Via Francigena

La Via Francigena nel nord del Lazio: l’arrivo a Roma tra storia, spiritualità e tradizioni 

Eccoci arrivati al quarto capitolo del nostro diario di viaggio che racconta tutto il percorso della Via Francigena in occasione del Giubileo 2025.  

Con i suoi 3.200 km, lo storico itinerario medievale attraversa cinque Stati (Inghilterra, Francia, Svizzera, Città del Vaticano e Italia), sedici regioni e più di seicento comuni, come dettagliamo nel percorso percorribile sia a piedi sia in bicicletta. A partire dal Kent, nel Regno-Unito, il percorso tocca le regioni Haute-de-France, Grand Est e Bourgogne-Franche-Comté, in Francia; i Cantoni Vaud e Vallese, in Svizzera; le regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, in Italia. Infine, a Roma lo Stato del Vaticano, luogo-simbolo del Giubileo.    

Per questi speciali regionali realizzati in collaborazione con Regione Lazio, abbiamo deciso di risalire lo stivale da Santa Maria di Leuca (Puglia) e di raccontare la Via Francigena da sud a nord, portandoti con noi alla scoperta di ogni regione, per immergerci nelle sue bellezze paesaggistiche, storiche e gastronomiche. Non mancheranno tanti consigli di viaggio sul cammino, con il meglio delle tappe e alcune curiosità.   

Ci mettiamo in cammino?   

Partiamo!   

La Via Francigena nel nord del Lazio 

La Via Francigena nel Lazio Nordsi estende per circa 170 km, articolandosi in 8 tappe che attraversano paesaggi suggestivi tra natura, arte e scoperta. Il percorso inizia ad Acquapendente, al confine con la Toscana, e termina a Roma, capitale d’Italia e città dall’infinita storia e cultura. Il cammino, che dà ufficialmente inizio al nostro racconto della Via Francigena nel Nord, presenta una difficoltà moderata, con alcuni tratti caratterizzati da medi dislivelli, soprattutto nelle aree collinari e montuose. Lungo il tragitto si incontrano borghi storici, siti archeologici e testimonianze del passaggio dei pellegrini medievali diretti verso Roma, palcoscenico di uno dei viaggi più iconici della storia europea e culmine di un cammino che ha radici profonde nella storia religiosa e nelle leggende del mondo antico. 

Storia: l’ultima tappa verso la Città Eterna 

Il Lazio ha sempre rappresentato il punto di arrivo dei pellegrini provenienti da tutta Europa. L’ultima tappa del loro cammino era la Città Eterna, un luogo di straordinaria importanza spirituale, storica e culturale. Questi pellegrini percorrevano a piedi strade secolari come la Via Francigena, che univa il nord Europa con Roma, e giungevano nella capitale per rendere omaggio alla tomba di San Pietro, uno dei dodici apostoli di Gesù e fondatore della Chiesa cattolica. 

L’arrivo a Roma era un momento di profonda devozione, ma anche di grandissima emozione. I pellegrini, dopo aver affrontato un lungo e faticoso cammino, trovavano finalmente riposo e pace nei luoghi di culto che la città offriva. Ma questa tradizione è sopravvissuta al tempo e, ancora oggi, camminatori di tutto il mondo intraprendono questo percorso per giungere nel Lazio e, nello specifico, alla Città Eterna e ammirarne le sue meraviglie, simboli religiosi, ma anche culturali e artistici.  

Una volta raggiunta Roma, il cammino prosegue verso la Basilica di San Pietro, costruita dall’imperatore Costantino intorno al 320 d.C. sul luogo della crocifissione dell’Apostolo e riedificata poi nel suo aspetto attuale nel Cinquecento. Qui, chi ha percorso la Via Francigena ed è in possesso della Credenziale ufficiale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, viene accolto dal servizio di accoglienza della Fabbrica di San Pietro in collaborazione con la Fondazione Homo Viator, che si occupa dal 2024 di accogliere i pellegrini, dando loro appoggio e ristoro e un accesso preferenziale per l’ingresso in Basilica. Inoltre, proprio a San Pietro, è possibile ricevere il Testimonium, il certificato che attesta l’avvenuto percorso e le fatiche intraprese almeno negli ultimi 100 km. 

