Tra gli scatti risultati vincitori per il concorso fotografico. Condividi il tuo cammino lanciato dal portale rurAllure, la pellegrina bolognese Barbara Sparacio, 29 anni, che ha documentato il cammino in solitaria lungo Santiago. Le abbiamo chiesto di raccontarci meglio la sua esperienza, dalla quale sono emersi degli aneddoti davvero interessanti che sicuramente possono essere d’ispirazione a chi sta organizzando il proprio cammino.
“Nella mia vita ho già percorso diversi cammini ma in solitaria soltanto gli ultimi due: il Cammino Francese da Saint-Jean-Pied-de-Port proseguendo fino a Finisterre e la Via degli Dei da Bologna a Firenze. In verità, 2 settimane prima della partenza per Santiago, mi ero messa in cammino lungo la Via degli Dei assieme a un’amica, Martina. Purtroppo, mi sono infortunata durante la prima tappa riportando un’infiammazione alla sciatica.
Non mi era mai successo prima di allora…da persona determinata che sono non volevo assolutamente mollare ed ero disposta ad affrontare anche il dolore pur di arrivare alla fine. Ciò che mi dispiaceva più di tutto, era abbandonare la mia compagna di viaggio: erano infatti 2 anni che volevamo fare questo percorso assieme ma a causa del covid ed impegni personali avevamo rimandato di continuo.
Devo tanto a Martina, la quale vedendomi visibilmente zoppicare ha preso la situazione in mano insistendo che io tornassi a casa per non rinunciare al mio sogno: Santiago. Da diverso tempo lo desideravo e volevo farlo interamente senza interromperlo. Quindi quando mi è stato concesso un mese di ferie non potevo crederci, mi sentivo la persona più felice del mondo e contavo i giorni alla partenza!
Allo stesso tempo volevo che lei non rinunciasse ad arrivare a Firenze a causa mia. Così, con le lacrime agli occhi, la mattina del secondo giorno ci siamo abbracciate e l’ho lasciata partire, venendo rassicurata dalle sue parole che avrei potuto riprendere la Via degli Dei non appena ne avessi avuto l’occasione. La Flaminia Militare era lì dai tempi dei romani, non sarebbe di certo sparita ora!
E così è stato dato che l’ho completata poche settimane fa in solitaria. Sono infatti ritornata sui miei passi, senza aspettativa o necessità di incontrare qualcuno, ma lasciando che gli eventi prendessero forma in autonomia. L’ho percorsa senza fretta, scegliendo con chi e quando accompagnarmi, ascoltando il suono del bosco e accogliendo qualsiasi favore degli “dei” con grande gioia.
Tornando a Santiago, appena Martina si è messa sui suoi passi, è iniziata per me la corsa contro il tempo per rimettermi in sesto. Da essere al settimo cielo per la mia partenza, sono sprofondata nello sconforto più totale…i giorni passavano e a malapena mi alzavo dal letto. Ho pianto, ho provato tanta rabbia, fatto tutto il ciclo di cure possibili e immaginabili ma il dolore non passava.
A pochi giorni dalla partenza, dopo essere stata prevalsa da mille dubbi su cosa fare o non fare, ho deciso di dare ascolto al supporto degli amici ma soprattutto dei miei genitori che mi dicevano di provarci, di non rinunciare a prescindere o avrei rischiato di vivere nel rimorso di non aver tentato.
Quindi nonostante le mille paure, sono partita comunque, senza l’obiettivo iniziale di percorre tutti gli 800 km ma con l’intenzione di vivere il cammino giorno per giorno, con l’idea che sarei arrivata fin dove il mio corpo me l’avrebbe concesso e godendomi ogni tappa come fosse l’ultima.
La determinazione, uno scopo, il raggiungimento del paese successivo o di una persona incontrata lungo la via, ci spingono ad andare avanti e affrontare il prossimo capitolo del nostro diario personale.
Durante il cammino non sai mai chi potresti incontrare il giorno dopo, quale nuova amicizia potresti stringere, quale incontro potrebbe cambiarti la vita. È la predisposizione e l’apertura a lasciarci sorprendere nel bene e nel male che determinano quello che diventeremo o faremo.
Così, tappa dopo tappa, km dopo km, sono arrivata a Santiago.
Il raggiungimento della meta è personale, così come il cammino, soprattutto se si parte in solitaria. Ognuno può percorrerlo come vuole: a piedi, in bici, a cavallo…farne solo una piccola parte o per intero…metterci pochi giorni come intere settimane. Nessuno ti giudicherà per questo. Ciò che conta è quello che il cammino porterà nella propria vita una volta tornati alla routine quotidiana.”