da 21 e 28 km, ma spesso le numerose pendenze in salita o in discesa sembrano dilatare il numero di chilometri che si percorrono, Il primo impatto che abbiamo avuto è stato quello con il clima: nella prima giornata ecco con noi pioggia, vento, freddo, sole e caldo. Tutto concentrato in poche ore di distanza! 

VILLAGGI E NATURA

I villaggi che si attraversano sono spesso piccoli agglomerati di case oppure si incontrano singole fattorie con animali al pascolo. È la natura in tutta la sua bellezza ad essere protagonista del viaggio fin dai primi km. Tratti di pianure e dolci colline si alternano a laghi, ma ci sono anche numerose salite irte e luoghi paludosi che mettono a prova la resistenza dei pellegrini. Quello che colpisce sono anche i profumi che accompagnano i passi dei viandanti, in modo costante. Incontriamo pochi pellegrini a piedi, mentre sono in tanti a sorpassarci in bicicletta. Non si è comunque mai soli: si è in compagnia di rapaci, pecore, cavalli, mucche in tanti punti del cammino. Gli animali non mancano di certo!

L’ACCOGLIENZA

L’accoglienza nei punti tappa con il calore delle persone che ospitano è un punto forte del cammino. Abbiamo iniziato con la fattoria di Langklopp che ospita anche un maneggio di cavalli. Il secondo giorno presso la fattoria di Meslo dove la cena preparata dalla proprietaria Inger è difficile scordare. La terza notte eccoci giunti a A (come la prima lettera dell’alfabeto, ma con un puntino sulla “a”), in una piccola fattoria pittoresca con tutte le pareti in legno. È stato necessario accendere anche il camino viste le temperature poco mediterranee. Un altro bel ricordo. Si prosegue a Lokken Vert, località dall’antica storia di estrazione mineraria dove si trova un piccolo hotel che ospita i pellegrini. Poi è la volta di Skaun, nella sede parrocchiale a fianco della bella chiesa protestante, ben conservata. Accoglienza spartana, ma essenziale. Il sesto giorno eccoci nella piccola località di Sundet che si raggiunge dopo aver traghettato il fiume Gaula con una barca a remi con il “caronte” John Wanvik che trasporta i pellegrini da una riva all’altra. I viandanti si possono poi fermare a dormire nella sua splendida fattoria che risale al 1100.  

L’ARRIVO

L’arrivo e l’accoglienza a Trondheim l’accoglienza ha invece un sapore particolare: qui si trova il bellissimo Pilgrim Center, uno dei dodici presenti sul percorso. Ci accolgono Ingeborg Collin, direttrice del centro e poi due gentili volontari che ci consegnano il certificato di pellegrinaggio, da conservare con cura. Prima di arrivare nella struttura che accoglie i pellegrini, ci siamo diretti verso la Cattedrale di Trondheim. Gli ultimi km sono anche scaldati dal sole che rendono ancora più bello questo finale dove si incontra finalmente la pietra che indica il km zero del percorso! L’arrivo è sempre un momento che, almeno personalmente, porta con sé tante emozioni, tonalità di colore e vibrazioni contrastanti. Da una parte c’è un velo di tristezza perché il cammino finisce, dall’altra c’è una gioia immensa legata all’esperienza appena vissuta. Il cammino nella sua semplicità mi rende davvero felice. 

La mattina del giorno dopo, al risveglio, il mio corpo ha sempre qualche attimo di straniamento perché si ero ormai abituato allo zaino in spalla. E’ invece ora tempo di far riposare lo zaino, pronto per partire. Un bellissimo viaggio. 

9 Consigli per affrontare il cammino di Saint Olav

UN PO’ DI STORIA 
Chi era Olav Haraldson, vissuto tra il 995 e il 1030 e divenuto quasi subito santo dopo la sua morte?  
Durante la sua vita avventurosa, Olav fu un personaggio importante per la Norvegia, considerato una sorta di eroe dell’indipendenza nazionale fondatore del regno. Impose nel 1016 la fede cristiana alla popolazione e cadde in battaglie a Stiklestad. Subito dopo la sua fama crebbe in modo esponenziale grazie alla devozione a lui riservata dai fedeli che contribuirono a favorirne la canonizzazione.  
 
TRONDHEIM, LA META 
La maestosa Cattedrale gotica di Nidaros, o Nidaros Domkirke, è stata proprio costruita a partire dal 1070 sulla tomba di Sant’Olav. È oggi il punto finale, il km zero di questo bellissimo itinerario culturale europeo.  
I pellegrini possono oggi scegliere numerose alternative tra i numerosi percorsi dedicati a St. Olav che attraversano la Norvegia, anche se il tracciato principale è quello che collega Oslo a Trondheim per 650 km, da percorrere in 28/30 tappe. 
Nella tappa finale di Trondheim i pellegrini ricevono il loro attestato di pellegrinaggio. 