Piccola curiosità: perché Città Eterna 

Roma, la “Città Eterna”, deve il suo soprannome alla sua lunga e indissolubile connessione con l’eternità, radicata fin dall’epoca dell’Impero Romano. Gli antichi romani credevano che la città fosse destinata a durare per sempre, simbolo di potenza e centro del mondo. Questa visione veniva rafforzata da miti e leggende, come quelli raccontati da Virgilio nell’Eneide, che dipingevano Roma come una città destinata a dominare senza fine. Nonostante la caduta dell’Impero e i periodi di crisi, Roma ha continuato a prosperare, mantenendo il suo ruolo centrale nel cristianesimo e adattandosi ai cambiamenti storici. Oggi, grazie ai suoi monumenti millenari, Roma è ancora considerata un simbolo di continuità e resistenza, una città che resiste al tempo, tra cultura, storia e spiritualità. 

Luoghi della spiritualità: la Basilica di San Pietro, la Rocca dei Papi e Viterbo 

Come abbiamo detto fin qui, il cuore spirituale di Roma, e in particolare del Lazio, è rappresentato dalla Basilica di San Pietro. La Basilica, simbolo del potere spirituale della Chiesa cattolica, è stata per secoli e rimane tutt’ora meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. La sua grandiosità, l’imponenza della sua cupola e gli affreschi di Michelangelo che la decorano, sono testimoni di un viaggio di fede, arte e cultura, che affonda le radici nei secoli. 

Al di fuori della capitale, in provincia di Viterbo, un altro luogo di culto di grande importanza è la Rocca dei Papi a Montefiascone, una tappa fondamentale nel percorso dei pellegrini. La Rocca, costruita da Innocenzo III sul finire del XII secolo, si trova a 633 metri sul livello del mare ed è stata creata in difesa del borgo di Montefiascone. Dalla sua posizione, affacciata sul lago di Bolsena, è possibile avere il controllo di tutta la vallata e, con il binocolo, dalla Torre del pellegrino, si riescono a scorgere la Toscana, l’Umbria e l’Abruzzo.  Negli anni, l’edificio, ha subito molti cambiamenti per volere dei Papi che si sono succeduti, ma, piano piano, la Rocca è andata incontro un lento declino. È stato alla fine del ‘900, che le sue rovine sono state finalmente restaurate, oggi, infatti, è possibile visitare questo sito storico di enorme valore, al cui interno si trova il Museo dell’Architettura di Antonio da Sangallo il Giovane, artista rinascimentale di grande importanza per la storia della Rocca e della zona del Tuscia. 

Altra città dalla forte connotazione spirituale è Viterbo, conosciuta come la città dei papi, fu fondata dagli etruschi e conquistata poi dai romani, dal 1125 diventa sede pontificia. Tra i luoghi imperdibili di Viterbo c’è infatti il Palazzo papale, costruito nel 1266 come residenza-fortezza per i pontefici, si afferma come un meraviglioso esempio di stile gotico, con bifore, merli e una loggia ad arco. Nella stessa piazza da vedere è anche il Duomo di San Lorenzo, risalente al XII secolo e poi rimaneggiato, presenta una facciata in stile rinascimentale e un campanile gotico. Di interesse storico è Santa Maria Nuova, in piazza del Gesù, dove, oltre agli affreschi risalenti al XIV – XVI secolo, si trova anche il pulpito da cui predicò Tommaso d’Aquino

Piccola curiosità: Viterbo e il conclave 

A Viterbo, nel 1271, si tenne il primo conclave della storia. Gli abitanti della città, dopo quasi tre anni passati ad attendere l’elezione di un nuovo papa, decisero di rinchiudere i cardinali sotto chiave, cum clave, all’interno del Palazzo Papale, costringendoli a pane e acqua fino a che non avessero deciso chi fosse il nuovo pontefice. Ecco che nasce il moderno conclave. 

