La Via Francigena è di tutti, ma soprattutto è per tutti. Un percorso che si estende per oltre 3000 chilometri, da Canterbury a Roma e ancora verso Santa Maria di Leuca che, sempre di più, lavora sulle sue strade e i suoi percorsi perché possano diventare accessibili a chiunque.
Cosa significa la parola accessibile? Il termine deriva da accesso, in latino accessum, cioè la possibilità di avvicinarsi o entrare in un luogo. È per questo che, quando pensiamo a un cammino dobbiamo senza dubbio considerare lo spazio attraverso cui si estende, ma anche chi questo spazio lo percorre: chi vi accede, per l’appunto.
Il cammino rappresenta un modo diverso di viaggiare, un percorso lento che accompagna il fisico, ma anche l’emotività di chi si mette in marcia, è una scoperta dello spazio esterno e interno, motivo per cui non è solo chi cammina a doversi adattare al territorio, ma è anche il territorio stesso a dover prendere forma intorno al viaggiatore.
I temi da considerare sono molti e raccolgono le esigenze di ogni genere di persona.
Per tutte queste ragioni, AEVF si sta attivamente impegnando per trasformare le sue strade, sostenendo in primis alcuni progetti che attivamente lavorano a questo scopo, come Via Francigena For All, un progetto reso possibile grazie alla Regione Piemonte, a Visit Piemonte e a Turismo Torino e provincia, con la collaborazione di una serie di partner e associazioni, finanziato da un bando della Presidenza del Consiglio dei ministri sul turismo accessibile e inclusivo per le persone con disabilità che in due anni ha permesso la mappatura di 150 luoghi lungo 36 chilometri di percorso, tre nuove aree sosta e reso 20 chiese accessibili.
Il progetto è focalizzato sui tratti dell’itinerario canavesano, tra Ivrea e Viverone, e sulla variante della Val di Susa tra Villar Focchiardo e Avigliana – a cui abbiamo dedicato questo speciale -coinvolgendo i territori limitrofi e la loro offerta turistica culturale, naturalistica, sportiva ed enogastronomica. Il 2024 si è concluso con la camminata inclusiva da Sant’Ambrogio ad Avigliana, che ha completato un anno ricchissimo, costellato da numerose iniziative, includendo – oltre alle realizzazioni già citate – il censimento delle strutture ricettive accessibili, l’adeguamento degli uffici turistici e l’installazione di pannelli visivo-tattili lungo il percorso, con contenuti in Braille per persone con disabilità visive e QR code che raccontano le località in italiano, inglese, francese e LIS per le persone con disabilità uditive, oltre a organizzare tirocini lavorativi dedicati all’inclusione sociale.
La speranza è che queste attività continuino a nascere e che sempre più regioni possano seguire l’esempio del Piemonte, trasformando il territorio per metterlo al servizio di qualunque viaggiatore voglia attraversarlo e di qualsiasi mezzo si scelga, purché rimanga sostenibile e non invasivo.