Una famiglia di origine bretone partita da Briançon è giunta a Vercelli con sette dei loro figli: una squadra che va dagli otto mesi della piccola Maria fino ai dodici anni di Flavia, la maggiore.
“E’ stato un enorme piacere accogliere questa famiglia, un piacere inconsueto”, racconta il signor Valmer Buosi dell’associazione “Amici della Via Francigena” di Vercelli e volontario presso l’Ostello Hospitale Sancti Eusebi, dove la numerosa famiglia ha pernottato. “Mi ha profondamente colpito il coraggio di questi genitori nel decidere di affrontare il viaggio con tutti i loro bambini, avventura già di per sé impegnativa in tempi normali e resa ancora più difficile dalla pandemia. Un esempio di fede profonda e grande spirito di collaborazione, visibile anche nei ragazzi. Specialmente i più grandi hanno dimostrato grande senso di responsabilità e si davano da fare per aiutare, ognuno secondo le proprie possibilità, i genitori nelle attività quotidiane”.
Il gruppo ha ancora più di un mese di viaggio davanti a sé: obiettivo è la Città Eterna e a separarli da Roma ancora centinaia di chilometri. Ma come si sposta una famiglia numerosa, con bambini così piccoli? Ce lo racconta Dino Olivetta, Responsabile dell’Hospitale: “ Sono muniti di due “carretti” – così li ha chiamati la mamma – in cui i piccoli possono essere spinti dai genitori come se fossero grossi passeggini e la più piccolina viene portata nel marsupio. Gli altri camminano insieme ai genitori, facendo circa una ventina di chilometri al giorno.”
Non sono nuovi alle situazioni insolite all’ostello Vercellese dove lo scorso autunno era arrivata una famiglia, anche questa proveniente dalla Bretagna, formata da mamma e papà (una coppia di medici in aspettativa dal lavoro), tre figli e due asinelli. Anche in quel caso l’accoglienza non fu semplicissima perché era necessario trovare spazio anche agli animali. I volontari in questi giorni hanno fatto il possibile per organizzare i pernotti delle tappe successive alla famiglia De Camburg, un’operazione decisamente non facile: “Quest’anno per colpa della situazione sanitaria è complesso trovare da dormire, alle volte, anche per i singoli pellegrini. In nove è davvero molto complesso”, ha precisato Olivetta.
Non possiamo che augurare un buon proseguimento di cammino a questa famiglia che testimonia insieme grande fede, spirito di adattamento e amore per il pellegrinaggio.