Tradizioni: la Rupe del Parco Archeologico di Sutri 

Nel cuore del Lazio, di origini antichissime, si trova la città di Sutri, che si narra sia stata costruita da Saturno, e che rappresenta uno dei luoghi più suggestivi e importanti dal punto di vista archeologico e ambientale. Questa piccola città fortificata costruita su uno sperone di tufo, un tipo di roccia sedimentaria, affonda le sue origini nel Medioevo. 

Già presso gli etruschi, però, si era dimostrata una città fiorente, questa popolazione infatti, vi costruì la necropoli e le vie cave; così come, durante la dominazione romana, aveva ricoperto il ruolo di snodo strategico sulla Via Cassia. 

Nella città, il simbolo più importante è il Parco Archeologico di Sutri, un luogo straordinario, al cui interno si trovano monumenti dall’importanza storica inestimabile. Sicuramente, iconico è l’anfiteatro, simbolo della città, un edificio interamente scavato nel tufo, senza l’ausilio di murature a sostegno e con una capienza di circa 7.000 spettatori. Proseguendo, si rimane affascinati dalla necropoli, dove sono visibili 64 tombe, scavate anche in questo caso nel tufo, che costeggiano la via Cassia.  

Leggermente più a nord, invece, si trova la cappella votiva in onore della Madonna del prato, probabilmente in origine intestata a San Michele Arcangelo. Conosciuta ai più come Mitreo di Sutri, in questa cappella si possono osservare i dipinti che raffigurano le fasi del culto cristiano attraverso le diverse epoche. 

Ancora più a nord, sul colle sopra il Parco Archeologico, è possibile visitare la Villa Savorelli, la cui architettura, che ha attraversato i secoli, riporta esempi artistici che spaziano dal Rinascimento all’Età Romantica, qui, da togliere il fiato sono il giardino all’italiana e il meraviglioso panorama sull’area circostante. 

Piccola curiosità: la leggenda del nome Sutri 

Secondo la leggenda, Sutri sarebbe stata fondata dal dio Saturno, il padre degli dèi, il cui nome etrusco, Sutrinas, è ritenuto all’origine del nome della città. Nel suo stemma, infatti, appare Saturno a cavallo, che, deposta la spada, solleva un fascio di spighe di grano, simbolo di prosperità e fecondità della terra di Sutri. La tradizione narra che fu proprio Saturno, creatore degli dèi e degli uomini, a fondare questa città, che nel corso dei secoli venne soprannominata “Antichissima”. 

Gastronomia: pecorino romano, cacio e pepe e vino Est! Est!! Est!!! di Montefiascone 

Come in ogni viaggio che si rispetti attraverso una regione, non possiamo dimenticarci l’aspetto gastronomico. La cucina del Lazio è famosa per i suoi sapori semplici ma intensi, radicati nella tradizione rurale. 

Per questo, per raccontare i suoi sapori, partiamo dal Pecorino Romano, formaggio dal sapore deciso, si presenta con una pasta leggermente occhiata che va dal bianco al giallo paglierino e assume sfumature piccanti. Questo alimento rappresenta uno dei simboli gastronomici del luogo. 

Uno dei piatti più famosi però, non solo nel Lazio, ma in tutto il mondo, diventato anche icona di italianità, è la pasta cacio e pepe, una ricetta semplicissima, protagonista di una delle esperienze culinarie più amate dai camminatori di ogni dove. Il piatto, composto da solo tre ingredienti, pasta, pecorino romano molto stagionato e pepe, ha un gusto deciso e avvolgente, come la crema di formaggio che la compone. 