 
QUALE DIFFICOLTÀ PRESENTA IL CAMMINO? 
E’ un cammino costellato di bellezze naturali, foreste, paesaggi autentici, a volte selvaggi e incontaminati. Ma attenzione, servono anche impegno e fatica poiché diversi tratti richiedono un minimo di esperienza e allenamento. Una variabile da gestire bene è il clima, per il quale occorre essere preparati a pioggia, vento, freddo, sole e caldo. Il suggerimento è quello di avere una buona attrezzatura tecnica. 
Il periodo ideale per percorrerlo è giugno, luglio e agosto, dove tra l’altro si gode di una esplosione di luce che avvolge i viaggiatori praticamente 24h/24.  


GUIDE E SEGNALETICA 
Il cammino è nel suo complesso ben segnalato, anche se in qualche bivio si può perdere il sentiero. Non c’è una app ufficiale, ma si possono seguire le tracce del sito che sono utilizzabili anche in remoto. 

Tuttavia è possibile ricorrere all’ App AllTrails, che contiene più di 100.000 percorsi escursionistici a livello mondiale, e che riserva in questo periodo uno sconto sulla versione premium. L’app, una volta indicata la località, mostra i “trails” ovvero i percorsi nell’area, ordinabili per difficoltà e altre caratteristiche; inoltre consente di registrare il proprio tracciato e ricevere delle segnalazioni mirate. Si tratta di funzionalità che consentono di percorrere in sicurezza sia a piedi che in bici il proprio itinerario grazie al localizzatore di attività GPS. Da precisare che la versione premium consente di scaricare le mappe per consultarle offline.


Ci sono in circolazione diverse guide in diverse lingue. Per la lingua italiana ne è stata recentemente pubblicata una dalla casa editrice Terre di Mezzo, a firma di Roberto Montella. Una guida che è allo stesso tempo anche un racconto, molto coinvolgente.


ACCOGLIENZA  
Si dorme in strutture molto differenti: dai Pilgrims Center (ce ne sono 12 lungo il cammino principale), alle fattorie gestite da famiglie private, strutture religiose, alberghi e B&B. I prezzi variano molto, in media da 15 euro per le strutture spartane a 35 euro per quelle con maggiori servizi. Spesso è possibile prendere un pacchetto completo con colazione, cena e box lunch per il giorno successivo ad un prezzo che varia dai 50 a 90 euro al giorno. È comunque possibile cucinare autonomamente in molte accoglienze.  
 
La tenda? Tante persone utilizzano questo mezzo per dormire fuori la notte. Si può campeggiare in mezzo alla natura, piantando la tenda dove si vuole. Lungo il percorso si trovano anche numerosi Gapahuker (ripari aperti e tettoie) dove ci si può fermare per mangiare, riposare, dormire.  

ATTREZATURA 
Suggerisco uno zaino di 40-50 litri, anche perché le temperature obbligo ad attrezzarsi bene. Cosa mettere nello zaino: Al di là di tutto quegli indumenti tradizionali che si possono portare con sé percorrendo la Via Francigena, oltre al kit medico essenziale di primo soccorso, non devono mancare una giacca anti vento (da considerare anche temperatura fredde) e un buon impermeabile garantito sotto la pioggia per almeno 4-5 ore. Meglio anche le ghette per coprire le caviglie quando piove. Sicuramente scarpe impermeabili Gorotex, alte o medie, ma anche basse a mio avviso vanno bene. Un paio di pantaloni impermeabili sono certamente utili. Infine, da non dimenticare i bastoncini da trekking. 
 
CUCINA 
In questo viaggio si entra anche in stretto contatto con la cucina locale.  
Le specialità norvegesi spaziano dalla selvaggina, ai formaggi al pesce, il tutto da accompagnare con birre artigianali locali.


COMUNITA’ LOCALI 
Le comunità locali, spesso raccolte in piccoli villaggi tra valli e montagne, iniziano ad accogliere con entusiasmo l’arrivo di viandanti che provengono da ogni parte del mondo. Gli abitanti sono anche le prime persone alle quali chiedere di riempire la borraccia con l’acqua se c’è necessità.  
È stato particolarmente bello fermarsi a parlare con gli abitanti o con i proprietari delle strutture.

Per maggiori info sull’itinerario, è possibile andare sul sito della Association for the Route of St. Olav Way (ACSOW) 
https://www.acsow.org/en/frontpage/ 

Autore: Luca Bruschi, Direttore AEVF

 

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