Gianpaolo Fattori ci racconta la sua personale Via Francigena, da Canterbury a Roma, percorsa in 78 giorni lungo i 2.200km di cammino.
Il racconto è emozionante perché, prima di tutto, parte dalla storia di un uomo e pellegrino, che all’età di 61 anni, diabetico e iperteso, decide di affrontare in solitaria questa impegnativa avventura. E lo fa senza aver conseguito un particolare allenamento nei mesi precedenti. Il cuore oltre l’ostacolo, l’inizio di un viaggio per superare i propri limiti, per vivere un’esperienza di vita lungo un sentiero che ogni giorno ci fa incontrare cose straordinariamente belle ma anche imprevisti.
Un racconto da leggere tutto d’un fiato che ci immerge in un’avventura alla portata di tutti, anche la nostra. Volontà, tenacia, generosità, spirito del viandante. Fattori grazie a questo viaggio ha iniziato anche a convivere meglio con la malattia del diabete, in primis grazie ad una maggiore attenzione verso lo sport e l’attività fisica. L’anno prima di partire per la Via Francigena, nel 2018, ha avuto l’onore e il privilegio di portare la torica olimpica in occasione delle XXIII Olimpiadi Invernali in Corea del Sud, a Pyeong Chang.
Nel libro un momento particolarmente emozionante è proprio riservato ad una giornata speciale, indimenticabile: l’arrivo a piedi a Losanna, dove ha potuto incontrare il Comitato Olimpico Internazionale che proprio qui ha la sua sede. La strada di questo viaggio sulla Via Francigena è comunque davvero lunga, attraverso l’Europa dei villaggi e dei piccoli borghi, passando per luoghi unici al mondo per la loro bellezza. Ci sono nelle varie tappe tanti incontri, pieni di umanità. I volti delle persone incontrare rimangono uno dei ricordi più indelebili del cammino: ci sono storie, racconti, esperienze di vita da condividere, ma anche tanti gesti quotidiani di generosità che rendono speciale la Via Francigena.
I passi di moltiplicano, tra stanchezza e emozione, fino all’arrivo a Roma, la città eterna, dove pianto, felicità e gioia si fondono negli ultimi km prima dell’arrivo al San Pietro, in Vaticano,
“Ma chi te lo ha fatto fare?”. “Lo rifaresti?”. Ecco, queste sono le domande a cui mi trovo spesso a dover rispondere, anche ai pellegrini incontrati lungo la Via Francigena. La risposta è sempre stata la stessa: “Mai più!”. (…) Eppure oggi, a distanza di quei mesi: “Mai più!” non sembra poi così categorico.
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