Un altro prodotto che accompagna da secoli i pellegrini del Lazio è il vino Est! Est!! Est!!! di Montefiascone. Questo è un vino dal colore giallo paglierino, ottenuto dalle uve Trebbiano, Roscetto e Malvasia, aromatico, floreale e fruttato. Prodotto nella zona di Montefiascone, in provincia di Viterbo, ha ottenuto la denominazione D.O.C.. Questa bevanda è perfetta come protagonista negli aperitivi o per accompagnare piatti di pesce.  

Piccola curiosità: l’origine del nome Est! Est!! Est!!!  

Nel 1111, Enrico V di Germania si dirigeva a Roma per essere incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero, seguito dal cardinale Johannes Defuk, noto per la sua passione per il vino. Il prelato aveva incaricato il servo Martino di precederlo e di trovare le migliori taverne lungo il cammino, segnandole con la parola “Est” per indicare il buon vino. Il servo, come da ordini, lungo il tragitto segnalò le migliori osterie, ma, arrivato a Montefiascone, Martino trovò un vino così eccellente che scrisse “Est! Est!! Est!!!”, con sei punti esclamativi a rafforzarne l’indicazione, accanto alla taverna, un segnale che venne poi condiviso dal cardinale. Tuttavia, la storia ha un finale tragico, infatti, durante il viaggio di ritorno, Defuk, tornato a bere nell’osteria, esagerò con il vino e morì per averne bevuto troppo. Fu seppellito a Montefiascone, e sulla sua lapide, visitabile nella Chiesa di San Flaviano, si legge ancora oggi l’inscrizione, probabilmente voluta dal fedele servo Martino, che ne racconta la tragica fine “Est! Est!! Est!!! Il mio signore Iohannes Defuk è morto per aver esagerato”

Idee di cammini per un ponte o un weekend  

Itinerario di 2 giorni (Campagnano – Roma) 

1° giorno: per questo primo giorno di cammino si parte da Campagnano di Roma e si giunge a La Storta, 23 km di difficolta media con qualche dislivello. Percorrendo questo tratto si arriva al limitare di Roma. Lungo il percorso si incontrano vari punti di interesse, tra cui sicuramente spicca la Valle del Sorbo, una vallata di campi e boschi che si sviluppa nel cratere di un antico vulcano. Successivamente si incontra Formello, un paesino famoso per il suo centro storico dalle origini antichissime, dove sono stati rinvenuti vari manufatti etruschi, tra cui un vaso che riporta l’alfabeto etrusco, ritrovamento che ha permesso di decifrare in parte questa lingua arcaica. Infine, sul tragitto è d’obbligo una tappa a Veio, cittadina di origine etrusca, dove si possono visitare i resti del Santuario di Portonaccio, dove sono state rinvenute numerose terrecotte, tra cui l’Apollo di Veio, conservato a Roma. 

2° giorno: il secondo giorno si procede da La Storta a Roma. Un tragitto facile di 19,4 km, che ci porta dritti nella Capitale. Imboccando la Via Cassia, si giunge dopo 5 km nel parco dell’Insugherata, successivamente si arriva al Monte Mario, detto “monte della gioia” dal quale si può vedere la Città Eterna e vivere l’emozione che i pellegrini di tutte le epoche hanno provato nello scorgere, finalmente, la loro meta. Infine, si prosegue verso Roma, con destinazione San Pietro. 

Itinerario di 3 giorni: (Acquapendente – Viterbo)  

1° giorno: per questa tre giorni di cammino, la prima tappa prevede il tragitto da Acquapendente a Bolsena, 22,8 km con qualche dislivello. Siamo nella Tuscia, alle pendici deli monti Volsini, circondati da vedute mozzafiato sul paesaggio che scorre verso il lago di Bolsena, dalle acque limpide e sorgive. Si procede tra orti, vigneti e uliveti, qui, in primavera, la natura regala qualche fiordaliso, fiore sempre più raro. Il punto di arrivo di questa prima tappa è proprio Bolsena, città famosa per via delle sue catacombe, dove furono ritrovati i resti della Santa e martire Cristina, il cui culto si è diffuso lungo tutta la Via Francigena. 

2° giorno: il secondo giorno ci spostiamo da Bolsena a Montefiascone. 16,5 km di media difficoltà. Il panorama lacustre continua anche lungo questo percorso e il primo punto di interesse che si incontra lungo il tragitto è la foresta del parco di Turona, ricca di acque sorgive. Si procede poi in direzione di Montefiascone, meravigliosa cittadina dove si può visitare la Rocca dei Papi e degustare il vino Est! Est!! Est!!! di cui abbiamo parlato sopra. Poco prima dell’arrivo a Montefiascone si incontra un cartello che segnala ai viandanti che mancano 100 km all’arrivo a Roma, tappa che non interesserà il nostro tragitto, ma di fondamentale importanza per tutti i pellegrini che intraprendono cammini più lunghi. 

3° giorno: in questa terza e ultima tappa del nostro weekend lungo percorriamo il tragitto da Montefiascone a Viterbo ed entriamo in una delle province del Lazio. Lungo il percorso si cammina sul meraviglioso basolato dell’antica Cassia e, dopo 17,6 km, si giunge a Viterbo, la città dei papi. Per chi ha voglia di dedicare un po’ di tempo alla cura di sé, consigliamo le Terme del Bagnaccio sorgenti termali del periodo etrusco-romano, il cui ingresso è a pagamento, ma al loro interno è disponibile anche il timbro per la Credenziale. 

Itinerario di 5 giorni (Viterbo – Roma)   

1° giorno: durante questo ponte, la prima tappa prevede il tragitto da Viterbo a Vetralla, 21,9 km di media difficoltà e con qualche dislivello. Un percorso meraviglioso dal punto di vista naturalistico, si passa infatti dai monti Cimini tra boschi e panorami incantevoli, ma anche in luoghi di interesse storico. Si segnala San Martino al Cimino, un borgo medievale dove è nata un’abbazia cistercense, suggeriamo infatti di visitare la chiesa abbaziale, consacrata nel 1225, è una delle più grandi chiese cistercensi. 

2° giorno: il secondo giorno si procede da Vetralla a Sutri. 23, 9 km, dove, imperdibili, troviamo le Torri d’Orlando, monumenti funerari del I secolo a.C. sull’antico percorso della via Cassia. Il nome “Orlando” si rifà agli antichi miti carolingi diffusisi lungo la Via Francigena verso Roma. Si incontra poi Capranica, cittadina etrusca, dal meraviglioso centro storico pieno di chiesette e palazzi, qui è d’obbligo una tappa alla chiesa della Madonna del Piano, che al suo interno racchiude un’immagine della Madonna col Bambino ritenuta miracolosa. Infine, il gioiello di questo tragitto è proprio l’arrivo a Sutri, di cui abbiamo parlato poco sopra. 

3° giorno: di nuovo in cammino ci dirigiamo da Sutri a Campagnano di Roma. 23,8 km in buona parte passati tra grandi prati con pascoli. Dopo Monterosi si consiglia di fermarsi alle Cascate di Monte Gelato, immerse nella natura, sono uno dei punti più suggestivi della valle del Treja. Sul luogo, oltre ai resti di una villa romana del I secolo a.C. e di una torre medievale, c’è anche un mulino ad acqua, chiamato “La Mola”, attivo fino al 1830, è stato oggi recuperato per una mostra permanete sulla natura del luogo. Si giunge infine a Campagnano di Roma, in passato luogo di villeggiatura per nobili e alti prelati romani. Qui sono da visitare la Chiesa della Pietà, la Collegiata di San Giovanni Battista e la Fontana dei Delfini. 

4° giorno: da Campagnano di Roma a La Storta 

5° giorno: da La Storta a Roma 

Qualche consiglio   

1. Prepara il tuo equipaggiamento   

  • Scarpe da trekking: la scelta delle scarpe è fondamentale, soprattutto per le lunghe distanze. Opta per scarpe robuste e comode, con buona traspirabilità e un buon supporto per i piedi. Scarpe da trekking leggere sono ideali per i percorsi più lunghi. Occhio: più lo zaino cresce di peso, più è importante che la calzatura abbia la caviglia alta, per supportare la flessione della schiena. Qui qualche consiglio grazie al nostro partner Garmont .   
  • Zaino: scegli uno zaino comodo e non troppo pesante. Controlla che sia dotato di cinghie regolabili e di una buona ventilazione. È fondamentale non sovraccaricare il bagaglio, bisogna cercare di non superare il 10-15% del proprio peso corporeo; porta solo l’essenziale. Qui qualche idea consigliata dal team di Ferrino.    
  • Abbigliamento: porta con te abiti traspiranti, comodi e leggeri. A seconda della stagione, aggiungi una giacca impermeabile per proteggerti dalla pioggia o dal vento, e un cappello o un berretto per il sole. Se non sai dove trovarli guarda qui.    
  • Bastoncini da trekking: sono molto utili per ridurre lo sforzo sulle ginocchia, specialmente in tratti di salita o discesa. Eccoli qui.   

2. Pianifica le tappe e gli itinerari   

  • Distanza e tempo: ogni giorno di cammino prevede distanze che variano dai 15 ai 25 km. Se non sei abituato a camminare lunghe distanze, pianifica tappe più corte per iniziare. Una buona idea è percorrere l’itinerario in più giorni, in base alle tue capacità.   
  • Dove pernottare: lungo il percorso troverai numerose strutture di accoglienza, come ostelli, B&B, agriturismi e conventi. In alcuni luoghi puoi anche usufruire dell’ospitalità in rifugi per pellegrini. Prenota in anticipo, specialmente nei periodi di alta stagione (primavera ed estate).    
  • Come raggiungere la regione: sono tantissimi i modi per raggiungere il Lazio, ma non tutti sono green o a basso impatto e, soprattutto, non tutti sono convenzionati con la Via Francigena. È per questo che noi consigliamo di raggiungere la regione in FlixBuso con i treni Trenitalia. Entrambi, infatti, offrono uno sconto del 10% ai possessori della Credenziale ufficiale.    
  • Adattabilità: non tutte le tappe hanno la stessa difficoltà. Sii flessibile e, se necessario, adattati alla situazione. Ricorda che il cammino non è una gara, ma un’esperienza di scoperta personale e spirituale.   
  • La guida del Nord del Lazio: per evitare spiacevoli inconvenienti, suggeriamo di portare con sé anche la guida della Via Francigena di Terre di Mezzo, dove, oltre agli itinerari, si possono trovare tantissimi consigli per affrontare il cammino al meglio.  
  • La Credenziale: ogni pellegrino che si rispetti ne possiede una. Qui la Credenziale ufficiale della Via Francigena, una compagna importantissima da portare lungo la Via per poter usufruire di sconti e agevolazioni e per tenere traccia dei propri passi con i timbri originali delle località del percorso.  

3. Sicurezza e Salute   

  • Acqua e cibo: porta sempre con te almeno 2 litri d’acqua. Alcune tappe del cammino potrebbero non avere fonti facilmente accessibili, quindi, è importante rifornirsi nelle tappe principali. Non dimenticare di portare anche snack energetici come frutta secca, barrette di cereali e noci.   
  • Protezione solare: il sole del sud Italia può essere molto forte, soprattutto in estate. Usa una crema solare con protezione alta, occhiali da sole e un cappello.   
  • Riposo: ascolta il tuo corpo. Non esitare a fare delle pause e a riposarti quando necessario. I muscoli e le articolazioni possono soffrire durante il cammino, ecco perché prendersi dei momenti di recupero è importante.   

Articolo pubblicato nell’ambito dell’intervento: Fondo Sviluppo e Coesione – Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero italiano della cultura (Scheda 33 – Via Francigena – Azioni trasversali. Trasmissione scheda progetto “Piano di comunicazione e promozione),   

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Redazione AEVF
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